Eliminare lo Oziorrinco tempestivamente è molto importante poiché questo coleottero è doppiamente insidioso: quando è allo stadio larvale si ciba delle radici, mentre quando è adulto rosicchia il fogliame. Se non interveniamo, questa combinazione di attacchi porta prima al deperimento e poi alla morte della pianta.
Inoltre l’Oziorrinco adulto è un animale notturno, quindi non è facile individuare la sua presenza: di giorno troviamo le piante rosicchiate e patite ma non riusciamo a individuare facilmente il problema.
Le piante ornamentali più soggette agli attacchi dell’Oziorrinco sono il Gelsomino, il Frassino, il Lillà, il Tiglio, l’Acero, le Rose e le siepi come il Lauroceraso. Tra le piante da frutto l’Olivo è particolarmente esposto.
Eliminare lo Oziorrinco: prevenzione e lotta
Per prevenire problemi gravi è bene conoscere le abitudini di questo coleottero. L’Oziorrinco fa la sua comparsa nei nostri giardini da giugno a ottobre, poiché nel mese di giugno depone centinaia di uova nel terreno che si schiudono dopo poche settimane diventando larve bianche con il capo marrone e una caratteristica forma a C. Le larve sono voraci divoratrici di radici.
I fiori di colore bianco sono luminescenti e spiccano nel giardino. Chi ama il giardinaggio sa bene quanto i colori e i loro abbinamenti siano importanti. La giusta scelta dei colori delle fioriture può caratterizzare un’aiuola, una bordura ma anche un terrazzo. Senza considerare che, come è noto, i colori possono condizionare il nostro stato d’animo.
Il verde del parto e delle foglie può essere considerato una tavolozza che fa da sfondo ai colori delle fioriture che, col passare delle stagioni, si alternano e caratterizzano l’insieme. È un colore neutro che trasmette un senso di solidità e costanza e non è un caso se viene spesso utilizzato per abbellire case di cura e ospedali. Anche il bianco, in cromoterapia, svolge una funzione simile al verde ed è simbolo di rinascita e stimola energia positiva.
Nel giardinaggio il colore bianco è molto utile per dare luminosità a uno spazio ombreggiato: in mezzo alle piante sempreverdi i fiori bianchi spiccano e attirano l’attenzione.
FIORI DI COLORE BIANCO: 10 PIANTE DA NON PERDERE
Sono tante le piante che donano fioriture candide e molte sono anche facilissime da...
Coltivare la Vinca o Pervinca è molto comune sia a scopo ornamentale sia per le sue incredibili proprietà. Pianta perenne originaria dei Tropici, è conosciuta principalmente per la sua tossicità ma viene utilizzata anche a scopo medico. Ne esistono moltissime varietà, dal portamento rampicante o eretto, in diverse tonalità anche se il tipico color Pervinca è celeste-viola.
Per la coltivazione in vaso sono perfette le varietà ricadenti che creano stupende cascate di fiori, mentre se vogliamo decorare il giardino possiamo scegliere Vinche dal portamento cespuglioso, per formare eleganti macchie di colore. I suoi delicati fiori sbocciano da primavera fino all’autunno.
Coltivare la Euphorbia è davvero facile grazie alla straordinaria resistenza di cui è dotata questa pianta. Con il termine Euphorbia si intende un genere che comprende centinaia di specie diffuse in tutto il mondo, molto diverse tra loro per forma e portamento. Alcune specie sono arbustive, altre rampicanti ma le più coltivate a scopo decorativo sono senza dubbio le piante erbacee, di dimensioni più contenute. Molto celebre è l'Euphorbia pulcherrima, più comunemente chiamata Stella di Natale, dotata di cinque brattee rosse che somigliano a grossi fiori. Molte specie sono succulente, come l'Euphorbia splendens, e sono caratterizzate da un fusto legnoso e sottili rami su cui spuntano piccoli fiori colorati detti ciazzi. Altre come l'Euphorbia canariensis somigliano a delle vere e proprie cactacee, con fusti eretti che arrivano a misurare fino a 3 metri di altezza. Segnaliamo anche l’Euphorbia cyparissias con i suoi bellissimi fiori giallo brillante.
