Per un giardinaggio biologico possiamo usare la Diatomite e sfruttare le sue caratteristiche per potenziare le difese delle piante. Si tratta di una sostanza di origine naturale che migliora la resistenza delle piante agli stress biotici, cioè causati da parassiti e malattie fungine, e abiotici, come gli errori di coltivazione, i danni causati dal maltempo, ecc.
Perché usare la Diatomite in giardino
La Diatomite è una farina naturale ottenuta da una roccia silicea sedimentaria, residuo fossile di alghe unicellulari della famiglia delle Diatomee. È un materiale totalmente naturale ed è consentito in agricoltura biologica. Può essere quindi usata su tutte le piante e non ha alcun tempo di carenza: quindi possiamo consumare ortaggi e frutta anche dopo un trattamento.
Possiamo usare il Fosetil Alluminio per controllare le malattie fungine delle piante da frutto e dell’orto. Un problema che coinvolge molto appassionati che spesso devono affrontare attacchi della Peronospora (Phytophtora) o della Plasmopara viticola che colpisce le Viti.
I divieti entrati in vigore nel 2023 per gli hobbisti, hanno limitato notevolmente lo spettro delle soluzioni a cui ricorrere per prevenire e curare le malattie fungine delle piante da frutto. Dobbiamo ricorrere a prodotti biologici o, in alternativa, ricorrere a un giardiniere con patentino fitosanitario per i trattamenti con agrofarmaci.
Tra i prodotti biologici vi segnaliamo il Fosetil Alluminio, una sostanza attiva definita e riconosciuta dal Regolamento Europeo. Si è infatti dimostrato particolarmente indicato per l’azione fungicida e sistemica. Per “sistemico” si intende un prodotto che penetra e si diffonde facilmente nei tessuti della pianta: in questo modo allunga il suo effetto e raggiunge tutte le parti della pianta, dalle radici fino alle foglie che spunteranno dopo l’intervento.
L’ultima novità per gli hobbisti sono i prodotti addizionati con micorrizee batteri della rizosfera. Ma di cosa si tratta? E in che modo agiscono positivamente sulle nostre piante in giardino e in vaso?
Micorrize e batteri della rizosfera: perché sono utili
La terra, sia quella del giardino sia quella che acquistiamo per coltivare le piante in vaso, serve per garantire stabilità e una serie di caratteristiche chimiche e fisiche utili per lo sviluppo corretto delle radici. Come la capacità di trattenere l’umidità, la giusta aerazione, la salinità, ecc. I terricci non hanno quindi l’obiettivo di fornire elementi nutritivi alla pianta: non sono concimi.
Siamo noi che forniamo il nutrimento alle piante in giardino e in casa, sotto forma di concimi minerali o organici, cioè di origine naturale, come i biostimolanti o lo stallatico.
In natura, cioè nei boschi, c’è un altro attore fondamentale per arricchire il suolo di sostanze nutritive: sono i microorganismi. Come i lombrichi che “mangiano” il terreno e le sostanze nutritive in esso contenute e lo restituiscono in una forma più microscopica e facilmente assimilabile per le radici. Accanto ai lombrichi, che sono animali grandicelli e facilmente individuabili, svolgono la stessa attività anche altri microorganismi, invisibili all’occhio umano, come lo spore dei funghi micorrizici. Tutto quello che un bosco offre, come foglie secche, piante cadute, corpi e deiezioni di altri animali, viene ridotto ai minimi termini da parte dei microorganismi del suolo.
Le micorrize crescono in prossimità delle radici e vivono in simbiosi con le piante. Le spore ottengono il Carbonio dalla pianta e in cambio le forniscono delle sostanze nutritive e gli elementi minerali in una dimensione ideale per l’assimilazione delle radici...
Non è difficile coltivare un Avocado, un frutto esotico che sta diventando sempre più popolare anche in Italia.
La pianta di Avocado (Perseaamericana) appartiene alla famiglia delle Lauracee ed è originaria dell’America centrale. Possiamo scegliere tra numerose varietà. In Italia sono molto diffusi l’Avocado Hass, adatto per preparare la salsa guacamole e con una polpa ricca e morbida, il Fuerte e lo Zutano che tollera meglio il freddo.
Dove coltivare un Avocado
L’Avocado ama il caldo e il sole. Al contrario non ama le gelate. La temperatura ideale di coltivazione è compresa tra i 15°C e i 30°C. Teme il freddo sotto gli 0°C ma ci sono varietà più resistenti.
Nelle zone con clima caldo e inverni miti possiamo coltivare l’Avocado all’aperto. Se le estati sono particolarmente calde, oltre i 30°C, scegliamo una posizione in mezz’ombra per proteggere la pianta dai raggi solari diretti in agosto. Scegliamo un posto riparato dai venti freddi invernali e stendiamo ai piedi della pianta uno strato di pacciamatura con cortecciaper difendere dal gelo le radici e il colletto.
Se al contrario viviamo in zone caratterizzate da inverni con temperature spesso sottozero, meglio optare per la coltivazione in vaso che ci permetterà di spostarlo in una serra fredda in autunno.
Anche se non abbiamo un giardino possiamo coltivare un Melo facilmente anche in vaso sul terrazzo.
Oltre al piacere di gustare delle Mele coltivate da noi, potremo godere del suo spettacolo nel corso delle stagioni: con la fioritura bianca cui segue la produzione dei frutti rossi o gialli.
Il Melodomestico (Malusdomestica) appartiene alla famiglia delle Rosaceee in giardino può diventare un albero di 10 metri d’altezza. All’atto della scelta della piantina vi suggeriamo di preferire una varietà nana, che non supererà i 2 metri in altezza. Naturalmente più il vaso sarà grande e più la pianta crescerà.
