Le malattie fungine in autunno rappresentano un problema tipico nei nostri giardini. L’autunno infatti è una stagione particolarmente insidiosa per le piante poiché ritroviamo tutti i fattori che stimolano lo sviluppo delle spore e delle malattie fungine. Le piogge frequenti, l’umidità persistente e le temperature più miti creano un ambiente ideale per lo sviluppo dei funghi patogeni, capaci di compromettere rapidamente la salute di ortaggi, alberi da frutto e piante ornamentali.
In autunno le spore fungine trovano le condizioni ideali per svilupparsi: il terreno resta umido per molte ore, le notti si allungano e la ventilazione naturale si riduce. Se aggiungiamo a ciò la presenza di residui vegetali non rimossi o un’eccessiva densità di piante, il microclima diventa perfetto per l’insediamento dei patogeni. Anche la primavera è un periodo critico, per la presenza di piogge e temperature miti, ma l’autunno è spesso il momento in cui i funghi iniziano a colonizzare le parti più deboli delle piante e svernano nel suolo per superare l’inverno.
Quella di potare in primavera è una delle pratiche fondamentali per la gestione di un giardino sano e produttivo. Non è solo per l’estetica: in alcune piante la potatura favorisce la crescita, stimola la fioritura o la fruttificazione ed è utile anche per prevenire l’insorgenza di malattie. Pensiamo per esempio alle potature di sfoltimento per migliorare l’aerazione nella chioma e prevenire le malattie fungine.
La potatura primaverile, rispetto a quella autunnale, offre diversi vantaggi. Le temperature più miti e l’attività linfatica in ripresa consentono alle piante di reagire prontamente ai tagli, cicatrizzando meglio le ferite e riducendo il rischio di infezioni fungine o batteriche. È anche più facile distinguere i rami danneggiati dall’inverno e secchi. Infine, in autunno le piante si preparano all’inverno e “richiamano” le sostanze linfatiche dai rami e dalle foglie, che infatti seccano a cadono. Se tagliamo i rami prima dell’inverno rischiamo di togliere riserve nutritive alla pianta e la obblighiamo a cicatrizzare una ferita nel momento in cui è più debole.
Il travaso delle piante è ciclicamente necessario per sostenere e accompagnare lo sviluppo delle piante d’appartamento.
Le piante coltivate in giardino trovano le sostanze nutritive e l’umidità nel suolo, spingendo in profondità le proprie radici, mentre per quelle allevate in vaso questo processo è limitato dai bordi del contenitore. Nelle piante con radici fascicolate, nel momento in cui giungono ai bordi tendono a ruotare avvolgendo il pane di terra.
Oltre alla sostituzione del vaso, il travaso ci consente di cambiare anche il substrato di coltivazione, ormai esausto, con un nuovo terriccio ricco di sostanze nutritive e con le idonee caratteristiche chimiche e fisiche.
I substrati di coltivazione, anche se ben concimati, con il passare degli anni tendono a perdere le loro caratteristiche fisiche, come la porosità, la capacità di rilasciare nutrienti alle radici, il pH, ecc. Perciò vanno completamente sostituiti periodicamente. Quando la pianta d’appartamento avrà raggiunto le dimensioni massime, potremo smettere di travasarla in un vaso più grande, ma dovremo comunque sostituire il terriccio superficiale ogni 2/3 anni.
L’atto di cambiare il vaso alle piante è detto rinvaso o travaso: il primo termine indica che si utilizza lo stesso contenitore, mentre nel secondo uno diverso e più grande. In ogni caso è un evento che può sconvolgere l’equilibro delle piante, in particolare le specie con radici particolarmente fragili: ma possiamo affrontarlo in sicurezza seguendo poche e semplici regole.
Quando si affronta il travaso delle piante d’appartamento
Il primo travaso si effettua quando acquistiamo la piantina, poiché i vasi di coltivazione utilizzati nei vivai sono ridotti ed è bene offrire alla pianta un contenitore delle dimensioni adatte per stimolarne la crescita. Attendiamo alcuni giorni dopo l’acquisto: permettiamo prima alla piantina di adattarsi alla nuova collocazione che abbiamo scelto per lei.
