Possiamo coltivare la Hardenbergia violacea per decorare un muro, una recinzione o una pergola e arricchirli con un rampicante sempreverde con una spettacolare fioritura primaverile, da febbraio ad aprile.
I fiori della Hardenbergia violacea hanno un colore viola intenso, simile al Glicine; ma ci sono varietà con petali bianchi o rosa.
Originaria dell'Australia, è stata introdotta nei giardini europei nel XIX secolo e apprezzata per la sua capacità di tollerare climi caldi e relativamente secchi.
Dove coltivare la Hardenbergia violacea
La Hardenbergia violacea ama i climi miti, con temperature comprese tra i 15°C e i 25°C. Sopporta il caldo fino a 35°C, mentre non tollera il gelo sotto -3°C. Nelle zone con inverni rigidi meglio coltivarla in vaso e spostarla in una serra fredda durante l’inverno. Nelle zone con inverni miti possiamo limitarci a proteggere le radici con uno strato di pacciamatura ai piedi della pianta.
Per garantire una crescita rigogliosa e una fioritura abbondante necessita di almeno 6 ore di sole diretto al giorno. Cresce anche in mezz'ombra...
L’uso del Bacillus contro la Piralide del Bosso è un modo del tutto naturale per contenere la presenza di questo temibile parassita.
Il Bacillus, o per meglio dire il Bacillus thuringiensis varietà Kurstaki, è un batterio ma è totalmente innocuo per gli animali, per l’uomo, per le api e naturalmente per l’ambiente, poiché è di origine biologica. Rappresenta un pericolo solo per le larve dei lepidotteri, cioè le predatrici delle nostre piante: quindi è un nostro alleato. Quando viene ingerito dalle larve, si attiva nell’intestino e paralizza l’apparato digerente, portando alla morte dell’insetto in un paio di giorni. Per questa ragione il Bacillus viene utilizzato da molti anni come “insetticida” biologico anche nell’agricoltura professionale: oggi possiamo acquistalo anche nelle confezioni per hobbisti e, congiuntamente all’Olio di Neem, è una delle poche soluzioni contro le larve dei lepidotteri.
Il Bacillus è quindi utile contro molti parassiti tipici degli orti italiani, come le Nottue, le Cavolaie e la Tignola del Pomodoro (Tuta absoluta). In giardino è una soluzione interessante per limitare la presenza della Piralide del Bosso.
Perché usare il Bacillus contro la Piralide del Bosso
La Piralide del Bosso è un “insetto alieno”: appartiene cioè al gruppo di parassiti che hanno fatto la loro comparsa in Italia in seguito al fenomeno della globalizzazione. Nel secolo scorso non erano presenti nelle nostre campagne e quindi hanno trovato pochi nemici naturali e un...
Usare i fitosanitari in modo corretto è importante sia per le piante che desideriamo curare, sia per noi e per l’ambiente. Secondo la definizione del Ministero dell’Ambiente, i “fitosanitari” “sono prodotti utilizzati per il controllo di qualsiasi organismo nocivo per le piante coltivate (insetti, acari, funghi, batteri, roditori, ecc.), oltre che per l'eliminazione delle erbe infestanti e la regolazione dei processi fisiologici dei vegetali”. Sono noti anche come fitofarmaci, antiparassitari o agrofarmaci.
Dal 2023 la maggior parte dei fitosanitari non professionali, cioè destinati agli hobbisti, sono stati vietati e sostituiti con soluzioni biologiche, come il sapone molle, gli oli vegetali (colza, lino, neeem, ecc.) o le farine di roccia (caolino, zeolite, ecc.). Alcuni prodotti sono rimasti però in commercio: pur essendo a base di principi attivi naturali, vanno usati con responsabilità poiché presentano alcune criticità. Per esempio il Piretroè un principio attivo ricavato da una particolare specie di Margherita africana, quindi di origine totalmente naturale, ma usato in modo concentrato può danneggiare anche gli impollinatori, oltre agli Afidi e alle Cocciniglie.
Seminare il prato è un gesto che contribuisce alla difesa dell’ambiente. È stato infatti dimostrato che una confezione da 1 kg di semi per prato coltivata correttamente assorbe circa 60 kg di CO2 ogni giorno.
Il mese di marzo è un periodo importante per preparare al meglio il nostro tappeto erboso in vista della primavera. Anzitutto possiamo “riparare” le zone che hanno patito maggiormente il gelo invernale, magari a causa di un drenaggio insufficiente e con “macchie” di erba mancante o diradata. Inoltre possiamo procedere alla semina dei prati nuovi o da rinnovare e infoltire e naturalmente alla concimazione che darà il booster allo sviluppo delle piantine in primavera.
Quando le temperature minime superano stabilmente i 10°C il prato riprende la sua attività vegetativa e potremo prepararlo alla primavera. Il periodo può variare a seconda della fascia climatica: nel sud inizieremo prima, nelle montagne del nord potremmo aspettare anche fino ad aprile.
Prima di seminare il prato…
Analizziamo lo stato di salute del nostro tappeto erboso e individuiamo le zone critiche, dove l’erba risulta diradata...
Ci sono tanti buoni motivi per coltivare il Giglio Martagone in giardino! Il Liliummartagon, noto come Giglio martagone, è apprezzato per i suoi fiori penduli viola a forma di turbante e con maculature scure, che compaiono in estate. “Martagon” significa “turbante”, proprio in omaggio all’aspetto dei fiori. Se coltivato in giardino, è apprezzabile anche la sua rusticità, la resistenza al freddo e la capacità di adattarsi a zone semi-ombreggiate. È originario delle regioni montuose dell'Europa e dell'Asia e non ama il caldo eccessivo. Un’ottima scelta per ottenere fiori anche in condizioni climatiche non ottimali.
