Se desideriamo una fioritura anticipata sul nostro terrazzo, già da marzo, possiamo coltivare gli Arabis caucasica. Si tratta infatti di una piccola piantina che produce un’abbondante fioritura da marzo fino a maggio molto profumata. Tradizionalmente i fiori sono bianchi e sono molto eleganti, ma ci sono varietà interessanti con petali di colore rosa molto intenso.
La Arabis caucasica è una pianta erbacea perenne sempreverde di ridotte dimensioni, non supera i 50 cm, caratterizzata da un “cuscino” di foglie su cui puntano spiccano i fiori per tutta l’estate. Sul terrazzo possiamo coltivare più esemplari in un vaso rettangolare da appendere e ci ripagherà con una fioritura abbondante. Tollera bene il gelo e viene utilizzata anche in giardino per decorare aiuole e bordure. Le varietà compatte sono particolarmente adatte per le bordure poiché hanno un portamento tappezzante e creano un “tappeto” verde. Nei centri specializzati possiamo trovare anche gli ibridi variegati con foglie verdi bordate di bianco e plena con fiori doppi.
Le malattie fungine in un orto sono una sciagura che dobbiamo evitare. Dopo aver tanto fatica per seminare e allevare le piantine, la diffusione delle spore del Mal Bianco o di altre malattie fungine rischiano di pregiudicare il nostro raccolto.
Sappiamo che le spore fungine compaiono e si sviluppano con la concomitanza di temperature miti e un alto tasso di umidità. In estate e in inverno, a causa del caldo torrido e del gelo, tendono a fermarsi. La primavera e l’autunno sono quindi le stagioni in cui il nostro orto sarà maggiormente esposto alle malattie fungine.
In alcuni possiamo essere noi stessi, involontariamente, la causa del problema. Un eccesso di umidità nel terreno è infatti causato da frequenti temporali ma anche da errori di irrigazione o dalla scarsa circolazione d’aria tra le piante dell’orto, figlia di trapianti troppo ravvicinati.
Sia per prevenire lo sviluppo delle malattie fungine, sia per correggere eventuali errori di coltivazione, possiamo contare su molte soluzioni, spesso naturali e consentite in agricoltura biologica. Dobbiamo partire dal presupposto che la “difesa biologica” punta molto sulla prevenzione e si tratta di mettere in atto interventi congiunti, in modo che più sostanze concorrano alla salute delle nostre piantine.
Gli Adonis sono delle piccole piantine appartenenti alla famiglia delle Ranunculaceae che producono fiori con colori vivaci da maggio fino alla fine dell’estate. Possiamo trovare facilmente delle sementi di differente specie di Adonis; sia annuali come la Adonis annua con petali rossi, sia perenni come l’Adonisvernalis con petali gialli. Tutti possono essere seminati in marzo e in aprile.
Possiamo coltivare la Clematis armandii se stiamo cercando una pianta rampicante con un’abbondante produzione di fiori profumati in primavera. Possiamo scegliere tra molte varietà di Clematide, tutte molto apprezzate per le grandi infiorescenze e le fioriture abbondanti: la Clematis armandii ha la caratteristica di essere sempreverde ed è quindi indicata per creare “barriere verdi” sul terrazzo. Inoltre tollera il gelo e possiamo coltivarla un po’ in tutta Italia.
Dove coltivare la Clematis armandii
La Clematis armandii predilige un clima temperato, con temperature comprese tra i 15 e i 25°C. Tollera il gelo fino a -10 °C e l’afa fino a 35°C.
Scegliamo una posizione soleggiata, con almeno 6 ore di sole al giorno, per ottenere fioriture generose in primavera, da marzo/aprile. Se abitiamo nel sud Italia con estati molto calde, oltre i 35°C, meglio una posizione semi-ombreggiata per difendere la pianta dai raggi solari diretti del mese di agosto.
Anche se tollera il gelo, in inverno proteggiamo la Clematis armandii con un telo di tnt (tessuto-non-tessuto)...
Le piante da orto innestate garantiscono piantine più resistenti e produttive, in grado di offrire raccolti abbondanti e di qualità superiore. Sebbene il costo iniziale possa essere leggermente più alto, i vantaggi a lungo termine compensano ampiamente la spesa.
Quella dell'innesto è una pratica agricola antica e consiste nell'unire due parti di piante diverse per farle crescere insieme come un unico organismo. Tradizionalmente si effettua per ottenere una nuova pianta capace di unire i vantaggi di due specie, per migliorare la resistenza alle malattie e al gelo e aumentare la produttività e la qualità dei raccolti. Per esempio possiamo sfruttare la robustezza delle radici di un portainnesto, così si chiama pianta ospitante, con la qualità dei frutti della marza, cioè la porzione di pianta ospitata.
Non tutte le piante possono essere innestate ed esistono tecniche differenti. Generalmente si stratta di creare una spaccatura nel fusto del portainnesto in cui inserire e far sviluppare la marza, che può essere una porzione di ramo o una gemma dormiente o vegetante.
È vietato coglierla durante le nostre passeggiate in montagna, ma possiamo ugualmente coltivare la Stella Alpina nel nostro giardino o in vaso sul terrazzo. Si tratta infatti di una specie protetta e in natura è vietata la raccolta di ogni sua parte, non solo il fiore. Attenzione anche all’estero: rischiamo multe molto salate. Nei centri giardinaggio possiamo però acquistare una bustina di sementi o una piantina già sviluppata per cimentarci nella sua coltivazione.
