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Novembre 29, 2019
La lotta alle Cocciniglie impegna molti appassionati di giardinaggio poiché sono insetti molto diffusi e dannosi. Si alimentano succhiando la linfa dalla pianta e, a prescindere dagli organi che attaccano (foglie, rami, tronco, frutti o radici), provocano vistosi deperimenti. I danni si spingono fino alla perdita totale del raccolto o della pianta stessa. Praticamente nessuna pianta ornamentale o da frutto ne è indenne.
I danni sono in genere visibili a partire dalla tarda primavera, ma in quella fase l’invasione è in atto e l’unica via controllo è quella di utilizzare degli insetticidi sistemici. In autunno invece possiamo colpire le Cocciniglie nel momento in cui sono più esposte, anche con prodotti naturali e consentiti in agricoltura biologica.
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
Se consideriamo il ciclo biologico di molte Cocciniglie, scopriamo infatti che le neanidi, cioè le forme giovanili dell’insetto che daranno origine ai nuovi adulti e alla infestazione primaverile, sono già presenti e particolarmente vulnerabili in autunno.
In questo periodo infatti il trattamento oltre a raggiungere meglio l’insetto, in quanto la vegetazione che lo protegge è assente o assai minore, risulta molto più efficace in quanto le strutture di difesa del parassita non si sono ancora sviluppate o quasi assenti.
QUANDO TRATTARE
Specialmente nelle piante a foglia caduca, il momento ideale è quello compreso tra l’inizio e la fine caduta foglie (in genere ottobre/novembre): periodo in cui i ricoveri naturali dell’insetto come gli anfratti della corteccia sono più esposti e quindi facilmente raggiungibili dal trattamento.
Un secondo trattamento sarà...
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Novembre 22, 2019
Proteggere le piante dal freddo invernale è molto importante, poiché le temperature sotto lo zero potrebbero congelare le radici di molte piante da giardino, portandole alla morte. Specialmente le Conifere e gli esemplari giovani appena trapiantati sono particolarmente a rischio.
Per proteggere le piante dal freddo invernale possiamo ricorrere a due pratiche agronomiche antiche e totalmente naturali: sono la rincalzatura e la pacciamatura. Entrambe hanno lo scopo di proteggere le radici dagli sbalzi termici, attraverso la costituzione uno strato più o meno spesso di materiale inerte.
PROTEGGERE LE PIANTE DAL FREDDO INVERNALE: LA RINCALZATURA
La rincalzatura consiste nel creare una piccola montagna di terreno alla base del fusto della pianta. Può avere un’altezza di 10-20 cm, in funzione delle dimensioni delle piante. Il materiale accumulato, che andrà rimosso all’inizio della primavera, deve risultare friabile, non compattato e ben drenante per evitare nocivi ristagni di acqua.
LA PACCIAMATURA
La pacciamatura consiste invece nella distribuzione di uno strato di materiali inerti sul terreno alla base delle piante. Questo strato proteggerà le radici del gelo e offrirà anche altri vantaggi: come una minore necessità di irrigazione, poiché l’umidità del terreno viene trattenuta ed evapora meno facilmente, e una riduzione delle erbe infestanti, che non riescono a spuntare e a ricevere luce a causa dello strato di pacciamatura.
QUALI MATERIALI UTILIZZARE
Per la pacciamatura possiamo usare vari materiali inerti, spesso molto diversi fra loro. I più comuni e disponibili a costo zero sono la paglia, i residui sminuzzati delle potature del giardino, le foglie secche e i residui di taglio del prato...
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Novembre 15, 2019
Coltivare la Calluna sul terrazzo ci offre la possibilità di donare agli angoli esterni del nostro appartamento un tocco di bellezza delicata, mettendoci però alla prova con una pianta che, nella sua rusticità, richiede comunque l’adozione di attenzioni particolari.
La Calluna (Calluna vulgaris) è conosciuta anche come Brugo o Erica selvatica, per la grande somiglianza con la piccola pianta dai fiori fucsia. Avendo un periodo di fioritura che cade tra i mesi di agosto e novembre, con la sua bellezza ci accompagna verso l’inizio dell’inverno.
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Novembre 08, 2019
Tutti noi possiamo produrre compost in giardino, seguendo l’antica pratica del compostaggio domestico dei rifiuti vegetali. Sia nella stagione vegetativa, sia in inverno considerando la potatura, il giardino produce una grande quantità di materiali organici. Tramite il compostaggio possono essere reimmessi nel ciclo naturale in modo vantaggioso per il terreno oltre che per il portafoglio.
In sostanza con il compostaggio riproduciamo in forma controllata e accelerata i processi naturali che trasformano la sostanza organica in humus.
PRODURRE IL COMPOST IN GIARDINO: QUALI MATERIALI COMPOSTARE
Tutti i rifiuti contenenti materiali organici di origine vegetale possono essere usati per fare compost: sfalci d’erba (esclusi i 2-3 tagli successivi all’applicazione di un erbicida), bucce di verdura, cimature di ortaggi e fiori, foglie secche, potature di legno, lettiere di conigli, piccioni e volatili.
Nel compostatore non vanno introdotti i rifiuti o sostanze non completamente biodegradabili o se contaminati da sostanze pericolose, tossiche o nocive. Attenzione inoltre a non utilizzare piante o parti di piante malate o marce in quanto propagheremo ulteriormente nel giardino l’infezione di cui sono affette. È inoltre controindicato aggiungere i residui di carne o di grasso.
Il prodotto che si ottiene è il compost verde che è un fertilizzante naturale ad alto contenuto in humus che migliora la qualità e la fertilità del suolo, rendendolo più soffice e leggero, in grado di trattenere maggiormente l’umidità e gli elementi fertilizzanti, rendendoli disponibili alle radici in modo graduale.
