Magnifici e poco esigenti, i Cactus decorano giardini, terrazzi e gli ambienti domestici. Se vivono all’aperto devono essere riparati in un ambiente luminoso e fresco in inverno. Hanno forme molto varie, i più diffusi sono globulari, come l’Echinocactus e colonnari come alcuni tipi di Notocactus.
Essendo piante desertiche, in genere i Cactus vogliono molta luce, meglio in pieno sole con sufficiente aerazione. Amano il caldo d’estate e d’inverno preferiscono un ambiente fresco, intorno ai 15 °C. Temono molto gli sbalzi repentini di temperatura.
CACTUS: COME SI COLTIVANO
L’irrigazione è il punto debole dei Cactus, poiché spesso esageriamo, o li irrighiamo come facciamo con le altre piante d’appartamento. Muoiono sicuramente più Cactus per eccesso di acqua, che per mancanza. Il segreto è considerare che sono piante desertiche e dunque dobbiamo cercare di ripetere ciò che avviene in natura: lunghi periodi di siccità intervallati da piogge abbondanti, che evaporano rapidamente a causa del caldo.
In primavera e in estate irrigate i Cactus soltanto quando la terra è asciutta. Fornitegli molta acqua e dopo 15 minuti eliminate l’acqua rimasta nel sottovaso, poiché è una pianta soggetta a marciumi radicali (nel deserto non c’è acqua).
La Cocciniglia delle Cactacee è un nemico temibile. La Cocciniglia è un nemico di tante piante e non disdegna anche le piante grasse. Quelle più comuni in Italia sono bianche e hanno un aspetto lanuginoso, ma esistono specie dotate di scudi semirigidi.
Le infestazioni sono facilmente individuabili dalla presenza di fiocchi cerosi o scudetti, sotto i quali la cocciniglia trova protezione. A causa della sua presenza la pianta sviluppa ipertrofie, non fiorisce né fruttifica, fino al completo deperimento e disseccamento.
COCCINIGLIA DELLE CACTACEE: COME FARE
La prima cosa da fare quando rilevate delle cocciniglie è toglierle, agendo con uno spazzolino. Nelle piante grasse questa pratica potrebbe risultare difficoltosa dalla presenza delle spine e dal fatto che le cocciniglie tendono a nascondersi nelle parti più nascoste e nelle radici.
Una soluzione a questo problema è irrorare la pianta con una insetticida specifico, dopo aver asportato con uno spazzolino le cocciniglie visibili. Ripetete l'irrorazione ogni 15 giorni, finché non saranno scomparse tutte le cocciniglie. Le uova si possono celare nel terriccio e schiudersi in un secondo momento: per questo è importante verificare periodicamente lo stato di salute della pianta e se necessario ripetere il trattamento.
Chi non ha nel giardino o sul terrazzo una pianta di Rosmarino? Insieme al Basilico è una delle piante aromatiche più diffuse nel nostro Paese, proprio per il suo ampio utilizzo nella cucina italiana, per insaporire carni, pesce e verdure. Inoltre è una pianta facile da coltivare, robusta, resistente al gelo e in primavera regala anche dei bellissimi fiorellini azzurro-lilla. Oltre all'uso in cucina, il Rosmarino ha virtù depurative e il suo olio essenziale viene utilizzato in erboristeria come digestivo. Non solo: le nostre nonne appendevano mazzetti di rosmarino per allontanare le tarme dagli armadi e dalle dispense della cucina.
Il Rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un piccolo arbusto sempreverde, alto da 20 a 140 cm, con fusti legnosi molto ramficati e foglie coriacee molto profumate. Esistono diverse varietà, come per esempio quelle ricadenti o ritorte.
ROSMARINO: GUIDA ALLA COLTIVAZIONE
Può essere coltivato in vaso oppure nel giardino ed è adatto anche ai luoghi di mare, perche tollera bene la salsedine. Normalmente viene coltivato per il suo utilizzo in cucina, ma si presta benissimo per decorare...
La Dieffenbachia deve il suo strano nome al celebre naturalista tedesco Ernst Dieffenbach, curatore dei giardini del castello viennese di Schoenbrunn. E' una bellissima pianta verde d'appartamento, caratterizzata da foglie molto grandi variegate, che a seconda della specie variano di colore. La Dieffenbachia maculata, molto diffusa in Italia, ha foglie verdi con chiazze verde chiaro, la Dieffenbachia amoena cresce oltre un metro d'altezza ed è di colore verde scuro con la lisca bianca, fino ad arrivare alla Dieffenbachia picta che ha foglie bianco marmo molto suggestive.
Nei climi tropicali le piante di una certa età generano un'infiorescenza a forma di pannocchia, ma in Italia è molto difficile portare a fioritura la Dieffenbachia.
Un buon motivo per tenere in casa delle piante di Dieffenbachia è che le sue grandi foglie assorbono gli inquinanti domestici, presenti nell'aria di tutte le nostre case. In particolare si rivela particolarmente efficace nell'assorbire l'inquinamento da xilene (un derivato del benzene usato come diluente per vernici) e toluene. Quest'ultimo viene addizionato a vernici e adesivi per renderli fluidi e permettere la loro applicazione: quando però l'adesivo si asciuga, il solvente evapora e lo respira chi vive nell'appartamento. Per questa ragione è importante posizionare in ogni stanza delle piante, che abbiano la capacità di assorbire questi agenti inquinanti, come la Dieffenbachia.
