Eliminare la Tignola dell'Olivo (Prays oleae) è molto importante poichè nel corso dell'anno può attaccare fiori, foglie e naturalmente olive, pregiudicando la salute della pianta e vanificando il raccolto.
La Tignola dell’olivo è un piccolo lepidottero che rappresenta una minaccia per la pianta simile e dannosa quasi quanto la mosca dell’olivo. Diversamente da essa, nelle varie fasi della sua crescita, la Tignola dell’olivo può attaccarne sia le foglie sia i frutti, provocando cascole di frutti acerbi e maturi e indebolendo anche gravemente la pianta.
Può essere presente come larva dalla forma lunga e stretta, lunga tra i 6 e gli 8 mm e di colore grigio-nocciola oppure di farfallina adulta (circa 6 mm) con ali di colore tra un giallo pallido e un grigio argenteo, picchiettate di macchie nerastre.
I danni che può provocare la Tignola dell’olivo sono diversi a seconda del suo grado diffusione sulla pianta e del periodo.
ELIMINARE LA TIGNOLA DELL'OLIVO: TRE GENERAZIONI IN UN ANNO
La Tignola dell’olivo compie 3 generazioni in un anno. Nella prima generazione, tra maggio e giugno, le uova vengono deposte dagli esemplari adulti generalmente sul calice dei fiori: le larve quindi nascono nei boccioli florali e li danneggiano irrimediabilmente.
La seconda generazione è quella più dannosa: avviene tra luglio e settembre e la Tignola dell’olivo attacca direttamente le olive...
Coltivare la Crocosmia è un'ottima idea per dare un tocco di originalità al giardino con un fioriture spettacolari. Si tratta di una pianta bulbosa della stessa famiglia degli Iris, riconoscibile per le suo fioriture generose, composte da fiori a forma di campanula con colori vivaci, dal giallo all’arancio, al rosso, a seconda della specie. Le fioriture si ripetono dall'estate fino alla fine dell'autunno.
Coltivare il Banano ornamentale è un modo per portare un po' di Tropici nel nostro giardino! Le piante di Banano, con le loro grandi foglie, sono infatti una pianta tropicale e forse ci può sembrare strano vederle nei nostri giardini. In realtà, le varietà più resistenti al freddo decoravano le aiuole e i giardini di ville e parchi italiani già dall’Ottocento.
Coltivare il Banano in giardino non è un’impresa riservata ai principianti del giardinaggio. Creare l’ambiente favorevole per il Banano è una prima difficoltà da superare: per crescere hanno bisogno di sole diretto e di un clima particolarmente caldo e umido e odiano i venti e il freddo intenso. Coltivare Banani in giardino, come piante perenni, è quindi possibile solo in zone dal clima mite, come la Calabria e la Sicilia.
Tendenzialmente non gradiscono temperature inferiori ai 10/15°C: nelle zone centrali dell’Italia possiamo aiutare il Banano in inverno con una buona pacciamatura di cortecce alla base della pianta. Ma bisogna fare attenzione anche ai venti freddi invernali.
Esistono anche specie di Banano adatte ai climi nordici: resistono fino a -15°C e fruttificano a 7°C. Anche in questo caso, non si tratta di piante facilissime da coltivare e portare a frutto.
Abbiamo però la possibilità di coltivare le piante di Banano in giardino come piante stagionali: magari evitando le specie da frutto e preferendo quelle ornamentali come la Musa paradisiaca o la Musa Basjoo (detto anche Banano Giapponese). Piante molto appariscenti, con le loro grandi foglie che ricordano...
Iniziamo con il dire che coltivare la Lattuga è facile. Per questo motivo può dare soddisfazioni sia se coltivata nei nostri piccoli orti di casa, sia in una piccola balconette appesa al terrazzo di un condominio.
Un’altra peculiare virtù del coltivare la Lattuga viene dalla grande varietà di specie, che ci permettono di avere questa insalata per tutto l’anno: alcune sono primaverili, altre autunnali, altre invernali. Si sconsiglia la semina in estate: il caldo e la siccità eccessive possono compromettere la crescita della pianta.
COLTIVARE LA LATTUGA: DA SEME O DA TALEA?
La Lattuga cresce velocemente, impiegando poco più di tre mesi tra la semina e il raccolto. Se partiamo dal seme (più economico ma ci vuole più pazienza), possiamo effettuare la semina in un semenzaio, per poi mettere le piantine a dimora nell’orto o in un vaso, circa 30 giorni dopo. Altrimenti possiamo acquistare le piantine già spuntate presso qualsiasi centro giardinaggio e in poche settimane potremo iniziare a raccogliere. In questo caso, vi consigliamo di acquistare piantine da orto coltivate con metodi biologici, possibilmente certificati.
Se siete in presenza di una infestazione di zanzare in giardino, tanto da non poter cenare in giardino in estate, forse è bene prendere alcune precauzioni, poiché con molta probabilità le state allevando voi.
È bene ricordare che la maggior parte della vita delle zanzare ha a che fare con l’acqua: si riproducono nell’acqua, passano in pozze stagnanti la maggior parte della loro fase larvale e dalle pozzanghere spiccano il volo in cerca di cibo o sangue. Se trovano alimentazione e vittime vicine all’acqua, state sicuri che non si sposteranno. Infatti le zanzare non percorrono grandi distanze nella loro vita.
COME PREVENIRE LA NASCITA DELLE ZANZARE IN GIARDINO
Una delle migliori precauzioni per prevenire la diffusione di zanzare è quindi eliminare ogni possibile focolaio larvale, cioè tutti i luoghi in cui l’acqua può ristagnare e incubare nuovi insetti, come sottovasi, recipienti, teli di plastica, grondaie intasate, ecc.
