Archivi Mensili: Luglio 2019
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Luglio 30, 2019
Eliminare la Dorifora tempestivamente è importante perché si riproduce molto velocemente e le sue larve sono molto voraci. La Patata è una delle piante più coltivate negli orti familiari. Purtroppo, assieme ad altre Solanacee, come per esempio il Pomodoro e il Peperone, costituisce la fonte di cibo ideale per un coleottero dall’aspetto simpatico ma voracissimo: la Dorifora (Leptinotarsa decemlineata).
L’adulto, lungo 10-12 mm, è di colore giallo con capo e corsaletto macchiati di nero e cinque linee regolari longitudinali nere sulle elitre. La larva è di colore rosso-arancione, con due fila di puntini neri sui lati. L’insetto, originario degli Stati Uniti, si è introdotto in Europa negli anni Venti provocando da subito, nelle zone invase, gravissimi danni alle coltivazioni e tali carestie da indurre i Governi (in Francia e Inghilterra) a emanare apposite leggi per la lotta obbligatoria e limitazioni al commercio delle derrate. A causa dell’inadeguatezza dei mezzi di lotta a disposizione a quel tempo e alle conseguenze della successiva guerra mondiale, in breve tempo, si è diffuso in tutta Europa.
ELIMINARE LA DORIFORA: I PRIMI SINTOMI SULLA PIANTA
La Dorifora sverna come adulto nel terreno da cui fuoriesce a tarda primavera all’innalzarsi della temperatura (verso maggio) per compiere lunghi voli in cerca delle piante ospiti. Arrivata a destinazione, depone sulle foglie da 700 a 2.000 uova che originano altrettante voraci larve. Nell’arco di 20-25 giorni si completa una nuova generazione di adulti in grado di deporre nuove uova e dare inizio a un nuovo ciclo. Tra giugno e settembre si hanno così 2-3 generazioni l’anno in grado di provocare danni ingenti anche alle varietà a raccolta tardiva.
La Dorifora è facile da individuare: gli adulti e le larve sono in genere presenti in colonie...
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Luglio 26, 2019
Allontanare le Vespe dai luoghi in cui abitiamo può essere necessario poiché rappresentano un pericolo per i bambini e per gli animali. In caso di ipersensibilità alle punture di Vespa, si può anche verificare uno shock anafilattico con rischi anche mortali, specialmente se si viene attaccati da più Vespe. Inoltre sono abbastanza combattive e, contrariamente alle Api, possono pungere più volte poiché non perdono il pungiglione: questo le rende più pericolose.
ALLONTANARE LE VESPE MA IN MODO CONSAPEVOLE
È bene precisare che le Vespe non vanno uccise inutilmente poiché sono animali utili. Contrariamente alle Api, le Vespe (Vespula vulgaris) non sono insetti impollinatori e si cibano di altri insetti o di sostanze zuccherine, come la polpa di molti frutti ma anche i nostri alimenti. Si nutrono anche di corteccia che usano, mischiata alla saliva, per creare i loro alveari che sono simili a fogli di carta e non cerosi come quelli delle Api. Nonostante ciò, le Vespe sono animali utili poiché si cibano di insetti come ragni, zecche e afidi e ne limitano così lo sviluppo. Inoltre sono il cibo preferito di molti volatili, come rondini e falchi che sono ghiotti di imenotteri.
Va inoltre precisato che le Vespe, come tutti gli animali tranne l’uomo, non sono pericolose e non aggrediscono senza motivo: lo fanno solo per difesa quando si sentono attaccate o quando il loro nido è in pericolo. Ma vediamo come allontanare le Vespe.
I RIMEDI NATURALI
Alcune volte le Vespe sono presenti nei nostri giardini anche se il loro nido non si trova nei paraggi. Magari sono semplicemente attratte dai profumi dei nostri fiori o dai...
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Luglio 23, 2019
Possiamo coltivare la Camassia in giardino sia per la bellezza semplice dei suoi fiori a forma di stella, con lunghi petali sottili, ma anche per la sua rusticità e la semplicità di coltivazione.
La Camassia è una pianta bulbosa e la grandezza dei fiori dipende dalla varietà: dalle stelle grandi fino a 8 cm della Camassia leichtlinii alle nuvole di fiorellini della Camassia cuisickii. La specie di Camassia più caratteristica è la Camassia caerulea con i suoi fiori azzurri, ma sono apprezzate anche varianti come con petali color porpora o come la Camassia leichtlinii Alba, con petali bianchi.
La Camassia fiorisce ogni anno in primavera ed è ideale per caratterizzare aiuole e bordure. Spesso vengono coltivati alcuni esemplari molto vicini tra loro, per creare dei cespugli.
Coltivare la Camassia: una pianta che richiede poche cure
Originaria del sottobosco dell’America del nord, la Camassia può crescere bene sia in zone soleggiate sia in ambienti più riparati, in mezz’ombra. Sopporta bene ogni tipo di temperatura delle nostre regioni, da quelle più calde a quelle più fredde (fino a -5/-10°C).
