Normalmente dobbiamo usare un disabituante quando abbiamo un problema di convivenza con alcuni animali. Può essere semplicemente un gattino che si fa le unghie sul divano più costoso, ma ci possono essere situazioni anche più pericolose come quelle derivanti dalla convivenza con vipere o piccioni.
Oltre ai sistemi meccanici, come reti o barriere anti piccione, possiamo ricorrere a disabituanti di origine naturale che sfruttano polimeri che emettono odori sgradevoli per gli animali che desideriamo allontanare, mentre non totalmente innocui per bambini, piante e altri animali domestici.
COME USARE UN DISABITUANTE PER PICCIONI
Piccioni e colombi possono creare problemi sia all’integrità delle case sia a quelle delle persone. I residui di guano hanno un forte potere corrosivo e con il tempo minano la permeabilità di cornicio e terrazzi. Senza contare che il guano di piccione potrebbe essere un veicolo per malattie più gravi per gli esseri umani.
Per allontanare i piccioni di un balcone possiamo ricorrere a soluzioni meccaniche (barriere fisiche, dissuasori acustici, spaventapasseri) oppure ai disabituanti...
PROROGA AL 2/11/2021 DELLE MISURE TRANSITORIE PER LA COMMERCIALIZZAZIONE E L’IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI DESTINATI AGLI UTILIZZATORI NON PROFESSIONALI
Gentile consumatore, la scadenza che vedi sulle confezioni dei prodotti destinati alla difesa delle piante da balcone, giardino e orto non ha niente a che vedere con l’efficacia del prodotto ma è riferita ad una normativa denominata USO NON PROFESSIONALE che stabiliva la possibilità di vendere questa tipologia di prodotti fino al 2 maggio 2020.
Questo termine è stato posticipato dal Ministero della Salute fino al 2 novembre 2021 (vedi sotto il dettaglio del Decreto Legge).
In alcuni casi troverai indicata sulle etichette una scadenza diversa dal 2 maggio 2020, anche in questo caso, se il prodotto è ancora sugli scaffali, significa che ha avuto una proroga di un ulteriore anno dalla data indicata in etichetta.
Il Ministero non ha previsto la modifica delle etichette ma ai fini di una informazione esaustiva per i
consumatori ha inserito una apposita nota nella pagina di presentazione della banca dati dei
prodotti fitosanitari.
Usare i Lupini Macinati, così come il Sangue di Bue o il Corno Torrefatto, è utile per coltivare le piante in vaso o del giardino in modo biologico, dando la precedenza a prodotti di origine naturale – organica – sia per la difesa sia per la nutrizione.
Per nutrirsi le piante traggono gli alimenti dal suolo. Ma a poco a poco le risorse tendono a esaurirsi. L’apporto regolare di concime è perciò necessario per ricostituire la riserva nutritiva del terreno e far crescere forti le piante. Questo lo sanno anche i parassiti che preferiscono attaccare le piante più deboli e stentate.
Ogni specie ha esigenze nutritive diverse. È perciò importante che ciascuna coltura riceva il giusto nutrimento nel momento del reale bisogno.
USARE I LUPINI MACINATI CON GLI AGRUMI
Tra i concimi di origine naturale e consentiti in agricoltura biologica, possiamo per esempio...
Possiamo coltivare la Deutzia in giardino sia in gruppo sia come singolo esemplare. Appartiene alla famiglia delle Hydrangeaceae, come le Ortensie e ha un portamento arbustivo, con foglie lanceolate di colore grigio-verde che cadono in autunno. Dalla fine della primavera, verso maggio-giugno, sbocciano i piccoli fiori, a forma di stella, che crescono in grappoli e possono essere bianchi o rosa.
Coltivare la Cattleya non è difficile e basta seguire poche semplici regole e soprattutto trovare il luogo più adatto alla loro coltivazione.
COLTIVARE LA CATTLEYA: LUCE E TEMPERATURA
Rispetto alle altre Orchidee, la Cattleya ha la caratteristica di crescere bene anche senza molta luce solare. Mai con raggi di sole diretti, che potrebbero bruciare foglie e fiori.
Il luogo migliore è sul davanzale di una finestra esposta a nord, o protetta da una tenda leggera che lasci passare la luce.
Le Orchidee sono piante tropicali e la temperatura ottimale varia a seconda della specie. Quelle che coltiviamo in appartamento necessitano di caldo. La Cattleya tollera temperature massime di 30°C e minime di 13°C. Con temperature più elevate, va coltivata in mezz’ombra e con un’umidità ottimale.
La temperatura è molto importante anche per stimolare la rifioritura della pianta. In natura la Cattleya fiorisce quando le minime notturne scendono e c’è uno sbalzo termico rispetto alle massime diurne. Per esempio tra 15°C e 25°C. Per stimolare la rifioritura possiamo quindi posizionare sul terrazzo la pianta durante la notte, avendo cura di riportarla in casa alla mattina: facendo in modo che si verifichi uno sbalzo termico di 10°C. Ripetete questa operazione per alcuni giorni, finché non vedrete spuntare dalla base del fusto gli apici dei nuovi steli. Nel caso della Cattleya, verificate che le temperature minime notturne non siano inferiori a 13°C.
