Possiamo coltivare le Campanelle in vaso per godere dei suoi bei fiorellini che adorano la pianta in aprile e maggio.
Le Campanelle maggiori (Leucojum aestivum) sono piante erbacee perenne bulbose, caratterizzate da lunghe foglie nastriformi di colore verde scuro da cui spuntano gli steli che arrivano a sviluppare fino a 8 fiori campanulati di colore bianco candido. Le punte dei petali sono di colore verde chiaro.
È una pianta paludosa e cresce meglio in giardino, vicino a un laghetto, ma possiamo coltivarla anche in vaso sul terrazzo, con alcune accortezze.
Dove coltivare le Campanelle maggiori
Il Leucojum aestivum è una specie rustica e tollera bene il freddo, fino a -20°C.
Scegliamo una posizione semi ombreggiata specialmente se abitiamo in zone con primavere ed estati molto calde. Se viviamo al nord possiamo spostare il vaso al sole in marzo, per stimolare la fioritura, per poi spostarla in mezz’ombra in estate.
È una pianta che va protetta dal vento che può piegare gli steli delicati.
Se in giardino abbiamo delle aiuole ombreggiate vi suggeriamo di coltivare la Pulmonaria officinalis.
Si tratta di una pianta erbacea perenne della famiglia delle Boraginaceaecaratterizzata da una fioritura multicolore all’inizio della primavera, da marzo ad aprile. I fiori imbutiformi infatti cambiano colore nel corso del tempo: appena sbocciano sono rosa, poi tendono al rosso e infine all’azzurro. Anche le foglie sono decorative, di colore verde brillante e morbide al tatto.
Vi suggeriamo coltivare la Euphborbia polychroma se desiderate una pianta dal fascino esotico e una fioritura molto vivace, di colore giallo brillante.
L'Euphorbiapolychroma è una pianta erbacea perenne che crea un bel cespuglio, che può raggiungere un’altezza di circa 50 cm, con foglie decorative e variegate. I fiori sbocciano in continuazione da aprile a giugno. I fiori sono particolari e composti da brattee, cioè foglie modifiche, che ne ampliano la grandezza. Ci sono varietà di Euphorbia polychroma con fiori arancioni e rossi.
Nei giardini viene coltivata come pianta tappezzante, ma possiamo allevarla facilmente anche in vaso sul terrazzo.
Dove coltivare la Euphorbia polychroma
È una pianta abbastanza rustica e tollera bene il freddo fino a -10°C e il caldo fino a 35°C. Se però assicuriamo alla pianta delle temperature costanti e ideali per tutto l’anno crescerà più rigogliosamente.
In primavera esponiamo la pianta al sole, affinché riceva almeno 6/8 ore di sole ogni giorno. Al termine della fioritura, verso giugno, spostiamo la pianta in una zona semi ombreggiata per proteggerla dai raggi solari diretti del sole durante l’estate.
Il tappeto erboso in primavera torna a rivivere dopo il riposo invernale e i rigori del freddo. L’inizio della primavera è il momento più adatto per alcuni interventi di manutenzione, volti a stimolare la ripresa vegetativa del prato e correggere alcuni difetti che possono essersi manifestati in inverno. Come per esempio i danni causati da calpestio o dalla comparsa di malattie fungine ed erbe infestanti a foglia larga. Anche le zone diradate, magari in zone ombreggiate, andranno riseminate per sfruttare dell’energia della primavera e dell’estate per ricreare il tappeto erboso.
Difendere le nostre colture dalla Peronospora in modo biologico è importante per ottenere frutta e verdura coltivate in modo naturale e senza il ricorso agli antiparassitari.
Mentre gli agrofarmaci di sintesi hanno un effetto immediato contro parassiti e spore fungine, la “difesa biologica” prevede l’uso congiunto di una serie di soluzioni naturali e di buone pratiche colturali, volte a prevenire e limitare l’insorgere di attacchi da parte di parassiti.
Basandoci sulla conoscenza delle caratteristiche dei vari nemici dei nostri raccolti, la “difesa biologica” opera anzitutto in forma preventiva, per creare le condizioni affinché insetti e malattie fungine non possano svilupparsi sulle nostre piante.
Prevenire la Peronospora in modo biologico
Le Peronosporaceesono una famiglia di funghi che comprende molti generi differenti. Usiamo il termine Peronospora in senso generale, ma esistono generi diversi di spore legate al tipo di coltura preferita. Come la Peronospora della Lattuga (Bremia lactucae), quella delle Crucifere che attacca i Cavoli (Peronospora brassicae) o quella della Vite (Plasmoparaviticola).
