Il travaso delle piante è ciclicamente necessario per sostenere e accompagnare lo sviluppo delle piante d’appartamento.

Le piante coltivate in giardino trovano le sostanze nutritive e l’umidità nel suolo, spingendo in profondità le proprie radici, mentre per quelle allevate in vaso questo processo è limitato dai bordi del contenitore. Nelle piante con radici fascicolate, nel momento in cui giungono ai bordi tendono a ruotare avvolgendo il pane di terra.

Oltre alla sostituzione del vaso, il travaso ci consente di cambiare anche il substrato di coltivazione, ormai esausto, con un nuovo terriccio ricco di sostanze nutritive e con le idonee caratteristiche chimiche e fisiche.

I substrati di coltivazione, anche se ben concimati, con il passare degli anni tendono a perdere le loro caratteristiche fisiche, come la porosità, la capacità di rilasciare nutrienti alle radici, il pH, ecc. Perciò vanno completamente sostituiti periodicamente. Quando la pianta d’appartamento avrà raggiunto le dimensioni massime, potremo smettere di travasarla in un vaso più grande, ma dovremo comunque sostituire il terriccio superficiale ogni 2/3 anni.

L’atto di cambiare il vaso alle piante è detto rinvaso o travaso: il primo termine indica che si utilizza lo stesso contenitore, mentre nel secondo uno diverso e più grande. In ogni caso è un evento che può sconvolgere l’equilibro delle piante, in particolare le specie con radici particolarmente fragili: ma possiamo affrontarlo in sicurezza seguendo poche e semplici regole.

Quando si affronta il travaso delle piante d’appartamento

Il primo travaso si effettua quando acquistiamo la piantina, poiché i vasi di coltivazione utilizzati nei vivai sono ridotti ed è bene offrire alla pianta un contenitore delle dimensioni adatte per stimolarne la crescita. Attendiamo alcuni giorni dopo l’acquisto: permettiamo prima alla piantina di adattarsi alla nuova collocazione che abbiamo scelto per lei.

In seguito il travaso in un contenitore più grande si effettua ogni 2/3 anni e la frequenza dipende da molti fattori, come la grandezza del vaso di partenza e il tipo di pianta. Se il vaso è particolarmente piccolo, le radici della pianta possono riempirlo anche in una sola stagione e quindi va travasata ogni anno. Man mano che il vaso aumenterà di dimensioni potremo affrontare il travaso ogni 2/3 anni.

Le piante più giovani richiedono trapianti più frequenti con vasi sempre più grandi, mentre per le piante già adulte è sufficiente ogni 3/5 anni. I grandi esemplari non si rinvasano: è sufficiente rimuovere il terriccio superficiale e sostituirlo con un nuovo substrato.

Anche il tipo di pianta può incidere: alcune producono molte radici fascicolari, come Felci, Pothos e Filodendri e richiedono travasi frequenti, altre hanno una produzione limitata e hanno bisogno di meno rinvasi, come le succulente. Le Orchidee richiedono un substrato di coltivazione molto particolare, composto da torba e corteccia, che va sostituito più spesso. Informiamoci sulle caratteristiche delle nostre piante per decidere quando procedere.

Ma spesso sono le piante stesse a segnalarci nella necessità del travaso: quando le radici fuoriescono dal terreno o dai fori di drenaggio sul fondo del vaso. Un altro segnale che ci deve spingere a effettuare il travaso è quando la parte aerea della pianta diviene sproporzionata rispetto al vaso e all’apparato radicale.

Il periodo migliore per effettuare il travaso è l’inizio della primavera o la fine dell’autunno, quando le piante decidue entrano in riposo vegetativo. Se spostiamo le piante d’appartamento sul terrazzo in estate, possiamo travasarle prima di riportarle in casa in autunno. Il travaso è possibile anche in altri periodi dell’anno, ma evitiamo di effettuarla nel pieno dell’attività vegetativa e quando fa troppo caldo in estate o particolarmente freddo in inverno.

Oltre al primo travaso dopo l’acquisto, c’è un altro caso in cui dobbiamo intervenire subito con un rinvaso, a prescindere dal periodo dell’anno: in presenza di malattie fungine o insetti parassiti che possono aver contaminato con spore e uova il terriccio. In questi casi, oltre a trattare le pianta per eliminare il problema, è bene provvedere a un rinvaso, per eliminare completamente il vecchio terriccio infettato e sostituirlo con un nuovo substrato.

