L’uso di oli bianchi minerali in un orto e nel frutteto è consentito in agricoltura biologica e rappresenta un valido strumento per limitare la presenza di Cocciniglie, Psille, Afidi, Metcalfa, Eriofidi e Acari.
Le recenti limitazioni nell’acquisto e uso di fitofarmaci, obbliga gli hobbisti a dirigersi verso soluzioni più sostenibili per l’ambiente e già sperimentate con successo nell’agricoltura biologica professionale. È il caso degli oli bianchi minerali, particolarmente utili per il controllo di parassiti su diversi tipi di colture: da quelle orticole fino agli alberi da frutto.
Gli oli bianchi minerali di alta qualità e di ultima generazione sono altamente selettivi e vengono considerati “oli quattro stagioni”, poiché possono essere utilizzati durante tutto il ciclo vegetativo, anche in periodi normalmente non adatti all’uso degli oli minerali.
Oli bianchi minerali in un orto e nel frutteto: come agiscono
L’olio, opportunamente diluito e nebulizzato sul fogliame, crea una patina biancastra, inadatta all’ovideposizione...
Sai perché è utile usare i funghi micorrizici in un orto? Con il passare del tempo i terreni destinati alla coltivazione, come gli orti, tendono a perdere fertilità, specialmente in presenza di produzioni intensive della stessa coltura. Accanto a tecniche di coltivazione più sostenibili, come la rotazione delle colture, possiamo migliorare le caratteristiche del suolo: lo facciamo quando integriamo nel terreno gli ammendanti, i concimi minerali o i biostimolanti naturali.
L’aggiunta di elementi esterni, come i macroelementi (NPK), i microelementi o gli acidi umici e fulvici presenti nei biostimolanti, rappresenta però un’imitazione delle condizioni ottimali. I terricci (o per meglio dire i substrati di coltivazione) ricreano le caratteristiche di un terreno fertile, attraverso l’uso di torba, fibre di cocco e inerti, ma un suolo ricco di humus è un’altra cosa. Anzitutto perché è vivo.
Le malattie fungine in un orto sono una sciagura che dobbiamo evitare. Dopo aver tanto fatica per seminare e allevare le piantine, la diffusione delle spore del Mal Bianco o di altre malattie fungine rischiano di pregiudicare il nostro raccolto.
Sappiamo che le spore fungine compaiono e si sviluppano con la concomitanza di temperature miti e un alto tasso di umidità. In estate e in inverno, a causa del caldo torrido e del gelo, tendono a fermarsi. La primavera e l’autunno sono quindi le stagioni in cui il nostro orto sarà maggiormente esposto alle malattie fungine.
In alcuni possiamo essere noi stessi, involontariamente, la causa del problema. Un eccesso di umidità nel terreno è infatti causato da frequenti temporali ma anche da errori di irrigazione o dalla scarsa circolazione d’aria tra le piante dell’orto, figlia di trapianti troppo ravvicinati.
Sia per prevenire lo sviluppo delle malattie fungine, sia per correggere eventuali errori di coltivazione, possiamo contare su molte soluzioni, spesso naturali e consentite in agricoltura biologica. Dobbiamo partire dal presupposto che la “difesa biologica” punta molto sulla prevenzione e si tratta di mettere in atto interventi congiunti, in modo che più sostanze concorrano alla salute delle nostre piantine.
Le piante da orto innestate garantiscono piantine più resistenti e produttive, in grado di offrire raccolti abbondanti e di qualità superiore. Sebbene il costo iniziale possa essere leggermente più alto, i vantaggi a lungo termine compensano ampiamente la spesa.
Quella dell'innesto è una pratica agricola antica e consiste nell'unire due parti di piante diverse per farle crescere insieme come un unico organismo. Tradizionalmente si effettua per ottenere una nuova pianta capace di unire i vantaggi di due specie, per migliorare la resistenza alle malattie e al gelo e aumentare la produttività e la qualità dei raccolti. Per esempio possiamo sfruttare la robustezza delle radici di un portainnesto, così si chiama pianta ospitante, con la qualità dei frutti della marza, cioè la porzione di pianta ospitata.
