Possiamo coltivare la Nepeta cataria per regalare al nostro affezionato felino tutti i benefici che trarrà dalla sua presenza nel nostro giardino.
Quando si parla di erba gatta si rischia di fare un po’ di confusione pensando ai fili d’erba che facilmente troviamo nei punti vendita della grande distribuzione. Anche quelli fanno bene ai gatti ma la “vera” erba gatta è la Nepeta cataria e lo testimonia anche il suo nome: deriva dal tardo latino e cataria discende da cathus e significa “dei gatti”.
La Nepeta cataria contiene un terpene (il nepetalattone) simile ai feromoni dei felini e produce un benefico effetto sui gatti. Il nepetalattone stimola l’olfatto dei mici e svolge un’azione positiva e rilassante: tendono a rotolarsi, fare le fusa e mordicchiare le foglie. L’effetto dura pochi minuti, ma ogni gatto può avere comportamenti difformi.
Le Nepete sono un genere di piante erbacee aromatiche appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, caratterizzate da un fiore labiato. Oltre alla Nepeta cataria, coltivata soprattutto da chi ama i gatti, possiamo scegliere tra altre varietà. La Nepeta racemosa da aprile e per tutta l’estate si riempie di fiori di colore blu e lillà, mentre la Nepeta subsessilis dona infiorescenze viola da giugno a settembre.
La Nepeta cataria ha invece foglie che ricordano la forma e profumano di Menta e fiorisce da maggio a settembre con infiorescenze viola e bianche.
Le api adorano i fiori e il polline della Nepeta: potremo così dare il nostro piccolo contributo per la difesa della biodiversità. Al contrario, le zanzare fuggono appena ne sentono l’odore: ecco un utile...
Possiamo coltivare il Cavolo Nero di Toscana per ottenere raccolti per tutto l’inverno di un prodotto che rappresenta un’eccellenza della terra di Dante. Il Cavolo Nero di Toscana è infatti il Cavolo da foglia più conosciuto e apprezzato.
A differenza di altri Cavoli, in questa varietà non abbiamo una “testa” ma la pianta è composta da lunghe foglie strette, con forma oblunga e ricche di protuberanze e increspature. Sono robuste e vigorose e possono raggiungere un’altezza di 30/40 cm. Le foglie hanno un colore verde molto scuro, tanto da valergli il soprannome di Cavolo nero.
Dove coltivare il Cavolo Nero di Toscana
È una pianta molto rustica e tollera bene il freddo invernale. Nelle zone più calde e con inverni miti possiamo lasciarle in coltura per più anni, per vederle crescere ulteriormente. Ma se vogliamo usare le foglie in cucina è meglio raccoglierle quando sono giovani e ancora tenere.
Anche se non abbiamo un giardino possiamo facilmente coltivare un Pero anche in terrazzo, così da non perdere il piacere di gustare i suoi dolci frutti. È anche una bella pianta ornamentale e la sua fioritura, tra aprile e maggio, è uno spettacolo della natura. Si riempie infatti di tanti fiorellini bianchi che poi diventeranno frutti.
Il Pyrus communis o Pero comune appartiene alla grande specie di Pyrus ed è quella maggiormente utilizzata per la produzione di Pere. Da lei derivano varietà molto note come le Pere Abate, Kaiser e William.
Si tratta di un albero deciduo: le foglie compaiono sulla pianta in aprile, contestualmente alla fioritura, e persistono fino a novembre. In autunno cambiano colore, virando dal verde al rosso intenso, contribuendo all’estetica della pianta. I frutti si raccolgono da agosto e fino all’autunno a seconda della varietà. Tutte vanno raccolte quando la buccia diventa morbida e assume un colore uniforme.
Se desideriamo allevare un Pero in giardino non avremo problemi: è una pianta rustica, tollera il gelo fino a -15°C e qualsiasi varietà crescerà bene nel clima italiano. È un albero e può superare i 10 metri d’altezza. Per i vasi sul terrazzo dovremo invece scegliere una varietà indicata per questo tipo di coltivazione. Come per esempio le varietà nane o semi-nane che non superano i 2/3 metri d’altezza. Possiamo facilmente trovare varietà nane di William, Abate o Conference, ma la scelta è davvero molto ampia anche con varietà tipiche italiane.