Coltivare la Rhodophiala è molto soddisfacente grazie alla sua bellissima e colorata fioritura. Questa pianta erbacea perenne, appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae come l’Hippeastrum, con il quale ha una discreta somiglianza. I grandi fiori stellati spuntano al termine di un gambo carnoso, vivaci e vistosi e leggermente reclinati in avanti.
Le Rhodophiale sono bulbi e ne esistono tantissime specie differenti, tra cui alcuni bulbi primaverili come la Rhodophiala araucana, la Rhodophiala elwesii e la Rhodophiala andicola. Possiamo trovarne in commercio una vasta gamma di bulbi, con fioriture nei colori più disparati, doppie, triple, più o meno grandi.
COLTIVARE LA RHODOPHIALA: ATTENZIONE ALL'ACQUA IN ECCESSO
La Rhodophiala è una pianta rustica, originaria dell’America meridionale, perciò necessita di climi miti con temperature tra i 15°C e i 18°C. Per avere belle fioriture va esposta al sole, ma va messo al riparo dal vento.
I fiori di colore azzurro sono ideali per donare sensazioni di serenità e freschezza. Un ambiente giocato su queste tonalità aiuta a ridurre l’impatto delle emozioni negative accumulate nel corso del lungo periodo di lockdown, che ha lasciato strascichi anche sul nostro inconscio.
Questa gamma cromatica trasmette al giardino freschezza, fattore prezioso in estate: la percezione che abbiamo di questi colori ci aiuta ad aumentare la sensibilità al freddo e a diminuire quella al calore. Inoltre l’azzurro allarga la percezione dello spazio e accentua la sensazione di ordine; favorisce il rilassamento dei muscoli e predispone meglio a un sonno ristoratore.
FIORI DI COLORE AZZURRO: 6 PIANTE DA NON PERDERE!
I Muscari sono bulbi che fioriscono in primavera. Caratterizzati da foglie nastriformi e inflorescenze a pannocchia, sono piante perfette per il giardino perché richiedono poche cure. I Muscari si accontentano dell’acqua piovana, resistono bene al gelo e crescono bene in un ...
Coltivare la Calceolaria è facile e di grande impatto. Il suo nome deriva dal latino “calceolus” che significa scarpa, a causa della forma dei suoi fiori.
Le sue foglie sono piccole e cuoriformi, mentre i fiori hanno una bizzarra forma a babbuccia, nelle tinte dell’arancio, del rosso e del marrone, con caratteristiche punteggiature di tonalità contrastanti.
È una pianta erbacea e teme le temperature rigide: se viene coltivata in giardino si usa generalmente come pianta annuale, per creare bordure o come macchia di colore all’interno di giardini rocciosi. Se invece la coltiviamo in vaso, possiamo portarla in casa in inverno quando le temperature minime scendono.
Ideale per la coltivazione in vasi e cassette da appendere alla ringhiera, la Calceolaria arriva a misurare 40 cm in altezza, formando piccoli cespugli tondi.
Coltivare la Calceolaria: attenzione ai ristagni d'acqua
La Calceolaria predilige luoghi soleggiati o a mezz’ombra: teme il vento asciutto e le correnti d’aria fredde, ma anche il sole troppo battente che in estate può bruciarne i fiori. Non sopporta temperature sotto i 15°C. Se viene coltivata in vaso durante la stagione invernale va portata al riparo in casa o in una serra, in un posto caldo e luminoso.
In primavera e in estate richiede innaffiature regolari ma senza abbondare, per evitare pericolosi ristagni. Il terreno va mantenuto sempre leggermente umido, soprattutto per gli esemplari coltivati in vaso, mentre in autunno e in inverno le innaffiature vanno diradate.
All’atto del rinvaso possiamo utilizzare un terriccio per piante fiorite avendo cura di stendere uno strato di biglie di argilla espansa sul fondo del vaso per migliorare il drenaggio dell’acqua in eccesso.
Da aprile a settembre dovremo provvedere alla concimazione delle...