In seguito il travaso in un contenitore più grande si effettua ogni 2/3 anni e la frequenza dipende da molti fattori, come la grandezza del vaso di partenza e il tipo di pianta. Se il vaso è particolarmente piccolo, le radici della pianta possono riempirlo anche in una sola stagione e quindi va travasata ogni anno. Man mano che il vaso aumenterà di dimensioni potremo affrontare il travaso ogni 2/3 anni.
Le piante più giovani richiedono trapianti più frequenti con vasi sempre più grandi, mentre per le piante già adulte è sufficiente ogni 3/5 anni. I grandi esemplari non si rinvasano: è sufficiente rimuovere il terriccio superficiale e sostituirlo con un nuovo substrato.
Anche il tipo di pianta può incidere: alcune producono molte radici fascicolari, come Felci, Pothos e Filodendri e richiedono travasi frequenti, altre hanno una produzione limitata e hanno bisogno di meno rinvasi, come le succulente. Le Orchidee richiedono un substratodi coltivazione molto particolare, composto da torba e corteccia, che va sostituito più spesso. Informiamoci sulle caratteristiche delle nostre piante per decidere quando procedere.
Ma spesso sono le piante stesse a segnalarci nella necessità del travaso: quando le radici fuoriescono dal terreno o dai fori di drenaggio sul fondo del vaso. Un altro segnale che ci deve spingere a effettuare il travaso è quando la parte aerea della pianta diviene sproporzionata rispetto al vaso e all’apparato radicale.
Il periodo migliore per effettuare il travaso è l’inizio della primavera o la fine dell’autunno, quando le piante decidue entrano in riposo vegetativo. Se spostiamo le piante d’appartamento sul terrazzo in estate, possiamo travasarle prima di riportarle in casa in autunno. Il travaso è possibile anche in altri periodi dell’anno, ma evitiamo di effettuarla nel pieno dell’attività vegetativa e quando fa troppo caldo in estate o particolarmente freddo in inverno.
Oltre al primo travaso dopo l’acquisto, c’è un altro caso in cui dobbiamo intervenire subito con un rinvaso, a prescindere dal periodo dell’anno: in presenza di malattie fungine o insetti parassiti che possono aver contaminato con spore e uova il terriccio. In questi casi, oltre a trattare le pianta per eliminare il problema, è bene provvedere a un rinvaso, per eliminare completamente il vecchio terriccio infettato e sostituirlo con un nuovo substrato.
Con l’arrivo dei primi freddi dobbiamo pensare alla manutenzione autunnale delle piante del terrazzo e del balcone. Le temperature iniziano a scendere, le giornate si accorciano e l’umidità aumenta: tutti fattori che influenzano il ciclo vitale delle piante, molte delle quali iniziano a prepararsi per il riposo vegetativo invernale. Con l’arrivo del mese di ottobre dobbiamo perciò prevedere una serie di buone pratiche agronomiche per proteggere le nostre piante dal gelo e per metterle in condizioni di ripartire con forza nella prossima primavera.
La manutenzione autunnale delle piante del terrazzo: iniziamo dalla potatura
Dopo gli stress estivi e il grande caldo probabilmente molto piante avranno qualche ramo secco o malandato. In autunno limitiamoci a rimuovere i rami secchi, malati o troppo lunghi rispetto alla forma della pianta.
Sulle piante arbustive e rampicanti, come le Rose, il Gelsomino, i Glicini e i Caprifogli dovremo invece intervenire con una potatura di formazione, tagliando i rami che hanno fiorito durante l’estate. In questo modo stimoleremo la pianta a produrre i nuovi...
Scegliere i guanti per il giardinaggio in modo corretto è importante poiché sono tante le opportunità di utilizzo e i fattori da valutare.
Durante i lavori di giardinaggio, infatti, possiamo correre il rischio di tagliarci, di pungerci con le spine o di venire morsi mentre maneggiamo sterpaglie o erba secca. Oppure possiamo avere l’esigenza di proteggere le mani dai calli duranti i lavori più pesanti e continuativi.
