Possiamo coltivare i Lisianthus in giardino per creare delle belle bordure fiorire, ma possiamo coltivarlo con successo anche in vaso sul terrazzo e in casa. La particolarità di questa pianta sono le sue belle fioriture che iniziano in primavera e durano fino alla fine dell’estate. I suoi fiori recisi, eleganti e con stelo lungo, sono molto utilizzati per abbellire composizione e i bouquet delle spose.
Il Lisianthus (Eustoma) è un genere di piante della famiglia delle Gentianaceae, originarie del sud America e dei Caraibi. È una pianta erbacea che generalmente viene coltivata come annuale per utilizzarne i fiori recisi. Ma se la coltiviamo in un ambiente protetto, come la casa, possiamo coltivarla come perenne.
La pianta è composta da lungi steli, anche 60 cm, con foglie di colore verde scuro, lanceolate con aspetto ceroso. I fiori sono tendenzialmente bianchi ma esistono varietà viola e bicolori e sbocciano in cima allo stelo.
Seminare il prato e ripararlo in modo corretto è l’obiettivo di molto possessori di giardini che, con l’arrivo della primavera, si trovano a dover rigenerare un prato da far invidia al vicino.
Ecco quindi 8 regole per effettuare una semina a regola d’arte!
Come seminare il prato in otto mosse
1. Fresare il terreno da seminare in modo da sminuzzare bene il terreno. Eliminare le infestanti presenti e la vegetazione indesiderata. Per ottenere un prato esente da infestanti è utile bagnarlo come se fosse seminato: così germineranno le eventuali infestanti presenti e potremo procedere con un diserbo totale che ci consenta di seminare velocemente.
2. Lavorare il terreno in modo da livellarlo con le giuste pendenze e renderlo soffice per i primi 20 cm.
3. Utilizzare un rastrello per rimuovere tutti i materiali estranei presenti ed eventuali sassi, distribuire al bisogno del terriccio per tappeti erbosie procedere alla realizzazione del letto di semina.
4. Distribuire il seme con l’apposita scatola pretagliata o attraverso l’impiego...
Molti green lovers iniziano a coltivare la Dicentra spectabilis per la particolarità dei suoi fiori a forma di cuore. La Dicentra spectabilis è una pianta erbacea perenne e in giardino viene spesso coltivata in gruppi per creare bordure e aiuole fiorite. Ma possiamo coltivare con successo la Dicentra spectabilis anche in vaso.
Resiste al freddo e agli ambienti “difficili” e può essere coltivata in tutta Italia.
I fiori spuntano in fila sui rami da maggio a luglio. Di solito sbocciano infiorescenze di colore rosa con un cuore bianco, ma non mancano le varietà completamente bianche.
Possiamo coltivare la Monarda per dare un tocco di colore a un’aiuola da giugno a settembre, grazie ai sui buffi fiori vistosi di colore rosso brillante.
La Monarda (Monarda didyma) è una pianta erbacea perenne proveniente dal nord America. È caratterizzata da una ricca fioritura e da foglie verdi leggermente profumate di Bergamotto. Dalle foglie di Monarda didyma si ricava anche un tè.
Nella maggior parte dei casi i fiori sono di colore rosso vivo e hanno dei petali simpaticamente “spettinati”! Attirano in particolare api e farfalle e sbocciano abbondantemente e in ripetizione da giugno fino a settembre.
In piena fioritura crea un cespuglio folto e compatto, alto circa 70/80 cm. Possiamo quindi utilizzarla nelle bordure alte per creare uno sfondo a piantine più piccole.
Quello di togliere le macchie del prato è un problema di molti possessori di giardini. In vista della primavera possiamo prevedere una serie di interventi, come la semina e l’infoltitura di zone rovinate e spelacchiate. Oltre al normale calpestio e alla comprensibile esuberanza di bambini e animali domestici, il prato si può danneggiare e “macchiare” anche a causa di malattie fungine.
In questo caso è bene intervenire tempestivamente, poiché il problema tenderà a ampliarsi, rovinando altre zone di prato.
Togliere le macchie del prato: le malattie fungine
Sono molte le malattie fungine che possono colpire un tappeto erboso, come il Pythium spp, la Phytophtora capsici ma soprattutto la Rhizoctonia solani.
Lo sviluppo di questi funghi è favorito da temperature alte associate a umidità elevata. Provano marciumi radicali che portano alla necrosi e all’avvizzimento dei fili d’erba. Si evidenziano con macchie di prato decolorate o addirittura spoglie.
Si annidano nel terreno e si propagano velocemente tramite il contatto diretto, l’acqua di irrigazione, gli insetti e persino le correnti d’aria. Sopravvivono a temperature comprese tra i 9° C e i 30° C, ma le temperature ottimali per il suo sviluppo sono tra i 20 e i 30°C, con temperature notturne superiori ai 16°C.