I bulbi di Camassia si piantano in autunno, sotto 15 centimetri di terriccio fresco, distanti circa 20 centimetri l’uno dall’altro. Se vengono piantati in giardino facciamo in modo che il terreno sia soffice, umido e ben drenato: se necessario possiamo migliorare le prestazioni dell’aiuola fiorita aggiungendo un ammendante, così come possiamo migliorare il drenaggio dell’acqua miscelando...
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Luglio 19, 2019
Potete coltivare la Lobelia se state cercando una pianta per il terrazzo che è facile da coltivare, non ha pretese e dona bellissime fioriture. Dietro il nome "Lobelia", in realtà, non c’è una singola pianta ma un genere. Le Lobelie appartengono alla stessa famiglia delle Campanule ed esistono circa 400 specie spesso molto differenti fra loro: alcune sono annuali e altre perenni, alcune possono crescere fino a 3 metri mentre quelle ornamentali che troviamo nei centri giardinaggio si fermano a 50 cm e c’è anche una specie acquatica. Tutte sono riconoscibili dai fiori a forma a ventaglio che, a seconda della specie, possono differire per i colori e il periodo e la durata della fioritura.
Spesso indichiamo genericamente con il termine Lobelia la Lobelia erinus che è la specie ornamentale più diffusa in Italia con i suoi fiori viola, anche se esistono delle varietà azzurre, bianche e rosa. Tra le altre specie possiamo ricordare la Lobelia excelsa con fiori rosa-rossi e resistente alle basse temperature, la Lobelia speciosa che produce tanti fiori sulle tonalità dal rosa al viola, la Lobelia laxiflora con fiori rossi e gialli e la Lobelia cardinalis che è una pianta acquatica erbacea che produce bellissimi fiori rosso cardinale, da cui prende il nome.
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Luglio 16, 2019
Eliminare la Muffa Grigia tempestivamente è importante perché può danneggiare velocemente un intero raccolto. La Muffa Grigia o Botrite (Botrytis cynerea) è un fungo estremamente polifago in grado di aggredire numerose piante da frutto, ortive e ornamentali. In particolare: Vite, Fragola, Pomacee, Drupacee, Solanacee, Cucurbitacee, Rose, Ciclamini, Azalee, Begonie e Crisantemi.
Tutti gli organi aerei della pianta possono venire colpiti ma, a seconda della pianta ospite, possiamo trovarla di volta in volta sui boccioli fiorali, i grappoli, i frutti o anche le foglie. Possono inoltre venire colpiti gli organi sotterranei (bulbi, tuberi e rizomi) durante il periodo di conservazione.
ELIMINARE LA MUFFA GRIGRIA: COME RICONOSCERE I PRIMI SINTOMI
L’attacco è in genere preceduto da un periodo caldo, fortemente umido o piovoso ed è favorito da una fitta vegetazione e impianti troppo densi. A seconda dell’organo colpito i sintomi possono variare:
- i fiori e i boccioli: non si aprono regolarmente, si ricoprono di una caratteristica efflorescenza grigiastra e disseccano rapidamente;
- le foglie...
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Luglio 12, 2019
Il prato in estate è soggetto a maggiore stress e usura. Attraverso l’utilizzo di prodotti tecnologicamente avanzati e mettendo in pratica alcuni semplici accorgimenti potremo continuare a goderci i vantaggi del tappeto erboso, favorendone al contempo l’irrobustimento e il miglior aspetto.
Per semplificare il concetto possiamo dire che tutte le azioni devono essere rivolte a proteggere l’apparato radicale dalla forte insolazione e minimizzare lo stress a carico dell’apparato fogliare.
IL PRATO IN ESTATE: L’ALTEZZA DI TAGLIO
A prescindere dalla tipologia d’uso (sportivo, decorativo, ecc.) in estate è bene aumentare l’altezza di taglio. Portando l’altezza a 45-50 mm per i prati a uso ricreativo e a 30-35 mm per quelli ornamentali aumenteremo l’ombreggiamento della corona e delle radici proteggendole dalle scottature e dalla eccessiva evapotraspirazione.
L’intervallo tra i tagli può essere allungato a 7-8 giorni e, onde evitare l’effetto stuoia, è bene non asportare mai più di 1/3 della lunghezza della foglia per singolo taglio.
IL RUOLO DELL’IRRIGAZIONE
L’eccesso di acqua è dannoso più della sua carenza. In estate si tende ad aumentare l’apporto di acqua al tappeto erboso, dimenticando che così promuoviamo lo sviluppo di molte malattie fungine distruttive di difficile controllo e il maggior costipamento del terreno.
La capacità del terreno di ricevere e immagazzinare correttamente l’acqua è determinata dalle sue caratteristiche strutturali. Per questo motivo l’apporto di acqua deve essere principalmente legato a questo fattore, pur considerandone anche altri come la temperatura esterna, la composizione del miscuglio di semi, l’esposizione al sole, ecc.
Per evitare dannosi eccessi idrici può esserci d’aiuto seguire le indicazioni...
