Programmare le azioni di lotta alle Zanzare è importante poiché per limitare la loro diffusione dobbiamo sviluppare interventi sia preventivi sia di contenimento.
In Italia sono presenti molte specie di Zanzara ma quelle più diffuse sono:
Culex: detta anche zanzara comune, alcune sono vettore della febbre del Nilo, encefaliti e meningiti.
Anopheles: nota come Zanzara della Malaria, fortunatamente ora molto meno diffusa in Italia.
Aedes albopictus: nota come Zanzara Tigre.
LOTTA ALLE ZANZARE: COME SI COMPORTANO
Sono attirate dal respiro dell’uomo, dalla sudorazione e dal calore del corpo. Le femmine pungono per nutrirsi del sangue di cui necessitano per far maturare le uova e generare la prole. Gli effetti delle punture si limitano in genere a una irritazione temporanea, ma quelle di alcune specie (come per esempio la Zanzara Tigre che può pungere anche attraverso i vestiti) arrivano a provocare anche gravi irritazioni e ponfi che tardano a scomparire.
MODALITA’ DI RIPRODUZIONE
Per tutte le specie sopra citate il ciclo riproduttivo passa per una fase acquatica della durata, in condizioni ottimali, di 6-7 giorni nel corso dei quali, passando attraverso 4 stadi larvali e 1 di pupa, l’uovo si trasforma in una zanzara adulta.
Per questo motivo le zone umide e le acque stagnanti costituiscono gli ambienti obbligati in cui le zanzare si riproducono.
L’adulto che si libera vive mediamente 3-4 settimane nel corso delle quali può deporre sino a 300-400 uova. Si capisce bene quindi come con l’avvicendamento delle nuove generazioni, nel solo arco della stagione estiva e in assenza di predatori naturali o di efficaci contromisure, il numero potenziale dei nuovi nati giunga facilmente a qualche...
Se state cercando un rampicante che cresce molto velocemente potete coltivare la Cobea. È una pianta erbacea perenne rampicante originaria dell’America tropicale, che comprende una ventina di specie anche se quella più facile da trovare per i nostri giardini è la Cobea scandens.
Ricopre in poche settimane grigliati, pergole e altri sostegni e può essere coltivata sia in giardino sia sul terrazzo in grandi vasi (almeno 30 cm). Purtroppo non sopporta il gelo e sotto i 5°C la pianta va in sofferenza. Nei climi miti può essere facilmente coltivata: al massimo perde le foglie in inverno per poi rimetterle in primavera. Mentre nelle regioni del nord più fredde viene coltivata come pianta annuale, anche se è perenne, approfittando della sua velocità di crescita. In questi casi può essere coltivata insieme ad altri rampicanti sempreverdi resistenti, come l’Edera, il Rincospermoo il Gelsomino, in modo da avere una copertura per tutto l’anno e con variopinte fioriture in estate.
La Cobea ha foglie di colore verde chiaro e si arrampica da sola, grazie a viticci simili a quelli dei Piselli. Da giugno fino all’autunno inoltrato produce in abbondanza fiori campanulati di grandi dimensioni (5 cm di diametro), di colore verde con sfumature viola e rosa e con stami ben visibili.
È semplice coltivare il Melograno e questa pianta può essere perfettamente inserita nel concetto di “frutteto facile”.
Il Melograno (Punica granatum) è un arbusto deciduo appartenente alla famiglia delle Punicacee. L’origine del nome “Punica” secondo gli antichi Romani deriva dalla città punica, Cartagine, da cui queste piante vennero portate a Roma, ne sono testimonianza le raffigurazioni nei mosaici romani e bizantini (Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna), mentre altri sostengono che il nome sia attribuibile al colore “puniceo” cioè rosso, dei fiori e dei frutti, mentre il nome “granatum” deriva dalla moltitudine dei grani del frutto.
Questa pianta è sempre stata apprezzata dai tempi antichi a oggi per la sua bellezza, la bontà dei frutti che, se lasciati essiccare, vengono usati anch’essi a scopo ornamentale, e le proprietà medicinali conosciute fin dall’antichità. Dal punto di vista paesaggistico è coltivata sia negli ambienti rurali, dove la troviamo per lo più in forma libera a cespuglio, sia nei giardini d'élite, dove la si può ammirare ad alberello usata come pianta esemplare o punto focale di tutto il giardino, forse perché trasmette il fascino della salubrità.
COLTIVARE IL MELOGRANO: CARATTERISTICHE E VARIETÀ COLTIVATE
A seconda della varietà, l’altezza del Melograno varia dai 50 cm per le varietà nane (molto adatte per i bonsai) fino a 5 metri per le varietà da frutto.
La pianta ha i rami spinosi, le foglie medio-piccole opposte e oblunghe di colore verde lucido.
Se nelle sere d’estate ospitiamo spesso amici sul terrazzo, possiamo coltivare la Bella di Notte (Mirabilis jalapa) per stupirli con le sue fantastiche e profumate fioriture notturne. La Mirabilis jalapa è infatti una pianta erbacea proveniente dal Perù (nel suo nome contiene la città di Jalapa, capitale dello stato di Veracruz) che sfrutta le farfalle notturne per l’impollinazione e quindi apre i suoi fiori al tramonto per poi richiederli all’alba.
La Bella di Notte cresce fino a 80 cm e genera da giugno a ottobre una fioritura abbondante e continua con fiori imbutiformi e corolle di tanti colori: bianco, giallo, rosa, rosso. Oltre a essere belli e fiori sono anche molto profumati.
