La presenza di Zanzare in giardino e sul terrazzo è spesso causa di disagio nelle cene organizzate all’aperto. Oltre al fastidio causato dalle punture, non va poi sottovalutata la pericolosità di questi insetti come vettori di pericolose malattie, come la Dengue. Vediamo insieme le soluzioni a nostra disposizione per prevenire e risolvere il problema, anche senza l’uso di insetticidi.
Zanzare in giardino e sul terrazzo: la prevenzione
Le Zanzare femmine ci pungono poiché dal nostro sangue traggono proteine necessarie al corretto sviluppo delle uova. Nella parte terminale della loro proboscide hanno degli stiletti seghettati che lacerano i tessuti per stimolare una maggiore confluenza di sangue. Le Zanzare-maschio si nutrono di zuccheri vegetali e non pungono: ma sono altrettanto pericolosi poiché necessari alla proliferazione della specie.
Nel ciclo vitale di una Zanzara il momento in cui è più facile da catturare ed eliminare è l’inizio: cioè lo stadio larvale, appena escono dalle uova. Le Zanzare-femmina depositano le uova negli specchi d’acqua stagnante: sono sufficienti 5/6 giorni dall’ovideposizione per giungere alla nascita delle larve.
Alcuni potenziali focolai, come l’acqua nei sottovasi o negli abbeveratoi per gli uccellini, hanno un riciclo d’acqua più frequente e possiamo svuotarli periodicamente, prima dei 5/6 giorni necessari per lo sviluppo delle larve. In altri casi è invece quasi impossibile intervenire: come per esempio nei tombini o nelle griglie per il deflusso delle acque, oppure nei contenitori utilizzati in giardino per raccogliere la pioggia.
Il Cornus alba Sibirica è una particolare varietà di Corniolo caratterizzata dai rami rossicci: in estate offre anche una bella fioritura bianca, ma il suo meglio lo dà in inverno quando, dopo aver perso il fogliame, i rami passano dal colore arancione al rosso vivo. Sembrano cespugli composti da coralli.
È quindi una pianta interessante tutto l’anno: in primavera e in estate è decorativa per il fogliame rigoglioso e la fioritura e nei mesi freddi è impossibile non notarla!
Inoltre, ma non meno importante, è un arbusto rustico, richiede poche cure e si adatta bene a diversi contesti climatici.
La famiglia dei Cornioli (Cornus) e composta da molte specie e altrettante cultivar. Abbiamo già parlato del Corniolo da fiore (Cornus florida) con infiorescenze eleganti con grandi petali, simile al Cornus kousa per il tipo di fioritura. Anche il Cornus alba, caratterizzato da fiori bianchi, offre diverse varietà: il Sibirica con rami rosso corallo, l’Elegantissima con foglie variegate di bianco e verde o la Kesselringii con fogliame rosso e rami quasi neri.
Dove coltivare il Cornus alba Sibirica
Come si intuisce dal nome scientifico, questa varietà proviene dalla Siberia e quindi tollera bene il gelo, anche fino a -30°C. Al contrario non ama il caldo intenso e va in sofferenza oltre i 35°C.
È una pianta più adatta per le zone alpine e collinari del centro-nord Italia. Nelle zone con estati molto calde meglio coltivarla in vaso, per poterla spostare in un luogo fresco e ombreggiato in agosto.
In primavera inizia a germogliare e a produrre il fogliame quando le temperature superano i 10°C, indicativamente verso aprile. Per ottenere una abbondante fioritura scegliamo una zona soleggiata, per almeno 6 ore al giorno. La fioritura arriva in estate in luglio e agosto.
Verso ottobre inizia a perdere le foglie e i rami assumo il caratteristico colore rosso.
Il trapianto in giardino si effettua all’inizio della primavera o in autunno. Possiamo coltivare il Cornus Sibirica come esemplare singolo oppure in gruppo, per creare una macchia di colore in inverno. Se lasciata sviluppare in libertà, l’arbusto può raggiungere un’altezza di 2 metri e una larghezza di 150 cm. Se vogliamo creare una siepe compatta manteniamo una distanza di circa 80/100 cm tra ogni piantina; se invece viene coltivata in composizione con specie differenti meglio una distanza di 120/150 cm.
Creiamo le buche d’impianto con una dimensione e profondità doppia rispetto al vaso in cui è contenuta la piantina. Distribuiamo sul fondo della buca una dose di fertilizzante granulare per piante da fiore. In seguito ripeteremo questo tipo di concimazione ogni 3 mesi, all’inizio di ogni stagione.
Come irrigare il Cornus alba Sibirica
Le piante giovani, appena trapiantate, richiedono irrigazioni regolari, finché la pianta non sarà ben radicata.
Gli esemplari adulti si possono giovare delle piogge e dovremo irrigare solo in estate e in caso di lunghi periodi senza precipitazioni.