Possiamo coltivare il Melo Cotogno in giardino se vogliamo creare uno spazio dedicato ai “frutti dimenticati” e del passato. Il Cotogno (Cydonia oblonga) è un piccolo alberello molto decorativo e in età adulta non supera i 5/8 metri d’altezza. Ha una produzione elevata e costante e i suoi frutti, simili alle Mele, sono ricoperti di una leggera peluria che tendono a perdere quando maturano e si tingono di un colore giallo intenso.
I frutti sono un ibrido tra Mela e Pera: hanno una polpa compatta che ricorda l’aroma del miele. I frutti del Cotogno hanno una consistenza dura e un gusto astringente, ma una volta cotti diventano deliziosi. Vengono utilizzati soprattutto per realizzare marmellate e gelatine e sono l’ingrediente principale della Cotognata, un dolce tradizionale dei mesi invernali. Può essere usata in sostituzione delle Mele o delle Pere nelle torte, nelle crostate e nei crumble; spesso viene abbinato alle spezie tipiche dell’autunno come Cannella, Chiodi di Garofano e Zenzero.
Il Cotogno è ricco di nutrienti benefici per la salute ed una buona fonte di vitamina C, fibre alimentari, e antiossidanti. Le proprietà medicinali del Cotogno sono note fin dall'antichità quando veniva usato per curare le infiammazioni e i disturbi gastrointestinali.
È una pianta decidua e il fogliame spunta in aprile per cadere a novembre. La fioritura avviene in tarda primavera, inizio estate. La frutta matura verso settembre e ottobre, quando le mele diventano gialle, perdono la peluria superficiale, iniziano a profumare e tendono a cedere sotto la pressione dei polpastrelli. Per la raccolta, afferriamo delicatamente i frutti e ruotiamoli fino a staccarli da ramo. Evitiamo di tirare bruscamente, per non danneggiare il ramo e i frutti stessi. I frutti...
È facile coltivare la Salvia in vaso e ci ripagherà con le sue foglie profumatissime e molto utilizzate nella cucina italiana. Possiamo iniziare la coltivazione acquistando una piantina già cresciuta nei centri giardinaggio, oppure dalla semina. Nel primo caso privilegeremo la praticità, poiché la pianta è già germogliata e dovremo solo farla sviluppare; nel secondo l’economicità, poiché il costo di una bustina di semi è decisamente inferiore rispetto al numero di piante che si ottengono.
La Salvia fa parte della storia dell’uomo e in passato la utilizzavamo soprattutto come erba curativa. Il suo nome scientifico, Salvia officinalis, evidenzia chiaramente questa caratteristica: Salvia deriva da salvo o sano, mentre officinalis ne indica l’utilizzo come medicinale. Ancora oggi in erboristeria si usa per curare problemi di digestione, infiammazioni o iperidrosi; le proprietà astringenti e antisettiche della Salvia vengono sfruttate anche in cosmetica per realizzare creme, shampoo e dentifrici.
Ma noi appassionati di giardinaggio la Salvia interessa soprattutto per le foglie profumate e per l’eleganza della piantina: da pianta erbacea cresce e tende a lignificare il fusto diventando semi-arbustiva. Diventerà un piccolo alberello molto elegante e anche le fioriture, di colore blu-violetto in estate, la rendono una piacevole pianta ornamentale. Ci sono varietà di Salvia apprezzate le loro fioriture e utilizzate soprattutto come piante decorative: come la Salvia splendens e la Salvia coccinea con fiori rossi appariscenti o le varietà con foglie variegate. La Salvia elegans Ananas produce fiori scarlatti e le foglie ricordano l’aroma del famoso frutto tropicale...
