Coltivare i Porri richiede poco impegno ma regala molte soddisfazioni. Il Porro (Allium porrum) è una pianta erbacea, simile nel sapore alla comune Cipolla. Molto utilizzati nelle nostre cucine, sono protagonisti di numerose ricette e si possono consumare sia cotti sia crudi.
La pianta cresce in lunghezza, con foglie verdi chiaro disposte a ventaglio, formando alla base uno stelo bianco detto falso bulbo, che è la parte più tenera e quindi edibile.
COLTIVARE I PORRI: LA SEMINA E IL TRAPIANTO
I Porri, a seconda delle varietà prescelte, si possono coltivare in tutti i periodi dell’anno.
Molto resistente al freddo, può essere trapiantato nell’orto da marzo fino a novembre, per essere raccolto dopo circa 4 mesi. Se invece vogliamo partire dal seme, la soluzione più economica, possiamo anticipare la semina in una serra protetta già a febbraio-marzo per poi trapiantare i germogli dopo un mese in aprile, oppure seminare direttamente nell’orto da aprile a luglio con una temperatura minima di 12°C.
Coltivare la Rhodophiala è molto soddisfacente grazie alla sua bellissima e colorata fioritura. Questa pianta erbacea perenne, appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae come l’Hippeastrum, con il quale ha una discreta somiglianza. I grandi fiori stellati spuntano al termine di un gambo carnoso, vivaci e vistosi e leggermente reclinati in avanti.
Le Rhodophiale sono bulbi e ne esistono tantissime specie differenti, tra cui alcuni bulbi primaverili come la Rhodophiala araucana, la Rhodophiala elwesii e la Rhodophiala andicola. Possiamo trovarne in commercio una vasta gamma di bulbi, con fioriture nei colori più disparati, doppie, triple, più o meno grandi.
COLTIVARE LA RHODOPHIALA: ATTENZIONE ALL'ACQUA IN ECCESSO
La Rhodophiala è una pianta rustica, originaria dell’America meridionale, perciò necessita di climi miti con temperature tra i 15°C e i 18°C. Per avere belle fioriture va esposta al sole, ma va messo al riparo dal vento.
“Perché la mia Orchidea perde i boccioli?” è una domanda che spesso ci viene rivolta nel Blog e attraverso le pagine social. Oggi vi sveliamo come intervenire!
ORCHIDEA PERDE I BOCCIOLI: ANZITUTTO TROVIAMO LA CAUSA
Di fronte a una pianta che perde i boccioli o ha foglie che tendono ad afflosciarsi, anziché essere dure e turgide come dovrebbero, dobbiamo anzitutto scongiurare la presenza di un parassita o di una malattia fungina.
Anzitutto osserviamo bene la pianta e le radici, anche con l’aiuto di una lente, alla ricerca di tracce di parassiti, come puntinature sospette, melata o microscopiche ragnatele. I puntini potrebbero essere opera di Acari, la melata di Afidi, mentre se ci sono ragnatele e decolorazioni della foglia potrebbe essere un Ragnetto rosso. Piccoli parassiti, quasi invisibili a occhio nudo, che succhiano la linfa della pianta e lasciano tracce sotto forma di melata e ragnatele.
Se siamo in presenta di questi parassiti, dobbiamo prevedere almeno un paio di trattamenti con un insetticida, lasciando passare una settimana tra ognuno. Seguiamo sempre le indicazioni e le dosi indicate sulla confezione.
Coltivare il Topinambur è facile anche per i principianti grazie alla sua resistenza e adattabilità a qualsiasi clima. L’utilizzo del Topinambur (Helianthus tuberosus) in cucina è sempre più diffuso, ma non è raro trovarlo anche negli orti, col suo bellissimo fiore giallo simile a una margherita che insegue i raggi del sole. Questa caratteristica è contenuta nel nome di questa pianta: infatti Helianthus deriva dalle parole grache helios (sole) e anthos (fiore) che indica proprio la capacità di queste piante di ruotare per seguire il sole (eliotropismo).
