Eliminare le infestanti in giardino è diventato oggi più difficile per i privati che hanno spazi verdi. Le recenti normative hanno precluso l’acquisto agli hobbisti di molti prodotti utilizzati comunemente in passato, tra cui gli erbicidi per il prato. Oggi soltanto chi ha l’autorizzazione all’acquisto e uso di fitofarmaci, il cosiddetto patentinofitosanitario, può continuare ad acquistare questi prodotti: quindi i giardinieri professionisti o gli hobby farmer che decidono di affrontare il corso per l’abilitazione. Gli altri hobbisti potranno invece ricorrere ad alcune soluzioni naturali ed erbicidi biologici.
La diffusione di nuove soluzioni più amiche dell’ambiente va affrontata in modo sicuramente positivo, ma dobbiamo considerare che le modalità di utilizzo talvolta sono differenti rispetto ai prodotti chimici, studiati in laboratorio per essere subito efficaci.
Perché eliminare le infestanti in giardino
Al di là dell’aspetto estetico, le cosiddette erbacce rappresentano un problema perché tolgono risorse e acqua alle nostre colture. Essendo piante selvatiche sono molto più rustiche e resistenti delle nostre piantine da fiore o dell’orto: in caso di competizione vinceranno sicuramente le infestanti. In un prato ben curato rovinano il disegno perfetto del tappeto erboso e in una aiuola fiorita possono danneggiare le piante più deboli: ma è soprattutto nell’orto, che richiede molte cure e dedizione, che vanno evitate poiché possono contribuire a ridurre molto il raccolto.
In agricoltura biologica non è una novità usare la Zeolite sulle piante per migliorarne le difese naturali contro l’attacco di insetti parassiti o malattie fungine.
La Zeolite infatti è consentita in agricoltura biologica poiché è una sostanza totalmente naturale e deriva dalla polverizzazione micronizzata delle rocce. Viene classificata tra i corroboranti per la sua capacità di migliorare le difese naturali delle piante.
Difesa biologica: perché usare la Zeolite sulle piante
Si tratta di una risorsa utile in agricoltura, poiché tutti i minerali appartenenti alla famiglia della Zeolite hanno la capacità naturale di "assorbire” rapidamente l’umidità presente nell’ambiente circostante. Si tratta quindi una soluzione utile per prevenire e limitare lo sviluppo e la diffusione delle crittogame. In particolare, la Zeolite...
Sono così tanti gli ortaggi da seminare in primavera nell’orto che spesso rimaniamo con l’imbarazzo della scelta. Oggi vi presentiamo 10 varietà da non perdere, sia perché si tratti di grandi classici che non possono mancare, sia per sperimentare nuovi gusti e aprire il nostro giardino anche a piante insolite.
È bene precisare che i tempi di semina possono variare, in anticipo o in ritardo, in funzione delle temperature esterne e del tipo di coltivazione. Possiamo infatti anticipare i tempi sfruttando una semina protetta o riscaldata. In entrambi i casi inizieremo la semina da un semenzaio, composto da piccoli alveoli, uno per ogni pianta, ma nel primo caso lasceremo le piantine in una serra fredda all’esterno mentre nel secondo caso posizioneremo il semenzaio in casa, quindi un luogo riscaldato, in un posto molto luminoso. La scelta dipende dal tipo di pianta: quelle che tollerano di più il freddo possono essere seminate in serra, quelle che invece richiedono alte temperature andranno coltivate in casa.
In questo modo possiamo anticipare la semina anche in un mese. Quando le piantine saranno germogliate e le temperature saranno salite, potremo trapiantarle nell’orto o in un vaso più grande.
10 ortaggi da seminare in primavera
Carote
Facili da coltivare, le Carote tollerano bene il freddo. Si seminano quando le minime superano stabilmente gli 8°C. Ci sono varietà di Carote di tutti i tipi: possiamo spaziare tra i colori (arancioni ma anche viola e nere) e le forme. Ci sono Carote affusolate, tronche, lunghe fino a 30 cm oppure piccolissime, rotonde e anche a forma di trottola.
Ravanelli
A marzo possiamo seminare nell’orto anche i Ravanelli...