In alcuni casi devono avere una funzione soprattutto protettiva, in altri ci devono accompagnare in lavori di precisione e devono garantire una certa sensibilità tattile. Se affrontiamo i trattamenti con prodotti chimici abbiamo bisogno di guanti impermeabili; per le attività di tutti i giorni meglio quelli traspiranti.
Come scegliere i guanti per il giardinaggio: le caratteristiche
In queste poche frasi sono già emerse alcune funzionalità importanti dei guanti da giardino e alcuni ambiti specifici in cui si rilevano un aiuto fondamentale. Proviamo a riassumere quali caratteristiche possono avere i guanti da giardino.
Anti-taglio e anti-graffio. Durante la potatura delle Rose, quando tagliamo la legna o quando maneggiamo le piante grasse spinose i guanti sono un compagno di lavoro affidabile per proteggerci dai tagli e i graffi accidentali. Anche quando maneggiamo gli sfalci d’erba e i residui delle potature è bene proteggere le mani da possibili ferite. Di solito questi guanti sono lunghi e proteggono anche l’avambraccio e sono realizzati in pelle o lattice.
Anti-morso. Tra le foglie secche che dobbiamo raccogliere potrebbe nascondersi un insetto o un piccolo animale che per difendersi potrebbe pungerci o morderci. Meglio affrontare questa attività con un paio di guanti robusti e anti-morso.
Perché non regale delle piante per la Festa della Mamma? Molte specie durano molti anni e saranno un ricordo destinato a durare nel tempo. Possiamo scegliere tra tante specie, anche per le mamme meno esperto e senza pollice verde! Ecco 10 idee adatte per la Festa della Mamma!
10 piante per la Festa della Mamma
Rose in miniatura
Iniziamo subito dalle Rose che sono il primo simbolo di amore e affetto. Anziché regalare il “classico” mazzo di fiori rossi possiamo però optare per una piccola piantina di Rose in miniatura. Raggiungono massimo 30/40 cm in altezza e sono state selezione per vivere in vaso. Un appassionato saprà farle fiorire e godere del profumo dei loro fiori.
Dicentra spectabilis
Un’altra pianta tipicamente legata alla Festa della Mamma è la Dicentra spectabilis: fiorisce proprio in maggio e i suoi fiori sono a forma di cuore rosso. È una rampicante perenne e possiamo coltivarla in vaso sul terrazzo.
Anthurium
Nell’antica mitologia greca i fiori dell’Anthurium rappresentavano un cuore trafitto dalla freccia di Cupido. Il primo veniva visto nella grande spata rossa a forma di cuore mentre la “freccia” è lo spadice giallo. È una pianta facile da coltivare e adatta anche ai non appassionati: cresce bene anche in mezz’ombra.
I fertilizzanti a cessione programmata sono l’ultimo ritrovato della ricerca per venire incontro alle esigenze degli appassionati. Quante volte ci siamo dimenticati di concimare le piante del giardino o quelle in vaso? Con i concimi liquidi, da diluire nell’acqua per l’irrigazione ogni 15 giorni, può capitare. E quante volte ci è capitato di bruciarele radici per aver esagerato? Per non parlare di chi ama circondarsi di piante ma ha pochissimo tempo da dedicargli.
La “rivoluzione” apportata dai fertilizzanti a cessione programmata consiste nel fatto che è sufficiente una sola applicazione all’anno!
I fertilizzanti a cessione programmata: basta 1 volta all’anno!
I fertilizzanti a cessione programmata sono costituiti da granuli avvolti da una speciale membrana semipermeabile in resina, totalmente naturale ed estratta da oli vegetali.
I granuli contengono tutte le sostanze nutritive: naturalmente Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K) ma anche una serie di microelementi essenziali alla crescita ottimale delle piante in vaso e non. Come Ferro (Fe), Manganese (Mn), Rame (Cu) e Zinco (Zn).
L’umidità del terreno, che penetra nei pori della membrana in resina, rende solubili i nutrienti contenuti all’interno. Cioè li scioglie, in modo siano subito assimilabili dalle radici.
