Oltre alla preziosa spezia, un buon motivo per coltivare la Curcuma in casa sono le sue bellissime fioriture che sbocciano in autunno.
Tutti conosciamo la Curcuma, nota spezia tipica della cucina indiana che si ricava dalla radice, utilizzata anche come colorante naturale arancione nell’industria alimentare. Non tutti invece sanno che la pianta della Curcuma, la Curcuma longa, detta Zafferano delle Indie, è una bellissima pianta tuberosa da fiore, che produce delle appariscenti infiorescenze sorrette da lunghi steli, che perdurano sulla pianta da agosto fino a novembre.
L’infiorescenza è composta da una serie di brattee intrecciate: si tratta di foglie che hanno modificato il proprio colore dal verde fino al viola. I veri fiori sono piccoli, hanno un colore giallo-arancione e sono contenuti nelle sacche formate dalle brattee.
Coltivare il Cren è davvero facile e possiamo farlo anche in vaso sul terrazzo!
La grande passione per la cucina che ha coinvolto molte famiglie italiane, ha portato dei nostri orti anche radici e ortaggi che non usavamo in passato. Come lo Zenzero, la Curcuma, il Gombo, il Pak Choi o il Cren.
Il Cren (Armoracia rusticana) viene chiamato anche Barbaforte oRafano orientale e non va confuso con il Raphanus sativus detto Remolaccio. È una radice con un particolare gusto piccante e viene utilizzata sia cruda, grattugiata sulle pietanze, sia cotta. Per esempio per realizzare la famosa salsa al rafano.
Pochi sanno che anche le foglie si possono mangiare, come ingrediente di insalate miste. Usiamo però solo quelle più giovani: sono più morbide e facili da masticare.
Si tratta di una pianta rizomatosa che non produce semi. Quindi per coltivarlo dovremo semplicemente interrare un pezzo di radice, come si fa con le patate. Quando raccogliamo la radice, conserviamone una parte per continuare la produzione.
Il Cren è una pianta erbacea che produce un bel ciuffo di foglie molto grandi e seghettate, di un colore verde vivo, dal quale spuntano steli che in estate portano tanti piccoli fiorellini bianchi. Possiamo coltivarla anche in vaso sul terrazzo e avremo una bella pianta con crescita...
Se state cercando degli ortaggi originali vi suggeriamo di coltivare il Cucamelon. Produce infatti un frutto molto particolare, poiché assomiglia a un’Anguria ma è piccolo come un acino d’Uva e ha un sapore simile al Cetriolo. La buccia ha un retrogusto amarognolo.
Il Cucamelon (Melothria scabra), detto anche Cetriolo messicano, è una pianta rampicante appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee e originaria del Sud America e del Messico in particolare.
Dove coltivare il Cucamelon
Il Cucamelon può essere coltivato in giardino o in vaso sul terrazzo, a patto di avere lo spazio per farlo sviluppare. È una pianta rampicante e necessita di una struttura o un tutore e cresce circa 1 metro in altezza e 30 cm in larghezza.
Di solito la coltivazione si inizia da seme poiché non è facile trovare piantine di Cucamelon già sviluppate in primavera. Avendo una crescita molto lenta, suggeriamo l’inizio della coltivazione in un semenzaio custodito in un luogo protetto e luminoso o in una serra.
Ha bisogno di molte ore di sole al giorno, quindi scegliamo una posizione molto assolata per ottenere raccolti più ricchi.
Quella di coltivare il Finocchietto selvatico o di raccoglierlo quando cresce spontaneo è una tradizione che risale alle origini degli uomini. Oltre alle tante proprietà benefiche di questa pianta, già conosciute in antichità, nel periodo buio del Medioevo è stato ammantato anche di magia e veniva usato per scacciare gli spiriti maligni.
Testimonianze dell’uso di questa pianta nell’antichità arrivano anche dal nostro linguaggio, quando usiamo il termine “infinocchiare” per indicare una truffa. Pare derivi all’antica tradizione degli osti di aggiungere semi di Finocchietto selvatico nel vino, servito con antipasti a base di Finocchio: il tutto per sfruttare l’intenso sapore di questa ombrellifera e mascherare la cattiva qualità del vino.