Possiamo coltivare il SedanoRapa per il suo sapore unico e le molte proprietà organolettiche. Il SedanoRapa (Apiumgraveolens) è caratterizzato da una radice, grande, tondeggiante e rugosa. Ha un colore bianco/giallo e si può consumare cruda o cotta. È conosciuto anche come Sedano Rapa bianco del Veneto o Sedano Rapa di Verona.
Dove coltivare il Sedano Rapa
Il Sedano Rapa cresce bene in climi temperati freschi, con temperature che oscillano tra i 10°C ed i 20°C. Tollera bene il freddo, anche brevi gelate, ma soffre il caldo intenso. Cresce bene nel nord e centro Italia, con inverni miti e primavere fresche.
La semina del Sedano Rapa si effettua da aprile a giugno, quando le temperature minime hanno superato i 15°C. Dopo circa 10/15 giorni dalla semina inizieranno a spuntare i germogli. Se effettuiamo semine scalari, la raccolta può avviene da ottobre fino febbraio.
Quella di usare il Rame in giardino per la cura delle colture è una pratica antica. Il Rame è presente in natura ed è un micronutriente essenziale per la salute delle piante. È fondamentale per la fotosintesi perché stabilizza la clorofilla, per la respirazione, la crescita cellulare e la difesa contro le malattie. Oltre a essere un nutrimento fondamentale ha anche la capacità di limitare le malattie fungine: è noto l’uso del verderame, un fungicida rameico consentito in agricoltura biologica. Il Rame è inoltre coinvolto nel processo di lignificazione, che conferisce alle pareti cellulari la loro forza e struttura.
Usare il Rame in giardino: come riconoscere le carenze
La mancanza di Rame nel terreno porta a una crescita stentata, con foglie piccole e clorotiche, cioè pallide. Anche la punta delle foglie annerita può avere tra le causa una carenza di Rame.
I sintomi possono variare a seconda della specie vegetale, ma la clorosi e le foglie necrotiche sono abbastanza comuni.
Nelle piante di Pomodoro si manifesta con foglie gialle tra le nervature e necrosi dei bordi e della punta. Nelle Patate provoca il marciume apicale dei tuberi, mentre nelle Lattughe rende clorotiche e necrotiche le foglie.
Coltivare le Cipolle di Tropea è facile e avremo un ottimo ingrediente per la nostra cucina! La CipolladiTropea (Alliumcepa) è una particolare varietà amata per la maggiore digeribilità e delicatezza. Riconoscibile per la sua buccia di colore rosso intenso è originaria della Calabria e protetta dall'Igp. Le Cipolle di Tropea sono alleate del cuore e del sistema cardiocircolatorio, contribuendo a prevenire malattie cardiovascolari come ictus e infarto. Hanno solamente 26 calorie per 100 grammi di peso e sono ottime per chi segue una dieta e per i diabetici.
In cucina è un alleato importante nelle ricette italiane e vengono cucinate al forno, nelle torte salate o nelle pizze o paste. Ma sono ottime anche crede in insalata.
È interessante sapere che esistono due tipi di Cipolle di Tropea: quelle lunghe con forma ovaleggiante e quelle tonde. Entrambe hanno la tipica buccia violacea con polpa bianca striata all’interno.
La Portulaca oleracea sativaè una varietà commestibile di Portulaca: una famiglia di piantine molto diffuse come piante ornamentali poiché sono facilissimi da coltivare, come la Portulaca grandiflora.
La Portulaca oleracea sativainvece è una pianta commestibile ed è conosciuta anche come Erba Grassa e Erba Porcellana. Si usano i gambi, le foglie e i boccioli dei fiori, sia cotti sia crudi. Le foglie possono essere consumate crude nelle insalate miste, mentre gambi e foglie sminuzzati sono un ingrediente per salse fredde per carni e pesce, come il Guacamole. Può anche essere cucinata, saltata in padella o nelle minestre, nelle torte salate o negli sformati.
Ha un sapere leggermente salino ed è ricca di Omega 3 e vitamina A e C: scegliamo le foglie e i germogli più giovani e consumiamoli freschi, quando le foglie sono morbide.
Inoltre produce delle infiorescenze di colore giallo vivace dall’estate all’autunno.