Questa pianta bulbosa perenne, fiorisce in estate e raggiunge gli 80 cm di altezza. Il bulbo si pianta tra aprile e giugno e la radice, cioè la parte commestibile della pianta, si raccoglie tra maggio e settembre.
Il Topinambur è caratterizzato da una consistenza simile a quella della patata ma ha un sapore che ricorda il carciofo. Alimento poco calorico, si può preparare al vapore, in padella o fritto ma anche crudo, grattugiato in insalata.
I fiori di colore azzurro sono ideali per donare sensazioni di serenità e freschezza. Un ambiente giocato su queste tonalità aiuta a ridurre l’impatto delle emozioni negative accumulate nel corso del lungo periodo di lockdown, che ha lasciato strascichi anche sul nostro inconscio.
Questa gamma cromatica trasmette al giardino freschezza, fattore prezioso in estate: la percezione che abbiamo di questi colori ci aiuta ad aumentare la sensibilità al freddo e a diminuire quella al calore. Inoltre l’azzurro allarga la percezione dello spazio e accentua la sensazione di ordine; favorisce il rilassamento dei muscoli e predispone meglio a un sonno ristoratore.
FIORI DI COLORE AZZURRO: 6 PIANTE DA NON PERDERE!
I Muscari sono bulbi che fioriscono in primavera. Caratterizzati da foglie nastriformi e inflorescenze a pannocchia, sono piante perfette per il giardino perché richiedono poche cure. I Muscari si accontentano dell’acqua piovana, resistono bene al gelo e crescono bene in un ...
Coltivare la Calceolaria è facile e di grande impatto. Il suo nome deriva dal latino “calceolus” che significa scarpa, a causa della forma dei suoi fiori.
Le sue foglie sono piccole e cuoriformi, mentre i fiori hanno una bizzarra forma a babbuccia, nelle tinte dell’arancio, del rosso e del marrone, con caratteristiche punteggiature di tonalità contrastanti.
È una pianta erbacea e teme le temperature rigide: se viene coltivata in giardino si usa generalmente come pianta annuale, per creare bordure o come macchia di colore all’interno di giardini rocciosi. Se invece la coltiviamo in vaso, possiamo portarla in casa in inverno quando le temperature minime scendono.
Ideale per la coltivazione in vasi e cassette da appendere alla ringhiera, la Calceolaria arriva a misurare 40 cm in altezza, formando piccoli cespugli tondi.
Coltivare la Calceolaria: attenzione ai ristagni d'acqua
La Calceolaria predilige luoghi soleggiati o a mezz’ombra: teme il vento asciutto e le correnti d’aria fredde, ma anche il sole troppo battente che in estate può bruciarne i fiori. Non sopporta temperature sotto i 15°C. Se viene coltivata in vaso durante la stagione invernale va portata al riparo in casa o in una serra, in un posto caldo e luminoso.
In primavera e in estate richiede innaffiature regolari ma senza abbondare, per evitare pericolosi ristagni. Il terreno va mantenuto sempre leggermente umido, soprattutto per gli esemplari coltivati in vaso, mentre in autunno e in inverno le innaffiature vanno diradate.
All’atto del rinvaso possiamo utilizzare un terriccio per piante fiorite avendo cura di stendere uno strato di biglie di argilla espansa sul fondo del vaso per migliorare il drenaggio dell’acqua in eccesso.
Da aprile a settembre dovremo provvedere alla concimazione delle...
La difesa biologica di un orto punta tutto sulla prevenzione. Cioè mettere in atto le tecniche agronomiche adatte (come l'utilizzo di reti e di pacciamatura) e sfruttare tutte le soluzioni biologiche atte a creare le condizioni affinché non si sviluppino colonie di parassiti o spore fungine. Non volendo utilizzare dei prodotti di sintesi con forte potere abbattente, per difendere un orto dobbiamo lavorare soprattutto sulla prevenzione.
STRATEGIE DI DIFESA BIOLOGICA IN UN ORTO
Un cardine questo approccio preventivo prevede l’uso di corroboranti e potenziatori delle difese naturali delle piante. Quindi prodotti di origine naturale (rocce, altre piante, ecc.) da utilizzare preventivamente e non solo alla comparsa degli insetti o dei funghi.
