Se desideriamo una fioritura anticipata sul nostro terrazzo, già da marzo, possiamo coltivare gli Arabis caucasica. Si tratta infatti di una piccola piantina che produce un’abbondante fioritura da marzo fino a maggio molto profumata. Tradizionalmente i fiori sono bianchi e sono molto eleganti, ma ci sono varietà interessanti con petali di colore rosa molto intenso.
La Arabis caucasica è una pianta erbacea perenne sempreverde di ridotte dimensioni, non supera i 50 cm, caratterizzata da un “cuscino” di foglie su cui puntano spiccano i fiori per tutta l’estate. Sul terrazzo possiamo coltivare più esemplari in un vaso rettangolare da appendere e ci ripagherà con una fioritura abbondante. Tollera bene il gelo e viene utilizzata anche in giardino per decorare aiuole e bordure. Le varietà compatte sono particolarmente adatte per le bordure poiché hanno un portamento tappezzante e creano un “tappeto” verde. Nei centri specializzati possiamo trovare anche gli ibridi variegati con foglie verdi bordate di bianco e plena con fiori doppi.
Possiamo coltivare la Clematis armandii se stiamo cercando una pianta rampicante con un’abbondante produzione di fiori profumati in primavera. Possiamo scegliere tra molte varietà di Clematide, tutte molto apprezzate per le grandi infiorescenze e le fioriture abbondanti: la Clematis armandii ha la caratteristica di essere sempreverde ed è quindi indicata per creare “barriere verdi” sul terrazzo. Inoltre tollera il gelo e possiamo coltivarla un po’ in tutta Italia.
Dove coltivare la Clematis armandii
La Clematis armandii predilige un clima temperato, con temperature comprese tra i 15 e i 25°C. Tollera il gelo fino a -10 °C e l’afa fino a 35°C.
Scegliamo una posizione soleggiata, con almeno 6 ore di sole al giorno, per ottenere fioriture generose in primavera, da marzo/aprile. Se abitiamo nel sud Italia con estati molto calde, oltre i 35°C, meglio una posizione semi-ombreggiata per difendere la pianta dai raggi solari diretti del mese di agosto.
Anche se tollera il gelo, in inverno proteggiamo la Clematis armandii con un telo di tnt (tessuto-non-tessuto)...
Possiamo coltivare la Callicarpa bodinieri sul terrazzo per portare un tocco di colore vivace in ogni stagione. In primavera produce il fogliame, all’inizio di color bronzo e poi verde scuro e in estate, da giugno, produce tantissimi grappoli di fiorellini violacei. In autunno i fiori si trasformano in stranissime bacche di colore viola chiaro che persistono nel periodo freddo e spiccano sul fogliame deciduo. Il nome Callicarpa deriva proprio dalla particolarità delle bacche e significa “frutti belli": dal greco kallos (bellezza) e karpos (frutto).
La Callicarpa bodinieri è un arbusto a foglia caduca della famiglia delle Lamiaceae, molto rustico e resistente al gelo. In giardino può raggiungere 3 metri d’altezza e 2 di larghezza: viene utilizzata sia come singolo esemplare sia per realizzare siepi naturali. Ma possiamo coltivarla facilmente anche in vaso sul terrazzo.
Nei centri specializzati possiamo trovare ibridi con fiori e bacche bianche e rosa. Ma le bacche viola sono maggiormente apprezzate e quindi più diffuse.
Ci sono tanti buoni motivi per coltivare la Beaucarnea guatemalensis, a partire dalla sua alta resistenza alla siccità e la bassa manutenzione.
Le Beucarnee sono un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Asparagacee e comprende diverse specie originarie dell’America centrale. In natura possono diventare alberi alti fino a 10 metri, ma noi le conosciamo come piante d’appartamento. La più nota è la Beaucarnea recurvata, nota anche come Nolinao pianta mangia-fumo. La Beaucarnea guatemalensis è simile ma ha un aspetto più elegante grazie alle sue foglie molto lunghe e sottili che ricadono verso il basso. Inoltre ha una maggiore resistenza alle basse temperature rispetto ad altre Beucarnee.
