Ci sono molte ragioni per usare i biostimolanti tutto l’anno per curare periodicamente le nostre piante, ma l’estate ci offre qualche motivo in più!
A seconda della fascia climatica in cui viviamo, l’estate italiana è spesso una stagione critica per la corretta crescita delle piante ornamentali, da frutto e orticole. L’innalzamento delle temperature, le ondate di calore prolungate, la siccità e i repentini sbalzi termo-igrometrici mettono a dura prova l’equilibrio fisiologico delle specie vegetali. Senza dimenticare il progressivo aumento delle temperature: in alcune zone del centro Italia si notano siepi storiche di Leyland che iniziano a non tollerare più le temperature e tendono a seccare.
Accanto all’intensità dell’irraggiamento solare, che può causare danni diretti ai tessuti fogliari, in estate si affianca spesso la scarsità d’acqua, che può compromette le funzioni vitali, come la fotosintesi e il trasporto linfatico.
In estate assistiamo anche sbalzi termini importanti tra le massime diurne e le minime notturne. Lo stress termico abbassa la soglia di tolleranza delle piante, rendendole più vulnerabili agli attacchi di patogeni e insetti parassiti, i quali proliferano proprio nei mesi più caldi. Afidi, Aleurodidi, ragnetti rossi e Cicaline si moltiplicano in condizioni di clima secco e debilitano ulteriormente le piante già sofferenti.
Nelle piante coltivate in vaso i problemi si moltiplicano a causa della minore disponibilità di terreno e dalla rapida evaporazione dell’acqua.
I sintomi degli stress estivi cambiano in funzione della specie di pianta. In alcuni casi le foglie tendono ad appassire anche se la pianta è irrigata: il fogliame esposto al sole troppo caldo tende a chiudere...
L’estate è una stagione tanto generosa quanto insidiosa per chi desidera aiuole, bordure o terrazzi fioriti in estate.
Le alte temperature, spesso superiori ai 35°C e i raggi solari diretti possono infatti mettere a dura prova molte piante. Anche sui terrazzi, l’intensità della luce solare, l’irraggiamento diretto su superfici pavimentate e murarie e il conseguente effetto isola di calore creano un microclima estremo, specialmente sui balconi esposti a sud o sud/ovest.
L’estate è spesso associata a lunghi periodi di siccità, durante i quali il fabbisogno idrico delle piante aumenta in modo significativo. Anche sui terrazzi, si accelera l’evaporazione dell’umidità presente nei vasi, favorendo la disidratazione del substrato.
Altro fattore critico del periodo estivo è la proliferazione di parassiti come Afidi, Aleurodidi, Acari e Cocciniglie, facilitata dalle temperature elevate e da condizioni di stress idrico che indeboliscono la risposta delle piante. Le escursioni termiche notturne possono inoltre accentuare lo stress fisiologico.
Le piante coltivate in vaso, già limitate nella disponibilità di spazio radicale, risultano particolarmente vulnerabili a carenze nutrizionali e a colpi di calore in questa stagione.
Tutti fattori che dovremo considerare già in fase di progettazione del nostro spazio verde.
La presenza delle Dorifore in un orto deve allarmarci poiché si tratta di uno dei più distruttivi coleotteri fitofagi per gli orti domestici. La Dorifora (Leptinotarsa decemlineata) colpisce soprattutto le Patate e le Solanaceae e sia le larve sia gli adulti si nutrono voracemente delle foglie, provocando gravi defogliazioni che possono compromettere il ciclo vegetativo e produttivo delle piante colpite, riducendo significativamente i raccolti e, nei casi più gravi, portando alla morte delle piante.
È presente in tutta Italia, in particolare nelle regioni centro-settentrionali grazie al clima estivo più mite, e dimostra una buona resistenza agli insetticidi convenzionali.
La Leptinotarsa decemlineata predilige le specie appartenenti alla famiglia delle Solanaceae. In particolare le Patate (Solanum tuberosum), le Melanzane (Solanum melongena) e, in misura minore, i Pomodori (Solanum lycopersicum). Può attaccare anche specie ornamentali della stessa famiglia, come il Falso Gelsomino (Solanum jasminoides), l’Alchechengi (Physalis alkekengi) e la Nicotiana alata.
