ECONOMIZZARE L’ACQUA
L’irrigazione è una pratica irrinunciabile per mantenere bene l’orto o il giardino.
Per risparmiare acqua non esiste un’unica soluzione, ma un insieme di strategie che, se integrate tra loro, permettono di ridurre i consumi senza rinunciare ai risultati. Le diverse vie di risparmio possono orientativamente rientrare in 5 grandi categorie:
- accorgimenti colturali e tecniche di aridocoltura: privilegiare le piante o le varietà autoctone e rustiche che meglio si adattano al nostro ambiente; all’impianto lavorare il terreno profondamente per migliorare la capacità d’accumulo e conservazione dell’acqua; durante la stagione di crescita lavorare frequentemente il terreno in superficie con sarchiature per interrompere la risalita capillare dell’acqua.
- scelta della tempistica e del volume di irrigazione: per una irrigazione efficiente e senza sprechi occorre saper individuare quando la pianta richiede acqua e in quale quantità. L’obiettivo è creare la giusta umidità nello strato di terreno occupato dalle radici. Volumi ridotti porteranno a una bassa efficienza dell’irrigazione, volumi abbondanti a spreco d’acqua che scorre via. In questo ultimo caso si può associare un inquinamento da fertilizzanti o altri elementi dilavati dal suolo nelle falde.
- verificare l’efficienza dell’irrigazione e se l’acqua raggiunge le radici: a distanza di 3-4 ore dall’irrigazione aprire con la vanga una trincea profonda 15-25 cm in corrispondenza del limite di proiezione della chioma sul terreno. Se il profilo del suolo si presenterà omogeneamente umido (ma non inzuppato) avremo raggiunto lo scopo. In caso contrario dovremo ridurre o aumentare i tempi di somministrazione sino a ottenere il risultato voluto.
- scelta e miglior uso del sistema irriguo: la scelta del metodo e del sistema d’irrigazione più idoneo è la conseguenza di una serie di riflessioni agronomiche e ambientali. Disponibilità e costi dell’acqua, tipo di terreno e di piante, uso del giardino, praticità di gestione, disponibilità di tempo ecc. Sistemi tubati in pressione, come l’aspersione o la goccia, consentono di risparmiare oltre il 30% dell’acqua. Attenzione però: errori di programmazione della centralina nella scelta dei tempi e dei volumi irrigui, irrigatori non omogeneamente posizionati e gocciolatori di qualità mediocre o parzialmente ostruiti, vanificano il vantaggio sperato e spesso creano danni.
- recupero e riuso delle acque: l’acqua piovana non costa nulla ed è gradita dai vegetali più di quanto lo sia quella del rubinetto o del pozzo. Creare invasi o contenitori adatti a raccoglierla ed immagazzinarla durante le precipitazioni estive, è un grande risparmio. Se non la consumiamo entro 8 giorni, ricordiamoci però di aggiungere appositi prodotti larvicidi per evitare che il contenitore diventi un habitat ideale per le zanzare.
LA LOTTA NATURALE AI PARASSITI
Qui nascono i problemi maggiori poiché gli antiparassitari di sintesi sono effettivamente molto efficaci in caso di una invasione di parassiti. Il giardinaggio biologico deve quindi prevedere una serie di azioni preventive per evitare e limitare al massimo il pericolo di contagio.
Il primo passo parte dalla conoscenza degli insetti. Il ciclo di vita inizia dallo stadio di uovo. Dalla schiusa dell’uovo nasce una larva che, attraverso successive mute, diventa un insetto adulto in grado di deporre nuove uova. L’adulto può essere molto diverso dalla sua larva (per esempio pensiamo al bruco e alla farfalla) o somigliargli parecchio (per esempio gli afidi).
Spesso è solo la larva che danneggia le piante (torna l’esempio dei bruchi di farfalla), ma a volte gli adulti possono essere dannosi quanto le loro larve (per esempio la Dorifora).
Le larve e gli adulti non si combattono in modo uguale.
È utile inoltre saper suddividere gli insetti in due macro categorie: quelli che divorano il fogliame o provocano gallerie negli steli (come per esempio la Dorifora e i lepidotteri minatori) e gli insetti che si nutrono succhiando la linfa pungendo le foglie, gli steli o i frutti (per esempio la mosca bianca, le cocciniglie e gli afidi).
Focalizzando bene questi elementi potremo così scegliere se è meglio intervenire con prodotti che agiscono per contatto oppure per ingestione, sistemico o di copertura, ad azione repulsiva, ecc.
La lotta biologica inizia quindi con la prevenzione, da effettuare in autunno e inverno, attraverso l’uso di corroboranti, come per esempio il Sapone Molle per togliere la melata ed eliminare le uova e le larve svernanti. Tra dicembre e febbraio possiamo usare delle Trappole Adesive per rilevare la presenza degli insetti e in parte catturarli. Duranti i mesi più caldi, se necessario, possiamo utilizzare degli strumenti di protezione, come l’Estratto d’Ortica e gli insetticidi consentiti in agricoltura biologica.
Questo è per esempio un programma di lotta contro gli Afidi. Piccoli insetti di forma globosa che, a seconda delle specie, possono essere di diverso colore. Proliferano in colonie di numerosi individui sugli steli, germogli e sulla pagina inferiore delle foglie. Succhiano la linfa indebolendo la pianta sino al disseccamento. Producono una sostanza zuccherina e appiccicosa, detta melata, che attira le formiche e che, aggredita da muffe, diventa nera (Fumaggine).
Questo invece è il programma di lotta contro le Cocciniglie. Piccoli insetti apodi (senza zampe) e senza antenne che, a seconda del tipo, sono di colore grigio, biancastro o bruno. Prosperano in colonie numerose e possono avere la forma di piccoli scudetti, sacchetti o ammassi cotonosi aderenti alla foglia, ai giovani germogli o anche ai frutti e sui rametti. Vivono succhiando la linfa della pianta debilitandola sino a provocarne il completo disseccamento.