Il suo sapore simile al Finocchio lo ha reso poi un ingrediente fondamentale di molti piatti della cucina mediterranea, come la pasta con le sarde siciliana.
Come coltivare il Finocchietto selvatico
Il Finocchietto Selvatico (Foeniculum officinale) si distingue dalla pianta del Finocchio (Foeniculum vulgare): è una pianta erbacea perenne caratterizzata da un fusto eretto ramificato, da foglie molto sottili quasi filiformi e piccoli fiori gialli riuniti in ombrelli di 5/6 raggi. I frutti veri e propri sono verdognoli e crescono all’apice dei fiori; sono tanto piccoli che erroneamente vengono scambiati per “semi”. Tutta la pianta si può utilizzare in cucina ma i frutti sono particolarmente aromatici.
Possiamo raccogliere quello spontaneo oppure coltivarlo nell’orto. Scegliamo un luogo assolato e seminiamo da luglio a settembre per ottenere un raccolto da ottobre a dicembre.
La scelta degli ortaggi da coltivare in autunno si sta ampliando di anno in anno a causa dell’aumento generalizzato delle temperature. Se il sole persiste, nel sud Italia si possono continuare a raccogliere Pomodori, Peperoni e Melanzane fino a ottobre! Lo stesso dicasi per alcuni ortaggi estivi che continuano a produrre se il clima e le temperature lo consentono: come per esempio le Bietole da costa, i Fagiolini, le Zucche e le Zucchine.
Naturalmente se abbiamo la possibilità di “proteggere” il nostro orto potremo ampliare ulteriormente la scelta. Se abbiamo una serra sul terrazzo per coltivare gli ortaggi in vaso, oppure se dotiamo l’orto in giardino di un “tunnel” di copertura, garantiremo alle nostre piantine un clima più controllato e caldo e potremo coltivare molte varietà non tipicamente autunnali.
Ma per continuare a rendere produttivo il nostro orto possiamo sempre contare sugli ortaggi e sulle varietà con ciclo invernale che possiamo coltivare in autunno. Ecco 10 idee per il nostro orto autunnale!
Cavolo Cappuccio autunnale
I Cavoli, i Cavolini, i Broccoli e le Verze ci possono garantire una produzione fino all’inverno inoltrato, patto di averli seminati in estate. Il Cavolo cappuccio autunnale (Brassica oleracea capitata) resiste al freddo fino a 8°C e le varietà precoci si seminano da agosto a ottobre per raccolti da marzo a giugno.
Chi sceglie di coltivare un Ciliegio lo fa sicuramente per i suoi frutti, ma anche per l’imperiosità di questa pianta, che può superare i 15 metri in altezza, e le sue spettacolari fioriture primaverili. A seconda delle varietà, più o meno tardive, in primavera si riempie di tantissimi fiorellini sui toni del bianco e del rosa, davvero incatevoli. In giapponese esiste il termine hanami che indica proprio lo stupore di fronte alla bellezza di un Ciliegio in fiore.
I Ciliegi infatti possono essere “acidi” (Prunus cerasus) come le amarene, le visciole e le marasche, oppure i più conosciuti “dolci” (Prunus avium). I Ciliegi dolci si distinguono a loro volta in duracini e tenerini.
I frutti maturano da metà maggio a metà luglio a seconda della varietà. Il Durone nero di Vignola e il Durone di Cesena maturano dalla seconda decade di giugno, mentre la Moretta di Vignola e le Ferrovia maturano nella prima metà di luglio.
Dove coltivare un Ciliegio
In genere i Ciliegi tollerano bene il freddo invernale mentre non amano gli ambienti troppo caldi e umidi. Cresce bene in zone soleggiate in collina e montagna e nelle zone fresche in pianura.
Il freddo può rappresentare un problema per le gelate tardive. Fiorendo in primavera, il rischio che una gelata possa danneggiare i boccioli è molto alto nelle regioni del nord Italia più fredde. In questo caso si tendono a privilegiare varietà tardive, che fioriscono dopo.
