Possiamo coltivare gli Anigozanthos in casa e godere di una fioritura molto particolare e davvero lunga, dalla tarda primavera fino all’estate. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Haemodoraceae ed è nota con il nome buffo di Zampa di Canguro. È per la forma singolare dei fiori, leggermente pelosi e morbidi che ricordano il tipico animale australiano, il continente da cui proviene questa pianta.
È una pianta rizomatosa sempreverde e crea un bel cespuglio composto da tante foglie nastriformi, da cui spuntano gli steli su cui si sviluppano le infiorescenze a grappolo di colore rosso, arancione, rosa o giallo.
Possiamo coltivare la Mitraria coccinea in vaso per dare una sferzata di colore ai nostri ambienti. Ammirare il rosso vivo dei suoi fiori a forma di tubetto è infatti la maggiore soddisfazione per chi si dedica al giardinaggio. Robusta e resistente, questa pianta dona anche un tocco esotico e originale dove la collochiamo. La fioritura è abbastanza lunga: inizia in primavera con l’arrivo del caldo e prosegue fino all’estate.
Il suo nome Mitraria deriva dal termine greco mitra (cappuccio o cuffia), in riferimento alla particolare forma dei suoi fiori, mentre coccinea si riferisce al colore scarlatto dei petali.
È una pianta proveniente da Cile e Argentina e non ama il freddo: perciò è meno nota in Europa, ma nei centri di giardinaggio più forniti possiamo scegliere tra differenti varietà e ibridi, come la Mitraria coccinea var. aurea dotata di foglie verde dorato, o varietà dai fiori leggermente più grandi e dalle tonalità aranciate.
Il travaso delle piante è ciclicamente necessario per sostenere e accompagnare lo sviluppo delle piante d’appartamento.
Le piante coltivate in giardino trovano le sostanze nutritive e l’umidità nel suolo, spingendo in profondità le proprie radici, mentre per quelle allevate in vaso questo processo è limitato dai bordi del contenitore. Nelle piante con radici fascicolate, nel momento in cui giungono ai bordi tendono a ruotare avvolgendo il pane di terra.
Oltre alla sostituzione del vaso, il travaso ci consente di cambiare anche il substrato di coltivazione, ormai esausto, con un nuovo terriccio ricco di sostanze nutritive e con le idonee caratteristiche chimiche e fisiche.
I substrati di coltivazione, anche se ben concimati, con il passare degli anni tendono a perdere le loro caratteristiche fisiche, come la porosità, la capacità di rilasciare nutrienti alle radici, il pH, ecc. Perciò vanno completamente sostituiti periodicamente. Quando la pianta d’appartamento avrà raggiunto le dimensioni massime, potremo smettere di travasarla in un vaso più grande, ma dovremo comunque sostituire il terriccio superficiale ogni 2/3 anni.
L’atto di cambiare il vaso alle piante è detto rinvaso o travaso: il primo termine indica che si utilizza lo stesso contenitore, mentre nel secondo uno diverso e più grande. In ogni caso è un evento che può sconvolgere l’equilibro delle piante, in particolare le specie con radici particolarmente fragili: ma possiamo affrontarlo in sicurezza seguendo poche e semplici regole.
Quando si affronta il travaso delle piante d’appartamento
Il primo travaso si effettua quando acquistiamo la piantina, poiché i vasi di coltivazione utilizzati nei vivai sono ridotti ed è bene offrire alla pianta un contenitore delle dimensioni adatte per stimolarne la crescita. Attendiamo alcuni giorni dopo l’acquisto: permettiamo prima alla piantina di adattarsi alla nuova collocazione che abbiamo scelto per lei.
In seguito il travaso in un contenitore più grande si effettua ogni 2/3 anni e la frequenza dipende da molti fattori, come la grandezza del vaso di partenza e il tipo di pianta. Se il vaso è particolarmente piccolo, le radici della pianta possono riempirlo anche in una sola stagione e quindi va travasata ogni anno. Man mano che il vaso aumenterà di dimensioni potremo affrontare il travaso ogni 2/3 anni.