La Bella di Notte può essere coltivata in giardino, per creare piccole siepi o bordure, oppure in grandi vasi rettangolari sul terrazzo. Teme il freddo: la parte aerea morirà ai primi geli, ma rimarrà viva la radice nella terra e tornerà a rifiorire nella primavera successiva. Nelle zone montane con freddi intensi è meglio togliere il tubero dal terreno e proteggerlo dal gelo in un luogo ripararlo, per poi ripiantarlo nell’aprile successivo.
Normalmente dobbiamo usare un disabituante quando abbiamo un problema di convivenza con alcuni animali. Può essere semplicemente un gattino che si fa le unghie sul divano più costoso, ma ci possono essere situazioni anche più pericolose come quelle derivanti dalla convivenza con vipere o piccioni.
Oltre ai sistemi meccanici, come reti o barriere anti piccione, possiamo ricorrere a disabituanti di origine naturale che sfruttano polimeri che emettono odori sgradevoli per gli animali che desideriamo allontanare, mentre non totalmente innocui per bambini, piante e altri animali domestici.
COME USARE UN DISABITUANTE PER PICCIONI
Piccioni e colombi possono creare problemi sia all’integrità delle case sia a quelle delle persone. I residui di guano hanno un forte potere corrosivo e con il tempo minano la permeabilità di cornicio e terrazzi. Senza contare che il guano di piccione potrebbe essere un veicolo per malattie più gravi per gli esseri umani.
Per allontanare i piccioni di un balcone possiamo ricorrere a soluzioni meccaniche (barriere fisiche, dissuasori acustici, spaventapasseri) oppure ai disabituanti...
PROROGA AL 2/11/2021 DELLE MISURE TRANSITORIE PER LA COMMERCIALIZZAZIONE E L’IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI DESTINATI AGLI UTILIZZATORI NON PROFESSIONALI
Gentile consumatore, la scadenza che vedi sulle confezioni dei prodotti destinati alla difesa delle piante da balcone, giardino e orto non ha niente a che vedere con l’efficacia del prodotto ma è riferita ad una normativa denominata USO NON PROFESSIONALE che stabiliva la possibilità di vendere questa tipologia di prodotti fino al 2 maggio 2020.
Questo termine è stato posticipato dal Ministero della Salute fino al 2 novembre 2021 (vedi sotto il dettaglio del Decreto Legge).
In alcuni casi troverai indicata sulle etichette una scadenza diversa dal 2 maggio 2020, anche in questo caso, se il prodotto è ancora sugli scaffali, significa che ha avuto una proroga di un ulteriore anno dalla data indicata in etichetta.
Il Ministero non ha previsto la modifica delle etichette ma ai fini di una informazione esaustiva per i
consumatori ha inserito una apposita nota nella pagina di presentazione della banca dati dei
prodotti fitosanitari.
Usare i Lupini Macinati, così come il Sangue di Bue o il Corno Torrefatto, è utile per coltivare le piante in vaso o del giardino in modo biologico, dando la precedenza a prodotti di origine naturale – organica – sia per la difesa sia per la nutrizione.
Per nutrirsi le piante traggono gli alimenti dal suolo. Ma a poco a poco le risorse tendono a esaurirsi. L’apporto regolare di concime è perciò necessario per ricostituire la riserva nutritiva del terreno e far crescere forti le piante. Questo lo sanno anche i parassiti che preferiscono attaccare le piante più deboli e stentate.
Ogni specie ha esigenze nutritive diverse. È perciò importante che ciascuna coltura riceva il giusto nutrimento nel momento del reale bisogno.
USARE I LUPINI MACINATI CON GLI AGRUMI
Tra i concimi di origine naturale e consentiti in agricoltura biologica, possiamo per esempio...
Possiamo coltivare la Deutzia in giardino sia in gruppo sia come singolo esemplare. Appartiene alla famiglia delle Hydrangeaceae, come le Ortensie e ha un portamento arbustivo, con foglie lanceolate di colore grigio-verde che cadono in autunno. Dalla fine della primavera, verso maggio-giugno, sbocciano i piccoli fiori, a forma di stella, che crescono in grappoli e possono essere bianchi o rosa.
Coltivare la Cattleya non è difficile e basta seguire poche semplici regole e soprattutto trovare il luogo più adatto alla loro coltivazione.
COLTIVARE LA CATTLEYA: LUCE E TEMPERATURA
Rispetto alle altre Orchidee, la Cattleya ha la caratteristica di crescere bene anche senza molta luce solare. Mai con raggi di sole diretti, che potrebbero bruciare foglie e fiori.
Il luogo migliore è sul davanzale di una finestra esposta a nord, o protetta da una tenda leggera che lasci passare la luce.
Le Orchidee sono piante tropicali e la temperatura ottimale varia a seconda della specie. Quelle che coltiviamo in appartamento necessitano di caldo. La Cattleya tollera temperature massime di 30°C e minime di 13°C. Con temperature più elevate, va coltivata in mezz’ombra e con un’umidità ottimale.
La temperatura è molto importante anche per stimolare la rifioritura della pianta. In natura la Cattleya fiorisce quando le minime notturne scendono e c’è uno sbalzo termico rispetto alle massime diurne. Per esempio tra 15°C e 25°C. Per stimolare la rifioritura possiamo quindi posizionare sul terrazzo la pianta durante la notte, avendo cura di riportarla in casa alla mattina: facendo in modo che si verifichi uno sbalzo termico di 10°C. Ripetete questa operazione per alcuni giorni, finché non vedrete spuntare dalla base del fusto gli apici dei nuovi steli. Nel caso della Cattleya, verificate che le temperature minime notturne non siano inferiori a 13°C.