Non tutte le piante possono essere innestate ed esistono tecniche differenti. Generalmente si stratta di creare una spaccatura nel fusto del portainnesto in cui inserire e far sviluppare la marza, che può essere una porzione di ramo o una gemma dormiente o vegetante.
Usare i concimi biologici nel giardino e nell’orto sta diventando sempre più popolare tra gli appassionati di giardinaggio e orticoltura domestica. I fertilizzanti sono realizzati con materie prime naturali, ma non di origine animale e permettono di nutrire il terreno e le radici migliorando la qualità del suolo. Senza dimenticare che l’impiego di fertilizzanti di origine naturale è essenziale per ottenere prodotti ortofrutticoli più sani e gustosi, privi di residui chimici dannosi. Le soluzioni biologiche sono particolarmente indicate per chi pratica agricoltura biologica, ma sono altrettanto utili per i giardinieri domestici che desiderano un approccio più naturale alla cura delle piante.
Perché usare i concimi biologici
L’uso di concimi biologici offre numerosi benefici rispetto ai fertilizzanti chimici:
migliorano la qualità del suolo: i fertilizzanti naturali arricchiscono il terreno di sostanza organica, migliorandone la struttura e favorendo la ritenzione idrica;
aumentano la biodiversità del suolo: promuovono lo sviluppo di microrganismi utili, come batteri e funghi benefici, che aiutano le piante ad assorbire meglio i nutrienti;
rilascio graduale dei nutrienti: mentre i concimi chimici sono efficaci nell’immediato, i fertilizzanti biologici granulari rilasciano le sostanze nutritive in modo progressivo;
riduzione del rischio di inquinamento: non contengono sostanze chimiche che possono disperdersi nei terreni, nelle acque sotterranee o nei corsi d’acqua;
minore rischio di sovradosaggio: l’uso eccessivo di concimi chimici può bruciare le radici delle piante, mentre i fertilizzanti biologici sono generalmente più delicati e provocano danni limitati in caso di sovraddosaggio;
migliore sapore e qualità dei prodotti agricoli: frutta e ortaggi coltivati con concimi...
Possiamo coltivare le Rape anche se non abitiamo nei paesi nordici, di cui sono un tipico ortaggio prescelto proprio per la loro estrema resistenza al clima rigido. Possiamo perciò arricchire il nostro orto invernale con questo vegetale che si presta a essere consumato in molti modi nella nostra cucina.
Un vantaggio certo della coltivazione della Rapa (Brassica Rapa) è la richiesta di cure minimali; inoltre è completamente edibile, dalle foglie alla radice.
Dove coltivare le Rape
Scegliamo nel nostro orto una posizione ben soleggiata, oppure anche in mezz’ombra purchè riceva molta luce.
In alcune varietà, le piante adulte possono tollerare fino a 0/-5°C ma non amano le gelate più intense o prolungate per molti giorni.
La semina si effettua però quando le temperature minime sono saldamente superiori ai 15°C. A seconda della zona climatica, la semina può avvenire in diversi periodi dell’anno. Non amano neanche il caldo eccessivo: generalmente si effettua in primavera o in autunno. La semina autunnale si effettua in modo scalare dal termine del caldo estivo fino a ottobre per ottenere raccolti da ottobre a gennaio. Nelle zone con inverni rigidi, meglio puntare su varietà precoci, per essere certi della maturazione prima delle gelate.
In presenza di gelate o temperature vicino alla zero, meglio proteggere le Rape con telo traspirante di tessuto-non-tessuto o una serra ad arco.
Attenzione però alle varietà. Alcune hanno esigenze differenti: per esempio la Rapa bianca Lodigiana, si semina in marzo-aprile per raccolti verso maggio.
Possiamo continuare a coltivare un orto in inverno nonostante le basse temperature. Quando inizia la stagione più fredda si pensa che le coltivazioni degli ortaggi si debbano interrompere. È invece possibile continuare la produzione pur avendo a disposizione una scelta più limitata di ortaggi da seminare e coltivare.
Le temperature più rigide, specialmente le minime notturne, rappresentano un problema per quasi tutti gli ortaggi, che al contrario crescono rigogliosamente quando le temperature si avvicinano ai 20°C.
