La presenza delle Dorifore in un orto deve allarmarci poiché si tratta di uno dei più distruttivi coleotteri fitofagi per gli orti domestici. La Dorifora (Leptinotarsa decemlineata) colpisce soprattutto le Patate e le Solanaceae e sia le larve sia gli adulti si nutrono voracemente delle foglie, provocando gravi defogliazioni che possono compromettere il ciclo vegetativo e produttivo delle piante colpite, riducendo significativamente i raccolti e, nei casi più gravi, portando alla morte delle piante.

È presente in tutta Italia, in particolare nelle regioni centro-settentrionali grazie al clima estivo più mite, e dimostra una buona resistenza agli insetticidi convenzionali.

La Leptinotarsa decemlineata predilige le specie appartenenti alla famiglia delle Solanaceae. In particolare le Patate (Solanum tuberosum), le Melanzane (Solanum melongena) e, in misura minore, i Pomodori (Solanum lycopersicum). Può attaccare anche specie ornamentali della stessa famiglia, come il Falso Gelsomino (Solanum jasminoides), l’Alchechengi (Physalis alkekengi) e la Nicotiana alata.

I problemi da affrontare nella lotta alla Dorifora sono numerosi:

  • l’elevata capacità riproduttiva, con più generazioni all’anno e centinaia di uova per femmina, permette un rapido incremento delle popolazioni;
  • gli adulti volano e possono farlo per chilometri, ampliando quindi le zone danneggiate e coinvolte;
  • una certa tendenza a sviluppare resistenza agli insetticidi;
  • la difficoltà di trovare le uova, nascoste nelle pagina inferiore delle foglie.

Dorifore in un orto: il ciclo vitale

La Dorifora si sviluppa in un clima mite, con temperature comprese tra 17°C e 32°C. Con l’aumento delle temperature rallenta il suo sviluppo e sono poche le larve che sopravvivono oltre i 38°C. Al contrario non teme il freddo e gli adulti possono svernare fino a -5°C. Temperature stabilmente oltre i -10°C sono invece mortali.

Quando l’autunno giunge verso il suo termine, gli adulti di Dorifora cercano riparo dal gelo nascondendosi in profondità nel terreno. Lì passano l’inverno per tornare attivi in primavera, quando le temperature superano i 15°C. Si nutrono delle giovani foglie delle Solanacee e si riproducono: le femmine possono deporre sulla pagina inferiore delle foglie fino a 800 uova, di colore arancione vivo. Dopo 5/15 giorni, a seconda della temperatura, fuoriescono le larve, che attraversano quattro stadi di sviluppo nutrendosi delle foglie. Quando la larva è pronta per la trasformazione, si interra e dopo circa 10 giorni ne fuoriesce un insetto adulto. Con condizioni climatiche favorevoli possono sviluppare fino a quattro generazioni in un anno.

Come prevenire l’arrivo delle Dorifore in un orto

La prevenzione è fondamentale poiché esistono alcune semplici pratiche agronomiche molto utili per contenere lo sviluppo di questi parassiti. In particolare se abbiamo già avuto un attacco in precedenza.

Alla fine dell’autunno, lavoriamo il suolo in profondità per portare alla luce gli eventuali insetti adulti, nascosti nel terreno per svernare.

La rotazione colturale si rivela molto utile anche in questo caso: evitiamo di coltivare le Solanacee nello stesso posto, specialmente se abbiamo avuto attacchi di Dorifora nella primavera precedente. In questo modo gli eventuali insetti svernanti nel terreno non troveranno più le loro piante favorite.

L’uso di pacciamatura con materiali riflettenti disorienta il volo degli insetti adulti di Dorifora. Le trappole cromotropiche invece li attirano e ci permettono di raggiungere due obiettivi: monitorare la presenza di questi parassiti alle prime avvisaglie e catturare una parte degli insetti adulti voltanti.

Sempre a livello preventivo, è utile addizionare nel terreno un’ampia dose di polvere di Neem: la formulazione in polvere permette un rilascio più veloce, rispetto alle formulazioni in pellet, delle sostanze attive a della componente azotata. I prodotti a base di Neem contengono Azariractina, un principio attivo che aiuta a tenere lontani gli insetti che infestano il terreno, agendo come dissuasore all’alimentazione.

Per migliorare le difese naturali in particolare delle Patate, possiamo integrare nel terreno anche un ammendante con inoculo di micorrize e batteri della rizosfera. Le micorrize aumentano il numero radici e garantiscono una maggior crescita e sviluppo, incrementando l’assorbimento di nutrienti e dei minerali. I batteri della rizosfera stimolano l’accrescimento radicale e aumentano la produttività della pianta attraverso l’inibizione dell’attività di microrganismi deleteri. Permette alla pianta di sopportare stress biotici come gli attacchi di coleotteri, ditteri, omotteri, lepidotteri ed elateridi.

Alcuni animali presenti negli orti e nei giardini sono nostri alleati nella lotta contro le Dorifore: nel senso che sono ghiotti degli insetti adulti o delle larve. È il caso delle Coccinelle che predano soprattutto le uova e le larve giovani e degli uccelli insettivori come Merli, Cince e Storni.

Favorire la biodiversità nell’orto, attraverso la presenza di siepi miste, aiuole fiorite e rifugi per insetti utili, contribuisce a mantenere l’equilibrio tra parassiti e predatori naturali.

L’ultima, ma non meno importante, tecnica di prevenzione è l’osservazione delle piante. In particolare nei mesi in cui le Dorifore fa la loro prima comparsa. L’obiettivo è di individuare i primi insetti e le uova, per evitare lo sviluppo delle larve.

La difesa biologica

Le polveri di roccia, come il Caolino e la Diatomite, creano una barriera fisica sulla superficie delle foglie, che le rende immangiabili per le Dorifere e altri insetti con apparato boccale masticatore. Le polveri di roccia svolgono la loro azione protettiva per via esclusivamente fisico/meccanica: quindi non possono verificarsi fenomeni di resistenza da parte degli insetti. Possono essere impiegate su tutte le piante durante tutto il ciclo culturale. L’apporto di Silicio protegge le piante anche dagli stress termici.