Anche le varietà con portamento compatto, che non necessitano di potature frequenti, sono particolarmente adatte per la coltivazione in vaso sul terrazzo e spesso sono resistenti al gelo. Per esempio la Annurca o la Renetta.
Possiamo progettare facilmente la rotazione delle colture per un orto autunnale, in modo da renderlo produttivo anche nei mesi meno caldi. Le temperature minime sono ancora moderate, tra i 10/15°C, e sono ancora molte le varietà di ortaggi che possiamo coltivare. In presenza di temperature minime inferiori o per allungare i tempi di produzione, possiamo ricorrere a una serra (per la coltivazione in vaso o semenzaio) o a un tunnel con un film di plastica (nell’orto).
Scopriamo alcune piante che possiamo coltivare in un orto autunnale!
Orto autunnale: piante da seminare da settembre a novembre
Le Fave da orto (Vicia faba) prosperano anche nei climi più freschi e possiamo effettuare due semine all’anno. In primavera e in autunno per una raccolta precoce la prossima primavera. Nel centro e sud Italia, in presenza di inverni miti, possiamo seminare le Fave da orto all’aperto a ottobre e novembre.
Gli Spinaci (Spinacia oleracea) crescono in modo ottimale sia in primavera sia in autunno, ma ci sono varietà che resistono anche a -5°C e possono essere coltivate anche in inverno, magari proteggendo l’aiuola con un piccolo tunnel in polietilene. La semina autunnale li rende pronti per la raccolta durante l'inverno e l’inizio della primavera.
I Cavolfiori (Brassica oleracea) possono essere coltivati praticamente per tutto l’anno! Le varietà tardive si raccolgono da marzo a maggio, quelle invernali a gennaio e febbraio, quelle precoci a novembre e...
La presenza di Aleurodidi in un orto deve far suonare un campanello d’allarme. All’apparenza sembrano mosche bianche ma sono un temibile parassita fitofago che può colpire sia le piante da orto sia quelle ornamentali. Ma mentre sulle piante decorative possiamo usare insetticidi come il piretro, su quelle orticole, da frutto o gli agrumi dovremo ricorrere a sistemi di controllo biologici.
Perché sono un problema gli Aleurodidi in un orto
Le Mosche bianche sono sempre pericolose perché si cibano delle piante sia allo stato larvale sia da adulte. Hanno apparato boccale pungente-succhiante, come gli Afidi o le Cocciniglie, con il quale aspirano la linfa e infettano le tante micro-ferite provocate alla pianta. Le foglie attaccate appaiono piene di macchioline simili a bruciature e a lungo andare tendono a seccare e cadere fino alla defogliazione della pianta. Negli agrumi le foglie colpite tendono ad accartocciarsi.
Inoltre producono un’abbondante melata: gli zuccheri in eccesso vengono espulsi e creano una sostanza appiccicosa, bianca come lanugine, che imbratta la pianta, riduce la fotosintesi ed è una base di sviluppo per malattie fungine come la fumaggine.
Riesce a riprodurci fino a 5 generazioni in un anno, specialmente nelle zone più calde. Se non interveniamo alla prima comparsa rischiamo di andare incontro a una vera e propria invasione.
I suoi frutti deliziosi sono già un buon motivo per decidere di coltivare i Kaki in giardino! Il Kaki (Diospyros kaki) è un albero originario dell’Asia ma sono ormai entrati da molto tempo anche nelle case italiane. Sono piante adattabili e crescono bene in una vasta gamma di climi.
A seconda della fascia climatica, i Kaki fioriscono in primavera o all'inizio dell'estate. Le infiorescenze sono molto appariscenti e di colore bianco o crema. L'impollinazione avviene principalmente attraverso l'azione delle api.
I frutti maturano in autunno sulla pianta ormai spoglia delle foglie, da settembre a novembre, a seconda della varietà e del clima. Appena il frutto diventa morbido e cede leggermente sotto la pressione delle dita, è il momento giusto per coglierlo! Finirà di maturare staccato dalla pianta. Se aspettiamo troppo, il frutto diventa molle e cade dalla pianta.
Dove coltivare i Kaki
È una pianta molto robusta e tollera il freddo fino a -10°C. Ma ci sono varietà più resistenti, studiati proprio per le zone del nord.
Sono invece alberi abbastanza resistenti al caldo estivo e alla carenza di acqua. Le alte temperature migliorano anzi la dolcezza dei frutti.
Ovviamente i climi mediterranei e miti sono la condizione ideale per la fioritura e fruttificazione dei Kaki.
Scegliamo sempre una posizione assolata con almeno 6/8 ore di luce solare diretta, specialmente nelle zone con inverni freddi. Al contrario se viviamo in clima che supera abitualmente i 35°C in estate, è bene posizionare la pianta in mezz’ombra, senza i raggi solari diretti del sole. In alternativa dovremo provvedere a un’irrigazione quotidiana, per rinfrescare la pianta nelle giornate più torride.
Chi coltiva le aromatiche sa che, dopo la grande produzione estiva, con l’arrivo dei primi freddi dobbiamo raccogliere e conservare le erbe aromatiche in modo da averle a disposizione in cucina per tutto l’anno.
Come conservare le erbe aromatiche: quando si tagliano
Non tagliamo le erbe e i fiori alla mattina: la rugiada le avrà bagnate nel corso della notte e saranno troppo umide. Meglio aspettare il tardo pomeriggio di una bella giornata assolata, quando i raggi avranno fatto evaporare tutta l’acqua...