Conoscendo le caratteristiche della malattia, possiamo intervenire in modo preventivo adottando alcune regole colturali atte a prevenire l’arrivo di spore. Come per esempio un’irrigazione calibrata e non eccessiva e un’altezza di taglio non troppo bassa.
Come risolvere il problema in modo biologico: i funghi antagonisti
Se non vogliamo utilizzare un agrofarmaco specifico di origine chimica, possiamo contare su una nuova soluzione naturale, a base di Trichoderma asperellum, consentita in agricoltura biologica. Si tratta di un fungo, antagonista...
Non è facile coltivare la Couroupita guianensis ma può dare grandi soddisfazioni. Conosciuta con il nome di “Albero delle palle di cannone” è una pianta sempreverde tropicale caratterizzata dalla produzione fiori e frutti davvero molto particolari. Il nome guianensis indica la sua provenienza, cioè della Guiana in Sudamerica.
La Couroupita guianensis dona infatti dei grandi fiori, con un diametro fino a 8-12 cm, che riempiono letteralmente la pianta. Un albero adulto arriva fino a 1.000 fiori al giorno. Dei fiori nascono dei frutti sferici marroncini, grandi fino a 25 cm e fino a 150 su un albero, del tutto simili a palle di cannone!
In natura, nella foresta fluviale, cresce fino a 30 metri di altezza. I fiori sono molto profumati e nascono su lunghi racemi legnosi che pendono dalla pianta. Le infiorescenze sono caratterizzate da sei petali concavi e carnosi, di colore arancio, rosa e rosso.
Dopo circa 10/12 mesi i grandi frutti rotondi, le famose “palle di cannone”, cadono dalla pianta poiché sono giunti a maturazione. Rappresentano anche un pericolo per le persone e gli animali che inavvertitamente ci passano sotto! Il frutto ha una buccia robusta, simile al cocco: infatti viene usata per realizzare ciotole e vasi. La polpa all’interno è gelatinosa e commestibile ma ha un odore disgustoso e non viene consumata dagli uomini.
La Couroupita guianensis viene coltivata anche come pianta ornamentale per le sue lussureggianti infiorescenze.
Possiamo coltivare un Eucalipto in vaso se vogliamo portare un po’ di oriente nella nostra casa. Dietro il nome Eucalipto si cela in realtà un genere di piante che comprende più di 700 specie. Proveniente dalle Filippine e dall’Australia nei luoghi d’origine raggiunge anche i 90 metri: in Italia in giardino non supera i 20/25 metri ma ci sono varietà che possono essere coltivate in vaso come l’Eucalyptus gunnii.
Il nome Eucalipto deriva dal greco “nascondere bene” e si riferisce al caratteristico fiore celato dai petali.
È un dubbio di molti: posso coltivare in giardino un albero di Natale vero dopo le feste?
Verrebbe da pensare che si tratta della soluzione più ecologica e sostenibile, ma non sempre è la scelta ottimale.
Come piantare un albero di Natale vero dopo le feste
L’atto del trapianto non è impegnativo, ma prima dobbiamo valutare una serie di fattori.
Anzitutto quello climatico. Se abitiamo nel sud o in una zona con estati molto calde sarà difficile creare le condizioni ideali per la crescita di un Abete.
Inoltre dobbiamo considerare che si tratta di un albero e potrebbe crescere molto. In 20 anni può superare i 25 metri di altezza e le sue radici possono danneggiare i muri circostanti.
Se le condizioni climatiche e di spazio non sono un problema possiamo procedere al trapianto. Leggi questo servizio per i dettagli!
Le soluzioni alternative
Una prima soluzione alternativa, altrettanto ecosostenibile, è di affidarlo ad associazioni che propongono il riciclo solidale e si occupano di una corretta piantumazione dell’albero, in parchi, zone verdi e canili.
Un’altra soluzione è di ricorrere ai nuovi servizi di Tree sitting. Si prendono cura dell’albero per tutto l’anno e potremo tornare a riprenderlo in occasione del prossimo Natale. Quelli più sofisticati offrono un’App per seguire la crescita dell’albero dallo smartphone.
Se non avete spazio in giardino e non avete altre alternative, potete portare l’abete in un’isola ecologica. Sembra una soluzione poco “naturale” e invece è vero il contrario: verrà cippato e trasformato in compost vegetale, cioè un fertile concime naturale.
Se vogliamo aiutare le api e la biodiversità dobbiamo coltivare la Lupinella nel nostro giardino. Questa pianta erbacea è infatti molto gradita dalle api, come altre specie con fiori nettariferi come la Buddleja, l’Acaciao l’Eucalipto.
La Lupinella (Onobrychis viciifolia) è una pianta erbacea della famiglia delle leguminose, che viene anche coltivata come foraggio per gli animali o per rigenerare la qualità del suolo.
Gli steli della Lupinella si ergono eretti, fino a 70 cm di altezza, e da maggio a giugno producono infiorescenze a pannocchia di colore rosa intenso.