Anche le piogge violente e persistenti possono danneggiare la fioritura. Inoltre un alto tasso di umidità stimola l’insorgenza di patologie fungine, come...
Possiamo coltivare la Bardana maggiore sia per motivi ornamentali sia per utilizzare le sue foglie in cucina. La Bardana maggiore (Arctium lappa) appartiene alla famiglia delle Asteraceae ed è una pianta erbacea biennale composta da radici fittonanti, come quelle della patata, da cui emerge una piantina con grandi foglie a forma di cuore e steli che porteranno i fiori.
Una particolarità della Bardana maggiore sono i fiori avvolti da particolari foglie, dette brattee, composte da tanti piccoli uncini. Questa particolarità serve alla Bardana per spargere i semi: infatti le brattee uncinate si agganciano facilmente al pelo degli animali selvatici ed è così che la Bardana distribuisce i suoi semi sul territorio.
È una pianta biennale: il che significa che nel primo anno sviluppa le radici e nel secondo va in fiore.
Dove coltivare la Bardana maggiore
La Bardana maggiore è una pianta molto resistente e poco esigenze. In una posizione soleggiata avremo fioriture più abbondanti, ma la pianta cresce bene anche in mezz’ombra.
Tollera bene il caldo italiano e il freddo fino a 10°C.
Come seminare la Bardana in giardino
Di solito la coltivazione della Bardana maggiore si inizia dal seme e può essere coltivata sia nell’orto, se le temperature invernali sono miti, sia in vaso sul terrazzo.
Per la coltivazione nell’orto dovremo preparare il letto di semina lavorando il terreno in modo da renderle soffice e morbido. Togliamo sassi e radici di altre piante e rendiamo più piccole le zolle più coriacee. Prima della semina distribuiamo sul terreno un concime naturale, come lo stallatico pellettato, o un fertilizzante a lenta...
Coltivare un Arancio o un Limone è ormai una consuetudine anche nelle grandi città del nord. Il caldo estivo è in aumento e in inverno possiamo facilmente proteggere gli agrumi coltivati in vaso all’interno di una serra fredda.
L’Arancio (Citrus sinensis) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutacee e all’aperto può raggiungere anche i 10 metri d’altezza.
Dal tronco principale partono rami che portano foglie ovali di colore verde scuro. A partire da febbraio/marzo può iniziare la fioritura delle zagare, a seconda del clima, che dura fino all’estate. I fiori sono bianchi e precedono la maturazione dei frutti che può variare dall’autunno fino alla prossima primavera.
Coltivare gli Agretti è davvero molto facile: crescono anche su terreni secchi e salini e non richiedono grandi concimazioni per svilupparsi generosamente.
“Agretti” è uno dei tanti termini popolari con cui viene chiamata la Salsola soda, conosciuta anche come Barba di frate o Riscolo a seconda delle regioni. Il genere Salsola comprende più di 100 specie differenti di piante e, oltre agli Agretti, ce n’è una che conoscete sicuramente: si tratta della Salsola traqus che avrete visto rotolare in molti film western. In autunno infatti la pianta emersa delle Salsola traqus si stacca dalle radici e, sospinta dal vento, rotola creando le tipiche “palle” che talvolta vediamo nei film Usa. Non deve stupire il comportamento della Salsola traqus: questo è il suo modo di disperdere i semi. Alcune specie di Salsola hanno invece origine orientale: la Salsola komarovii è una verdura molto apprezzata in Giappone.
Tornando agli Agretti e alla Salsola soda, è interessante sapere che questa pianta è sempre stata coltivata anche in Italia poiché dalla sua lavorazione si ricava il carbonato di sodio, cioè la soda. Utilizzati per la produzione di saponi ma anche nella lavorazione della carta e del vetro: a Murano veniva molto coltivata, grazie alla presenza di ambienti salini e alla tradizione vetraria.
Dove coltivare gli Agretti
Gli Agretti sono piante annuali con foglie succulenti e un fusto tendente al rosso. In estate produce dei piccoli fiori alla base delle foglie e i semi maturano entro settembre. In natura cresce spontanea nelle zone marine e in suoli...