Scegliere il Peperoncino giusto nella grande varietà disponibile nei centri giardinaggio è importante. Gli uomini usano il Peperoncino piccante dall’alba dei tempi: in Messico era conosciuto già nel 5.500 a.C. mentre in Europa si è diffuso dopo il 1500 grazie ai viaggi di Cristoforo Colombo. Oggi è diffuso in tutti i continenti, dall’America Latina al Mezzogiorno d’Italia, dal Medio Oriente fino in India. Ciò ha stimolato la produzione di una grande quantità di specie e ibridi, che compongono un insieme di colori, forme, gusti diversi.
Impariamo a scegliere quello che fa per noi!
SCEGLIERE IL PEPERONCINO IN BASE ALLA PICCANTEZZA
Possiamo anzitutto selezionare i Peperoncini per il loro grado piccantezza. La sensazione di bruciore che sentiamo in bocca è dovuta alla capsaicina, un alcaloide che interagisce con alcuni termorecettori presenti nella bocca (ma anche nello stomaco), che mandano un segnale di “fuoco” al cervello. In realtà in bocca non c’è alcun aumento della temperatura: è il nostro cervello che ce lo fa pensare.
Per misurare il grado di piccantezza dei Peperoncini si utilizza la scala di Scoville, dal nome del suo ideatore, Wilbur Scoville, chimico statunitense che nel 1912 mise a punto il suo test organolettico. La scala di Scoville si esprime in Shu (Scoville Heat Units) e attribuisce alla capsaicina pura un valore di 16 milioni. Lo spray al peperoncino usato dalle forze dell’ordine è compreso tra 2,5 e 6 milioni Shu, mentre il Peperone dolce è a 0 Shu.
Ma i veri campioni di piccantezza appartengono tutti alla famiglia dei capsicum chinense, con la loro caratteristica forma irregolare. Tra di essi possiamo trovare i famigerati esemplari del...
Coltivare i Gigli (Lilium) è molto facile: è un bulbo e possiamo piantarlo proprio in questo periodo, all'inizio della primavera! Il fiore candido del Giglio, simbolo di pudore e di purezza, o di fierezza e di forza d’animo, è diventato nei secoli un simbolo molto conosciuto nella cultura europea. Secoli di ibridazioni, di innesti e di importazioni di altre specie ci permettono oggi di vedere Gigli di molti colori diversi, tutti accesi. Le grandi corolle composte da larghi petali, oggi sono gialle, rosa, rosse o porpora e possono dare un tocco di personalità sia alla casa sia al giardino.
Un’altra virtù che rende il Giglio una pianta apprezzata dai coltivatori è la relativa facilità con cui si riesce a piantare e a far crescere, donando grandi risultati come frutto di una cura minima, purché sia piantato in un luogo esposto al sole per almeno sei ore al giorno, preferibilmente alla luce del mattino.
Il Giglio non ama il freddo e ama ancora meno gli spifferi e i venti improvvisi: quindi è particolarmente adatto per essere coltivato in appartamento o in un ambiente con una temperatura costante. Fiorisce solitamente d’estate, ma se mantenuto in un ambiente favorevole può fiorire anche in diversi periodi dell’anno.
Le Orchidee sono piante tropicali, tanto belle quanto delicate: il che le rende facilmente attaccabili da malattie e parassiti tipici delle Orchidee. Precisiamo che il termine “Orchidee” è generico e si riferisce a specie differenti, come la Phalaenopsis, il Cymbidium, il Dendrobrium, la Cattleyao l'Oncidium. Queste specie hanno anche caratteristiche differenti: per esempio la Phalaenopsis resiste fino a 32°C, mentre l’Oncidium mal tollera temperature superiori a 27°C. In generale però le tecniche di coltivazione sono simili, così come i nemici naturali.
