Un buon motivo per piantare i Narcisi è che saranno i tra i primi fiori a sbocciare l’anno prossimo, da marzo fino a giugno. I Narcisi (Narcissus) sono piante bulbose autunnali, che devono essere piantate in questo periodo, tra ottobre e dicembre, e che sbocceranno nella prossima primavera.
Si possono coltivare facilmente sia in vaso sia in giardino e hanno la caratteristica resistere maggiormente al freddo rispetto alle altre bulbose. I bulbi dei Narcisi possono essere infatti lasciati nel terreno, senza l’obbligo di dissotterrarli e conservarli in luogo protetto come si fa con gli altri bulbi. Il bulbo sottoterra produrrà altri bulbilli, aumentando ogni anno il numero dei fiori.
I Narcisi non sono tutti bianchi, ma anzi esistono molte varietà ibridi diverse per forma e colore. I Narcisi botanici, più ricercati, hanno fiori più piccoli mentre i Narcisi a coppa larga possono raggiungere i 45 cm di altezza.
I bulbi da fiore autunnali sono quelle piante che possiamo piantare durante il periodo autunnale e che fioriranno nella prossima primavera ed estate. In inverno i bulbi, protetti nel terreno, sviluppano un buon apparato radicale che gli permetterà di fare delle fioriture ricche quando le temperature si alzeranno.
Scegliere quali bulbi da fiore autunnali coltivare non è così semplice, poiché da un punto di vista estetico i fiori che si possono ottenere sono così belli che non è facile stilare delle classifiche. Inoltre la scelta è davvero ampia: oltre alle principali varietà (Anemoni, Crocus, Tulipani, ecc.) possiamo infatti scegliere fra tantissimi ibridi, diversi nelle forme e nei colori.
BULBI DA FIORE AUTUNNALI: COME OPERARE UNA SCELTA
A prescindere quindi dai gusti estetici, proviamo a muoverci in questa vastità di scelta utilizzando altri parametri di scelta.
Iniziamo con il dire che l’offerta di bulbi da fiore autunnali è leggermente inferiore rispetto a quella dei bulbi primaverili. Sono comunque tante le varietà disponibili, tra cui Allium...
Eliminare la Processionaria del Pino in modo tempestivo, alle prime avvisaglie del suo arrivo, è molto importante poiché ci permette di limitare danni maggiori. Ma non è sempre facile: ecco tutto quello che dovete sapere!
ELIMINARE LA PROCESSIONARIA DEL PINO: CONOSCERLA PER COMBATTERLA CON SUCCESSO
Processionarie è il nome comune col quale vengono designate diverse specie di farfalle della famiglia delle Thaumetopoeidae e dovuto al caratteristico modo che hanno le loro larve di strisciare l’una dietro l’altra, in file lunghe anche diversi metri. Di forma tozza e cilindrica, sono ricoperte da numerosi peli, di cui quelli della parte dorsale sono particolarmente fitti e urticanti perché contengono grandi quantità di acido formico. Quando entrano a contatto con la pelle possono provocare esantemi e irritazioni; se invece entrano in contatto con gli occhi o l’interno delle vie respiratorie possono provocare dolori molto forti e anche shock anafilattico. Sia l’uomo che gli animali risultano molto sensibili e soggetti alle medesime problematiche.
Le Processionarie, per la loro voracità, sono inoltre molto dannose alle piante forestali. Le due specie più comuni e diffuse sono la Processionaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa) e quella la Processionaria della Quercia (Thaumetopoea processionea).
IL CICLO DI VITA
Di preferenza attacca i Pinus nigra e i Pinus sylvestris ma ha dimostrato di potersi adattare con successo anche sui Pinus Halepensis, Pinea, Pinaster, Strobus, Larix decidua, Cedrus...
Possiamo coltivare il Verbasco se vogliamo creare una “macchia” di colore in giardino, magari per caratterizzare una zona. Le sue infiorescenze, alte anche più di 1 metro, si stagliano infatti come statue che spiccano nelle aiuole.
Il Verbasco (Verbascum) è una pianta erbacea che comprende centinaia di specie, sia annuali sia perenni. Generalmente la pianta è costituita da una rosetta di foglie verde scuro da cui si sviluppa un fusto eretto che produce una pannocchia di fiori, con colori che variano dal bianco al giallo al rosa a seconda della varietà. I fiori compaiono in estate e durano fino all’autunno.
Possiamo coltivare la Stachys per valorizzare le bordure del giardino, specialmente nelle zone montane: viene utilizzata sia come pianta da fiore sia per il suo fogliame che, nelle varietà tappezzanti, crea un tappeto argenteo e morbido.
Le Stachys, dette anche Betoniche, sono piante erbacee che producono belle infiorescenze e rappresentano una risorsa interessante nel giardino poiché resistono anche alle basse temperature. In Italia alcune specie crescono anche spontaneamente, specie nelle zone montane.
Fiorisce da maggio e per tutta l’estate e produce delle infiorescenze di colore rosa, lilla e viola raccolte in spighe. Anche le foglie sono molto particolari: spesse, rugose e coperte da una lanuggine argentea.
Comprende molte varietà e possono essere annuali o perenni, decidue o sempreverdi, con portamento eretto o prostrato. Le varietà principali sono la Stachys byzantina (perenne), S. grandiflora (con fioriture più importanti), S. macrantha (con fiori rosa), S. monieri (perenne e sempreverde), S. officinalis (perenne e utilizzata in erboristeria) e S.olympica (sempreverde e tappezzante).
Coltivare la Liriope muscari è la soluzione ideale per creare bordure o abbellire un terrazzo. Questa piccola bulbosa primaverile è caratterizzata da fiorellini riuniti in spighe compatte e foglie sottili e nastriformi.