DIEFFENBACHIA: COME SI COLTIVA
Essendo una pianta tropicale originaria del Sud America e dell'Asia, deve essere posizionata in casa in una posizione molto luminosa ma non a diretto contatto con i raggi del sole. Una tenda leggera è sufficiente per schermare i raggi diretti. La Dieffenbachia ama gli ambienti umidi, quindi non va posizionata vicino a termosifoni e fonti di calore. Un modo per garantire la necessaria umidità è di vaporizzare spesso sul fogliame con acqua. Durante la bella stagione può anche essere spostata all'aperto, ma ricordate che deperisce al di sotto dei 10°C.
L'irrigazione deve essere effettuata regolarmente, con maggiore intensità in estate e quando la terra si asciuga in inverno. E' importante evitare i ristagni d'acqua nel sottovaso perchè genera marciumi radicali. Dopo 30 minuti dall'irrigazione, verificate la presenza di acqua nel sottovaso ed eventualmente svuotatelo.
Come per tutte le piante in vaso, è importante garantire alla piante tutti i principi nutritivi necessari alla sua corretta crescita. Da aprile a settembre bisogno quindi concimare ogni due settimane con un fertilizzante liquido per piante verdi, da diluire nell'acqua per irrigare.
Ogni due anni la pianta cresce ed è necessario spostarla in un vaso più grande. Approfittate dell'occasione per eliminare il vecchio terriccio...
La Felce di Boston (Nephrolepsis exaltata) è la pianta ideale per dare un tocco di verde vivo alla casa o al terrazzo. Ha delle foglie ornamentali molto belle e può essere coltivata anche nei vasi da appendere. Inoltre la Felce di Boston è una delle piante anti inquinamento, consigliate dall'associazione Promogiardinaggio e selezionate in seguito a una sperimentazione condotta dall'Università di Parma. Molte piante d'appartamento hanno la capacità di assorbire gli inquinanti atmosferici tramite i piccolissimi stomi delle foglie, per trasformarli in lignina e imprigionarli all'interno del fusto. In particolare la Felce si è rivelata efficace per assorbire l'inquinamento da formaldeide.
FELCE DI BOSTON: GUIDA ALLA COLTIVAZIONE
La Felce di Boston è originaria delle foreste tropicali e quindi deve essere posizionata in un luogo luminoso e umido, senza sole diretto. In estate può essere coltivata all'aperto all'ombra, mentre in inverno, quando la temperatura minima scende sotto i 10°C, deve essere portata in casa.
La temperatura ottimale è compresa tra 20 e 24°C e quindi all'interno dell'appartamento dovremo posizionare la Felce lontana dai caloriferi, avendo cura di garantire la necessaria umidità. Possiamo farlo vaporizzando dell'acqua sulle foglie oppure lasciando un po' di acqua nel sottovaso, avendo cura di posizionare dell'argilla espansa per evitare marciumi radicali.
Il terriccio non deve mai asciugarsi: nei mesi caldi annaffiare generosamente con acqua a temperatura ambiente, possibilmente decalcificata. Durante l'inverno tende ad assorbire molta polvere: quando la portate in giardino lavate bene le foglie per eliminare i "residui" dell'inverno. Nei mesi più freddi l'irrigazione va diradata, quando il terriccio è secco.
Poichè gli elementi nutritivi contenuti nel terricio...
La Dorifora (Leptinotarsa decemlineata) è un insetto fitofago che aggredisce soltanto le Solanaceae, preferibilmente le Patate, ma anche Melanzane, Pomodori e Peperoni. Un'aggressione da parte della Doriflora è facilmente riconoscibile perchè gli insetti adulti e le larve si cibano delle foglie e possono defogliare una pianta completamente. Se non si interviene la pianta muore e, nel caso della patata, è alto il rischio che l'aggressione inibisca la produzione dei tuberi.
La Dorifora passa l'inverno nel sottosuolo, per rifarsi viva quando la temperatura raggiunge i 16°C, necessaria per la sua riproduzione. Le uova vengono deposte sulle parte inferiore delle foglie e nell'arco di 5-15 giorni nascono le larve, che in altri 2-3 settimana diventano adulte. In Italia possono sviluppare fino a due generazioni in un anno, ma dove ci sono condizioni climatiche favorevoli, come nel Sud, arrivano anche a tre generazioni.
Le uova sono giallognole, lunghe meno di 2 mm e vengono deposte in gruppi di 20-40 uova. La larva è di colore arancione con capo e zampe neri, mentre l'adulto è di colore giallo ocraceo con dieci bande longitudinali nere.
DORIFORA: COME INTERVENIRE
Per contenere lo sviluppo della Dorifora è importante intervenire prontamente alla prima comparsa delle larve, con un insetticida specifico per insetti fitofagi.
Poichè si tratta di un agrofarmaco è importante seguire le istruzioni riportate nella confezione e rispettare i tempi di carenza, cioè il periodo in cui per precuazione è bene non mangiare i frutti trattati. E’ sconsigliato anche eccedere le dosi indicate dal produttore: una maggiore quantità di agrofarmaco non corrisponde a una maggiore efficacia.