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Luglio 09, 2019
Irrigare senza sprecare acqua è possibile ed è ormai anche un dovere morale. Ogni italiano, in media, consuma ogni giorno 241 litri di acqua: grazie anche alle dispersioni idriche dei nostri acquedotti (arrivano fino al 37%) siamo al primo posto in Europa per il consumo pro-capite. Lo sfruttamento intensivo di una risorsa così preziosa come l’acqua associato ai sempre più frequenti periodi di siccità, è fonte di danni per l’agricoltura e per la qualità del nostro stile di vita. Basti pensare alla riduzione del Lago di Bracciano e alla crisi idrica che ha affrontato Roma nel 2017.
È perciò un dovere di tutti impegnarsi a ridurre gli sprechi d’acqua anche in casa: per esempio usando rubinetti frangigetto ed elettrodomestici a basso consumo idrico, ma anche operando le giuste scelte per l’irrigazione del giardino o delle piante sul terrazzo.
IRRIGARE SENZA SPRECARE ACQUA: INIZIAMO DALLA SCELTA DELLE PIANTE
Il primo modo per risparmiare acqua è di scegliere delle piante adatte al clima nel quale abitiamo.
Se abitiamo in un ambiente caldo e secco meglio puntare sulle tante piante tipiche della macchia mediterranea, che l’evoluzione ha modellato per ridurre al minimo la necessità di acqua. Tra gli arbusti resistenti alla siccità possiamo puntare sul Biancospino, il Callistemom, il Corbezzolo, l’Ibisco di Siria, il Ligustro, l’Oleandro, il Pittosforo o la Santolina.
Le piante perenni da fiore che usiamo per le aiuole o le bordure richiedono molta acqua: se viviamo in un clima arido è meglio puntare su piante mediterranee o aromatiche come la Lavanda, l’Origano o il Rosmarino.
Anche le piante...
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Luglio 05, 2019
Eliminare il Mal Bianco è importante per evitare la sua crescita a macchia d'olio e la perdite delle piante o del raccolto. A seconda se ha colpito una pianta ormantale, da frutto o da orto. Con il termine di Mal Bianco od Oidio si intende una malattia di origine fungina, molto comune e diffusa a quasi tutte le specie di piante sia ornamentali che dell’orto.
Responsabili di questa infezione sono differenti agenti fungini appartenenti a uno stesso gruppo ma specifici delle diverse specie vegetali. L’infezione si presenta in primavera con temperature intorno ai 20/25°C e una umidità relativa superiore al 75%. Il suo progredire è in genere molto veloce e distruttivo. Durante l’estate la malattia tende a bloccarsi per riprendere in autunno.
ELIMINARE IL MAL BIANCO: COME VERIFICARE LA PRESENZA DELL’OIDIO
Le parti della pianta che per prime evidenziano il problema sono le estremità dei giovani rami e delle foglie. Gli effetti consistono in una caratteristica muffa bianca di consistenza farinosa e polverulenta che può, a seconda della specie, assumere sfumature sul grigio, più o meno carico, rosa o aranciato. Con il progredire dell’infezione, lo strato feltroso, ricopre l’intera vegetazione e deforma le foglie determinando contorcimenti e increspature delle medesime sino al completo disseccamento.
Oltre alle parti verdi, l’Oidio è in grado di espandersi anche su fiori e frutti. Per esempio, nel caso della Vite e dei frutti a buccia tenera (come Fragole, Pesche, ecc.), provoca la spaccatura della buccia e la emissione di liquidi zuccherini da parte dei tessuti sottostanti, che diventa il substrato ideale per successive infezioni di altri funghi come la Botrite e la Monilia.
LA PREVENZIONE...
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Luglio 04, 2019
Un buon motivo per coltivare la Fritillaria sono i suoi bellissimi fiori, caratterizzati da grandi corolle a forma di campanula. Pianta bulbosa parente del Giglio e dei Tulipani, è originaria del Sudafrica e fiorisce a metà primavera per accompagnarci per tutta l’estate. La grandezza del fiore a campana che la caratterizza, che spicca su un alto gambo che non supera i 40 cm di altezza, ha donato alle Fritillarie il nome di Bossolo dei Dadi, con cui sono popolarmente conosciute.
I colori dei fiori di questa pianta possono variare a seconda della specie e sono apprezzati per la loro varietà e la particolarità del loro aspetto. La più conosciuta è la Fritillaria imperialis, arrivata in Europa dalla Persia e dalla Turchia nel XVI secolo, caratterizzata da fiori di un giallo acceso o di un arancio scuro tendente al rosso, a seconda della varietà. Due specie particolari di Fritillaria sono la Fritillaria meleagris e la Fritillaria tenella, i cui petali vedono disegnata una scacchiera di quadri bianchi e viola, dalla quale appunto deriva il nome latino della pianta, che significa appunto “scacchiera”.
Altre specie sono particolari, invece, per i loro fiori di colore molto scuro, con sfumature tra il marrone, il nero e il violaceo, rare da trovarsi nella maggior parte delle piante da fiore; sono la Fritillaria pyrenaica e la Fritillaria tubolaris.
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