Possiamo coltivare il Giunco fiorito in giardino se desideriamo una pianta ornamentale acquatica raffinata ed eleganza. I suoi fiori di colore rosa pallido, disposti in graziose ombrelle, si stagliano sopra ciuffi di foglie lineari creando scenografie suggestive lungo i bordi di stagni, laghetti artificiali o vasche ornamentali. Inoltre attira gli insetti impollinatori, come api e farfalle, che arricchiscono l’ecosistema del giardino.
Il Giunco fiorito (Butomus umbellatus) appartiene alla famiglia Butomaceae ed è una pianta erbacea perenne rizomatosa, adattata agli ambienti acquatici e palustri. Il suo apparato radicale è costituito da rizomi carnosi che si ancorano saldamente al fondo fangoso degli specchi d’acqua. Le foglie sono lineari, nastriformi, lunghe fino a 1 metro: crescono erette, emergendo dall’acqua e conferiscono alla pianta un portamento elegante.
Le foglie hanno un apice acuminato e margini affilati: attenzione perché sono taglienti e possono ferire. È una caratteristica sottolineata anche nel suo nome scientifico: Butomus deriva infatti dal greco antico ed è composto dai due termini bous (bue) e tomos (taglio), in riferimento alla capacità delle foglie affilate di ferire il bestiame.
È una pianta caducifoglia e il fogliame si sviluppa da aprile fino a ottobre. Inizialmente di colore verde, col passare del tempo le foglie cambiano tonalità, diventando porpora e poi verde scuro. In inverno entra in riposo vegetativo e la parte aerea si secca, mentre i rizomi rimangono attivi nel substrato, pronti a rinascere la primavera successiva.
In estate, da maggio ad agosto, gli steli fiorali spuntano sopra il fogliame portando grandi infiorescenze a ombrella, composte da 20/30 fiori stellati di colore rosa pallido con sfumature lilla. Nelle zone più fredde la fioritura compare nella tarda estate mentre nel sud appaiono già a fine maggio.
Dove coltivare il Giunco fiorito
Il Butomus umbellatus si sviluppa con temperature comprese tra i 15°C e i 30°C. Teme il caldo oltre i 35°C ma tollera il freddo fino a -15°C. L’acqua in cui è immerso il rizoma lo protegge dal freddo, ma un gelo prolungato in bacini poco profondi (meno di 10 cm) possono provocarne la morte.
Nei laghetti artificiali poco profondi è meglio estrarre i rizomi in autunno e conservarli in sabbia umida in locali freschi ma non gelidi (5/10 °C). Al centro e al sud Italia, invece, la pianta può svernare senza particolari cure, purché l’acqua non si prosciughi completamente.
Per fiorire abbondantemente richiede una posizione soleggiata. Ma nelle zone con estati molto calde, oltre i 35°C, è meglio optare per un luogo semi ombreggiato.






Come coltivare il Giunco fiorito
Il trapianto dei rizomi si effettua in primavera in contenitori sommersi o direttamente ai bordi del laghetto. Collochiamoli a circa 15/20 cm sotto il livello dell’acqua. Nelle zone particolarmente fredde posizioniamo il rizoma a 30/40 cm per difenderlo dal gelo.
Trattandosi di una pianta acquatica non richiede irrigazioni. Nelle zone più calde, un ricambio periodico dell’acqua riduce il rischio di surriscaldamento e di proliferazione di alghe, che potrebbero soffocare i rizomi.
Come potare il Giunco fiorito
Dopo la fioritura estiva gli steli sfioriti possono essere recisi alla base. In autunno le foglie tendono a ingiallire e possiamo tagliare a livello del suolo, per evitare accumuli di materiale in decomposizione nello specchio d’acqua.
Se coltiviamo i rizomi negli appositi vasi per piante acquatiche, ogni 3/4 anni estraiamoli per dividerli ed evitare una eccessiva densità. In seguito potremo ripiantarli per creare nuove piante.
Come difendere il Giunco fiorito
È una pianta robusta e poco soggetta all’attacco di parassiti, ma gli Afidi possono attaccare gli steli fiorali. Per prevenire il problema trattiamo la pianta periodicamente in primavera e in estate con Sapone molle. In presenza degli insetti usiamo un insetticida pronto all’uso per piante ornamentali (PFNPO).
Nelle acque stagnanti e troppo caldo le foglie possono ingiallire e collassare: si tratta di un marciume radicale. Evitiamo il problema migliorando la qualità dell’acqua, favorendo il ricambio idrico e utilizzare substrati drenanti.
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