MALATTIE E PARASSITI TIPICI DELLE ORCHIDEE: MEGLIO PREVENIRE
Nella maggior parte dei casi la presenza di malattie è causata da errori durante la coltivazione. Ecco gli otto errori più importanti da evitare:
Non provocate ferite alla pianta
Evitare che la parte aerea della pianta rimanga bagnata a lungo
Non inumidire la pianta nelle ore più calde
Utilizzare umidificatori ambientali se necessario, cioè se l’ambiente è troppo secco
Favorite una buona ventilazione
Eliminate prontamente tutte le parti del substrato, frammenti di corteccia o altro, che risultino ammuffite o marce
Le malattie possono passare dalla pianta malata a quella sana anche attraverso...
Finalmente oggi è il 21 marzo e come tutti gli appassionati di verde non vediamo l’ora di avere il nostro balcone fiorito in primavera. Ma quali piante possiamo scegliere per avere fioriture in aprile e maggio? Ecco i nostri consigli!
BALCONE FIORITO IN PRIMAVERA: 8 PIANTE CHE NON POSSONO MANCARE!
Anzitutto puntiamo sui bulbi primaverili: ne esistono tantissime specie, ma per una coltivazione in vaso vi consigliamo di puntare sui Narcisi, magari da abbinare nello stesso vaso con i profumatissimi Giacintio con i colorati Tulipani. I Giacinti fioriscono prima e i Tulipani dopo: così avrete sempre dei fiori freschi nel vaso! Per i Tulipani, preferite le varietà nane, che non crescono oltre i 30 cm.
Un altro successo garantito sono le Viole del pensiero. Se dopo la primavera le spostate in un luogo ombreggiato, continueranno a fiorire fino a giugno.
Il Cotogno giapponeseo Cotogno da fiore è una pianta arbustiva con una fioritura anticipata, all’inizio della primavera. Ama il sole, non teme vento e smog e ha pochissime esigenze.
Anche il Lillà(Syringa vulgaris) ha delle fioriture spettacolari: a maggio compaiono vaporose pannocchie piene di fiori bianchi, viola, rosa, blu, rosso a seconda della varietà.
Eliminare le Cocciniglie dalla Dipladenia è importante poichè questi parassiti possono portare alla morte della pianta. Infatti le belle foglie verdi e lucide della Dipladenia sono una pietanza deliziosa per diversi tipi di insetti, tra cui spicca per voracità la Cocciniglia.
La Cocciniglia è un piccolo insetto delle dimensioni intorno al millimetro, che si ricopre di uno scudetto ceroso che, a seconda della specie, può essere marrone, grigiastro o bianco. Difficile da individuare per le dimensioni minuscole, solitamente si può notare un attacco di Cocciniglie dagli effetti che hanno sulle piante: delle macchie marroni sulle foglie fino a un generale avvizzimento della pianta. Di solito si insediano lungo le nervature o sui rami, dove punge la pianta per succhiare la linfa. Così facendo rallentano la crescita della pianta, indebolendola e, in alcuni casi, portandola alla morte.
Il metabolismo delle Cocciniglie trattiene dalla linfa le proteine che servono all’insetto per crescere e rifiuta gli zuccheri, che vengono espulsi sotto forma di una sostanza densa chiamata melata, che attira infestazioni di formiche o, peggio, di funghi, come la fumaggine, creando così condizioni favorevoli per un secondo pericolo per la pianta.
Coltivare la Calla in vaso è molto facile ed è consigliabile se abitate in una zona con clima rigido in inverno. Con il nome generico Calla si identificano una serie di piante del genere Zantedeschia, della famiglia delle Aracee, con fiori di colori differenti. La Zantedeschia si contraddistingue anche per il fiore: quello bianco in realtà non è l’infiorescenza ma una foglia modificata, chiamata spata, che avvolge il vero fiore, chiamato spadice.
La varietà più conosciuta in Italia è senza dubbio la Zantedeschia aethiopica, caratterizzata da una spata bianca con spadice giallo.
