olivo
-
Marzo 25, 2025
L’uso di oli bianchi minerali in un orto e nel frutteto è consentito in agricoltura biologica e rappresenta un valido strumento per limitare la presenza di Cocciniglie, Psille, Afidi, Metcalfa, Eriofidi e Acari.
Le recenti limitazioni nell’acquisto e uso di fitofarmaci, obbliga gli hobbisti a dirigersi verso soluzioni più sostenibili per l’ambiente e già sperimentate con successo nell’agricoltura biologica professionale. È il caso degli oli bianchi minerali, particolarmente utili per il controllo di parassiti su diversi tipi di colture: da quelle orticole fino agli alberi da frutto.
Gli oli bianchi minerali di alta qualità e di ultima generazione sono altamente selettivi e vengono considerati “oli quattro stagioni”, poiché possono essere utilizzati durante tutto il ciclo vegetativo, anche in periodi normalmente non adatti all’uso degli oli minerali.
Oli bianchi minerali in un orto e nel frutteto: come agiscono
L’olio, opportunamente diluito e nebulizzato sul fogliame, crea una patina biancastra, inadatta all’ovideposizione...
-
Febbraio 24, 2023
Spruzzare il Caolino sulle piante per proteggerle da insetti e funghi diventerà presto un'abitudine per gli appassionati di giardinaggio italiani. Quest’anno è entrato in vigore un Decreto (33/2018) che limita fortemente l’accesso agli agro farmaci agli hobbisti, togliendo dal commercio molti prodotti che tradizionalmente venivano utilizzati per difendere le piante del giardino e dell’orto da insetti parassiti e malattie fungine.
Gli hobbisti sono perciò obbligati a un bivio: abbracciare le soluzioni naturali a nostra disposizione oppure chiamare un giardiniere professionista dotato del patentino fitosanitario che permette l’acquisto e l’uso degli agrofarmaci. È quindi un’occasione per modificare il nostro approccio con la coltivazione per sposare le tecniche del “giardinaggio biologico”.
È però importante precisare che il “giardinaggio biologico” è basato più sul controllo e sulla prevenzione che sull’eliminazione. Non avendo più a disposizione prodotti “chimici”, che uccidono all’istante gli insetti parassiti o le spore fungine, dovremo mettere in atto tutte le pratiche agronomiche e le soluzioni per prevenire il loro arrivo e insorgere. A partire dalla primavera, cioè il periodo in cui si manifestano i parassiti, dovremo quindi controllare regolarmente e attentamente le nostre piante alla ricerca delle prime tracce della presenza di parassiti: all’inizio è più facile debellare il problema anche con le soluzioni biologiche, se invece la pianta è già infestata sarà più complicato. Inoltre dovremo trattare le nostre piante con particolari prodotti biologici e di origine naturale che hanno la capacità di rafforzare le difese della pianta e di creare un habitat sgradito agli insetti.
In particolare possiamo...
-
Mag 27, 2021
Eliminare lo Oziorrinco tempestivamente è molto importante poiché questo coleottero è doppiamente insidioso: quando è allo stadio larvale si ciba delle radici, mentre quando è adulto rosicchia il fogliame. Se non interveniamo, questa combinazione di attacchi porta prima al deperimento e poi alla morte della pianta.
Inoltre l’Oziorrinco adulto è un animale notturno, quindi non è facile individuare la sua presenza: di giorno troviamo le piante rosicchiate e patite ma non riusciamo a individuare facilmente il problema.
Le piante ornamentali più soggette agli attacchi dell’Oziorrinco sono il Gelsomino, il Frassino, il Lillà, il Tiglio, l’Acero, le Rose e le siepi come il Lauroceraso. Tra le piante da frutto l’Olivo è particolarmente esposto.
Eliminare lo Oziorrinco: prevenzione e lotta
Per prevenire problemi gravi è bene conoscere le abitudini di questo coleottero. L’Oziorrinco fa la sua comparsa nei nostri giardini da giugno a ottobre, poiché nel mese di giugno depone centinaia di uova nel terreno che si schiudono dopo poche settimane diventando larve bianche con il capo marrone e una caratteristica forma a C. Le larve sono voraci divoratrici di radici.
-
Giugno 29, 2018
Eliminare la Tignola dell'Olivo (Prays oleae) è molto importante poichè nel corso dell'anno può attaccare fiori, foglie e naturalmente olive, pregiudicando la salute della pianta e vanificando il raccolto.
