L’Amaryllis (sinonimo Hippeastrum) è una bulbosa dalle lunghe foglie a nastro. Dal bulbo si possono far sbocciare fiori enormi, larghi anche 15 cm, semplici o doppi, in vari colori, anche con petali striati. Ogni fusto porta tre o più fiori, che sbocciano in successione prolungando la bellezza della pianta.
Le siepi costituiscono uno degli elementi fondamentali di ogni giardino, sia per salvaguardarne la privacy sia per creare zone separate o effetti geometrici.
La potatura è un intervento necessario al corretto sviluppo, ma prima di procedere è bene documentarsi sulla specie da potare, per evitare tagli eccessivi o in periodi non opportuni.
Le conifere (come Tuja, Tasso e Leylandi) non vanno potate nel tardo autunno né a fine primavera: meglio aspettare aprile, quando non c’è più rischio di gelate tardive. Dopo la potatura occorre fornire generosamente acqua e concimare per ridurre il rischio che la siepe di conifere si spogli alla base.
Le siepi di arbusti decidui che fioriscono sul legno vecchio (come la Forsizia) si potano dopo la fioritura, quelle che fioriscono sul legno nuovo (come le Ortensie) a fine inverno.
POTARE LE SIEPI: ALCUNI CONSIGLI UTILI
I rami che escono dalla forma vanno tagliati da giovani: quando sono maturi, la loro eliminazione lascerebbe dei buchi.
Vanno recisi i rami deboli o malati. Su piante con foglia variegata si potano quelli che hanno con foglie interamente verdi.
La chioma va liberata al centro per far passare aria e luce.
Le siepi alte e compatte vanno tenute con sagoma trapezoidale per favorire lo scivolamento della neve.
Coltivare la Albizia è facile. La Albizzia julibrissin è un alberello molto grazioso, con chioma a ombrello, fogliame ornamentale e una curiosa fioritura: in estate, da giugno a fine agosto, compaiono i graziosi fiori con stami molto lunghi che li rendono simili a piumini rosa.
Le foglie sono composte, bipennate, delicate, verde luminoso. è utilizzata anche come alberatura stradale per la sua resistenza allo smog.
Sono resistenti e molto belle, ma sai scegliere le piante grasse? Una prima buona regola, sia che si tratti di piante importanti e costose o di minuscole piantine, è quella di acquistare solamente esemplari dotati di un cartellino, che riporti il nome della specie e della varietà. Due informazioni fondamentali per coltivare poi la pianta in modo corretto.
Conservate il cartellino di riconoscimento sulla pianta o fate una foto alla pianta con il suo cartellino in buona evidenza, per ricordarvene il nome.
COME SCEGLIERE LE PIANTE GRASSE: LE PICCOLE
Nelle piante di piccola dimensione, controllate che il pochissimo terriccio presente nei piccoli vasi non sia del tutto disidratato. La piantina deve essere ben sviluppata, con un fusto solido e senza segni di seccume o macchie scure.
Se le piantine sono in fiore, non dimenticate che la fioritura avrà vita breve: il trasferimento dalla serra a casa sarà facilmente fatale ai boccioli in formazione. Ricordate che, se ben trattate, rifioriranno l’anno successivo.
Nel caso di Portulache, Sedum e Mesembriantemi, acquistate piante con molti boccioli e trapiantatele al più presto: i vasetti piccoli hanno poco terriccio che si disidrata velocemente, causando sofferenza.
ATTENZIONE AI GRANDI ESEMPLARI
In considerazione del costo considerevole dei grandi esemplari, prima dell’acquisto assicuratevi di avere un ambiente idoneo per le esigenze della pianta.
Se la pianta è un regalo, meglio verificare che il destinatario sia disponibile a impegnarsi quel minimo che occorre per trovare una collocazione adatta, soprattutto quando si tratta di specie piuttosto rare o molto vecchie e quindi pregiate.
In alcuni casi i punti vendita effettuano un servizio di assistenza a domicilio che può garantire un efficace controllo periodico.
Coltivare il Lauroceraso (Prunus laurocerasus) è una buona soluzione per creare una siepe protettiva. Originario dell’Europa orientale e dell’Asia, è molto apprezzato per formare alte siepi sempreverdi, perché ha crescita vigorosa e belle foglie lucide e coriacee.
