Curare il Mal bianco del Lauroceraso è facile: basta intervenire ai primissimi sintomi. L’Oidio, o Mal bianco, è una malattia fungina caratterizzata da macchie di muffa biancastra sui tessuti della pianta ospite. I germogli, gli steli e la pagina inferiore delle foglie si infettano, diventano brune e si seccano.
Il fungo sopravvive all’inverno attraverso le spore, che permangono sulla pianta manifestandosi in primavera, favorite dal caldo e dall’umidità.
Sul Laurocerasol’Oidio si manifesta dalla primavera fino all’autunno, in particolare nelle aree umide, poco ventilate e su terreni fertili.
CURARE IL MAL BIANCO DEL LAUROCERASO
Importante è mantenere il suolo ben drenato e potare i rami secchi, lasciando la pianta bene arieggiata.
Difficile da prevenire, questa malattia è molto comune e va trattata ai primi sintomi dalla comparsa. Si consiglia di intervenire irrorando la chioma della pianta con un fungicida specifico, ripetendo il trattamento 2-3 volte ogni 15-20 giorni.
Tosare il prato è importante e, come spesso succede, il successo dipende dalla qualità degli strumenti necessari. Dobbiamo anzitutto procurarci un tosaerba (a motore, elettrico, a scoppio, robot, ecc.), o un trattorino per prati di grandi dimensioni, e sono indispensabili anche forbici refilabordi o un trimmer.
Non solo la tosatura è fondamentale per avere un prato bello da vedere, ma è altrettanto importante per la salute del manto erboso. L’operazione di tosatura ne favorisce la crescita, permettendo di ottenere erba più spessa e più folta e un manto denso e uniforme. La frequenza del taglio varia a seconda delle caratteristiche dell’erba usata, mentre il tasso di crescita dell’erba è influenzato dal clima e dal ritmo delle concimazioni e irrigazioni. Inoltre bisogna tener presente quale sia l’utilizzo del prato: c’è una grande differenza tra un prato a uso sportivo e uno ornamentale, anche in termini di tosatura necessaria.
Eliminare le Tentredini dalle piante da frutto è importante poiché questo parassita può compromettere la salute delle piante e non solo la perdita del raccolto.
La Tentredine è un parassita simile a una vespa, che colpisce in Italia le piante da frutto, sia drupacee (Susino, Pesco) sia pomacee (Melo e Pero).
È pericoloso allo stadio larvale: le femmine adulte depongono le uova nei fiori e le larve si sviluppano a spese dei giovani frutti. Vive su foglie e frutti che divora, lasciando come segno distintivo un foro rotondo.
Lunghe alcuni millimetri e di colore marrone-verde, le larve rovinano il raccolto per tutta la stagione estiva, rendendo immangiabili i frutti e compromettendo la salute della pianta.
Quando una pianta si ammala, inoltre, anche le altre vengono contagiate facilmente, presentando frutti danneggiati e deformi, di piccole dimensioni.
ELIMINARE LE TENTREDINI DALLE PIANTE DA FRUTTO: COME FARE
Impossibili da prevenire, le femmine adulte depongono le uova nei fiori in primavera e le larve si presentano sulla pianta verso giugno.
Ai primi segni di infestazione si consiglia di intervenire tempestivamente appena termina la fioritura con un insetticida liquido sistemico, adatto per un utilizzo su piante frutto.
I ragni rossi e gialli sulla Vite sono un bel problema: detti anche acari tetranichidi, sono insetti polifagi che attaccano quasi tutte le specie fruttifere, in particolare le piante di Vite.
I sintomi più evidenti del loro attacco sono costituiti da clorosi e avvizzimento delle foglie; inoltre producono una tela biancastra che forma una massa farinosa come protezione delle uova, in genere sulla pagina inferiore delle foglie.
È un insetto molto prolifico: in inverno si possono trovare le uova deposte dalle femmine prima dello svernamento sui rami della pianta. I danni causati sulle pianti di Vite sono ingenti, perché a causa della ridotta capacità della pianta di effettuare la fotosintesi, le uve ne risentono in quantità e sapore.
COME ELIMINARE I RAGNI ROSSI E GIALLI SULLA VITE
In assenza di antagonisti biologici, questi insetti tendono a riprodursi anche 8 volte l’anno; per questo motivo ai primi sintomi di infestazione si consiglia di utilizzare un acaricida specifico per la Vite. Molto importante è irrorare bene la pagina inferiore delle foglie, dove gli acari si annidano, continuando le applicazioni fino a che la pianta non ritorna in salute. Quando si utilizzano fitofarmaci su piante destinate all’alimentazione, ricordate di verificare e rispettare i tempi di carenza indicati sull’etichetta del prodotto.