Anche la Beaucarnea guatemalensis è caratterizzata da un tronco rigido con una forma simile a un fiasco. La parte carnosa del tronco rappresenta una sorta di riserva d’acqua: l’evoluzione ha permesso ha sviluppato nella Beaucarnea la capacità di trattenere e conservare liquidi e di utilizzarli in caso di siccità prolungata. Un’abilità che gli ha permesso di sopravvivere anche in clima “difficili”.
Il ruolo decorativo è lasciato alle lunghe foglie lanceolate di colore verde brillante. Possono raggiungere fino a 80 cm di lunghezza e ricadono elegantemente sulla pianta.
Un buon motivo per coltivare la Ardisia crenata in casa sono le sue bacche molto particolari, simili a tante piccole palline di corallo, che riempiono la pianta in inverno.
Viene dalle zone tropicali dell’Asia e del centro America e teme il freddo sotto i 10°C: è una perfetta pianta d’appartamento che ci donerà delle belle fioriture bianche a forma di stella verso giugno. In seguito si trasformeranno in bacche lucide di colore rosso vivo, che rimarranno sulla pianta per tutto l’inverno. Ci sono anche varietà con bacche bianche.
Le foglie sono di colore verde scuro e appaiono lucide e coriacee.
Avere un terrazzo fiorito in inverno non è così difficile perché la natura ci offre molti spunti, anche se si tratta di una stagione di riposo per molte piante. Anche in inverno possiamo circondarci di profumi e colori nonostante la minore biodiversità stagionale, puntando su una selezione di specie che sfidano il gelo con le loro fioriture, nonostante le basse temperature, la scarsità di insetti impollinatori e la ridotta quantità di luce solare a causa delle giornate più corte e la minore intensità dei raggi.
Terrazzo fiorito in inverno con le piante da bulbo
Possiamo coltivare gli Anigozanthos in casa e godere di una fioritura molto particolare e davvero lunga, dalla tarda primavera fino all’estate. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Haemodoraceae ed è nota con il nome buffo di Zampa di Canguro. È per la forma singolare dei fiori, leggermente pelosi e morbidi che ricordano il tipico animale australiano, il continente da cui proviene questa pianta.
È una pianta rizomatosa sempreverde e crea un bel cespuglio composto da tante foglie nastriformi, da cui spuntano gli steli su cui si sviluppano le infiorescenze a grappolo di colore rosso, arancione, rosa o giallo.
Possiamo coltivare la Mitraria coccinea in vaso per dare una sferzata di colore ai nostri ambienti. Ammirare il rosso vivo dei suoi fiori a forma di tubetto è infatti la maggiore soddisfazione per chi si dedica al giardinaggio. Robusta e resistente, questa pianta dona anche un tocco esotico e originale dove la collochiamo. La fioritura è abbastanza lunga: inizia in primavera con l’arrivo del caldo e prosegue fino all’estate.
Il suo nome Mitraria deriva dal termine greco mitra (cappuccio o cuffia), in riferimento alla particolare forma dei suoi fiori, mentre coccinea si riferisce al colore scarlatto dei petali.
È una pianta proveniente da Cile e Argentina e non ama il freddo: perciò è meno nota in Europa, ma nei centri di giardinaggio più forniti possiamo scegliere tra differenti varietà e ibridi, come la Mitraria coccinea var. aurea dotata di foglie verde dorato, o varietà dai fiori leggermente più grandi e dalle tonalità aranciate.
Il travaso delle piante è ciclicamente necessario per sostenere e accompagnare lo sviluppo delle piante d’appartamento.
Le piante coltivate in giardino trovano le sostanze nutritive e l’umidità nel suolo, spingendo in profondità le proprie radici, mentre per quelle allevate in vaso questo processo è limitato dai bordi del contenitore. Nelle piante con radici fascicolate, nel momento in cui giungono ai bordi tendono a ruotare avvolgendo il pane di terra.
