Eliminare la Tignola dell'Olivo (Prays oleae) è molto importante poichè nel corso dell'anno può attaccare fiori, foglie e naturalmente olive, pregiudicando la salute della pianta e vanificando il raccolto.
La Tignola dell’olivo è un piccolo lepidottero che rappresenta una minaccia per la pianta simile e dannosa quasi quanto la mosca dell’olivo. Diversamente da essa, nelle varie fasi della sua crescita, la Tignola dell’olivo può attaccarne sia le foglie sia i frutti, provocando cascole di frutti acerbi e maturi e indebolendo anche gravemente la pianta.
Può essere presente come larva dalla forma lunga e stretta, lunga tra i 6 e gli 8 mm e di colore grigio-nocciola oppure di farfallina adulta (circa 6 mm) con ali di colore tra un giallo pallido e un grigio argenteo, picchiettate di macchie nerastre.
I danni che può provocare la Tignola dell’olivo sono diversi a seconda del suo grado diffusione sulla pianta e del periodo.
ELIMINARE LA TIGNOLA DELL'OLIVO: TRE GENERAZIONI IN UN ANNO
La Tignola dell’olivo compie 3 generazioni in un anno. Nella prima generazione, tra maggio e giugno, le uova vengono deposte dagli esemplari adulti generalmente sul calice dei fiori: le larve quindi nascono nei boccioli florali e li danneggiano irrimediabilmente.
La seconda generazione è quella più dannosa: avviene tra luglio e settembre e la Tignola dell’olivo attacca direttamente le olive. Gli insetti adulti depongono le uova in prossimità del peduncolo dei frutticini e le larve che nasceranno si ciberanno delle olive, scavando gallerie.
La terza generazione, tra ottobre e marzo, si sviluppa sulle foglie: le uova vengono depositate nella parte interna e, una volta schiuse, libereranno larve che si ciberanno della foglia dall’interno, scavando delle gallerie nella foglia.
Uno dei fattori determinanti per lo sviluppo della tignola è una temperatura fresca, dai 3 ai 31°C, sotto la quale viene inibita la crescita e l’azione degli insetti e sopra la quale essi muoiono, lasciando libera la pianta.
COME FARE
Le strategie adatte per combattere la Tignola dell’olivo possono essere varie. Tra le soluzioni naturali ricordiamo l’allevamento di insetti cacciatori, come alcune specie di ditteri e neurotteri. In caso di invasione, possiamo ricorrere a un insetticida sistemico registrato su olivo: si tratta di prodotti che agiscono per contatto diretto e ingestione prevalentemente sugli stadi giovanili degli insetti e con azione anche su altri parassiti come la mosca e la sputacchina. Possono essere utilizzati anche insetticidi consentiti in agricoltura biologica, generalmente con la sola azione di contatto; per questi quindi è necessario un maggior numero di trattamenti. Per entrambi è importante leggere attentamente le istruzioni scritte sulla confezione.
Il marciume è una malattia causata indirettamente a seguito di altri eventi fitopatologici, infatti il fungo viene veicolato dal cecidomide Prolasioptera berlesiana o penetra nella drupa attraverso ferite provocate dalla mosca. Risulta accertato che il micelio del fungo è simbionte delle larve del cecidomide. Dopo la penetrazione, il micelio del patogeno si sviluppa nella polpa delle drupe, determinandone una macchia circolare brunastra del diametro di 3-6 mm, risulta infossata con margini ben delimitati e con al centro numerosi puntini neri (picnidi) che costituiscono gli organi di diffusione della malattia. Le consigliamo di effettuare, in via preventiva, dei trattamenti con rame, utilizzando formulati liquidi, che sono meglio miscibili. La formulazione più idonea è quella da solfato tribadisco, come in Vithal Cuprital Sdi. L’impiego di Vithal Epik Sl, in questo caso, risulta essere favorevole perché limita la presenza di insetti vettore.
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