Curare i Pomodori in modo biologico è possibile a patto di adottare le giuste pratiche agronomiche e le soluzioni utili per prevenire gran parte dei problemi che potremmo incontrare.

Le piante di Pomodoro (Solanum lycopersicum) sono una presenza fissa dei nostri orti e sono molto amate dagli italiani: purtroppo però piacciono anche a molti insetti parassiti, come gli Afidi e la Tuta absoluta. Inoltre ci sono delle condizioni ambientali, per esempio piogge troppo abbondanti, che possono stimolare dei problemi, come le malattie fungine come la Peronospora o l’Oidio. Infine alcuni errori li possiamo commettere anche noi: un’irrigazione esagerata può stimolare lo sviluppo di spore fungine, così come una concimazione mal calibrata può far diventare nero il fondo dei frutti.

La difesa biologica si basa sull’adozione di pratiche agronomiche corrette e sull’utilizzo di soluzioni naturali per prevenire e combattere parassiti e malattie; riducendo o eliminando in questo modo l’uso di pesticidi chimici.

Nel caso del Pomodoro, l’approccio biologico non solo preserva la biodiversità del suolo e degli insetti, ma contribuisce anche a produrre frutti più sani.

Come curare i Pomodori: i parassiti

Sono molti i parassiti che possono attaccare le piante di Pomodori, alcuni sono addirittura specializzati contro questa coltura.

Acari (ragnetti rossi), Aleurodidi (mosche bianche), Afidi (pidocchi delle piante) e Tripidi sono parassiti di piccole dimensioni dotate di un apparato boccale pungente/succhiante. In questo modo forano i tessuti verdi e aspirano la linfa vegetale.

Per prevenire la presenza di questo tipo di parassiti effettuiamo trattamenti preventivi con soluzioni a base di Neem. Sia da inserire nel terreno, sia da spruzzare sulle foglie prima della fioritura. Il principio attivo del Neem, l’azadiractina, è fagorepellente e rende sgradevoli le foglie per i parassiti.

Un’altra tecnica biologica prevede il posizioniamo vicino alle piante di trappole adesive. È utile sia per catturare gli insetti adulti, sia per monitorarne la loro presenza. Sono alleati sempre presenti nell’orto che hanno il compito di segnalarci la presenza dei parassiti alla loro prima comparsa. Permettendoci di intervenire subito, prima dello sviluppo di un’infestazione.

In presenza degli insetti possiamo utilizzare con successo il Sapone Molle di Potassio o i Sali potassici di acidi grassi: sono insetticidi naturali e svolgono la loro azione a contatto con il parassita. I Sali potassici di acidi grassi penetrano nella cuticola degli insetti e ne causano l’essiccazione, con la conseguente dissoluzione delle membrane cellulari.

Uno dei nemici più temibili è la Tuta absoluta, nota come Tignola del Pomodoro. In questo caso si tratta di una falena, pericolosa solo allo stadio larvale. Deposita le uova sulle foglie e le larve che ne fuoriescono sono molto voraci e scavano gallerie nelle foglie, nei fusti e nei frutti. Oltre alle soluzioni a base di Neem, contro queste larve possiamo utilizzare prodotti a base di Bacillus thuringiensis: un batterio di origine naturale che si trova facilmente anche nel terreno. Assolutamente innocuo per l’uomo e gli altri animali ma nemico delle larve di farfalla. Una volta ingerito dalla larva, il Bacillus produce spore e cristalli nell’intestino alcalino dei lepidotteri, che provocano la morte dell’insetto.

Neem e Bacillus sono utili anche contro la Dorifora (Leptinotarsa decemlineata), un insetto parassita che predilige le Solanacee, come Patate, Peperoni e ovviamente Pomodori. Sverna nel sottosuolo in inverno e fuoriesce in tarda primavera con l’innalzarsi delle temperature per compiere lunghi voli in cerca delle piante ospiti, su cui deporrà migliaia di uova. Le larve che fuoriescono sono voraci e possono defogliare una pianta in pochi giorni.

Le malattie fungine

La Peronospora è una delle malattie fungine più temute. Si manifesta con macchie scure sulle foglie e marciume sui frutti. È favorita da piogge frequenti, irrigazioni errate e scarsa areazione e distanza tra le piante.

Anche l’Oidio (mal bianco) è una malattia tipica dei Pomodori. Si presenta come una patina biancastra sulle foglie, che limita la fotosintesi e indebolisce la pianta.

Come possiamo difenderci da questi problemi? Iniziamo dalle buone pratiche colturali! Quando seminiamo e trapiantiamo le piantine di Pomodoro nell’orto, manteniamo le giuste distanze: piante troppo vicine riducono l’aerazione nel fogliame, con il conseguente aumento del tasso di umidità superficiale.