Se nel giardino ci sono specchi d’acqua, come laghetti o giardini d’acqua, possiamo allevare delle Gambusie: simpatici pesciolini ghiotti di larve di zanzara.
Un altro luogo solitamente adatto alla riproduzione delle zanzare sono i prati di erba alta, che possono offrire ombra e umidità ottime per le uova degli insetti. Un altro luogo particolarmente apprezzato dalle zanzare sono le siepi, dove possono rimanere nascoste e con un alto tasso di umidità.
Coltivare la Lobelia sul terrazzo è un’ottima soluzione per avere delle fioriture dalla primavera fino all’autunno, con colori che spaziano tra blu, rosso, bianco, rosa, lilla o arancio, a seconda di quale delle oltre 300 specie esistenti si scelga.
La Lobelia si distingue per i suoi fiori a forma di campanella dai colori vivaci e viene spesso usata come pianta ricadente sul terrazzo, ma anche in giardino per decorare le aiuole.
Possiamo scegliere tra varietà perenni e annuali, entrambe apprezzate per la loro crescita veloce: sono perciò sono le piante ideali per chi vuole creare macchie verdi e colorate in poco tempo.
Se dovesse comparire sui preziosi frutti dei vostri Olivi, sappiate che eliminare la mosca delle olive è importante e per molti motivi. La mosca delle olive (Bactrocera oleae) è uno dei parassiti più pericolosi per le piantagioni di Olivo nel Mediterraneo e recentemente si è diffusa anche in Sudafrica e in centro America, sempre negli oliveti.
Durante estati o autunni dal clima particolarmente fresco e umido, la mosca delle olive depone le sue uova poco sotto la superficie delle drupe, un uovo per drupa lasciando una ferita caratteristica a triangolo. In condizioni favorevoli, le larve nascono dopo 2 o 3 giorni e cominciano a nutrirsi della polpa del frutto, scavando una piccola galleria fino al nocciolo che non intacca. Praticamente è una larva minatrice carpofaga, che cioè si nutre solo di frutti. Sull'oliva sono rivelabili la piccola "puntura" dovuta all'inserimento dell'uovo e delle macchie nere dovute all'attività della larva.
Dopo 10 giorni di fase larvale e altri 10 di pupa, gli esemplari ormai adulti volano fuori a riprodursi e a depositare uova su altre olive. È una piccola mosca: gli esemplari adulti sono grandi circa 5 mm.
A differenza delle malattie fungine, il gran numero di mosche che si diffondono e si riproducono sui frutti degli olivi non compromettono la salute delle piante. In compenso, compromettono i raccolti: le olive infette aumentano in breve tempo, diventano non più commestibili e non possono essere utilizzate per produrre olio, per via di una forte acidità e di un aroma sgradevole di muffa che sviluppano durante l’infestazione.
Inoltre la mosca delle olive può trasmettere la rogna dell’olivo, una grave malattia batterica.
Avere degli Scarafaggi in casa è un pericolo per le nostre cucine e le nostre dispense poiché sono dei veicoli di agenti patogeni. Trovarne anche solo una nella nostra cucina indica che l’infestazione è già in atto e, se avvistato in pieno giorno, è già massiccia; non solo: questa specie di insetti è tra le più adattabili e più difficili da arginare in natura.
Conoscere le diverse specie di Scarafaggi, o Blatte, può essere uno strumento utile per rendere più difficile la loro propagazione.
SCARAFAGGI A CASA: LE SPECIE PIU' DIFFUSE IN ITALIA
In Italia, sono conosciute almeno dieci specie differenti, e tra di esse le più comuni sono la Blattella germanica o scarafaggio marrone, la Blattella orientalis o scarafaggio nero, la Periplaneta americana e la Supella longipalpa.
La Blattella orientalis è quell'insetto che ci trasmette di più l’idea di “scarafaggio” che abbiamo in mente: grosso, nero e lucido. Ama luoghi umidi e freddi, è il principale visitatore dei cumuli di fogliame e di cortecce dei nostri giardini, delle nostre cantine e dei nostri seminterrati e può arrivare nelle nostre cucine tramite le tubature. Può trovarsi sempre vicino a pozzanghere e fonti d’acqua perché gliene serve molta per sopravvivere.
Se la Blattella orientalis ricorda il colore nero che associamo agli scarafaggi, la Blattella germanica è la specie più diffusa in Italia ed è famosa per la sua resistenza alle condizioni avverse. Riconoscibile per il suo colore marrone scuro, è estremamente prolifica, capace di generare 4 covate in un anno. Cresce molto velocemente, impiegando dai 2 ai 7 mesi per diventare adulta. È...
Per ottenere un terrazzo con una cascata di fiori, possiamo considerare di coltivare la Calibrachoa. È una specie nana di Petunia che, con i suoi fiori dai colori vivaci, può dare un tocco di eleganza in più ai nostri terrazzi, dalla primavera fino alla tarda estate. Ama il caldo e gli ambienti soleggiati ed è più resistente al vento e alla pioggia delle normali Petunie, il che la rende una pianta perfetta per buona parte dell’anno.
COLTIVARE LA CALIBRACHOA: UNA CASCATA DI FIORI
Solitamente, viene coltivata in piccoli vasi circolari sospesi al soffitto o in vasi rettangolari appesi al balcone, dai quali ricadono dolcemente i rami con le piccole foglie verdi acute e le grandi campane di petali di vari colori, tra i quali il viola, il rosso, il blu il giallo e il rosa.
Il substrato ideale per la Calibrachoa deve essere soffice umido e ben drenato: un terriccio per piante fiorite andrà benissimo. Prima del trapianto nel vaso, aggiungere sul fondo uno strato di palline...