I problemi da affrontare nella lotta alla Dorifora sono numerosi:
l’elevata capacità riproduttiva, con più generazioni all’anno e centinaia di uova per femmina, permette un rapido incremento delle popolazioni;
gli adulti volano e possono farlo per chilometri, ampliando quindi le zone danneggiate e coinvolte;
una certa tendenza a sviluppare resistenza agli insetticidi;
la difficoltà di trovare le uova, nascoste nelle...
Possiamo coltivare la Malvarosa nel nostro giardino per adornare le bordure e le aiuole grazie ai suoi grandi fiori a forma di coppa, disponibili in svariati colori.
Appartenente alla famiglia delle Malvaceae, la Malvarosa (Alcea rosea) è una pianta erbacea perenne ma spesso viene coltivata come biennale. È disponibile in tante varietà e i fiori possono essere bianchi, gialli, rosa, arancioni, rossi e viola.
Genera un cespuglio basale largo circa 40/70 cm da cui spuntano i fusti eretti, che porteranno i fiori, che possono superare i 2 metri di altezza. In estate, da giugno a settembre, la vedremo in piena fioritura e ne apprezzeremo il delicato profumo.
Al termine del processo di fioritura produce tanti semi molto fertili, riuniti in capsule. È una pianta che si sviluppa per auto-semina: è cioè il vento che porta i semi verso il terreno. Quindi possiamo facilmente seminarli anche noi, specialmente se vogliamo far crescere queste piante in altri punti del giardino. Una pianta germinata da seme può portare fiori di colore differente da quello della pianta madre.
La Malvarosa viene utilizzata anche per produrre infusi dalle proprietà lenitive, derivanti dai suoi fiori e foglie commestibili.
La presenza di Zanzare in giardino e sul terrazzo è spesso causa di disagio nelle cene organizzate all’aperto. Oltre al fastidio causato dalle punture, non va poi sottovalutata la pericolosità di questi insetti come vettori di pericolose malattie, come la Dengue. Vediamo insieme le soluzioni a nostra disposizione per prevenire e risolvere il problema, anche senza l’uso di insetticidi.
Zanzare in giardino e sul terrazzo: la prevenzione
Le Zanzare femmine ci pungono poiché dal nostro sangue traggono proteine necessarie al corretto sviluppo delle uova. Nella parte terminale della loro proboscide hanno degli stiletti seghettati che lacerano i tessuti per stimolare una maggiore confluenza di sangue. Le Zanzare-maschio si nutrono di zuccheri vegetali e non pungono: ma sono altrettanto pericolosi poiché necessari alla proliferazione della specie.
Nel ciclo vitale di una Zanzara il momento in cui è più facile da catturare ed eliminare è l’inizio: cioè lo stadio larvale, appena escono dalle uova. Le Zanzare-femmina depositano le uova negli specchi d’acqua stagnante: sono sufficienti 5/6 giorni dall’ovideposizione per giungere alla nascita delle larve.
Alcuni potenziali focolai, come l’acqua nei sottovasi o negli abbeveratoi per gli uccellini, hanno un riciclo d’acqua più frequente e possiamo svuotarli periodicamente, prima dei 5/6 giorni necessari per lo sviluppo delle larve. In altri casi è invece quasi impossibile intervenire: come per esempio nei tombini o nelle griglie per il deflusso delle acque, oppure nei contenitori utilizzati in giardino per raccogliere la pioggia.
Il Cornus alba Sibirica è una particolare varietà di Corniolo caratterizzata dai rami rossicci: in estate offre anche una bella fioritura bianca, ma il suo meglio lo dà in inverno quando, dopo aver perso il fogliame, i rami passano dal colore arancione al rosso vivo. Sembrano cespugli composti da coralli.
È quindi una pianta interessante tutto l’anno: in primavera e in estate è decorativa per il fogliame rigoglioso e la fioritura e nei mesi freddi è impossibile non notarla!