In primavera, il periodo più esposto per le malattie fungine, evitiamo di bagnare il fogliame quando irrighiamo: le gocce persistenti sulla superficie fogliare possono diventare un focolaio di spore.

In presenza di troppe piogge primaverili e di ristagni idrici possiamo effettuare trattamenti preventivi con farine di roccia. La Zeolite è un minerale simile a quello usato per le lettiere dei gatti e ha la capacità di assorbire rapidamente l’umidità presente nell’ambiente. Nell’orto si usa una polvere micronizzata da diluire in acqua e nebulizzare sulle foglie. Oltre ad “asciugare” le foglie svolge un’azione cicatrizzante: le micro ferite delle piante sono una delle vie principali di penetrazione dei funghi. Ci sono anche versioni molto avanzare di questo prodotto, che uniscono il Rame alla Zeolite per aumentare l’efficacia antifungina.

Un’altra soluzione simile è lIdrogeno Carbonato di Sodio, una polvere cristallina bianca che crea sulla pianta un habitat sfavorevole alla proliferazione delle spore e la protegge dall’attacco di Oidio e Ticchiolattura. È utile anche in presenza delle spore: innalza il pH e agisce per contatto, facendo collassare le pareti delle cellule fungine e disidratando le spore.

In presenza di un malattia fungina possiamo utilizzare anche l’Estratto di Equiseto: è ricco di Silice, una sostanza che aggredisce le cellule delle spore.

Le buone pratiche agronomiche

Veniamo infine ad alcuni consigli di coltivazione che ci aiutano a tenere lontani parassiti e malattie dalle nostre piante di Pomodoro. Alcuni, come mantenere le giuste distanze e non irrigare le foglie, li abbiamo già visti!

Anzitutto prevediamo la rotazione delle colture nell’orto: cioè non coltiviamo gli ortaggi sempre nello stesso posto. Come abbiamo visto, i parassiti amanti delle Solanacee, come la Dorifora o la Tuta absoluta, si nascondono o depositano le uova nel terreno in inverno, sperando di trovare le stesse piante l’anno successivo: se ruotiamo le colture, non troveranno delle Solanacee e ne limiteremo lo sviluppo.

Prima della semina o del trapianto, preoccupiamoci di posizionare le nostre piante di Pomodori vicino a piante “amiche” e utili nella difesa biologica. Si chiama consociazione delle colture e suggerisce la vicinanza con Basilico, Tagete o Aglio perché i loro odori tengono lontani molti parassiti tipici dei Pomodori.

Talvolta le malattie fungine sono stimolate da nostri eccessi nell’irrigazione. Troppa acqua causa l’ingiallimento fogliare, radici asfittiche, piante poco rigogliose e, se associata alle temperature miti primaverili, è l’habitat ideale per lo sviluppo delle spore.

Evitiamo quindi di bagnare le foglie durante l’irrigazione e se possibile adottiamo un sistema di irrigazione a goccia. In primavera è meglio irrigare nelle prime ore del mattino, per dare modo all’acqua in eccesso di evaporare durante il giorno.

Per assicurare la giusta umidità nel terreno possiamo sfruttare la tecnica della pacciamatura. Nell’orto sono molto utili i teli in plastica o in materiali naturali. Limiteranno l’evaporazione dell’acqua e impediranno lo sviluppo delle piante indesiderate.

I marciumi apicali

Anche le carenze di irrigazione rappresentano un problema! Se ci dimentichiamo di irrigare, le piante cresceranno stentate e potrebbero patire di carenza di Calcio (Ca) provocando lo sviluppo di marciumi apicali: cioè le punte dei frutti dei Pomodori tendono a diventare scure. Le carenze di Calcio possono essere causate da due fattori: l’effettiva mancanza di questo nutriente nel terreno oppure un’irrigazione sbagliata e insufficiente. Se sottoposta a stress idrico e siccità, la pianta di Pomodoro tende a “rubare” l’acqua dai frutti, interrompendo il traporto di Calcio fino agli apici.

A partire da maggio, per arricchire il terreno di Calcio ed avere la garanzia che le piante di Pomodori ne abbiano a sufficienza, possiamo utilizzare un prodotto a base di Calcio chelato liquido e quindi subito assimilabile dalle radici. Previene i marciumi apicali e le possibili alterazioni dello sviluppo, della fioritura o della fruttificazione, migliora la durezza degli steli e il vigore generale della pianta e influenza l’assimilazione di altri elementi nutritivi.