Come scegliere il vaso giusto

Adottando un vaso più grande, daremo alle radici un adeguato spazio per crescere. Se abbiamo un vaso rotondo, il nuovo contenitore dovrà avere un diametro di 5/7 cm più grande. È sconsigliato passare subito a un vaso molto più grande, poiché alcune specie di piante tenderebbero a sviluppare molte radici a danno della parte aerea ornamentale. Suggeriamo quindi di procedere con piccoli ampiamenti ogni 2/3 anni: da un diametro di 16/18 cm possiamo passare a 24/25 cm, poi 30/33 cm, poi 40/45 cm e così via.

Usiamo sempre vasi con fori di drenaggio sul fondo, utili per far fuoriuscire l’acqua in eccesso.

Come affrontare il travaso

Anzitutto stendiamo sul fondo del vaso nuovo uno strato di materiale inerte, come ghiaia o argilla espansa. Lo strato sarà proporzionato all’altezza del vaso: per piccoli contenitori ne bastano 2-3 cm, per grandi vasi profondi possiamo arrivare a 10 cm. Serve per migliorare il drenaggio dell’acqua in eccesso ed evitare che le radici rimangano inzuppate in presenza di acqua nel sottovaso. Sopra questo materiale stendiamo un primo strato di terriccio.

Per togliere la pianta dal vecchio vaso dovremo agire con delicatezza, per non danneggiare le radici, ma anche risolutezza. Se la pianta non esce facilmente, possiamo bagnare leggermente il terriccio vicino ai bordi del vaso. Tenendo salda la pianta alla base del fusto, incliniamo il vaso e diamo piccoli colpi al vaso per staccare la terra dalle pareti. Una volta estratta la pianta togliamo il terriccio in eccesso.

Posizioniamo la pianta dritta al centro del nuovo vaso e inseriamo il nuovo terriccio partendo dai bordi, aiutandoci con una paletta. Riempiamo di terriccio il contenitore fino a circa 3 cm dal bordo del vaso, per evitare che l’acqua fuoriesca dall’alto quando la annaffieremo. Al termine comprimiamo bene il terriccio per non lasciare vuoti d’aria. Il colletto, cioè il punto di intersezione con le radici, deve risultare a livello con il terreno.

Dopo il trapianto irrighiamo abbondantemente, impregnando a fondo la terra, con acqua a temperatura ambiente per stimolare il contatto delle radici con il terriccio. Trascorsa circa mezz’ora svuotiamo il sottovaso per eliminare l’acqua stagnante, che può provocare marciumi radicali.

In caso di piante spinose, come Cactus o Rose, usiamo dei guanti protettivi anti-spina.

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Come scegliere il terriccio

Possiamo utilizzare un terriccio specifico per il travaso oppure un substrato specifico per un particolare tipo di pianta. Come per esempio i terricci per piante fiorite, per agrumi oppure per ortaggi e piante aromatiche.

Attenzione alle piante acidofile, come Camelie, Azalee, Ortensie, Mimose, Magnolie o Gardenie, poiché richiedono un substrato con un pH acido.

Le piante grasse crescono bene in un substrato molto drenante e ricco di sabbia: evitiamo di coltivare le Cactacee e le succulente in terricci universali e preferiamo sempre un substrato specifico per piante grasse.

Le Orchidee e le piante epifite hanno radici aeree e vivono senza terra. Vengono coltivate in un particolare substrato di coltivazione, composto da torba e corteccia. Ha più il compito di dare stabilità alla pianta e non deve trattenere umidità, molto pericolosa per le foglie di queste piante.

Come concimare dopo il travaso

I terricci di buona qualità contengono i nutrimenti necessari per l’attecchimento delle piante e possiamo sospendere le concimazioni per circa 3-4 settimane. In seguito forniamo alle piante le sostanze nutritive con un fertilizzante liquido per piante da fiore, per piante verdi o per acidofile, da aggiungere all’acqua per l’irrigazione ogni 15 giorni durante il ciclo vegetativo e 1 volta al mese in inverno.

Se si rompe qualcosa

Se durante il travaso abbiamo accidentalmente spezzato un ramo o una radice, disinfettiamo il taglio con un mastice cicatrizzante in caso di rami grandi o con la Propoli per ferite più piccole.