Un primo suggerimento è quello di prendere in considerazione le serre fredde. Nell’orto possiamo facilmente costruire dei tunnel composti da stecche da piantare ad arco nel terreno e coprire con un telo trasparente: sono un utile mezzo per aumentare la temperatura interna. Se collochiamo un tunnel in una posizione assolata, noteremo che la temperatura minima al suo interno potrà aumentare fino a 5°C rispetto a quella esterna. Naturalmente dovremo anche verificare la temperatura minima tollerata da ogni singola coltura!
Le serre fredde possono essere anche a forma di “casetta” o di “armadio”, da appoggiare contro un muro. In questo caso sfrutteremo una serie di ripiani per poggiare i semenzai e i vasetti utilizzati per le semine in ambiente protetto. Le piantine germogliate nella serra fredda potranno essere trapiantate nell’orto con l’aumento delle temperature.
Vuoi coltivare delle piante da frutto in vaso ma non sai quali scegliere? In questo articolo ti aiuteremo a scegliere le piante più adatte al tuo territorio e all’esposizione solare del terrazzo: due fattori che ci garantiranno piante robuste rendendo più semplice la loro coltivazione.
Sono sempre di più gli italiani che coltivano piante da frutto sui terrazzi delle grandi città. Non deve stupire poiché si tratta di piante che associano alla bellezza dei loro colori nel corso delle stagioni un piccolo raccolto utile per il consumo familiare. Donano un tocco di verde agli spazi urbani, spesso limitati e portano nelle nostre case dei frutti freschi, coltivati biologicamente e a “metro zero”.
Non va infine sottovalutato che la presenza di piante da frutto nei centri urbani stimola la biodiversità e la presenza di impollinatori.
Non dobbiamo preoccuparci dello spazio poiché possiamo ricorrere a molte varietà nane, che ci permettono di creare un piccolo frutteto in miniatura ricco di colori e sapori.
Piante da frutto in vaso: come selezionare le varietà
Non tutte le piante da frutto si adattano alla coltivazione in vaso, ma molte specie e ibridi nani o semi-nani sono perfetti per questa pratica.
I Meli con portamento colonnare, come il Malus domestica che si sviluppa verticalmente, sono perfetti per la coltivazione in vaso e occupano poco spazio. Fiorisce in primavera, verso aprile e maggio, e possiamo raccogliere in frutti in autunno.
I Peri nani (Pyrus communis) sono il risultato di innesti e producono frutti di dimensioni standard, anche le piante sono più piccole. Sono perfetti per la coltivazione in vaso e fruttificano verso settembre. Possiamo facilmente reperire anche Peschi e Albicocchi nani....
La Moniliosi è una malattia fungina causata dal genere di funghi Monilinia: comunemente nota anche come Monilia. Colpisce principalmente le Drupacee, come Albicocchi,Ciliegi, Peschi e Susini, ma anche Nespoli e Cotogni.
Si manifesta con il disseccamento dei fiori seguito dal marciume dei frutti e la necrosi dei rami. I frutti danneggiati appaiono molli, scuri e spesso ricoperti da muffa scura. Se non interveniamo tempestivamente in presenza della malattia, può portare alla perdita quasi totale del raccolto e seri danni alla pianta.
Le specie più comuni di Monilinia sono la Monilinia laxae la Monilinia fructigena. La prima è più aggressiva, è attiva anche a basse temperature e colpisce i fiori e i giovani germogli, mentre la Monilinia fructigenaaggredisce principalmente i frutti.
Le condizioni climatiche e alcune pratiche agronomiche scorrette possono influenzare notevolmente l'insorgenza della malattia.
Temperature comprese tra 15°C e 25°C associate a un alto tasso di umidità ambientale sono le condizioni ideali per la proliferazione del fungo. Le spore di Monilia possono germinare anche a temperature più basse (8°C), ma è l'umidità elevata che aumenta significativamente il rischio di infezione. I periodi di maggiore esposizione sono quindi le primavera e l’autunno, quando le piogge sono persistenti e le spore vengono facilmente trasportate dal vento e dalle intemperie.
L’umidità notturna elevata e le nebbie mattutine, tipiche delle zone collinari, sono ideali per lo sviluppo della malattia. Inoltre la grandine e i venti forti possono spezzare i rami: creando una...