Posare un prato in rotolo è il modo più rapido per avere un prato! Non a caso il prato in rotoli si chiama anche “prato pronto effetto” proprio perché comprandolo non occorre aspettare che l’erba cresca. Il manto erboso è già adulto e si può inserire in giardino immediatamente, in qualunque periodo dell’anno fatta eccezione per il pieno inverno. Il prato in zolle si presenta uniforme e denso, senza infestanti.
POSARE UN PRATO IN ROTOLO: 2 CONSIDERAZIONI PRELIMINARI
Quando si sceglie un prato in zolle vanno considerati il clima del luogo di posa e l’uso che si vuole fare del prato, così da trovare il manto erboso ideale per ogni esigenza.
Prima di posarlo, occorre eliminare accuratamente le malerbe: successivamente si potrà distribuire concime e/o ammendante, per poi procedere alla fresatura, che raggiunga 10-15 cm di profondità. Non devono esserci pietre o sassi sul terreno di posa, quindi una rastrellatura è d’obbligo. Infine il terreno andrà livellato, spargendo in superficie un mix di sabbia e torba: passare il rullo per ottenere un risultato del tutto uniforme.
Le zolle arrotolate non durano più di 24-48 ore, quindi il tempo tra acquisto e posa deve essere ben calcolato. Per ottenere un prato a effetto immediato, basta srotolare la zolla nell’area corrispondente, eliminando le sacche d’aria facendo pressione sul terreno. La posa della seconda va fatta a fianco della prima, lasciando un leggero sfalsamento, così che alla fine non si vedano i “blocchi” di prato.
Una volta asciutto il terreno si ritira un po’, quindi posare le zolle il più vicino possibile garantisce un risultato migliore. Rullare e annaffiare abbondantemente nel primo periodo e dopo i primi mesi mantenere un prato perfetto.
Eliminare le Mosche in modo ecologico è possibile, grazie alle esche. La Mosca domestica è la più diffusa in Europa e in Italia, ma non è la sola: ci sono più di 4.000 specie diverse di Mosche che volano per tutto il globo. Possono essere grandi qualche millimetro o più di un centimetro, ma in comune hanno il ronzare fastidioso e la temerarietà: infatti sono insetti che da millenni vivono a stretto contatto con gli esseri umani.
Durante i mesi caldi, mangiare all’aperto o persino in casa può trasformarsi in una vera e propria battaglia, perché le mosche sono legate agli uomini da commensalismo: mangiano le nostre stesse cose e persino i nostri scarti. Insomma, c’è poco da sperare: una volta arrivate a casa nostra, non si allontaneranno da sole.
ELIMINARE LE MOSCHE: COME FUNZIONANO LE TRAPPOLE
Per risolvere il problema delle Mosche, il rimedio più biologico è senz’altro quello di usare delle esche. Si tratta di trappole che attirano le mosche all’interno, grazie all’odore di sostanze alimentari per loro irresistibili. Le esche non contengono sostanze tossiche, né disinfestanti o pesticidi, rispettando perciò il naturale equilibrio del giardino.
Solitamente, all’interno troviamo lieviti fermentati e bicarbonato, di cui questi insetti sono ghiotti: le Mosche sono attratte dall’esca ed entrano nella trappola attraverso delle speciali fessure “one way” (senso unico) che ne impediscono la fuoriuscita.
Le trappole riducono la popolazione di Mosche fino al 90% nel raggio di 30 mq. Per ampliare l’area di protezione, possiamo collocarle lungo il perimetro dell’area che desideriamo proteggere. Vanno appese a un’altezza di circa 1,5 metri da terra e l’esca rimane attiva per oltre un mese.
Eliminare la Minatrice serpentina in modo tempestivo dalle piante da frutto è importante perchè può pregiudicare il raccolto. La Minatrice serpentina (Phyllocnistis Citrella) è un microlepidottero, lungo pochi millimetri e dotato di ali argentate. Colpisce prevalentemente piante da frutto, ma anche Rose, Lauroceraso, Piracantha (Pyracantha) e Betulle, manifestandosi intorno a metà giugno.
Le farfalle in primavera depongono le uova sulla pianta ospite, pronte a schiudersi in estate e le larve si nutrono delle foglie, all’interno delle quali scavano sottili gallerie lunghe fino a 10 cm.
I danni causati dalle larve si manifestano con l’arrotolamento e il disseccamento fogliare, a conseguenza delle necrosi causate ai tessuti. Nel caso di piante da frutto, lo sviluppo si arresta causando raccolti scarsi e ingenti danni estetici.