Le piante più giovani richiedono trapianti più frequenti con vasi sempre più grandi, mentre per le piante già adulte è sufficiente ogni 3/5 anni. I grandi esemplari non si rinvasano: è sufficiente rimuovere il terriccio superficiale e sostituirlo con un nuovo substrato.
Anche il tipo di pianta può incidere: alcune producono molte radici fascicolari, come Felci, Pothos e Filodendri e richiedono travasi frequenti, altre hanno una produzione limitata e hanno bisogno di meno rinvasi, come le succulente. Le Orchidee richiedono un substratodi coltivazione molto particolare, composto da torba e corteccia, che va sostituito più spesso. Informiamoci sulle caratteristiche delle nostre piante per decidere quando procedere.
Ma spesso sono le piante stesse a segnalarci nella necessità del travaso: quando le radici fuoriescono dal terreno o dai fori di drenaggio sul fondo del vaso. Un altro segnale che ci deve spingere a effettuare il travaso è quando la parte aerea della pianta diviene sproporzionata rispetto al vaso e all’apparato radicale.
Il periodo migliore per effettuare il travaso è l’inizio della primavera o la fine dell’autunno, quando le piante decidue entrano in riposo vegetativo. Se spostiamo le piante d’appartamento sul terrazzo in estate, possiamo travasarle prima di riportarle in casa in autunno. Il travaso è possibile anche in altri periodi dell’anno, ma evitiamo di effettuarla nel pieno dell’attività vegetativa e quando fa troppo caldo in estate o particolarmente freddo in inverno.
Oltre al primo travaso dopo l’acquisto, c’è un altro caso in cui dobbiamo intervenire subito con un rinvaso, a prescindere dal periodo dell’anno: in presenza di malattie fungine o insetti parassiti che possono aver contaminato con spore e uova il terriccio. In questi casi, oltre a trattare le pianta per eliminare il problema, è bene provvedere a un rinvaso, per eliminare completamente il vecchio terriccio infettato e sostituirlo con un nuovo substrato.
Un buon motivo per coltivare la Justicia brandegeana è l’aspetto particolare delle sue infiorescenze che le è valso il soprannome di pianta dei gamberetti. Le sue vistose brattee rosse, arancioni e giallo oro ricordano infatti nella forma e nel colore i gamberi.
Si tratta di una pianta perenne sempreverde con un lungo periodo di fioritura: da aprile fino novembre. I veri fiori sono bianchi e molto piccoli, ma sono avvolti da grandi brattee a forma di cuore. Le brattee sono foglie destinate a modificarsi, nella forma e nel colore, per proteggere e attirare gli impollinatori. Nella Justicia brandegeana servono soprattutto per attirare l’attenzione degli impollinatori verso il piccolo fiore, altrimenti invisibile da lontano.
Possiamo coltivare la Ixora coccinea se desideriamo una pianta con una lunga fioritura, da giugno a settembre, con infiorescenze grandi e appariscenti. Essendo una pianta tropicale è meglio coltivarla in vaso, in modo da proteggerla facilmente in inverno.
La Ixora coccinea è un arbusto cespuglioso sempreverde, con forma arrotondata. I suoi fiori vivaci sono tipicamente arancioni e rossi: il secondo nome “coccinea” indica proprio il colore rosso scarlatto dei fiori. Ma ci sono anche varietà gialle e rosa. Da giugno e fino ai primi freddi sulla cima dei fusti compaiono tante infiorescenze sferiche composte da piccoli fiori a 4 petali che permangono per molto tempo sulla pianta. Nei paesi d’origine i fiori si trasformano in piccoli frutti, ma in Italia è raro che avvenga.
Sono amati dalle farfalle e dagli impollinatori, rendendola una pianta ornamentale dal grande fascino.