Tutte le Peronospore provocano però gli stessi danni. Sulle foglie appaiono delle macchie brune o grigie, la pianta smette di fiorire e tende a seccare. Nei cespi di insalata colpisce le foglie esterne ma può estendersi all’interno e nelle Cucurbitacee arriva a distruggere la pianta.
Un altro problema è la facile volatilità delle spore: in presenza di ambienti umidi o piovosi, possono facilmente contaminare le piante vicine.
Come tutti i funghi prolifera con l’umidità, quando le piogge sono frequenti, accompagnata a temperature miti, comprese...
Possiamo usare il Corno Torrefatto in giardino se desideriamo coltivare le nostre piante con soluzioni di origine naturale e consentite in agricoltura biologica. Il Corno Torrefatto è frutto dell’economia circolare e sfrutta i rifiuti del mercato alimentare: si tratta infatti di un fertilizzante organico ottenuto dalla macinatura e torrefazione delle corna bovine.
Il Corno Torrefatto contiene infatti molti nutrienti fondamentali per la crescita delle piante. Come l’Azoto (N), il Fosforo (P) e il Calcio (Ca) ma anche oligoelementi come Rame, Zinco, Manganese e Boro, tutti necessari per una crescita sana ed equilibrata delle colture.
Contrariamente ai concimi minerali, il Corno Torrefatto è un prodotto naturale totalmente sicuro per l’uomo e per l’ambiente. È un prodotto biodegradabile e si decompone naturalmente col passare del tempo, arricchendo il terreno di sostanza organica. Ha una efficacia a lungo termine poiché rilascia gradualmente i nutrienti, garantendo una protezione prolungata alle piante.
Oltre a essere un fertilizzante naturale, il Corno Torrefatto migliora anche le difese naturale delle piante verso alcuni parassiti. Anzitutto favorisce la produzione di lignina, che rafforza le pareti cellulari e le rende meno penetrabili dai parassiti. Inoltre il suo odore naturale è repellente contro Afidi e Mosche bianche.
Può essere usato con successo per la concimazione di fondo di alberi da frutto, arbusti ornamentali, tappeti erbosi e in fase di trapianto. L’alta presenza di Azoto favorisce il radicamento delle giovani piante e stimola la loro crescita. Inoltre svolge un’azione nutritiva lenta e graduale, che dura fino a 3 mesi.
Gli Allium ornamentali sono delle appariscenti piante bulbose che producono grandi fiori rotondi di colore viola o bianco.
Gli Allium sono un genere di piante che comprende più di 500 specie, tra cui molte sono commestibili come le comuni Cipolle (Allium cepa), lo Scalogno (Allium ascalonicum), i Porri (Allium porrum) e l’Aglio (Allium sativum).
Molte però producono dei fiori appariscenti che crescono su gambi molto lunghi: si tratta di specie che vengono coltivate come piante ornamentali e non per i preziosi tuberi.
Tra gli Allium ornamentali ricordiamo l’Allium giganteum con fiori viola sferici e fusti che superano i 150 cm. Interessante anche l’Allium sphaerocephaloncon infiorescenze globose di colore rosso violaceo, l’Allium nectaroscordum siculumcon fiori composti da tante campanelle bianche con sfumature rosacee e l’Allium christophiiche produce palle fiorite grandi fino a 13 cm di diametro.
Possiamo coltivare la Drosera in casa se vogliamo stupire i nostri amici con una pianta davvero unica! Produce una piccola rosetta composta da molte foglie, che hanno la particolarità di avere dei tentacoli colorati appiccicosi. Servono alla pianta per cibarsi, poiché si tratta di una pianta carnivora.
La Drosera è infatti una delle oltre 600 specie di piante carnivore: le più famose sono la Nepenthes e la Dionea, ma la Drosera è altrettanto affascinante. Le piante carnivore in realtà non mangiano “carne” ma intrappolano piccoli insetti: si evolute in terreni poveri di sostanze nutritive e hanno imparato a recuperare i minerali mancanti (come Calcio, Potassio e Azoto) “prelevandole” dagli insetti.
La Drosera in particolare attira i piccoli insetti con il suo colore rosso vivo e li intrappola con i tentacoli appiccicosi. Per evitare la fuga dell’insetto la foglia si arrotola su sé stessa.