Le cure invernali
Dopo la perdita delle foglie il Cornus alba Sibirica entra in riposo vegetativo e non richiede attenzioni particolari. Solo le piante appena trapiantate richiedono qualche attenzione in più: in inverno stendiamo uno strato di pacciamatura con paglia o cortecceper proteggere le radici superficiali dal gelo e dalla brina.
La potatura non si effettua in inverno. I rami rossi sono una caratteristica estetica di questa pianta; inoltre è in riposo vegetativo e ha necessità di tutte le risorse e non certo di ferite.
La potatura ha due funzioni in questa pianta: è utile sia per controllare la forma e le dimensioni, sia per mantenere vivo il colore rosso dei suoi rami. Quelli più vecchi, infatti, tendono a perdere d’intensità e hanno tonalità più spente. La potatura regolare serve per stimolare la produzione di nuovi getti che, crescendo durante la stagione primaverile ed estiva, offriranno il massimo impatto visivo nell’inverno successivo.
Il momento migliore per potare il Cornus alba Sibirica è la fine dell’inverno, verso inizio marzo, prima che la pianta inizi la ripresa vegetativa, ma dopo le gelate più intense. Nel sud possiamo farlo già a febbraio, nelle zone alpine meglio aspettare metà marzo.
Potiamo alla base soltanto i rami più vecchi, che hanno perso vivacità cromatica e non tocchiamo quelli più giovani. In questo modo la pianta sarà sempre in forma e miglioreremo le sue caratteristiche estetiche.
I giardinieri più esperti effettuano anche potature più drastiche di ringiovanimento, ogni due anni, tagliando tutti rami a circa 10 cm dal suolo. Ha il difetto di far sparire la pianta per qualche mese, ma i rami torneranno di colore rosso brillante. Alcune varietà, come la Kesselringii e la Elegantissima, reagiscono meglio alle potature drastiche.
Nemici naturali
Il Cornus alba può essere attaccato da Afidi, soprattutto in primavera, che causano arricciamenti fogliari e rallentano la crescita. La Cocciniglia è un altro parassita comune, soprattutto in ambienti troppo secchi. Anche il ragnetto rosso può comparire in caso di prolungata siccità e temperature elevate.
Un buon motivo per coltivare la Corydalis calycosa è la lunga e caratteristiche fioritura: dura da aprile a luglio ed è composta da grappoli di fiori tubulari di colore blu elettrico.
Si tratta di una pianta erbacea perenne sempreverde della famiglia delle Papaveraceae e in altezza non supera i 50 cm. Possiamo quindi coltivarla con successo anche in vaso o in giardini rocciosi.
I fiori tubulari sono profumati e hanno 4 petali di colore blu con gola bianca. Ha radici bulbose o rizomatose.
Anche il fogliame è decorativo e ricorda le Felci.
Oltre alla Corydalis calycosa possiamo tra altre specie adatte per il giardino: come la Corydalis pumila con fiori più piccoli e la Corydalis solida con racemi grandi composti da 10/20 fiori.
Dove coltivare la Corydalis calycosa
Non ama i climi troppo caldi e i raggi solari diretti in estate, specie nelle regioni del sud Italia. Nelle zone più fredde possiamo scegliere una posizione soleggiata; nelle aree con estati molto calde meglio una posizione semi ombreggiata.
La presenza di Cocciniglie sulle piante ornamentali non è particolarmente frequente, ma sono difficili da debellare e se non interveniamo tempestivamente rischiamo una vera infestazione, poiché questi insetti parassiti possono generare più generazioni in un anno con decine di uova.
Le Cocciniglie sono una grande famiglia di insetti fitofagi, differenti fra loro per forma e colore e spesso specializzate contro una varietà di specifica di piante. Tutte sono riconoscibili per uno “scudo” protettivo: in alcune specie è solido e ceroso, di colore chiaro o scuro, in altre sembra un fiocco di cotone bianco.
Quali danni provocano le Cocciniglie sulle piante ornamentali?
Le Cocciniglie hanno un apparato boccale pungente/succhiante col quale forano le foglie e i fusti e succhiano la linfa. Ciò provoca due effetti negativi: anzitutto la pianta, privata della linfa vitale, risulta indebolita e smette di fiorire e crescere. Inoltre le zone danneggiate appaiono decolorate e le ferite provocate dal rostro dell’insetto rappresentano una porta d’ingresso per altri virus e batteri.
Il Ceanothus thyrsiflorus repens, noto come Lillà della California, è un interessante arbusto sempreverde e la varietà repens ha un portamento prostrato e tappezzante. La pianta raggiunge infatti un’altezza massima di 50/70 cm ma si espande in larghezza fino a 4 metri. È quindi un’ottima soluzione per le aiuole fiorite ma anche per quelle aree del giardino che richiedono una pianta con portamento quasi prostrato.
Come lascia intuire il soprannome, è una varietà di origine statunitense, particolarmente diffusa in California e nel nord America. Il soprannome “Lillà” non deve trarre in inganno: il Ceanothus appartiene a un altro genere di piante e comprende oltre 50 specie, tra cui anche alberi veri e propri che superano i 3 metri d’altezza.
