L’autunno è una stagione spesso trascurata dagli appassionati di orticoltura, ma in realtà offre molte opportunità per coltivare un orto rigoglioso e produttivo. Ottobre, novembre e dicembre, nonostante il progressivo calo delle temperature, possono essere mesi ideali per seminare e trapiantare ortaggi resistenti al freddo. Coltivare l’orto in questi mesi permette di garantire una produzione continua, sfruttando le condizioni climatiche fresche che sono favorevoli a molte specie e riducendo anche la competizione con infestanti e parassiti.
Orto in autunno: cosa seminare e trapiantare
Durante l’autunno è possibile coltivare una vasta gamma di ortaggi che si adattano perfettamente alle temperature più fresche. Tra questi troviamo verdure a foglia come ...
L’autunno è una stagione importante per prevenire le malattie fungine sugli alberi da frutto e gli arbusti del giardino.
I funghi prosperano in presenza di piogge ed eccessi di umidità in concomitanza con temperature miti e vicine ai 20/25°C. Quando fa troppo caldo e il clima è secco rallentano o interrompono la loro attività, mentre non amano il gelo. Quindi le stagioni più esposte a questo pericolo sono la primavera e l’autunno. L’autunno è però più importante almeno per due motivi: le piante entrano in fase di dormienza perdendo spesso le foglie e allo stesso modo le spore batteriche si preparano all’inverno cercando riparo.
Gli alberi da frutto a fine ciclo entrano in una fase di riposo necessaria per prepararsi alla prossima stagione: è in questo periodo che creano le nuove gemme che germoglieranno in primavera. Contestualmente anche le spore fungine sono ancora attive in autunno e si preparano ad affrontare l’inverno. Come lo fanno? Propagando spore e organi svernanti, che si vanno a nascondere nella corteccia o nei residui vegetali, come le foglie o i rami secchi caduti a terra. Si comportano così malattie come la ticchiolatura, il colpo di fuoco batterico o la bolla del pesco.
In questa fase le spore svernanti sono particolarmente deboli ed esposte: i trattamenti fungicidi autunnali sono quindi utili per limitare al minimo la loro attività e prevenire la ricomparsa del problema nella prossima primavera.
È utile infine ricordare che i trattamenti autunnali sono più sicuri: le piante da frutto hanno terminato la produzione e non dovremo rispettare i tempi di carenza.
Malattie fungine sugli alberi da frutto: i trattamenti autunnali
Possiamo coltivare i Ravanelli per quasi tutto l’anno nel nostro orto, a patto di programmare una serie di semine nel corso dei mesi e dopo un’attenta scelta della varietà giusta.
Coltivazione molto diffusa nelle aree del Mediterraneo, il Ravanello (Raphanus raphanistrum sativus) appartiene alla famiglia delle Crucifere o Brassicaceae ed è quindi un lontano parente di Cavoli e Rape, ma anche della Senape e della Rucola.
Il Ravanello è una pianta annuale e la parte commestibile è la radice fittonante, carnosa e con polpa bianca, che crescendo assume forme e colori diversi in funzione della varietà. Il più noto è il frutto rotondo croccante, rosso esternamente e bianco all’interno, ma esistono anche varietà a forma di Carota, e altre completamente bianche.
Coltivare un Mandorlo nel proprio giardino rappresenta un'interessante sfida e ripagherà con un albero dalla fioritura strepitosa! Senza dimenticare i suoi semi, le Mandorle, molto nutrienti.
Il Mandorlo (Prunus dulcis) è un albero da frutto originario del Medio Oriente e coltivato da millenni in tutto il mar Mediterraneo. Fa parte della famiglia delle Rosaceae e in giardino può raggiungere un'altezza di 8 metri. Le sue foglie sono lanceolate e il suo frutto è una drupa che contiene il seme, comunemente noto come Mandorla. I fiori del Mandorlo sono tra i primi a comparire in primavera, solitamente tra febbraio e marzo, e sono noti per la loro bellezza delicata.
Coltivare i Fagioli Borlotti nell’orto non è difficile: sono una varietà di Fagioli nani (Phaseolus vulgaris) apprezzati per i semi di colore rosso-marrone con chiazze bianche, il loro sapore unico e le eccellenti proprietà nutrizionali. I Fagioli Borlotti, protagonisti di un piatto principe della cucina italiana come Pasta e Fagioli, sono ricchi di proteine, fibre, vitamine del gruppo B, ferro e altri minerali essenziali. Sono un alimento ideale per una dieta equilibrata e sono particolarmente utili per chi segue una dieta vegetariana, grazie al loro alto contenuto proteico.
Appartiene alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose) e genera una piantina alta circa 30/50 cm con baccelli lunghi e dritti ognuno dei quali contiene 5/6 semi.
Ricordiamo che i Fagioli possono essere divisi in tre grandi gruppi: i mangiatutto, quelli da sgranare e da seccare. A loro volta questi tre grandi gruppi si suddividono in Fagioli nani, che non necessitano di sostegni e Fagioli rampicanti, che invece necessitano di un’impalcatura su cui sviluppare l'apparato vegetativo.