Eliminare la Popillia Japonica in modo tempestivo è molto importante poiché questo insetto rappresenta un vero e proprio pericolo per gli ingenti danni che può provocare. Tant’è vero che la Unione Europea l’ha inserita nel 2019 tra gli “organismi nocivi prioritari” insieme alla più famosa Xylella fastidiosa. Anche in Italia, il Ministero delle politiche agricole ha diramato un primo decreto nel 2016, sostituito nel 2018 con un nuovo regolamento. Impongono ai servizi fitosanitari regionali di effettuare campagne di prevenzione, monitoraggio e di lotta. Anche i privati sono chiamati a segnalare la presenza della Popillia Japonica sul territorio in caso di avvistamento.
Eliminare la Popillia Japonica: un insetto alieno
Se vi domandaste perché i nostri nonni non si sono mai posti il problema di eliminare la Popillia Japonica, è bene sapere che questo parassita fa parte della categoria degli “insetti alieni”: cioè quei parassiti che sono arrivati in Italia in tempi moderni, spesso all’interno di container in arrivo dall’Oriente, come è successo per esempio con la Xylella fastidiosa, il Punteruolo rosso, la Cimice asiatica e molti altri. Il problema degli “insetti alieni” è particolarmente importante poiché nel nostro Paese non esistono i nemici naturali di questi parassiti. Con il risultato che il loro sviluppo e moltiplicazione non trova ostacoli.
Originaria del Giappone, la Popillia Japonica è ormai presente anche negli Stati Uniti e in Europa: in Italia è stata avvistata per la prima volta nel 2014 nella Valle del Ticino.
Caratteristiche della Popillia Japonica
La Popillia Japonica (Newman Coleoptera Rutelidae), detto anche coleottero giapponese o scarabeo giapponese, provoca danni alle colture sia nella forma larvale sia da adulta: le larve si nutrono delle radici (quindi danneggiano anche il tappeto erboso), mentre gli insetti adulti sono polifagi e possono defogliare totalmente fino a 300 specie di piante.
Nel nord Italia la Popillia Japonica sviluppa una generazione nel corso dell’anno: le uova vengono deposte nel terreno a circa 10-25 cm di profondità per proteggerle dal gelo. La profondità è variabile poiché dipende dalla temperatura esterna: più è bassa è più le larve si dirigono verso il basso.
Possiamo seminare il prato in primavera quando le temperature minime iniziano ad alzarsi: sia per creare nuove aree sia per rigenerare i tappeti erbosi che hanno sofferto durante l’inverno.
SEMINARE IL PRATO IN PRIMAVERA: LE AREE NUOVE
Un buon “letto di semina”, cioè l’area di terreno che ospiterà i semi e il prato, è la base del successo di un tappeto erboso di qualità. Per la realizzazione di una nuova area da destinare a prato, dovremo iniziare i lavori molto tempo prima della semina. Il terreno va affinato frequentemente sino a ottenere una superfice ben livellata, liscia, priva di zolle grossolane e soffice. Vanno eliminati i sassi, le malerbe e ogni altro materiale in grado di ostacolare la semina e la germinazione. Rivoltando e lavorando il terreno in questo periodo, portiamo alla luce i giovani germogli delle piante infestanti: lasciando “riposare” il letto, sarà il clima (il freddo e il sole) a farle morire.
Assicurarsi infine che l’appezzamento smaltisca in modo efficiente l’acqua in eccesso e sia privo di aree di ristagno. In pratica il terreno deve assorbire l’acqua come una spugna e non si devono formare pozzanghere. Se ci sono problemi, è il momento giusto per correggerli: riempiendo gli avvallamenti con altra terra in modo da livellarli o prevedendo canali di scolo se necessario.
SCEGLIERE LE SEMENTI GIUSTE
In entrambi i casi dovremo scegliere una semente adatta alle caratteristiche del prato e del suo utilizzo. In particolare:
il tipo d’uso. Come verrà usato il prato? Sarà solo estetico o verrà “vissuto”? Avete cani e bambini che lo useranno per giocare? Dai prati estetici a quelli per campi sportivi, c’è un’ampia scelta di sementi, con tutte le possibili situazioni intermedie.