Il principale vantaggio dei preparati bio è la possibilità di usarli in qualsiasi momento dello sviluppo vegetativo, sia nell’orto sia nel frutteto poiché non hanno tempi di carenza.
Partiamo dalla premessa che le piante coltivate in modo corretto (temperatura, irrigazione, sole, ecc.) sono meno soggette ad attacchi di parassiti e funghi. Le piante vanno in sofferenza per due cause principali: uno stress biotico (attacchi di malattie fungine, insetti, batteri, ecc.) e/o abiotico (sofferenze legate a fattori di temperatura, umidità, luce, acqua, ecc.). Le piante indebolite per stress abiotici risulteranno più fragili verso gli attacchi di funghi e insetti. In particolare la concimazione è molto importante e potete approfondire questo argomento in questo articolo.
Vediamo invece quali frecce abbiamo al nostro arco per difendere le piante da funghi e parassiti. Tengono conto che una strategia di difesa biologica deve considerare tutto l’arco...
Eliminare la Popillia Japonica in modo tempestivo è molto importante poiché questo insetto rappresenta un vero e proprio pericolo per gli ingenti danni che può provocare. Tant’è vero che la Unione Europea l’ha inserita nel 2019 tra gli “organismi nocivi prioritari” insieme alla più famosa Xylella fastidiosa. Anche in Italia, il Ministero delle politiche agricole ha diramato un primo decreto nel 2016, sostituito nel 2018 con un nuovo regolamento. Impongono ai servizi fitosanitari regionali di effettuare campagne di prevenzione, monitoraggio e di lotta. Anche i privati sono chiamati a segnalare la presenza della Popillia Japonica sul territorio in caso di avvistamento.
Eliminare la Popillia Japonica: un insetto alieno
Se vi domandaste perché i nostri nonni non si sono mai posti il problema di eliminare la Popillia Japonica, è bene sapere che questo parassita fa parte della categoria degli “insetti alieni”: cioè quei parassiti che sono arrivati in Italia in tempi moderni, spesso all’interno di container in arrivo dall’Oriente, come è successo per esempio con la Xylella fastidiosa, il Punteruolo rosso, la Cimice asiatica e molti altri. Il problema degli “insetti alieni” è particolarmente importante poiché nel nostro Paese non esistono i nemici naturali di questi parassiti. Con il risultato che il loro sviluppo e moltiplicazione non trova ostacoli.
Originaria del Giappone, la Popillia Japonica è ormai presente anche negli Stati Uniti e in Europa: in Italia è stata avvistata per la prima volta nel 2014 nella Valle del Ticino.
Caratteristiche della Popillia Japonica
La Popillia Japonica (Newman Coleoptera Rutelidae), detto anche coleottero giapponese o scarabeo giapponese, provoca danni alle colture sia nella forma larvale sia da adulta: le larve si nutrono delle radici (quindi danneggiano anche il tappeto erboso), mentre gli insetti adulti sono polifagi e possono defogliare totalmente fino a 300 specie di piante.
Nel nord Italia la Popillia Japonica sviluppa una generazione nel corso dell’anno: le uova vengono deposte nel terreno a circa 10-25 cm di profondità per proteggerle dal gelo. La profondità è variabile poiché dipende dalla temperatura esterna: più è bassa è più le larve si dirigono verso il basso.
Coltivare gli Eucomis, anche detti Gigli Ananas, dona un tocco di originale esotismo ai terrazzi e giardini nostrani. Questa bulbosa primaverile, originaria dell’Africa meridionale, è caratterizzata da una rosetta di foglie da cui si sviluppa un fusto eretto e carnoso, sul cui apice spunta l’inflorescenza a forma di pannocchia.
Il nome Giglio Ananas deriva proprio dalla bizzarra inflorescenza sormontata da un ciuffetto di foglie verdi, che rende questa pianta simile nella forma e nei colori a un Ananas.
La fioritura estiva, lascia il posto a delle piccole bacche che per tutto l’autunno decorano la pianta.
Possiamo trovare in commercio diverse varietà nei colori più disparati, dal classico giallo verde, al bianco e rosa.