La Abelia grandiflora è uno degli arbusti ornamentali più apprezzati per la lunga fioritura, la resistenza e la versatilità. Dotata di un’elegante chioma lucida e fiori campanulati profumati, è perfetta per creare bordure e siepi basse ma anche come esemplare isolato.
Le Abelie sono un genere di piante della famiglia delle Caprofoliaceaeche comprende sei specie. La Abelia × grandiflora è un ibrido ottenuto nell’Ottocento dall’incrocio tra l’Abelia chinensis e l’Abelia uniflora, entrambe originarie dell’Asia orientale, caratterizzato per una fioritura più abbondante e duratura.
Si tratta di un arbusto semi-sempreverde, a seconda delle condizioni climatiche, con un portamento tondeggiante ed espanso. Può raggiungere un’altezza e larghezza di 2 metri, con rami arcuati e flessuosi. Le foglie sono piccole, ovali, lucide e di un bel verde scuro brillante, che in autunno possono assumere sfumature bronzee o rossastre. I fiori, tubolari e campanulati, sono bianco-rosati, delicatamente profumati e riuniti in piccoli gruppi ascellari o terminali. Appaiono sulla pianta verso giugno e persistono fino a ottobre.
Dove coltivare la Abelia grandiflora
Cresce bene con temperature comprese tra i 15°C e i 30°C, ma sopporta senza problemi i caldi estivi italiani fino a 38/40°C a patto venga adeguatamente irrigata. Tollera bene anche il gelo fino a -10°C.
Per una fioritura abbondante e un fogliame brillante, richiede almeno 6 ore di sole diretto ogni giorno. Cresce bene anche in mezz’ombra, ma produrrà meno fiori.
Nelle regioni con clima mite, come le zone costiere tirreniche e adriatiche, l’Abelia mantiene le foglie tutto l’anno, comportandosi come...
Possiamo coltivare il Giunco fiorito in giardino se desideriamo una pianta ornamentale acquatica raffinata ed eleganza. I suoi fiori di colore rosa pallido, disposti in graziose ombrelle, si stagliano sopra ciuffi di foglie lineari creando scenografie suggestive lungo i bordi di stagni, laghetti artificiali o vasche ornamentali. Inoltre attira gli insetti impollinatori, come api e farfalle, che arricchiscono l’ecosistema del giardino.
Il Giunco fiorito (Butomus umbellatus) appartiene alla famiglia Butomaceaeed è una pianta erbacea perenne rizomatosa, adattata agli ambienti acquatici e palustri. Il suo apparato radicale è costituito da rizomi carnosi che si ancorano saldamente al fondo fangoso degli specchi d’acqua. Le foglie sono lineari, nastriformi, lunghe fino a 1 metro: crescono erette, emergendo dall’acqua e conferiscono alla pianta un portamento elegante.
Le foglie hanno un apice acuminato e margini affilati: attenzione perché sono taglienti e possono ferire. È una caratteristica sottolineata anche nel suo nome scientifico: Butomus deriva infatti dal greco antico ed è composto dai due termini bous (bue) e tomos (taglio), in riferimento alla capacità delle foglie affilate di ferire il bestiame.
È una pianta caducifoglia e il fogliame si sviluppa da aprile fino a ottobre. Inizialmente di colore verde, col passare del tempo le foglie cambiano tonalità, diventando porpora e poi verde scuro. In inverno entra in riposo vegetativo e la parte aerea si secca, mentre i rizomi rimangono attivi nel substrato, pronti a rinascere la primavera successiva.
In estate, da maggio ad agosto, gli steli fiorali spuntano sopra il fogliame portando grandi infiorescenze a ombrella, composte da 20/30 fiori stellati di colore rosa pallido con sfumature lilla. Nelle zone più...
Possiamo coltivare la Kochia in giardino per donare in poco tempo delle macchie di colore al nostro spazio verde.
La Bassia scoparia, nota come Kochia o Cipressino annuale, è una pianta annuale della famiglia delle Amaranthaceaecoltivata per le straordinarie qualità ornamentali: cresce rapidamente assumendo un aspetto tondeggiante e il fogliame vara dal verde brillante estivo al rosso acceso autunnale. Al massimo della crescita arrivata a 80/100 cm in altezza e 50/70 cm di larghezza.