Facile e adattabile, rappresenta anche un ottimo sfondo per bordure fiorite e un eccellente schermo in terrazzi e cortili. In aprile regala fiori bianchi, seguiti da piccoli frutti neri.
L'Afide Lanigero è un piccolo insetto lungo pochi millimetri, presente prevalentemente su Pioppi, Peri e Meli. Riconoscibile per la sua colorazione rossastra e per la produzione di un'abbondante lanugine bianca di consistenza cerosa, si nasconde nel tronco e sui rami dell'albero ospite.
A causa delle sue punture, attraverso cui succhia la linfa della pianta, si sviluppano tumori e deformazioni che indeboliscono la pianta e la rendono bersaglio di altre fastidiose malattie.
L'Afide Lanigero si presenta in primavera colonizzando rami e foglie e causando forti deperimenti, fessurazioni e bollosità, fino a causare il disseccamento dei tessuti. Verso l'estate, l'infestazione si propaga a causa della massiccia riproduzione dell'Afide; inoltre gli esemplari dotati di ali volano sugli alberi vicini rendendo l'epidemia incontrollabile.
AFIDE LANIGERO: COME RISOLVERE L'INFESTAZIONE
Questi insetti rimangono sulla pianta fino a novembre, per poi svernare all'interno del tronco, in qualche anfratto riparato. Qualora il naturale controllo biologico non funzionasse ad arginare l'Afide, diventa...
La Clorosi è una fisiopatia causata dalla carenza di ferro, che può essere determinata dalla bassa disponibilità di ferro nel terreno o dall’impossibilità da parte delle radici di assorbirlo, perché il suolo è molto ricco di calcare.
Si manifesta prevalentemente su piante come Ortensie, Azalee, Rododendri, Camelie, Gardenie: acidofile che, in suoli calcarei, faticano ad assorbire questo metallo.
Anche altre piante possono essere colpite, per esempio le Rose, le piante da siepe (come il Lauroceraso) e le piante da frutto, soprattutto nei terreni molto argillosi, in quanto l’argilla tende a legare a sé le molecole di ferro.
Il sintomo è il colore sbiadito delle foglie, soprattutto nelle aree internervali: indica una ridotta attività fotosintetica e quindi una sofferenza dell’esemplare.
La Aucuba (Aucuba japonica), apprezzata per creare siepi e macchie sempreverdi, ha grandi foglie verdi oppure variegate ed è preziosa per i giardini urbani perché tollera lo smog metropolitano, il freddo e l’ombra. In inverno produce bacche rosse, ma è necessario piantare vicini esemplari maschili e femminili.
I fiori sono piccoli e insignificanti, in giugno, a cui seguono le brillanti bacche rosse in autunno, ma solo sugli esemplari femminili; le bacche durano molto a lungo sulla pianta.
Il giardino in montagna ha il problema di avere una stagione estiva molto breve seguita da lunghi mesi freddi, che rendono impossibile la coltivazione di piante delicate. Il gelo e i venti freddi circoscrivono infatti la scelta delle piante ad alcune specie particolarmente resistenti.
In un giardino di montagna è opportuno pensare a un allestimento rispettoso delle essenze locali, adattate ai rigori del clima: Rododendri striscianti (Rhododendron hirsutum), Salici (Salix retusa, Salix reticulata), conifere di origine alpina e arbusti da frutto come Mirtilli e Ribes.
Hamamelis e Calicanto sono arbusti sicuramente consigliabili perché donano fiori profumati a primavera, mentre Betulle, Noccioli e Maggiociondoli aggiungono la bellezza dei colori autunnali.
GIARDINO IN MONTAGNA: PIANTE ANCHE PER LE ZONE PIU’ GELIDE
Nelle zone più gelide, consigliamo di provare il Laburnum Alpinum Pyramidalis (stretto ed elegante, adatto anche per terreni calcarei) e il Deutzia scabra (resiste bene al gelo, purché al riparo dal vento).
Tra gli arbusti facili da coltivare in montagna, ricordiamo: Cornus mas (fiori gialli e bacche rosse), Berberis hookeri (sempreverde con fiori gialli e bacche nere), Sambucus racemosa “Plumosa Aurea” (dalle foglie dorate), il Lillà (Syringa vulgaris), la Pyracantha coccinea “Lalandei” (con bacche arancio) e Ilex (o Agrifoglio) in terreni asciutti e fertili.