Oltre alla sostituzione del vaso, il travaso ci consente di cambiare anche il substrato di coltivazione, ormai esausto, con un nuovo terriccio ricco di sostanze nutritive e con le idonee caratteristiche chimiche e fisiche.
I substrati di coltivazione, anche se ben concimati, con il passare degli anni tendono a perdere le loro caratteristiche fisiche, come la porosità, la capacità di rilasciare nutrienti alle radici, il pH, ecc. Perciò vanno completamente sostituiti periodicamente. Quando la pianta d’appartamento avrà raggiunto le dimensioni massime, potremo smettere di travasarla in un vaso più grande, ma dovremo comunque sostituire il terriccio superficiale ogni 2/3 anni.
L’atto di cambiare il vaso alle piante è detto rinvaso o travaso: il primo termine indica che si utilizza lo stesso contenitore, mentre nel secondo uno diverso e più grande. In ogni caso è un evento che può sconvolgere l’equilibro delle piante, in particolare le specie con radici particolarmente fragili: ma possiamo affrontarlo in sicurezza seguendo poche e semplici regole.
Quando si affronta il travaso delle piante d’appartamento
Il primo travaso si effettua quando acquistiamo la piantina, poiché i vasi di coltivazione utilizzati nei vivai sono ridotti ed è bene offrire alla pianta un contenitore delle dimensioni adatte per stimolarne la crescita. Attendiamo alcuni giorni dopo l’acquisto: permettiamo prima alla piantina di adattarsi alla nuova collocazione che abbiamo scelto per lei.
In seguito il travaso in un contenitore più grande si effettua ogni 2/3 anni e la frequenza dipende da molti fattori, come la grandezza del vaso di partenza e il tipo di pianta. Se il vaso è particolarmente piccolo, le radici della pianta possono riempirlo anche in una sola stagione e quindi va travasata ogni anno. Man mano che il vaso aumenterà di dimensioni potremo affrontare il travaso ogni 2/3 anni.
Le piante più giovani richiedono trapianti più frequenti con vasi sempre più grandi, mentre per le piante già adulte è sufficiente ogni 3/5 anni. I grandi esemplari non si rinvasano: è sufficiente rimuovere il terriccio superficiale e sostituirlo con un nuovo substrato.
Anche il tipo di pianta può incidere: alcune producono molte radici fascicolari, come Felci, Pothos e Filodendri e richiedono travasi frequenti, altre hanno una produzione limitata e hanno bisogno di meno rinvasi, come le succulente. Le Orchidee richiedono un substratodi coltivazione molto particolare, composto da torba e corteccia, che va sostituito più spesso. Informiamoci sulle caratteristiche delle nostre piante per decidere quando procedere.
Ma spesso sono le piante stesse a segnalarci nella necessità del travaso: quando le radici fuoriescono dal terreno o dai fori di drenaggio sul fondo del vaso. Un altro segnale che ci deve spingere a effettuare il travaso è quando la parte aerea della pianta diviene sproporzionata rispetto al vaso e all’apparato radicale.
Il periodo migliore per effettuare il travaso è l’inizio della primavera o la fine dell’autunno, quando le piante decidue entrano in riposo vegetativo. Se spostiamo le piante d’appartamento sul terrazzo in estate, possiamo travasarle prima di riportarle in casa in autunno. Il travaso è possibile anche in altri periodi dell’anno, ma evitiamo di effettuarla nel pieno dell’attività vegetativa e quando fa troppo caldo in estate o particolarmente freddo in inverno.
Oltre al primo travaso dopo l’acquisto, c’è un altro caso in cui dobbiamo intervenire subito con un rinvaso, a prescindere dal periodo dell’anno: in presenza di malattie fungine o insetti parassiti che possono aver contaminato con spore e uova il terriccio. In questi casi, oltre a trattare le pianta per eliminare il problema, è bene provvedere a un rinvaso, per eliminare completamente il vecchio terriccio infettato e sostituirlo con un nuovo substrato.