Se volete arricchire il giardino di un bell'albero da frutto, vi suggeriamo di coltivare un Albicocco. L’Albicocco è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee: è quindi un parente delle Rose e dei Biancospini, ma anche di Meli, Peri, Peschi e Ciliegi. Il suo nome scientifico, Prunus armeniaca, indica la provenienza della pianta, cioè l’Armenia, prima di arrivare in Europa ai tempi dei Romani, anche se in realtà è una pianta originaria dalla Cina. In alcune province del Veneto, come Venezia e Treviso, l’Albicocco viene chiamato in dialetto ancora oggi “armellino”.
È una pianta caducifoglia (cioè rimane spoglia in inverno) e normalmente le varietà che si coltivano per ottenere i suoi dolci frutti non superano i 7-8 metri, ma con opportune potature si fa in modo che non superi i 3-4 metri di altezza per facilitare la raccolta.
Dopo aver perso le foglie in inverno, la pianta si riempie di bellissimi fiori bianco-rosei già a febbraio-marzo, che in seguito diventeranno frutti (drupe) sui toni del verde che diventeranno arancioni a completa maturazione. Generalmente i frutti maturano tra giugno e settembre, ma al sud possono maturare anche a maggio.
All’atto della scelta della pianta nel centro giardinaggio, vi suggeriamo di preferire le varietà autocompatibili che non danno problemi per l’impollinazione. Inoltre potrete scegliere anche tra varietà nane, che non superano i 150 cm di altezza e possono essere coltivate anche in vaso.
Le piante per un terrazzo fiorito in estate sono molte, ma è bene sceglierle in base alle caratteristiche del nostro spazio e del tempo che potremo dedicargli. In particolare l’esposizione al sole.
Per creare uno splendido balcone fiorito o arricchire cortili e porticati con composizioni in vaso, questo è il periodo migliore: i garden center offrono il massimo della scelta e le piante, trapiantate adesso, sono meno soggette a stress perché le temperature non sono ancora elevate come in piena estate.
LE PIANTE PER UN TERRAZZO FIORITO
Il desiderio di avere un balcone con una grande quantità di fiori è soddisfatto dalle annuali estive, che hanno anche il vantaggio di costare molto poco: ciò consente quindi di allestire anche ampie superfici o lunghe balconate con vasi appesi alla ringhiera.
Se avete un terrazzo bel soleggiato, fra le piante che costituiscono una certezza riguardo alla fioritura vi suggeriamo le Petunie, le Lantane, i Tageti, le Bocche di Leone, le Zinnie e la Felicia, con le sue belle margheritine azzurre.
Eliminare gli Afidi delle Rose in modo tempestivo è importante, in particolare il Macrosiphum rosae(detto Pidocchio verde della Rosa) che, come si evince dal nome, è specifico di questa pianta.
Quest’insetto è lungo qualche millimetro, di colore rosato o verdastro in relazione al fatto di essere provvisto o meno di ali. Le fondatrici (femmine di 2,5-3 mm senza ali) compaiono alla fine di marzo invadendo la pagina inferiore delle foglie e i boccioli fiorali chiusi, fino a ricoprirli totalmente con le loro colonie. Le nuove generazioni e i relativi danni proseguono però ininterrottamente per l’intera stagione fino all’autunno.
ELIMINARE GLI AFIDI DELLE ROSE: PERCHE’ SONO COSI’ DANNOSI
Gli Afidi delle Rose si alimentano della linfa dei vegetali, che aspirano voracemente mediante un apparato boccale succhiatore-pungente. Per questa loro caratteristica e per l’elevato numero di individui delle colonie, sono in grado di sottrarre riserve vitali alla pianta in misura talmente rilevante da bloccarne lo sviluppo, deturparla e anche provocarne la perdita.
In particolare determinano: l’arresto immediato dello sviluppo, la deformazione dei germogli, la deformazione dei boccioli fiorali che non si aprono o non riescono a fiorire e la produzione di melata, che imbratta la vegetazione influendo negativamente su fotosintesi e respirazione.
Anche con attacchi iniziali apparentemente lievi, è conveniente intervenire per contenere la proliferazione del fitofago, in quanto viene in proporzione compromessa la funzione decorativa della pianta ma soprattutto la sua capacità di rinnovarsi l’anno seguente. Infatti, sin dall’autunno, la pianta programma il numero di gemme necessarie per la...
Vi suggeriamo di coltivare la Celosia se state cercando delle fioriture spettacolari. La Celosia è una pianta ornamentale appartenente alla famiglia delle Amaranthaceae, contraddistinta da una infiorescenza molto appariscente, a forma di spiga e molto colorata. Il suo nome, Celosia, deriva infatti dal greco keleos che significa fiammeggiante. Anche le foglie di color verde intenso e lanceolate sono molto decorative. I fiori della Celosia spuntano a fine primavera e durano fino all’autunno inoltrato.
Esistono molte varietà di Celosia e nei centri giardinaggio italiani possiamo trovare facilmente la Celosia caracas con petali simili a piume, la Celosia argentea plumosa con fiori a spiga con colori vivaci, la Celosia argentea con fiori bianchi argentati e la Celosia argentea cristata che produce un’infiorescenza molto particolare rossa o gialla.
È conosciuta anche con i nomi “cresta di gallo”, “amaranto piumoso” e “fiore di velluto”, proprio per i suoi fiori molto particolari, con forme bizzarre e petali vellutati (come la Celosia argentea cristata).