Il Ceanothus thyrsiflorus repens è decisamente più contenuto ed è apprezzato per sua fioritura in tarda primavera, a partire da maggio.
Chi sceglie di coltivare la Caryopteris × clandonensis lo fa per il colore blu elettrico della sua bella fioritura. Inoltre è una pianta robusta e ha una buona tolleranza al gelo.
La Caryopteris × clandonensis ha un portamento arbustivo ma perde le foglie in inverno. Il fogliame compare in primavera, verso aprile, e tende a cadere in ottobre, quando la pianta entra in riposo vegetativo. La fioritura avviene al culmine dello sviluppo, da luglio a settembre in funzione della fascia climatica. Forma un cespuglio alto e largo 100/150 cm e si usa per decorare le bordure o in gruppo insieme ad altre piante sempreverdi.
Le foglie e fiori sono profumati e sono molto graditi da api, farfalle e altri impollinatori: in quest’ottica la Caryopteris × clandonensis è una risorsa preziosa per un giardino naturale.
Nei centri giardinaggio possiamo trovare diversi ibridi di questa pianta, con portamento più compatto e con fiori azzurri, lavanda e blu scuro.
Quella di potare in primavera è una delle pratiche fondamentali per la gestione di un giardino sano e produttivo. Non è solo per l’estetica: in alcune piante la potatura favorisce la crescita, stimola la fioritura o la fruttificazione ed è utile anche per prevenire l’insorgenza di malattie. Pensiamo per esempio alle potature di sfoltimento per migliorare l’aerazione nella chioma e prevenire le malattie fungine.
La potatura primaverile, rispetto a quella autunnale, offre diversi vantaggi. Le temperature più miti e l’attività linfatica in ripresa consentono alle piante di reagire prontamente ai tagli, cicatrizzando meglio le ferite e riducendo il rischio di infezioni fungine o batteriche. È anche più facile distinguere i rami danneggiati dall’inverno e secchi. Infine, in autunno le piante si preparano all’inverno e “richiamano” le sostanze linfatiche dai rami e dalle foglie, che infatti seccano a cadono. Se tagliamo i rami prima dell’inverno rischiamo di togliere riserve nutritive alla pianta e la obblighiamo a cicatrizzare una ferita nel momento in cui è più debole.
Possiamo coltivare la Hardenbergia violacea per decorare un muro, una recinzione o una pergola e arricchirli con un rampicante sempreverde con una spettacolare fioritura primaverile, da febbraio ad aprile.
I fiori della Hardenbergia violacea hanno un colore viola intenso, simile al Glicine; ma ci sono varietà con petali bianchi o rosa.
Originaria dell'Australia, è stata introdotta nei giardini europei nel XIX secolo e apprezzata per la sua capacità di tollerare climi caldi e relativamente secchi.
Dove coltivare la Hardenbergia violacea
La Hardenbergia violacea ama i climi miti, con temperature comprese tra i 15°C e i 25°C. Sopporta il caldo fino a 35°C, mentre non tollera il gelo sotto -3°C. Nelle zone con inverni rigidi meglio coltivarla in vaso e spostarla in una serra fredda durante l’inverno. Nelle zone con inverni miti possiamo limitarci a proteggere le radici con uno strato di pacciamatura ai piedi della pianta.
Per garantire una crescita rigogliosa e una fioritura abbondante necessita di almeno 6 ore di sole diretto al giorno. Cresce anche in mezz'ombra...
L’uso del Bacillus contro la Piralide del Bosso è un modo del tutto naturale per contenere la presenza di questo temibile parassita.
Il Bacillus, o per meglio dire il Bacillus thuringiensis varietà Kurstaki, è un batterio ma è totalmente innocuo per gli animali, per l’uomo, per le api e naturalmente per l’ambiente, poiché è di origine biologica. Rappresenta un pericolo solo per le larve dei lepidotteri, cioè le predatrici delle nostre piante: quindi è un nostro alleato. Quando viene ingerito dalle larve, si attiva nell’intestino e paralizza l’apparato digerente, portando alla morte dell’insetto in un paio di giorni. Per questa ragione il Bacillus viene utilizzato da molti anni come “insetticida” biologico anche nell’agricoltura professionale: oggi possiamo acquistalo anche nelle confezioni per hobbisti e, congiuntamente all’Olio di Neem, è una delle poche soluzioni contro le larve dei lepidotteri.
Il Bacillus è quindi utile contro molti parassiti tipici degli orti italiani, come le Nottue, le Cavolaie e la Tignola del Pomodoro (Tuta absoluta). In giardino è una soluzione interessante per limitare la presenza della Piralide del Bosso.
Perché usare il Bacillus contro la Piralide del Bosso
La Piralide del Bosso è un “insetto alieno”: appartiene cioè al gruppo di parassiti che hanno fatto la loro comparsa in Italia in seguito al fenomeno della globalizzazione. Nel secolo scorso non erano presenti nelle nostre campagne e quindi hanno trovato pochi nemici naturali e un...