Originaria dell’Africa, la Calla è da tempo diffusa in Europa e il nome con cui è comunemente conosciuta la descrive con il simbolo dell’eleganza per eccellenza. Deriva infatti dal greco kalos, che significa “bello”.
Germoglia da rizomi, reti di radici come quelle dei bambù, che formano dei cespugli di steli alti fino a un metro di altezza. Le diverse specie di Calla possono essere con fioritura precoce o tardiva; la Calla comune fiorisce da febbraio a maggio.
COLTIVARE LA CALLA: ATTENZIONE A SOLE E GELO
La Calla può essere coltivata agevolmente sia in giardino sia in un vaso. Tenete però conto che sopporta temperature troppo basse in inverno: la coltivazione in vaso quindi ci permetterà di spostare la pianta in un luogo riparato quando la temperatura va sottozero.
Conoscere il ciclo vitale della Farfalla Cavolaia è importante, per poter intervenire tempestivamente e limitare i danni. Una delle minacce più conosciute per le nostre piante a foglie larghe e più temute nei campi in cui si coltivano piante come Cavoli, Verze, Bietole e Spinaci sono le Farfalle Cavolaie e in particolare i loro bruchi, che si nutrono delle foglie di queste piante.
IL CICLO VITALE DELLA FARFALLA CAVOLAIA
La Farfalla Cavolaia, meglio conosciuta con il nome scientifico di Pieris brassicae, si vede comunemente in forma di bruco, con il corpo giallo punteggiato da macchie nere, o nella forma adulta, una farfalla riconoscibile per le due grandi ali bianche che possono arrivare a 60 mm di estensione. Si possono riconoscere anche le uova che vengono deposte in primavera: piccoli pallini gialli che si possono trovare sul lato inferiore delle foglie delle piante.
Le uova si schiudono in due settimane e i bruchi cominciano a nutrirsi del fusto e delle foglie giovani provocando gravi danni alle piante che vengono attaccate. Agendo in gruppi numerosi, le larve della Farfalla Cavolaia possono comprometterne la crescita delle piante nelle prime fasi vitali e rovinare interi raccolti. Erodono le foglia, arrivando a distruggerne ampie porzioni.
Coltivare le Primule è un bel modo per anticipare l’arrivo della primavera, visto che sono tra le prime piante a regalarci fiori colorati. La Primula è una delle piante più tipiche del sottobosco. Il suo nome deriva dal termine latino primus, proprio a indicare che è uno dei primi fiori a sbocciare subito dopo la fine dell’inverno.
La varietà più comune è conosciuta per i suoi fiori dai grandi petali di un color giallo pallido, che da marzo crescono i gruppi formando delle nuvole tenui ai piedi degli alberi. Con il tempo, però, le ibridazioni scoperte dall’uomo ci hanno messo a disposizione tanti tipi di fiori e di colori diversi, molto vivaci, che spesso coltiviamo per abbellire i terrazzi dei nostri appartamenti oltre agli angoli dei nostri giardini.
La Primula viene anche usata spesso come pianta commestibile: i fiori vengono usati per abbellire e dare un sapore in più a delle pietanze raffinate e se seccati, possono essere usati per un infuso.
COME COLTIVARE LE PRIMULE
Considerata una pianta perenne per la sua resistenza al freddo, la...
Coltivare la Mandevilla in vaso è una soluzione per avere un bel rampicante fiorito sul terrazzo. La Mandevilla, conosciuta anche come Dipladenia o Sundevilla, è una delle piante più usate per decorare i nostri terrazzi, per i colori vivi dei suoi fiori e per la facilità con cui viene coltivata. Originaria del sud America ma ormai ampiamente conosciuta anche in Europa, abbellisce i terrazzi delle nostre case con fiori a forma di campanula che possono variare tra il bianco, il rosa, il rosso e il violetto e che, sbocciati a maggio, durano fino ad ottobre.
Conviene coltivarla in vaso, perché non ama l’esposizione al freddo intenso e in inverno va tenuta al riparo dal vento.