Chi sceglie di coltivare un Ciliegio lo fa sicuramente per i suoi frutti, ma anche per l’imperiosità di questa pianta, che può superare i 15 metri in altezza, e le sue spettacolari fioriture primaverili. A seconda delle varietà, più o meno tardive, in primavera si riempie di tantissimi fiorellini sui toni del bianco e del rosa, davvero incatevoli. In giapponese esiste il termine hanami che indica proprio lo stupore di fronte alla bellezza di un Ciliegio in fiore.

I Ciliegi infatti possono essere “acidi” (Prunus cerasus) come le amarene, le visciole e le marasche, oppure i più conosciuti “dolci” (Prunus avium). I Ciliegi dolci si distinguono a loro volta in duracini e tenerini.

I frutti maturano da metà maggio a metà luglio a seconda della varietà. Il Durone nero di Vignola e il Durone di Cesena maturano dalla seconda decade di giugno, mentre la Moretta di Vignola e le Ferrovia maturano nella prima metà di luglio.

Dove coltivare un Ciliegio

In genere i Ciliegi tollerano bene il freddo invernale mentre non amano gli ambienti troppo caldi e umidi. Cresce bene in zone soleggiate in collina e montagna e nelle zone fresche in pianura.

Il freddo può rappresentare un problema per le gelate tardive. Fiorendo in primavera, il rischio che una gelata possa danneggiare i boccioli è molto alto nelle regioni del nord Italia più fredde. In questo caso si tendono a privilegiare varietà tardive, che fioriscono dopo.

Anche le piogge violente e persistenti possono danneggiare la fioritura. Inoltre un alto tasso di umidità stimola l’insorgenza di patologie fungine, come la Monilia.

Come impollinare un Ciliegio

All’atto della scelta della scelta della varietà, oltre clima dovremo considerare la presenza di piante impollinatrici. Il Ciliego è una pianta autosterile ed è necessario affiancarla a un’altra varietà, creando quindi un frutteto misto. Non tutte le varietà però sono compatibili. Fatevi consigliare dal vivaista per la scelta delle varietà più adatte al clima e all’impollinazione. Controllate anche l’età della pianta: quelle giovani non fruttificano.

Nel sito di Savini Vivai, un produttore e rivenditore di piante di Ciliegie, abbiamo trovato questa interessante tabella:

coltivare un Ciliegio

Il periodo di impollinazione non è molto lungo: dara 48 ore e il periodo di allegazione è di circa 5 giorni. Oltre a scongiurare il gelo e le forti piogge e aver scelto le varietà corrette, dovremo infine contare sulla collaborazione degli insetti impollinatori.

Come coltivare un Ciliegio

All’atto del trapianto dovremo integrare nella buca un concime specifico per piante da frutto. In seguito ripeteremo la concimazione alla fine dell’inverno, in febbraio/marzo quindi prima della fioritura, e in autunno.

All’atto del trapianto, facciamo in modo che il colletto risulti al livello del terreno. Se la pianta è giovane, aiutiamola con un tutore nei primi anni, per evitare che si spezzi in caso di venti molto forti.

L’irrigazione dovrà essere costante durante il ciclo vegetativo. Il terreno deve risultare umido e ben drenato per evitare i ristagni d’acqua. In particolare in presenza di afa estiva o di lunghi periodi siccità, dovremo intervenire anche più volte nel corso della settimana.

La potatura dei Ciliegi ha un fine soprattutto estetico. Potiamo i rami che “sfuggono” dalla forma classica e quelle che crescono verso l’interno della pianta, in modo da migliorare l’aerazione della chioma. Prestiamo invece attenzione, quando raccogliamo le Ciliegie, a non danneggiare i rami che le portano.

Per la raccolta delle Ciliegie scegliamo una giornata di sole e senza venta. Raccogliamo i frutti con il piccolo senza rovinare il piccolo ramo che le “ospita”. Quel “rametto” potrebbe produrre frutti ogni anno: romperlo significa perdere una parte di raccolto futuro.