L’uso della Propoli per curare le piante si sta diffondendo anche tra gli hobbisti, sempre più alla ricerca di soluzioni naturali e consentite in agricoltura biologica per curare orti, giardini e piante ornamentali.
La difesa biologica è però basata sulla prevenzione e sull’uso di corroboranti e sostanza di base capaci di potenziare le difese naturali delle piante e di creare un habitat sgradito da insetti fitofagi e spore delle malattie fungine.
Perché usare la Propoli per curare le piante
Tra i corroboranti, l’estratto di Propoli si è rivelato particolarmente efficace contro gli attacchi fungini e batterici.
L’applicazione della Propoli sulle foglie stimola inoltre la cicatrizzazione delle ferite ed è indicata in seguito a traumi (per esempio attacchi di parassiti), potature e grandinate. La Propoli attira anche le api favorendo l’impollinazione.
Possiamo coltivare i Fagiolinani sul terrazzo sia per ottenere il raccolto sia per sfruttare una pianta rampicante con rapido sviluppo, capace di coprire un grigliato in poche settimane. Inoltre fiorisce prima di iniziare la produzione dei baccelli.
I Fagioli nani (Phaseulus vulgaris) sono più indicati per la coltivazione in vaso sul terrazzo, poiché si sviluppano meno in altezza rispetto alle varietà da orto. Indicativamente crescono 50/60 cm in altezza. È quindi una soluzione perfetta anche per chi ha poco spazio!
Scegliere le varietà
Esistono tre tipi di Fagioli: i “mangiatutto” (detti anche cornetti o fagiolini), i Fagioli da sgranare e i Fagioli da seccare. Tutti sono disponibili nella versione nana, che può crescere anche senza sostegni, e in quella rampicante.
Possiamo scegliere tra molte varietà di Fagioli nani con frutti che possono avere forma e colore molto differenti. La buccia esterna può essere verde, gialla, rossa (come il FagioloStregonta nano), bianca con striature rosse (come il Fagiolo nano di Saluggia) o viola. E anche i frutti interni possono essere bianchi (Cannellino nano), crema striato di viola (Anellino di Trento), marroni o neri (Marconi).
Inoltre possiamo orientare la scelta tra le varietà “mangiatutto” o quelli da sgranare. Tra i primi ricordiamo il Fagiolo nano Vesuvio, il Marconi con ovuli neri o il Bobis d’Albenga. Tra i Fagioli nani da sgranare ricordiamo invece...
Spruzzare il Caolino sulle piante per proteggerle da insetti e funghi diventerà presto un'abitudine per gli appassionati di giardinaggio italiani. Quest’anno è entrato in vigore un Decreto (33/2018) che limita fortemente l’accesso agli agro farmaci agli hobbisti, togliendo dal commercio molti prodotti che tradizionalmente venivano utilizzati per difendere le piante del giardino e dell’orto da insetti parassiti e malattie fungine.
Gli hobbisti sono perciò obbligati a un bivio: abbracciare le soluzioni naturali a nostra disposizione oppure chiamare un giardiniere professionista dotato del patentino fitosanitario che permette l’acquisto e l’uso degli agrofarmaci. È quindi un’occasione per modificare il nostro approccio con la coltivazione per sposare le tecniche del “giardinaggio biologico”.
È però importante precisare che il “giardinaggio biologico” è basato più sul controllo e sulla prevenzione che sull’eliminazione. Non avendo più a disposizione prodotti “chimici”, che uccidono all’istante gli insetti parassiti o le spore fungine, dovremo mettere in atto tutte le pratiche agronomiche e le soluzioni per prevenire il loro arrivo e insorgere. A partire dalla primavera, cioè il periodo in cui si manifestano i parassiti, dovremo quindi controllare regolarmente e attentamente le nostre piante alla ricerca delle prime tracce della presenza di parassiti: all’inizio è più facile debellare il problema anche con le soluzioni biologiche, se invece la pianta è già infestata sarà più complicato. Inoltre dovremo trattare le nostre piante con particolari prodotti biologici e di origine naturale che hanno la capacità di rafforzare le difese della pianta e di creare un habitat sgradito agli insetti.