Inoltre, ma non meno importante, è un arbusto rustico, richiede poche cure e si adatta bene a diversi contesti climatici.
La famiglia dei Cornioli (Cornus) e composta da molte specie e altrettante cultivar. Abbiamo già parlato del Corniolo da fiore (Cornus florida) con infiorescenze eleganti con grandi petali, simile al Cornus kousa per il tipo di fioritura. Anche il Cornus alba, caratterizzato da fiori bianchi, offre diverse varietà: il Sibirica con rami rosso corallo, l’Elegantissima con foglie variegate di bianco e verde o la Kesselringii con fogliame rosso e rami quasi neri.
Dove coltivare il Cornus alba Sibirica
Come si intuisce dal nome scientifico, questa varietà proviene dalla Siberia e quindi tollera bene il gelo, anche fino a -30°C. Al contrario non ama il caldo intenso e va in sofferenza oltre i 35°C.
È una pianta più adatta per le zone alpine e collinari del centro-nord Italia. Nelle zone con estati molto calde meglio coltivarla in vaso, per poterla spostare in un luogo fresco e ombreggiato in agosto.
In primavera inizia a germogliare e a produrre il fogliame quando le temperature superano i 10°C, indicativamente verso aprile. Per ottenere una abbondante fioritura scegliamo una zona soleggiata, per almeno 6 ore al giorno. La fioritura arriva in estate in luglio e agosto.
Verso ottobre inizia a perdere le foglie e i rami assumo il caratteristico colore rosso.
Il trapianto in giardino si effettua all’inizio della primavera o in autunno. Possiamo coltivare il Cornus Sibirica come esemplare singolo oppure in gruppo, per creare una macchia di colore in inverno. Se lasciata sviluppare in libertà, l’arbusto può raggiungere un’altezza di 2 metri e una larghezza di 150 cm. Se vogliamo creare una siepe compatta manteniamo una distanza di circa 80/100 cm tra ogni piantina; se invece viene coltivata in composizione con specie differenti meglio una distanza di 120/150 cm.
Creiamo le buche d’impianto con una dimensione e profondità doppia rispetto al vaso in cui è contenuta la piantina. Distribuiamo sul fondo della buca una dose di fertilizzante granulare per piante da fiore. In seguito ripeteremo questo tipo di concimazione ogni 3 mesi, all’inizio di ogni stagione.
Come irrigare il Cornus alba Sibirica
Le piante giovani, appena trapiantate, richiedono irrigazioni regolari, finché la pianta non sarà ben radicata.
Gli esemplari adulti si possono giovare delle piogge e dovremo irrigare solo in estate e in caso di lunghi periodi senza precipitazioni.
Le cure invernali
Dopo la perdita delle foglie il Cornus alba Sibirica entra in riposo vegetativo e non richiede attenzioni particolari. Solo le piante appena trapiantate richiedono qualche attenzione in più: in inverno stendiamo uno strato di pacciamatura con paglia o cortecceper proteggere le radici superficiali dal gelo e dalla brina.
La potatura non si effettua in inverno. I rami rossi sono una caratteristica estetica di questa pianta; inoltre è in riposo vegetativo e ha necessità di tutte le risorse e non certo di ferite.
La potatura ha due funzioni in questa pianta: è utile sia per controllare la forma e le dimensioni, sia per mantenere vivo il colore rosso dei suoi rami. Quelli più vecchi, infatti, tendono a perdere d’intensità e hanno tonalità più spente. La potatura regolare serve per stimolare la produzione di nuovi getti che, crescendo durante la stagione primaverile ed estiva, offriranno il massimo impatto visivo nell’inverno successivo.
Il momento migliore per potare il Cornus alba Sibirica è la fine dell’inverno, verso inizio marzo, prima che la pianta inizi la ripresa vegetativa, ma dopo le gelate più intense. Nel sud possiamo farlo già a febbraio, nelle zone alpine meglio aspettare metà marzo.