La Tignola dell’olivo è un piccolo lepidottero che rappresenta una minaccia per la pianta simile e dannosa quasi quanto la mosca dell’olivo. Diversamente da essa, nelle varie fasi della sua crescita, la Tignola dell’olivo può attaccarne sia le foglie sia i frutti, provocando cascole di frutti acerbi e maturi e indebolendo anche gravemente la pianta.
Può essere presente come larva dalla forma lunga e stretta, lunga tra i 6 e gli 8 mm e di colore grigio-nocciola oppure di farfallina adulta (circa 6 mm) con ali di colore tra un giallo pallido e un grigio argenteo, picchiettate di macchie nerastre.
I danni che può provocare la Tignola dell’olivo sono diversi a seconda del suo grado diffusione sulla pianta e del periodo.
ELIMINARE LA TIGNOLA DELL'OLIVO: TRE GENERAZIONI IN UN ANNO
La Tignola dell’olivo compie 3 generazioni in un anno. Nella prima generazione, tra maggio e giugno, le uova vengono deposte dagli esemplari adulti generalmente sul calice dei fiori: le larve quindi nascono nei boccioli florali e li danneggiano irrimediabilmente.
La seconda generazione è quella più dannosa: avviene tra luglio e settembre e la Tignola dell’olivo attacca direttamente le olive...
-
Giugno 08, 2018
Se dovesse comparire sui preziosi frutti dei vostri Olivi, sappiate che eliminare la mosca delle olive è importante e per molti motivi. La mosca delle olive (Bactrocera oleae) è uno dei parassiti più pericolosi per le piantagioni di Olivo nel Mediterraneo e recentemente si è diffusa anche in Sudafrica e in centro America, sempre negli oliveti.
Durante estati o autunni dal clima particolarmente fresco e umido, la mosca delle olive depone le sue uova poco sotto la superficie delle drupe, un uovo per drupa lasciando una ferita caratteristica a triangolo. In condizioni favorevoli, le larve nascono dopo 2 o 3 giorni e cominciano a nutrirsi della polpa del frutto, scavando una piccola galleria fino al nocciolo che non intacca. Praticamente è una larva minatrice carpofaga, che cioè si nutre solo di frutti. Sull'oliva sono rivelabili la piccola "puntura" dovuta all'inserimento dell'uovo e delle macchie nere dovute all'attività della larva.
Dopo 10 giorni di fase larvale e altri 10 di pupa, gli esemplari ormai adulti volano fuori a riprodursi e a depositare uova su altre olive. È una piccola mosca: gli esemplari adulti sono grandi circa 5 mm.
A differenza delle malattie fungine, il gran numero di mosche che si diffondono e si riproducono sui frutti degli olivi non compromettono la salute delle piante. In compenso, compromettono i raccolti: le olive infette aumentano in breve tempo, diventano non più commestibili e non possono essere utilizzate per produrre olio, per via di una forte acidità e di un aroma sgradevole di muffa che sviluppano durante l’infestazione.
Inoltre la mosca delle olive può trasmettere la rogna dell’olivo, una grave malattia batterica.
ELIMINARE...
-
Mag 29, 2018
Occhio di pavone sugli Olivi non va sottovalutato. Negli anni in cui il virus Xylella imperversa per le campagne pugliesi, l’Olivo ha guadagnato una di più delle molte malattie specifiche che possono attaccarlo. Tra le più gravi troviamo anche l’Occhio di pavone.
L’Occhio di pavone, o cicloconio, è una malattia provocata dal fungo Spilocaea oleaginea ed è possibile identificarla per le macchie con bordo marrone, giallastro o verdastro e un cerchio grigio al centro, che si formano sulle foglie e sui frutti maturi degli olivi. La dimensione delle macchie può andare da pochi millimetri a un centimetro.
Le macchie dell’Occhio di pavone si diffondono sulle foglie e generano altre spore; in questa fase, il lato superiore delle macchie diventa nerastro e le spore possono volare su altre foglie e altre piante.
La virulenza del fungo dipende spesso dalla sensibilità della specie di olivo che viene colpita. Le spore del fungo si diffondono sulle piante dal vento e dalla pioggia e cominciano a “germinare” una volta che si verificano le condizioni ideali di umidità e di temperatura, tra i 15 e i 20°C, di solito in primavera o in autunno.
Un’altra condizione favorevole al fungo è la scarsa circolazione dell’aria: il fungo riesce a diffondersi meglio in pianura e in piantagioni fitte e meno in collina e in ambienti ventilati.
OCCHIO DI PAVONE SUGLI OLIVI: PERCHE’ VA CURATO
Il fungo danneggia le foglie succhiandone i liquidi per osmosi, fino a provocare il loro ingiallimento e la loro caduta. La diffusione...