Con l’aumentare della temperatura e quindi con la ripresa vegetativa delle piante la membrana si apre e libera le sostanze nutritive nel terreno. In questo modo, sfruttando l’azione sinergica dell’umidità e della temperatura, rilasciano le sostanze nutritive nel giusto dosaggio, in modo graduale e nel momento giusto.
Come e quando si usano
Anzitutto vi suggeriamo ove possibile di scegliere un fertilizzante specifico per il tipo di pianta. In modo abbia un titolo, cioè un rapporto tra Azoto (N), Fosforo (P), Potassio (K), ottimale. Per esempio i concimi a cessione programmata per Rose e arbusti da fiore hanno un titolo NPK 22-7-14 mentre quelli per Agrumiha un NPK 20-7-16.
I fertilizzanti a cessione programmata si possono usare...
Ti piacciono le fioriture di colore rosa? Secondo la cromoterapia stimolano sentimenti di fiducia e ottimismo. Non c’è bisogno della scienza per capire che il colore influenza in modo determinante i nostri atteggiamenti e i nostri pensieri, anche quelli più profondi nascosti del nostro inconscio. Esiste però una disciplina, la cromoterapia, che studia i colori a scopi terapeutici, perché ognuno di essi esercita un effetto sulla psiche umana e sugli stati d’animo.
Le onde elettromagnetiche emesse da ogni colore influiscono infatti sul metabolismo e sul sistema nervoso e immunitario. Attraverso la vista raggiungono il cervello con conseguenze su tutto il nostro organismo. Già da diversi anni sono in corso sperimentazioni e ricerche sull’uso del colore in ambienti terapeutici, come gli ospedali.
La scelta dei colori delle fioriture delle piante che coltiviamo del giardino e sul terrazzo, può quindi ispirarsi a queste teorie per stimolare in noi e nei nostri cari sensazioni positive.
Il colore rosa, tradizionalmente associato Lo associamo al lato femminile che non è necessariamente proprio della donna, è invece legato all’idea della protezione, dell’accoglienza e della sensibilità verso le emozioni, doti che non conoscono confine fra uomo e donna.
FIORITURE DI COLORE ROSA: QUALI PIANTE SCEGLIERE
Se decidiamo di puntare sul rosa, per stimolare un senso di sicurezza, di ottimismo e di fiducia verso il futuro, possiamo puntare su molte varietà di piante.
Molto suggestiva è la Dicentraspectabiliscon i suoi fiori rosa a forma di cuore. Si tratta di un bulbo da fiore che fiorisce da maggio a giugno.
In vista dell’arrivo del freddo è importante occuparci della cura delle Rose in autunno. Questa stagione si rivela infatti fondamentale per molte ragioni nella corretta cura dei rosai. Trapianti, potature, concimazione e lotta alle malattie fungine iniziano proprio in autunno.
Come potare le Rose in autunno
Il periodo ideale per la potatura delle Rose è l’autunno, insieme alla fine dell’inverno quando la pianta è ancora in riposo vegetativo.
La potatura autunnale ha l’obiettivo di dare forma alle piante cespugliose e lasciare maggior spazio ai nuovi rami che porteranno i fiori. Asporteremo quindi i rami secchi, morti o danneggiati e tutte le parti malate della pianta. Molto importante, è l’operazione di sfoltimento della parte centrale della pianta, per portare aria e luce anche alle foglie interne ed eliminare i rami in eccesso che rovinano la forma della Rosa.
Nel caso delle Rose rampicanti e sarmentose, l’autunno è il periodo giusto per potare i rami troppo lunghi e per legare quelli più recenti.
Il taglio deve essere netto, appena sopra un germoglio, con un’inclinatura di 45°.
Solitamente le Rose fioriscono sui rami nuovi, quindi è importante non recidere le gemme che daranno vita ai nuovi getti.
I fiori appassiti vanno tagliati per incoraggiare la formazione di nuovi boccioli. Si lasciano sulla pianta solo nel caso delle Rose che producono bacche in autunno.
Il trapianto delle Rose in autunno
L’autunno è anche il momento migliore per trapiantare le Rose e altre piante legnose. L’autunno infatti, con l’arrivo dei venti freddi, delle prime piogge e l’accorciamento delle giornate, dà il via al periodo di riposo vegetativo per molti...