La sua fioritura, tradizionalmente blu o azzurra, è molto fitta e crea un particolare effetto massa.
Le specie più diffuse sono la Muscari armeniacum alta appena 20 cm e con fiori blu o bianchi, la Muscari botryoides con fiorellini tondi blu e la Muscari comosum, alta fino a 60 cm e con fiori porpora o azzurri.
Facile da coltivare, la Liriope è adatta sia alla coltivazione in vaso, sia in prati o zone incolte, dove si moltiplica negli anni. Molto versatile, si adatta bene a giardini rocciosi e cassette o ciotole, insieme a altri bulbi. Resiste fino a -15°C e quindi può essere coltivata un po’ in tutta Italia.
COLTIVARE LA LIRIOPE MUSCARI: ATTENZIONE AI RISTAGNI
Questa pianta rustica predilige climi freddi ma resiste bene alle alte temperature. La posizione ideale in cui collocarla è in pieno sole, al fine di ottenere una rigogliosa fioritura.
Irrigare le piante quando siamo in vacanza è sempre un problema, poiché proprio in questo periodo la necessità di acqua da parte delle piante è maggiore. Bastano infatti uno o due giorni di sospensione delle irrigazioni per osservare sintomi di appassimento e meno di una settimana per il totale disseccamento della pianta. In caso di assenze più o meno prolungate, risulta quindi evidente la necessità di prendere provvedimenti nei confronti delle piante che coltiviamo nell’appartamento e nel giardino, tappeto erboso compreso. Senza dubbio il metodo migliore per soddisfare questa esigenza è quello di affidarsi a una persona di fiducia con tanta pazienza e tempo a disposizione, ma visto che ciò non è sempre possibile si possono adottare alcune soluzioni specifiche a seconda dei casi:
IRRIGARE LE PIANTE QUANDO SIAMO IN VACANZA: APPARTAMENTO E BALCONE
Il primo consiglio è quello di riunire tutte le piante in un’unica stanza ben illuminata e priva di correnti d’aria, evitando l’insolazione diretta.
Per 4-5 giorni di assenza: coprire la terra dei vasi con uno strato di torbaben inzuppato di acqua. La torba cederà progressivamente umidità alla pianta.
Per 6-10 giorni di assenza: utilizzare gli appositi gel a base di acqua da inserire nel terreno oppure i vasi a riserva d’acqua, che consentono il passaggio per capillarità del liquido da un apposito serbatoio al terriccio. Questi vasi sono dotati di un indicatore visivo del livello.
Oltre 10 giorni di assenza : specialmente se il numero dei vasi è rilevante il problema delle annaffiature può essere risolto grazie all’impiego di centraline elettroniche programmabili (funzionano sia elettricamente che a batteria) in grado di comandare il numero delle...
Se state cercando il modo migliore di fertilizzare il verde del vostro giardino, vi suggeriamo di usare i concimi a cessione programmata.
Il settore della nutrizione delle piante, infatti, ha mostrato in questi ultimi decenni una positiva crescita qualitativa e di specializzazione. A partire dagli anni Settanta è iniziata la forte ascesa della popolazione mondiale che ha di fatto determinato maggiore richiesta di cibo e quindi anche dei fertilizzanti per produrlo. In questo contesto, utilizzando i concimi tradizionali con le vecchie tecniche di coltivazione, si è spesso contribuito a fornire alle colture quantità di nutrienti eccedenti le necessità che poi, in diversi modi, si sono dispersi nell’ambiente (per esempio per fenomeni di eutrofizzazione, aumento dei nitrati nelle acque, ecc.).
Contemporaneamente altre cause non meno importanti, come la riduzione dei costi di produzione legati agli enormi consumi di energia di trasformazione e trasporto, il razionale uso delle risorse, l’apparire con sempre maggiore frequenza di fisiopatie legate e squilibri nutrizionali e la maggiore coscienza e attenzione verso tutti gli aspetti legati alla salubrità dell’ambiente, hanno spinto le aziende produttrici e i tecnici a riconsiderare molti aspetti legati alla produzione agricola.
Si è così sviluppata una branca dell’agricoltura di precisione che ha stimolato la nascita di nuove classi di concimi e di tecniche applicative.
COME USARE I CONCIMI A CESSIONE PROGRAMMATA: L’AVVENTO DEI NUOVI FERTILIZZANTI
Hanno così visto la luce e si sono diffusi prodotti innovativi e inimmaginabili solo pochi decenni prima. Solo per citare le principali tappe: i concimi a cessione programmata, quelli stabilizzati con inibitori della nitrificazione...
Se avete iniziato a coltivare la Tigridia in marzo-maggio in questi giorni, da luglio a ottobre, vedrete sbocciare i suoi incantevoli e coloratissimi fiori, che sembrano simili alle Orchidee.
La Tigridia è un bulbo da fiore primaverile, la stagione in cui va trapiantato, e dà luogo a una bella pianta con lunghe foglie lanceolate sempreverdi e grandi fiori (fino a 10 cm di diametro!) molto colorati. Esistono molte varietà di Tigridia, la più nota è la Tigridia pavonia, e i colori possono variare dal giallo al rosso, dall’arancio al lilla, dal rosa al bianco. I fiori durano pochi giorni ma la pianta ne produce molti : ogni ramo ospita fino a 8 fiori che sbocceranno progressivamente nel tempo.
COLTIVARE LA TIGRIDIA: NON AMA CRESCERE IN VASO
La Tigridia non cresce bene in vaso e predilige uno sviluppo in piena terra. Poiché i bulbi di Tigridia non tollerano il freddo al di sotto dei 5-10°C, non in tutte le Regioni italiane possiamo coltivare questa pianta in giardino come perenne.