Con l’arrivo dei primi freddi dobbiamo pensare alla manutenzione autunnale delle piante del terrazzo e del balcone. Le temperature iniziano a scendere, le giornate si accorciano e l’umidità aumenta: tutti fattori che influenzano il ciclo vitale delle piante, molte delle quali iniziano a prepararsi per il riposo vegetativo invernale. Con l’arrivo del mese di ottobre dobbiamo perciò prevedere una serie di buone pratiche agronomiche per proteggere le nostre piante dal gelo e per metterle in condizioni di ripartire con forza nella prossima primavera.
La manutenzione autunnale delle piante del terrazzo: iniziamo dalla potatura
Dopo gli stress estivi e il grande caldo probabilmente molto piante avranno qualche ramo secco o malandato. In autunno limitiamoci a rimuovere i rami secchi, malati o troppo lunghi rispetto alla forma della pianta.
Sulle piante arbustive e rampicanti, come le Rose, il Gelsomino, i Glicini e i Caprifogli dovremo invece intervenire con una potatura di formazione, tagliando i rami che hanno fiorito durante l’estate. In questo modo stimoleremo la pianta a produrre i nuovi...
Possiamo coltivare un Anthurium Clarinervium se desideriamo una pianta con foglie particolarmente ornamentali. Il Clarinervium è infatti una specie del genere Anthurium caratterizzata da foglie affascinanti sia per la forma a cuore sia per le venature ornamentali chiare molto evidenti sul verde scuro della foglia. Il suo nome deriva dalla caratteristica delle foglie e significa “nervi chiari”, cioè bianchi e in evidenza. Le foglie sono morbide al tatto, simili al velluto e possono raggiungere fino a 15 cm.
Il Clarinervium proviene dalle foreste del Messico, dove vive come pianta epifita, quindi senza l’uso di terreno ma abbracciata alla corteccia dei grandi alberi.
In comune con il comune Anthurium condivide la produzione di un’infiorescenza composta da una spata, cioè una foglia modificata e uno spadice. Nel Clarinervium la spata è verde di appena 5/6 cm.
Attenzione alla presenza del Clarinervium in casa, poiché l’ossalato di calcio contenuto nelle sue foglie è una fonte di pericolo se viene ingerito da bambini o animali domestici, soprattutto i gatti.
Possiamo coltivare la Begonia rex per decorare la nostra casa grazie alle sue meravigliose e particolari foglie. Sono grandi, rotonde o cuoriformi e assumono una particolare tonalità tra il rosso e il viola con riflessi argentei che persistono tutto l’anno sulla pianta.
Verso il termine dell’estate sbocciano dei piccoli fiori, bianchi e rosa, ma è principalmente coltivata per il fogliame; al punto che i coltivatori esperti preferiscono tagliare i boccioli appena compaiono per non togliere risorse alle foglie.
Sono molte le varietà, o cultivar, di Begonia rex, perciò possiamo trovarne con foglie variegate con colori caldi, tra il rosso, il viola e il rosa, oppure glaciali e argentee.
Dove coltivare la Begonia rex
Le nostre case sono l’ambiente ideale per coltivare la Begonia rex: l’habitat ideale è compreso tra i 18°C e i 25°C e dobbiamo evitare che la temperatura minima scenda sotto i 5°C.
Collochiamo il vaso in una zona luminosa e soleggiata, ma in estate evitiamo che venga colpito direttamente dai raggi solari. Possono provocare ustioni sulle...
Gli Odontoglossum sono un genere di Orchidee originarie dell'America centro-meridionale caratterizzate da fiori appariscenti con diverse forme e colori. Possiamo infatti scegliere tra molte varietà e ibridi.
In natura crescono in zone montane e richiedono temperature fresche ed umidità elevata. La difficoltà di coltivazione consta nel replicare queste condizioni nelle nostre case. Ma è un problema tipico di molte Orchidee.
Il nome Odontoglossum deriva dall’unione delle parole greche odonto (dente) e glossa (lingua): il riferimento è alle strutture dentate presenti al centro del fiore.