È facile da coltivare ed è ideale per valorizzare le bordure e le aiuole o per creare siepi temporanee a bassa manutenzione.
Un buon motivo per coltivare il Cotinus coggygria è il suo alto valore ornamentale, grazie alla stranissima fioritura estiva composta da infiorescenze a pannocchia soffici e piumose, che spiccano sul colore cangiante delle foglie, verde nei mesi caldi e rosso intenso in autunno.
Il Cotinus coggygria, noto come Scotano o Albero dellaNebbia, è un albero deciduo e può superare i 5 metri d’altezza. È una pianta rustica, resistente alla siccità e adatta anche agli hobbisti meno esperti.
Nei centri giardinaggio possiamo trovare diverse varietà con fogliame color porpora scuro, rosso rame e con foglie gialle che diventano arancioni prima di cadere.
Possiamo coltivare il Leptospermo in giardino sia come esemplare isolato, sia in gruppo per creare una siepe profumata. Le foglie allungate sono aromatiche e da maggio a ottobre produce tantissime infiorescenze, simili a piccoli fiori di ciliegio, di colore rosa, bianco e rosso. Possiamo infatti scegliere tra diversi ibridi con colori differenti; ci sono anche cultivar con fiori doppi.
Il Leptospermo (Leptospermum scoparium) è un arbusto sempreverde, caratterizzato da una crescita veloce: può raggiungere i 250 metri in altezza e in larghezza.
Dove coltivare il Leptospermo
Proviene dal continente australiano e cresce bene con temperature comprese tra i 10°C e i 30°C.
Teme il gelo prolungato sotto i -5°C e temperature inferiori portano alla morte della pianta. Nel nord Italia coltiviamo il Leptospermo in una posizione soleggiata e in inverno proteggiamo le radici con uno strato di pacciamatura e il fogliame con un velo traspirante di tnt (tessuto-non-tessuto).
Anche il caldo eccessivo, sopra i 38°C, può danneggiare la pianta, se accompagnato da irrigazioni scarse e forte insolazione, causando il disseccamento degli apici. Se abitiamo in una zona con estati molto calde, meglio optare per una posizione semi-ombreggiata, per proteggere la pianta dai raggi solari diretti nei mesi più afosi.
Possiamo coltivare la Perovskia per decorare le bordure, le aiuole o i giardini rocciosi sia per la bella fioritura estiva, sia per la sua resistenza e la quasi nulla manutenzione.
La Perovskia (Perovskiaatriplicifolia) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae e crea un cespuglio composto da tante piccole foglie verdi colorati da cui spuntano i fusti argentei che in estate, da luglio a settembre, si riempiono di spighe fiorite sui toni del blu e del viola.
Dove coltivare la Perovskia
È originaria delle zone montuose asiatiche e non ha problemi con il freddo: tollera senza problemi fino a -15°C. Anche il caldo non la spaventa, ma oltre i 35°C può mostrare sofferenza se non irrigata a sufficienza.
Per produrre un’abbondante fioritura ha bisogno di molte ore di sole quotidiane, quindi scegliamo una posizione soleggiata. Cresce bene anche all’ombra, ma fiorirà meno.
È una pianta decidua e in inverno il fogliame tende a seccare: niente paura, tornerà a germogliare con nuovi getti al ritorno della primavera...
Ci sono molte ragioni per usare i biostimolanti tutto l’anno per curare periodicamente le nostre piante, ma l’estate ci offre qualche motivo in più!
A seconda della fascia climatica in cui viviamo, l’estate italiana è spesso una stagione critica per la corretta crescita delle piante ornamentali, da frutto e orticole. L’innalzamento delle temperature, le ondate di calore prolungate, la siccità e i repentini sbalzi termo-igrometrici mettono a dura prova l’equilibrio fisiologico delle specie vegetali. Senza dimenticare il progressivo aumento delle temperature: in alcune zone del centro Italia si notano siepi storiche di Leyland che iniziano a non tollerare più le temperature e tendono a seccare.
