I suoi frutti deliziosi sono già un buon motivo per decidere di coltivare i Kaki in giardino! Il Kaki (Diospyros kaki) è un albero originario dell’Asia ma sono ormai entrati da molto tempo anche nelle case italiane. Sono piante adattabili e crescono bene in una vasta gamma di climi.
A seconda della fascia climatica, i Kaki fioriscono in primavera o all'inizio dell'estate. Le infiorescenze sono molto appariscenti e di colore bianco o crema. L'impollinazione avviene principalmente attraverso l'azione delle api.
I frutti maturano in autunno sulla pianta ormai spoglia delle foglie, da settembre a novembre, a seconda della varietà e del clima. Appena il frutto diventa morbido e cede leggermente sotto la pressione delle dita, è il momento giusto per coglierlo! Finirà di maturare staccato dalla pianta. Se aspettiamo troppo, il frutto diventa molle e cade dalla pianta.
È una pianta molto robusta e tollera il freddo fino a -10°C. Ma ci sono varietà più resistenti, studiati proprio per le zone del nord.
Sono invece alberi abbastanza resistenti al caldo estivo e alla carenza di acqua. Le alte temperature migliorano anzi la dolcezza dei frutti.
Ovviamente i climi mediterranei e miti sono la condizione ideale per la fioritura e fruttificazione dei Kaki.
Scegliamo sempre una posizione assolata con almeno 6/8 ore di luce solare diretta, specialmente nelle zone con inverni freddi. Al contrario se viviamo in clima che supera abitualmente i 35°C in estate, è bene posizionare la pianta in mezz’ombra, senza i raggi solari diretti del sole. In alternativa dovremo provvedere a un’irrigazione quotidiana, per rinfrescare la pianta nelle giornate più torride.
Quando acquistiamo una pianta di Kaki nei centri giardinaggio dobbiamo provvedere al più presto al suo trapianto in giardino.
È buona norma preparare la buca con qualche settimana di anticipo, avendo cura di depositare sul fondo della buca una concimazione con uno Stallatico Pellettato, Corno Torrefatto o un concime granulare a lenta cessione specifico per piate da frutto. Preparare in anticipo la buca per la messa a dimora, ci permette di portare alla luce eventuali semi di erbacce che moriranno per effetto degli agenti atmosferici (sole e pioggia) e di verificare che l’acqua (delle piogge o dell’irrigazione) defluisca rapidamente e in modo corretto.
Durante i primi 2-3 anni dalla messa dimora dobbiamo provvedere a un’irrigazione regolare e costante, poiché l’apparato radicale non è ancora sviluppato e non può cercare le risorse in profondità.
Per questa ragione, nei primi anni è consigliabile stendere uno strato di pacciamatura alla base della pianta, con corteccia o altri materiali. In seguito possiamo lasciare il compito di bagnare la pianta alle piogge, intervenendo soltanto nei periodi particolarmente siccitosi o nelle estati particolarmente afose.
Evitiamo di bagnare la chioma dell’albero quando irrighiamo, per evitare di stimolare malattie fungine.
La concimazione è un aspetto importante per ottenere raccolti abbondanti e di qualità. Usiamo con fertilizzante biologico per piante da frutto a lenta cessione o un concime organico, come lo Stallatico Pellettato.
Prevediamo 3 interventi di concimazione, all’inizio della primavera, dell’estate e dell’autunno.
Nei primi anni lasciamo crescere liberamente la pianta ed evitiamo potature eccessive.
In seguito la potatura dei Kaki si effettuata preferibilmente in inverno, quando l'albero è in stato di riposo vegetativo.
Rimuoviamo i rami danneggiati, secchi o con tracce di malattie fungine. In seguito dovremo potare i rami interni, per migliorare la circolazione dell’aria e prevenire malattie fungine. Anche i rami che escono dalla forma possono essere accorciati. Lasciamo sempre un ramo centrale dominante, che sarà il tronco principale.
Lavoriamo sempre in sicurezza e usiamo strumenti ben affilati e disinfettati. Dopo la potature proteggiamo le ferite più grandi con una pasta cicatrizzante e quelle più lievi con un trattamento con Propoli, un disinfettante naturale.