L’uso dei Sali potassici di acidi grassi in giardino per la difesa delle colture è una soluzione recente, figlia dell’evoluzione tecnologica e delle recenti limitazioni all’uso di fitofarmaci da parte degli hobbisti senza “patentino fitosanitario”.
In questo caso si tratta invece di un prodotto biologico, di libera vendita, particolarmente efficace nei confronti degli Acari (o ragnettirossi) e degli insetti che presentano il corpo molle come Afidi (detti pidocchi delle piante), Aleurodidi (mosche bianche), Tripidi e alcuni tipi di Cocciniglie.
L’azione degli acidi carbossilici insaturi, contenuti nei Sali potassici, agisce per contatto e penetra nei tessuti e nella cuticola dei parassiti. È efficace in tutti gli stadi di crescita: uova, neanidi, ninfe e adulti.
L’uso dei Sali potassici di acidi grassi è consentito in agricoltura biologica ed è particolarmente indicato per le piante da orto come Basilico, Carciofi, Cipolle, Fragole, Meloni, Peperoni, Piselli, Pomodori, Salvia, Sedano, Zucchine e piante da frutto come Cachi, Fichi, Kiwi, Lamponi e More.
Si tratta di una soluzione naturale e biodegradabile e non lascia residui tossici nel terreno.
Avete mai pensato di seminare le piante in casa? Per crescere nell’orto o all’aperto in giardino e sul terrazzo alcune colture hanno bisogno di temperature elevate. Per esempio i Peperoncini vanno seminati all’aperto solo quando le temperature minime notturne hanno superato i 18°C. ll Pomodoro Cuoredi Bue richiede almeno 16°C. Questi limiti possono ridurre le possibilità di coltivazione, specialmente nelle zone più fredde.
Una soluzione è ricorrere a una “coltura protetta”: un po’ come fanno le serre professionali ma in piccolo. L’uso di un semenzaio, abbinato al calore domestico e all’illuminazione solare, ci permette di anticipare di almeno 60 giorni la coltivazione di molte piante. Quando i semi avranno germogliato e saranno crescite le giovani piantine, potremo trapiantarle in giardino o in un vaso più grande quando le temperature saranno ideali.
Possiamo coltivare la Nepeta cataria per regalare al nostro affezionato felino tutti i benefici che trarrà dalla sua presenza nel nostro giardino.
Quando si parla di erba gatta si rischia di fare un po’ di confusione pensando ai fili d’erba che facilmente troviamo nei punti vendita della grande distribuzione. Anche quelli fanno bene ai gatti ma la “vera” erba gatta è la Nepeta cataria e lo testimonia anche il suo nome: deriva dal tardo latino e cataria discende da cathus e significa “dei gatti”.
La Nepeta cataria contiene un terpene (il nepetalattone) simile ai feromoni dei felini e produce un benefico effetto sui gatti. Il nepetalattone stimola l’olfatto dei mici e svolge un’azione positiva e rilassante: tendono a rotolarsi, fare le fusa e mordicchiare le foglie. L’effetto dura pochi minuti, ma ogni gatto può avere comportamenti difformi.
Le Nepete sono un genere di piante erbacee aromatiche appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, caratterizzate da un fiore labiato. Oltre alla Nepeta cataria, coltivata soprattutto da chi ama i gatti, possiamo scegliere tra altre varietà. La Nepeta racemosa da aprile e per tutta l’estate si riempie di fiori di colore blu e lillà, mentre la Nepeta subsessilis dona infiorescenze viola da giugno a settembre.
La Nepeta cataria ha invece foglie che ricordano la forma e profumano di Menta e fiorisce da maggio a settembre con infiorescenze viola e bianche.
Le api adorano i fiori e il polline della Nepeta: potremo così dare il nostro piccolo contributo per la difesa della biodiversità. Al contrario, le zanzare fuggono appena ne sentono l’odore: ecco un utile...
Possiamo coltivare il Cavolo Nero di Toscana per ottenere raccolti per tutto l’inverno di un prodotto che rappresenta un’eccellenza della terra di Dante. Il Cavolo Nero di Toscana è infatti il Cavolo da foglia più conosciuto e apprezzato.
A differenza di altri Cavoli, in questa varietà non abbiamo una “testa” ma la pianta è composta da lunghe foglie strette, con forma oblunga e ricche di protuberanze e increspature. Sono robuste e vigorose e possono raggiungere un’altezza di 30/40 cm. Le foglie hanno un colore verde molto scuro, tanto da valergli il soprannome di Cavolo nero.
Dove coltivare il Cavolo Nero di Toscana
È una pianta molto rustica e tollera bene il freddo invernale. Nelle zone più calde e con inverni miti possiamo lasciarle in coltura per più anni, per vederle crescere ulteriormente. Ma se vogliamo usare le foglie in cucina è meglio raccoglierle quando sono giovani e ancora tenere.