-
Settembre 12, 2017
La Cocciniglia mezzo grano di pepe è un insetto coperto da uno scudo ceroso di colore prima marrone e poi nero, simile a un grano di pepe. Si insedia di solito, lungo le nervature delle foglie o sui rami, dove punge attraverso il suo apparato boccale per succhiare la linfa.
Molto diffusa nelle zone dal clima temperato, può attaccare anche le piante nelle serre calde e umide. Le piante ospiti di questo parassita sono l’Olivo, gli Agrumi e piante ornamentali come le Palme, gli Oleandri e il Pittosforo.
Allo stadio di neanide, questo insetto sverna sulla pianta per poi ricomparire in primavera-estate a deporre le uova. La Cocciniglia causa un indebolimento progressivo della pianta, conseguente alle ferite inferte su foglie, fiori e rami. Oltre ai danni estetici e al raccolto, produce melata, fonte principale di malattie fungine e di fumaggine. In caso di gravi infestazioni gli organi della pianta avvizziscono portando alla morte della stessa.
LA COCCINIGLIA MEZZO GRANO DI PEPE: COME PREVENIRE E CURARE
Al fine di prevenire l’infestazione, è necessario evitare l’eccessiva umidità del terreno, assicurandosi che non ci siano ristagni idrici. Molto importante è anche la potatura, da effettuare periodicamente, per rendere la chioma della pianta arieggiata e più facile da monitorare.
In caso di infestazione già in corso, si consiglia di intervenire subito, colpendo le neanidi appena nate in estate. Il trattamento, da effettuare con prodotti specifici e seguendo le indicazioni riportate sulla confezione, va ripetuto dopo 20 giorni dal primo, in modo da debellare tutti gli esemplari.
-
Novembre 01, 2016
Allestire un mini frutteto in vaso sul terrazzo è possibile, scegliendo le giuste varietà di piante e procurandosi vasi molto capienti. Alcuni agrumi vivono bene in vaso, per esempio i Limoni e i Mandarini nani, mentre alcune piante come l'Olivo, accettano piccoli vasi da giovani ma poi esigono contenitori profondi.
Peschi, Pruni e Ciliegi nani offrono belle fioriture primaverili e un generoso raccolto, come anche il Fico con i suoi frutti settembrini.
Le Viti per uva da tavola di sviluppo contenuto, crescono bene in terrazzo, grazie al loro portamento rampicante. Anche il Kiwi può essere coltivato vicino a pergolati, che ricopre di foglie e frutti autunnali, ma deve essere piantato in vasche grandi e profonde a causa delle sue fitte radici.
FRUTTETO IN VASO: ATTENZIONE AL CLIMA
Alcune piante temono il gelo e sono adatte solo alla coltivazione in clima mite o in serra fredda, come gli agrumi e le piante subtropicali.
In generale, gli alberi da frutto, soprattutto se coltivati in vaso, hanno bisogno di molto sole per far maturare i frutti, insieme a una buona circolazione d’aria e di protezione dai venti forti che possono ostacolare l’impollinazione.
I Meli su portainnesti nanizzanti offrono un raccolto generoso, sia in forma colonnare come nella varietà “Ballerina”, sia con chioma allargata.
Melograno, Nespolo giapponese e agrumi come il Kumquat richiedono poche cure e al nord vanno trasferiti in serra da novembre a marzo.
Il Pero è decorativo se allevato a spalliera contro un muro soleggiato, specie nelle zone con inverno rigido.
Importante è ricordarsi...
-
Marzo 11, 2016
L'Ulivo (Olea europea) è un albero ornamentale solitamente coltivato in giardino, ma adatto anche alla collocazione in ampi vasi sul terrazzo. Questa pianta è apprezzata per il suo tipico fogliame argenteo sempreverde, ma soprattutto per la forma scultorea del tronco grigio, che si contorce di anno in anno acquistando nel tempo sempre più bellezza e eleganza.
Il legno d'Ulivo, è molto ricercato e utilizzato da scultori e artigiani, mentre i frutti, le Olive, producono uno degli oli più preziosi in commercio. Questa pianta, simbolo della zona del Mediterraneo, è in realtà originaria dell'oriente: per questo motivo necessita di molto sole e ambienti caldi e non tollera il freddo sotto gli 0° C.
ULIVO: CONSIGLI PER LA COLTIVAZIONE
Il clima adatto è temperato, caratterizzato da inverni miti e precipitazioni non abbondanti, ma può resistere anche in zone più fredde se posto alla luce, in un angolo riparato dai venti.
Fiorisce tra maggio e giugno e da ottobre a dicembre produce le Olive, i suoi magnifici frutti per cui veniva venerato fin dall'antica...