Difendere le nostre colture dalla Peronospora in modo biologico è importante per ottenere frutta e verdura coltivate in modo naturale e senza il ricorso agli antiparassitari.

Mentre gli agrofarmaci di sintesi hanno un effetto immediato contro parassiti e spore fungine, la “difesa biologica” prevede l’uso congiunto di una serie di soluzioni naturali e di buone pratiche colturali, volte a prevenire e limitare l’insorgere di attacchi da parte di parassiti.

Basandoci sulla conoscenza delle caratteristiche dei vari nemici dei nostri raccolti, la “difesa biologica” opera anzitutto in forma preventiva, per creare le condizioni affinché insetti e malattie fungine non possano svilupparsi sulle nostre piante.

Prevenire la Peronospora in modo biologico

Le Peronosporacee sono una famiglia di funghi che comprende molti generi differenti. Usiamo il termine Peronospora in senso generale, ma esistono generi diversi di spore legate al tipo di coltura preferita. Come la Peronospora della Lattuga (Bremia lactucae), quella delle Crucifere che attacca i Cavoli (Peronospora brassicae) o quella della Vite (Plasmopara viticola).

Tutte le Peronospore provocano però gli stessi danni. Sulle foglie appaiono delle macchie brune o grigie, la pianta smette di fiorire e tende a seccare. Nei cespi di insalata colpisce le foglie esterne ma può estendersi all’interno e nelle Cucurbitacee arriva a distruggere la pianta.

Un altro problema è la facile volatilità delle spore: in presenza di ambienti umidi o piovosi, possono facilmente contaminare le piante vicine.

Come tutti i funghi prolifera con l’umidità, quando le piogge sono frequenti, accompagnata a temperature miti, comprese tra i 15°C e i 25°C. In estate, con le alte temperature e l’aria “secca”, arrestano il loro sviluppo. Per poi riprendere in autunno, con le prime piogge.

In funzione della nostra zona geografica, in primavera e in autunno possiamo adottare diverse tecniche agronomiche volte a limitare l’umidità ambientale e fogliare delle piante dell’orto e del frutteto. Per esempio:

  • coltiviamo l’orto in una zona esposta al sole per molte ore della giornata. I terreni in ombra sono meno esposti all’evaporazione e generano più facilmente ristagni.
  • Irrighiamo solo il terreno. Le gocce d’acqua che permangono per molto tempo sulle foglie possono essere una porta d’accesso per le spore fungine.
  • Nei mesi in cui l’umidità ambientale è più alta e maggiore è il rischio dell’insorgenza di malattie fungine, effettuiamo trattamenti con fertilizzanti a base di Zeolite e Rame. La Zeolite, un po’ come la vicina Sepiolite usata per la sabbia dei gatti, ha la capacità di assorbire l’umidità superficiale, mentre il Rame è un tradizionale fungicida da sempre utilizzato per combattere le malattie fungine nell’orto.

Come affrontare la Peronospora nell’orto e nel frutteto

In presenza di tracce della malattia, possiamo integrare l’uso con altre soluzioni biologiche.

L’Estratto di Equiseto è una sostanza di base di origine naturale, ricavata dalla lavorazione della pianta Equisetum arvense e consentita in agricoltura. È ricca di Potassio, Calcio e Magnesio, ma soprattutto di Silice: una sostanza che assorbe l’umidità superficiale e rafforza i tessuti delle piante orticole e da frutto, rendendole meno soggette agli attacchi di malattie fungine, come la Peronospora. Nebulizziamo ogni 10 giorni in primavera e in autunno per la prevenzione o direttamente sulle zone infettate in presenza della malattia.

In presenza di foglie infette è molto efficace anche il l’Idrogeno Carbonato di Sodio. Se spruzzato sulle parti danneggiate ha la capacità di innalzare rapidamente il pH della superficie fogliare, provocando la disidratazione delle spore.