Accanto all’intensità dell’irraggiamento solare, che può causare danni diretti ai tessuti fogliari, in estate si affianca spesso la scarsità d’acqua, che può compromette le funzioni vitali, come la fotosintesi e il trasporto linfatico.
In estate assistiamo anche sbalzi termini importanti tra le massime diurne e le minime notturne. Lo stress termico abbassa la soglia di tolleranza delle piante, rendendole più vulnerabili agli attacchi di patogeni e insetti parassiti, i quali proliferano proprio nei mesi più caldi. Afidi, Aleurodidi, ragnetti rossi e Cicaline si moltiplicano in condizioni di clima secco e debilitano ulteriormente le piante già sofferenti.
Nelle piante coltivate in vaso i problemi si moltiplicano a causa della minore disponibilità di terreno e dalla rapida evaporazione dell’acqua.
I sintomi degli stress estivi cambiano in funzione della specie di pianta. In alcuni casi le foglie tendono ad appassire anche se la pianta è irrigata: il fogliame esposto al sole troppo caldo tende a chiudere...
L’estate è una stagione tanto generosa quanto insidiosa per chi desidera aiuole, bordure o terrazzi fioriti in estate.
Le alte temperature, spesso superiori ai 35°C e i raggi solari diretti possono infatti mettere a dura prova molte piante. Anche sui terrazzi, l’intensità della luce solare, l’irraggiamento diretto su superfici pavimentate e murarie e il conseguente effetto isola di calore creano un microclima estremo, specialmente sui balconi esposti a sud o sud/ovest.
L’estate è spesso associata a lunghi periodi di siccità, durante i quali il fabbisogno idrico delle piante aumenta in modo significativo. Anche sui terrazzi, si accelera l’evaporazione dell’umidità presente nei vasi, favorendo la disidratazione del substrato.
Altro fattore critico del periodo estivo è la proliferazione di parassiti come Afidi, Aleurodidi, Acari e Cocciniglie, facilitata dalle temperature elevate e da condizioni di stress idrico che indeboliscono la risposta delle piante. Le escursioni termiche notturne possono inoltre accentuare lo stress fisiologico.
Le piante coltivate in vaso, già limitate nella disponibilità di spazio radicale, risultano particolarmente vulnerabili a carenze nutrizionali e a colpi di calore in questa stagione.
Tutti fattori che dovremo considerare già in fase di progettazione del nostro spazio verde.
La presenza delle Dorifore in un orto deve allarmarci poiché si tratta di uno dei più distruttivi coleotteri fitofagi per gli orti domestici. La Dorifora (Leptinotarsa decemlineata) colpisce soprattutto le Patate e le Solanaceae e sia le larve sia gli adulti si nutrono voracemente delle foglie, provocando gravi defogliazioni che possono compromettere il ciclo vegetativo e produttivo delle piante colpite, riducendo significativamente i raccolti e, nei casi più gravi, portando alla morte delle piante.
È presente in tutta Italia, in particolare nelle regioni centro-settentrionali grazie al clima estivo più mite, e dimostra una buona resistenza agli insetticidi convenzionali.
La Leptinotarsa decemlineata predilige le specie appartenenti alla famiglia delle Solanaceae. In particolare le Patate (Solanum tuberosum), le Melanzane (Solanum melongena) e, in misura minore, i Pomodori (Solanum lycopersicum). Può attaccare anche specie ornamentali della stessa famiglia, come il Falso Gelsomino (Solanum jasminoides), l’Alchechengi (Physalis alkekengi) e la Nicotiana alata.
I problemi da affrontare nella lotta alla Dorifora sono numerosi:
l’elevata capacità riproduttiva, con più generazioni all’anno e centinaia di uova per femmina, permette un rapido incremento delle popolazioni;
gli adulti volano e possono farlo per chilometri, ampliando quindi le zone danneggiate e coinvolte;
una certa tendenza a sviluppare resistenza agli insetticidi;
la difficoltà di trovare le uova, nascoste nelle...