Un aspetto interessante è che possiamo coltivare e raccogliere il Pak Choi per quasi tutto l’anno, dall’inizio di febbraio fino all’inizio dell’inverno. È così che questo cavolo cinese sta entrando lentamente anche negli orti italiani, perché ha un gusto delicato e possiamo consumarlo sia crudo sia cotto.
Il Pak Choi (Brassica rapa spp. Chinensis) è un cavolo di origine cinese e consumato in tutto l’Asia e oggi sempre più diffuso anche in Europa e in Italia. È ricco di vitamine e di sali minerali ed è simile alle Bietole, con una costolatura bianca spessa e tenere foglie di colore verde chiaro. Le foglie più giovani sono tenere e si possono mangiare crude in insalata. I cespi e le costolature più grandi si consumano cotti.
Ci sono molti buoni motivi per coltivare il Luppolo! Anzitutto per la produzione dei germogli e delle infiorescenze da usare in cucina e per la produzione della birra, ma non va sottovalutata la sua valenza ornamentale. È un rampicante vigoroso e con un bel fogliame decorativo e può essere usato come alternativa all’Edera per creare una parete verde sul terrazzo o ricoprire una pergola in giardino.
Perché coltivare il Luppolo
Il Luppolo (Humulus lupulus) è una pianta erbacea perenne: se coltivata correttamente supera i 20 anni.
È un rampicante e produce steli esili ma molto lunghi: possono raggiungere i 10 metri di lunghezza. Le foglie sono a forma di cuore e sono molto ornamentali. Si sviluppa in verticale in trecce eleganti e crea una grande massa di foglie e grappoli di fiori. Se coltiviamo il Luppolo per i suoi fiori dovremo ridurre il fogliame per stimolare la produzione di infiorescenze. Se invece lo usiamo a scopi paesaggistici, per esempio per ricoprire rapidamente una pergola, lo lasceremo crescere liberamente. Da un punto di vista decorativo è una valida alternativa alla Vite o all’Edera, in particolare per le pareti o le strutture all’ombra.
Il Luppolo è una pianta caducifoglia. In inverno perde le foglie e la parte aerea, per poi rispuntare all’inizio della primavera. È una pianta dioica, quindi produce fiori maschili e femminili. I primi hanno una forma a pannocchia, mentre quelli femminili, più interessanti da un punto di vista alimentare, hanno una caratteristica forma conica. I fiori femminili contengono ghiandole resinose con una sostanza gialla detta lupulina, composta da acidi, polifenoli e oli essenziali che danno il tipico sapore amaro alla birra.
Usare Sapone Molle e Olio di Neem contro gli afidi e altri parassiti delle piante è un’ottima soluzione biologica, efficace e testata.
Olio di Neem contro gli afidi delle piante: perché usarlo
L’Olio di Neem è un prodotto totalmente naturale ottenuto dalla lavorazione dei semi di una pianta originaria dell’India, il Neem o Nim (Azadirachta indica). I semi contenuti nel frutto del Neem sono ricchi di limonoidi e di oltre 100 principi attivi, tra cui l’azadiractina usata come insetticida e acaricida in agricoltura biologica. Un po’ tutte le parti della pianta contengono azadiractina, infatti nei paesi di origine c’è la tradizione di inserire foglie di Neem negli armadi e nei libri per tenere lontani i parassiti, ma sono particolarmente concentrati nei semi. Un’abitudine storica figlia dell’osservazione: l’albero di Neem non veniva attaccato dai parassiti.
Oggi sappiamo perché: l’azadiractina svolge un’azione fagorepellente e rende le foglie disgustose per gli insetti parassiti. Non solo: svolge anche un’azione translaminare, cioè penetra nei tessuti e quindi raggiunge tutte le parti della pianta. Se viene applicato per via radicale ha discrete proprietà sistemiche ed esplica la sua azione nel tempo.
È bene precisare che il Neem non influenza l’azione degli impollinatori e delle api. È biodegradabile al 100% e rappresenta anche ottimo concime organico azotato, particolarmente utile per aiutare la pianta a superare l’arresto vegetativo dovuto a stress abiotici (carenze idriche, salinità del terreno, ecc.) e biotici (attacchi fungini, batterici, virali e di insetti fogliari...