La Stella Alpina, conosciuta in Europa come Edelweiss, si chiama Leontopodium nivale ed è una pianta simbolo dei giardini montani, sulle Alpi e gli Appennini, dove non è difficile vederla crescere anche spontaneamente. Pur essendo una pianta alpina, possiamo coltivarla un po’ in tutta Italia, adottando alcune accortezze.
All’atto dell’acquisto possiamo scegliere tra diverse specie di Stella Alpina: differiscono per la grandezza del fiore, come il Leontopodium alpinum, e ci sono anche varietà nane, più adatte per la coltivazione in vaso.
È una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae e fiorisce con l’arrivo dell’estate, verso maggio/giugno. Le foglie sono riunite in rosette e sono ricoperte di una leggera peluria, utile per proteggerle dai raggi solari intensi. Il vero fiore sono i capolini centrali e sono circondati da brattee riunite a forma di stella, cioè foglie che si sono modificate. Succede in molte piante: talvolta le brattee sono utili per proteggere il fiore oppure per attirare gli impollinatori con i loro colori vivaci.
Con l’arrivo dell’autunno i fiori appassiscono e le foglie tendono a seccarsi. Non preoccupiamoci: è il normale ciclo di vita di questa pianta e le radici rimangono “vive”. Tagliamo le parti...
Possiamo coltivare la Callicarpa bodinieri sul terrazzo per portare un tocco di colore vivace in ogni stagione. In primavera produce il fogliame, all’inizio di color bronzo e poi verde scuro e in estate, da giugno, produce tantissimi grappoli di fiorellini violacei. In autunno i fiori si trasformano in stranissime bacche di colore viola chiaro che persistono nel periodo freddo e spiccano sul fogliame deciduo. Il nome Callicarpa deriva proprio dalla particolarità delle bacche e significa “frutti belli": dal greco kallos (bellezza) e karpos (frutto).
La Callicarpa bodinieri è un arbusto a foglia caduca della famiglia delle Lamiaceae, molto rustico e resistente al gelo. In giardino può raggiungere 3 metri d’altezza e 2 di larghezza: viene utilizzata sia come singolo esemplare sia per realizzare siepi naturali. Ma possiamo coltivarla facilmente anche in vaso sul terrazzo.
Nei centri specializzati possiamo trovare ibridi con fiori e bacche bianche e rosa. Ma le bacche viola sono maggiormente apprezzate e quindi più diffuse.
Usare i concimi biologici nel giardino e nell’orto sta diventando sempre più popolare tra gli appassionati di giardinaggio e orticoltura domestica. I fertilizzanti sono realizzati con materie prime naturali, ma non di origine animale e permettono di nutrire il terreno e le radici migliorando la qualità del suolo. Senza dimenticare che l’impiego di fertilizzanti di origine naturale è essenziale per ottenere prodotti ortofrutticoli più sani e gustosi, privi di residui chimici dannosi. Le soluzioni biologiche sono particolarmente indicate per chi pratica agricoltura biologica, ma sono altrettanto utili per i giardinieri domestici che desiderano un approccio più naturale alla cura delle piante.
Perché usare i concimi biologici
L’uso di concimi biologici offre numerosi benefici rispetto ai fertilizzanti chimici:
migliorano la qualità del suolo: i fertilizzanti naturali arricchiscono il terreno di sostanza organica, migliorandone la struttura e favorendo la ritenzione idrica;
aumentano la biodiversità del suolo: promuovono lo sviluppo di microrganismi utili, come batteri e funghi benefici, che aiutano le piante ad assorbire meglio i nutrienti;
rilascio graduale dei nutrienti: mentre i concimi chimici sono efficaci nell’immediato, i fertilizzanti biologici granulari rilasciano le sostanze nutritive in modo progressivo;
riduzione del rischio di inquinamento: non contengono sostanze chimiche che possono disperdersi nei terreni, nelle acque sotterranee o nei corsi d’acqua;
minore rischio di sovradosaggio: l’uso eccessivo di concimi chimici può bruciare le radici delle piante, mentre i fertilizzanti biologici sono generalmente più delicati e provocano danni limitati in caso di sovraddosaggio;
migliore sapore e qualità dei prodotti agricoli: frutta e ortaggi coltivati con concimi...
Un buon motivo per coltivare la Stipa tenuissima in giardino è la sua bassissima manutenzione che la rende la pianta perfetta per decorare gli spazi verdi delle seconde case. Molte piante graminacee, come la Stipa tenuissima, il Pennisetumo il Miscanthus sinensis, vengono usate dagli architetti del verde per decorare il verde pubblico, le bordure, le aiuole e i giardini rocciosi ma con bassi costi di irrigazione e manutenzione.
Inoltre la Stipa tenuissima è molto apprezzata anche per il valore estetico, grazie alle sue spighe sottili e argentee che ondeggiano al minimo soffio di vento, creando un'atmosfera magica nel giardino. Il secondo nome tenuissima deriva proprio dalla delicatezza delle sue fronde.
La Stipa tenuissima è una pianta perenne decidua e sviluppa ciuffi di foglie da aprile fino a ottobre e produce delle appariscenti infiorescenze in piena estate. Sono pannocchie piumose lunghe circa 30 cm, inizialmente bianche e in seguito color crema.
Oltre alla Stipa tenuissima nei vivai possiamo trovare facilmente anche altre varietà di questa pianta. Come la Stipa gigantea che può superare i 2,5 metri in altezza, la Stipa ichu che produce morbide pannocchie in estate e raggiunge un’altezza di 1 metro, oppure la Stipa arundinacea con foglie verdi striate di rosso.