Possiamo scegliere tra diverse varietà di Lilium martagon: con fiori bianchi senza macchie, di colore rosa, rosso porpora o arancioni con maculature scure, oppure viola scuro quasi nero con macchie chiare. La coltivazione si inizia dai bulbi e possiamo trovare facilmente tanti ibridi differenti.
Gli Adonis sono delle piccole piantine appartenenti alla famiglia delle Ranunculaceae che producono fiori con colori vivaci da maggio fino alla fine dell’estate. Possiamo trovare facilmente delle sementi di differente specie di Adonis; sia annuali come la Adonis annua con petali rossi, sia perenni come l’Adonisvernalis con petali gialli. Tutti possono essere seminati in marzo e in aprile.
È vietato coglierla durante le nostre passeggiate in montagna, ma possiamo ugualmente coltivare la Stella Alpina nel nostro giardino o in vaso sul terrazzo. Si tratta infatti di una specie protetta e in natura è vietata la raccolta di ogni sua parte, non solo il fiore. Attenzione anche all’estero: rischiamo multe molto salate. Nei centri giardinaggio possiamo però acquistare una bustina di sementi o una piantina già sviluppata per cimentarci nella sua coltivazione.
La Stella Alpina, conosciuta in Europa come Edelweiss, si chiama Leontopodium nivale ed è una pianta simbolo dei giardini montani, sulle Alpi e gli Appennini, dove non è difficile vederla crescere anche spontaneamente. Pur essendo una pianta alpina, possiamo coltivarla un po’ in tutta Italia, adottando alcune accortezze.
All’atto dell’acquisto possiamo scegliere tra diverse specie di Stella Alpina: differiscono per la grandezza del fiore, come il Leontopodium alpinum, e ci sono anche varietà nane, più adatte per la coltivazione in vaso.
È una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae e fiorisce con l’arrivo dell’estate, verso maggio/giugno. Le foglie sono riunite in rosette e sono ricoperte di una leggera peluria, utile per proteggerle dai raggi solari intensi. Il vero fiore sono i capolini centrali e sono circondati da brattee riunite a forma di stella, cioè foglie che si sono modificate. Succede in molte piante: talvolta le brattee sono utili per proteggere il fiore oppure per attirare gli impollinatori con i loro colori vivaci.
Con l’arrivo dell’autunno i fiori appassiscono e le foglie tendono a seccarsi. Non preoccupiamoci: è il normale ciclo di vita di questa pianta e le radici rimangono “vive”. Tagliamo le parti...
Un buon motivo per coltivare la Stipa tenuissima in giardino è la sua bassissima manutenzione che la rende la pianta perfetta per decorare gli spazi verdi delle seconde case. Molte piante graminacee, come la Stipa tenuissima, il Pennisetumo il Miscanthus sinensis, vengono usate dagli architetti del verde per decorare il verde pubblico, le bordure, le aiuole e i giardini rocciosi ma con bassi costi di irrigazione e manutenzione.
Inoltre la Stipa tenuissima è molto apprezzata anche per il valore estetico, grazie alle sue spighe sottili e argentee che ondeggiano al minimo soffio di vento, creando un'atmosfera magica nel giardino. Il secondo nome tenuissima deriva proprio dalla delicatezza delle sue fronde.
La Stipa tenuissima è una pianta perenne decidua e sviluppa ciuffi di foglie da aprile fino a ottobre e produce delle appariscenti infiorescenze in piena estate. Sono pannocchie piumose lunghe circa 30 cm, inizialmente bianche e in seguito color crema.
Oltre alla Stipa tenuissima nei vivai possiamo trovare facilmente anche altre varietà di questa pianta. Come la Stipa gigantea che può superare i 2,5 metri in altezza, la Stipa ichu che produce morbide pannocchie in estate e raggiunge un’altezza di 1 metro, oppure la Stipa arundinacea con foglie verdi striate di rosso.
Possiamo coltivare il Clerodendrum thomsoniae per gratificare i nostri sensi con la bellezza e il profumo dei suoi fiori bianchi e rossi che durano sulla pianta da aprile fino a ottobre.
Anche noto come Clerodendro, è un arbusto sempreverde rampicante appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. È un parente del Clerodendrum trichotomum, apprezzato per le bacche di colore blu metallizzato.
Dove coltivare il Clerodendrum thomsoniae
Non tollera il freddo sotto i 10°C e la temperatura ideale di coltivazione è compresa tra 15°C e 30°C. Possiamo quindi coltivarlo in giardino soltanto nelle zone con clima invernale mite; altrimenti meglio la coltivazione in vaso, per spostare la pianta in un luogo protetto in inverno. Possiamo anche coltivarla in casa, a patto di scegliere un luogo illuminato, ma senza raggi solari diretti in estate.
Se abitiamo in aree climatiche con estati particolarmente calde, in cui si superano i 30°C, preferiamo una posizione semi-ombreggiata. Nel resto d’Italia meglio optare per una posizione esposta al sole per almeno 6 ore al giorno.
Se coltiviamo il Clerodendro in giardino, in inverno proteggiamo le radici con uno strato di pacciamatura e il fogliame con un velo traspirante di tessuto-non-tessuto (tnt).