Potiamo alla base soltanto i rami più vecchi, che hanno perso vivacità cromatica e non tocchiamo quelli più giovani. In questo modo la pianta sarà sempre in forma e miglioreremo le sue caratteristiche estetiche.
I giardinieri più esperti effettuano anche potature più drastiche di ringiovanimento, ogni due anni, tagliando tutti rami a circa 10 cm dal suolo. Ha il difetto di far sparire la pianta per qualche mese, ma i rami torneranno di colore rosso brillante. Alcune varietà, come la Kesselringii e la Elegantissima, reagiscono meglio alle potature drastiche.
Nemici naturali
Il Cornus alba può essere attaccato da Afidi, soprattutto in primavera, che causano arricciamenti fogliari e rallentano la crescita. La Cocciniglia è un altro parassita comune, soprattutto in ambienti troppo secchi. Anche il ragnetto rosso può comparire in caso di prolungata siccità e temperature elevate.
Un buon motivo per coltivare la Corydalis calycosa è la lunga e caratteristiche fioritura: dura da aprile a luglio ed è composta da grappoli di fiori tubulari di colore blu elettrico.
Si tratta di una pianta erbacea perenne sempreverde della famiglia delle Papaveraceae e in altezza non supera i 50 cm. Possiamo quindi coltivarla con successo anche in vaso o in giardini rocciosi.
I fiori tubulari sono profumati e hanno 4 petali di colore blu con gola bianca. Ha radici bulbose o rizomatose.
Anche il fogliame è decorativo e ricorda le Felci.
Oltre alla Corydalis calycosa possiamo tra altre specie adatte per il giardino: come la Corydalis pumila con fiori più piccoli e la Corydalis solida con racemi grandi composti da 10/20 fiori.
Dove coltivare la Corydalis calycosa
Non ama i climi troppo caldi e i raggi solari diretti in estate, specie nelle regioni del sud Italia. Nelle zone più fredde possiamo scegliere una posizione soleggiata; nelle aree con estati molto calde meglio una posizione semi ombreggiata.
La presenza di Cocciniglie sulle piante ornamentali non è particolarmente frequente, ma sono difficili da debellare e se non interveniamo tempestivamente rischiamo una vera infestazione, poiché questi insetti parassiti possono generare più generazioni in un anno con decine di uova.
Le Cocciniglie sono una grande famiglia di insetti fitofagi, differenti fra loro per forma e colore e spesso specializzate contro una varietà di specifica di piante. Tutte sono riconoscibili per uno “scudo” protettivo: in alcune specie è solido e ceroso, di colore chiaro o scuro, in altre sembra un fiocco di cotone bianco.
Quali danni provocano le Cocciniglie sulle piante ornamentali?
Le Cocciniglie hanno un apparato boccale pungente/succhiante col quale forano le foglie e i fusti e succhiano la linfa. Ciò provoca due effetti negativi: anzitutto la pianta, privata della linfa vitale, risulta indebolita e smette di fiorire e crescere. Inoltre le zone danneggiate appaiono decolorate e le ferite provocate dal rostro dell’insetto rappresentano una porta d’ingresso per altri virus e batteri.
Il Ceanothus thyrsiflorus repens, noto come Lillà della California, è un interessante arbusto sempreverde e la varietà repens ha un portamento prostrato e tappezzante. La pianta raggiunge infatti un’altezza massima di 50/70 cm ma si espande in larghezza fino a 4 metri. È quindi un’ottima soluzione per le aiuole fiorite ma anche per quelle aree del giardino che richiedono una pianta con portamento quasi prostrato.
Come lascia intuire il soprannome, è una varietà di origine statunitense, particolarmente diffusa in California e nel nord America. Il soprannome “Lillà” non deve trarre in inganno: il Ceanothus appartiene a un altro genere di piante e comprende oltre 50 specie, tra cui anche alberi veri e propri che superano i 3 metri d’altezza.
Il Ceanothus thyrsiflorus repens è decisamente più contenuto ed è apprezzato per sua fioritura in tarda primavera, a partire da maggio.