COME COMPOSTARE IN MODO CORRETTO?
Per produrre il compot in giardino...
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Ottobre 31, 2019
Coltivare i Cavoli è una attività che possiamo affrontare davvero tutto l’anno. Mentre l’arrivo dell’autunno e dei mesi freddi solitamente coincide con l’inizio del periodo di riposo vegetativo di molti tipi di piante, per il Cavolo inizia il momento ideale per la raccolta e la semina.
Abbiamo a disposizione una grande varietà di Cavoli (precoci, tardive, medio-tardive, ecc.), che ci permettono di coltivare questa pianta praticamente per tutto l’anno. Quelli da raccogliere in primavera si seminano a settembre-ottobre, quelli estivi da gennaio a maggio e quelli invernali da maggio a luglio. Possiamo anche anticipare i tempi di semina se utilizziamo un semenzaio da conservare in un ambiente protetto: dopo circa 40 giorni potremo trapiantare le piccole piantine nell’orto.
Va anche detto che spesso usiamo il termine Cavolo per indicare piante differenti, come il Cavolo Verza, il Cavolfiore (bianco e rosso), il Cavolfiore Romanesco con le sue forme geometriche incredibili, il Cavolo Cappuccio, il Cavolo Broccolo fino ai Cavoli nani di Bruxelles.
COME COLTIVARE I CAVOLI: ATTENZIONE ALLA CONCIMAZIONE
I Cavoli prediligono ambienti con temperature miti, né troppo caldi né troppo freddi. Possono crescere in ambienti riparati, sebbene prediligano l’esposizione al sole diretto. Amano ambienti umidi e sopportano molto poco la siccità.
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Ottobre 29, 2019
Se ci prendiamo cura della Chionodoxa in autunno, avremo delle bellissime fioriture nei primi giorni di primavera. Nel nostro immaginario, infatti, pensiamo che i primi fiori che salutano la fine dell'inverno siano le Primule. Invece esiste una pianta bulbacea, originaria della Turchia, i cui fiori appaiono nello stesso periodo o poco dopo, tra febbraio e aprile. Questa pianta è apprezzata non solo per la sua bellezza, ma anche per la grande resistenza al freddo, tanto che i greci la battezzarono Chionodoxa, dalla combinazione di chion, ossia “neve” e doxa, ossia “gloria”, ovvero la pianta che riesce a crescere sulla neve.
I diversi tipi di Chionodoxa si differenziano prima di tutto per le loro dimensioni: dai 30 cm della Chionodoxa forbesii si può passare ai 20 cm della Chionodoxa grandiflora, ai 15 della Chionodoxa Sardensis e della Chionodoxa cretica, ai 10 cm della Chionodoxa luciliae, la più piccola della famiglia.
Generalmente i colori dei fiori della Chionodoxa variano tra il bianco e un blu tenue, ad eccezione delle varietà Rosea e Pink Giant della Chionodoxa lucilia, che tendono al rosa.
CURA DELLA CHIONODOXA: COME COLTIVARLA IN GIARDINO
Una delle caratteristiche più peculiari della Chionodoxa è la sua capacità di crescere nelle condizioni di luminosità e di temperatura di ogni tipo di ambiente, da quelli più ombrosi a quelli più esposti al sole, come dai climi più caldi a quelli più freddi.
Predilige però posizioni riparate e a mezz’ombra, nelle quali possa ricevere almeno 3-4 ore di luce al giorno.
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Ottobre 25, 2019
Coltivare il Camedrio (Teucrium) è un’attività che l’uomo fa da molto tempo: basti ricordare che il suo nome deriva da Teucro, il re di Troia che secondo Plinio scoprì le proprietà curative di questa pianta.
Il Camedrio è una pianta arbustiva originaria delle coste del Mediterraneo Occidentale e apprezzata per la sua resistenza ai climi caldi e secchi e ai forti venti che impattano sulle scogliere, su cui possiamo trovarlo come specie spontanea.
Generalmente viene coltivato a scopo estetico, ma i nostri bisnonni lo usavano anche come ingrediente per liquori o come rimedio rudimentale per infiammazioni dentali o problemi digestivi. Oggi però sappiamo che è vietato usarne foglie, fiori o bacche perché tossiche per il fegato.
Esistono molte varietà di Camedrio, come il Teucrium chamaedrys e il Teucrium fruticans molto presente in Italia, in particolare nelle zone costiere e nelle Regioni del sud.
Apprezzato per le piccole foglie di un colore tenue e per i fiorellini azzurri che sbocciano in primavera, spesso il Camedrio viene coltivato in giardino. Crescendo, questa pianta può raggiungere i 2 metri di altezza e, affiancando più esemplari, è possibile creare delle siepi alte e fitte. È però possibile piantare anche un piccolo esemplare in vaso per abbellire un nostro terrazzo.
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Ottobre 22, 2019
L'attività di coltivare i Piselli è seguita da tempi remotissimi per i suoi piccoli legumi dal sapore dolciastro. Si tratta di una pianta che si contraddistingue per la facilità di coltivazione e la crescita rapida: non a caso è la pianta spesso scelta nelle scuole elementari per spiegare ai più piccoli come crescono le piante. È noto che lo stesso Mendel, padre della genetica, condusse i primi esperimenti per scoprire l’alternanza dei caratteri genetici nelle generazioni proprio osservando le variazioni nei fiori delle piante di Pisello.
Facile dire “Piselli”: in realtà possiamo scegliere tra centinaia di varietà diverse tra le loro per le dimensioni, tra rampicanti, nane e semi-nane, o per la forma dei semi, lisci o rugosi. Il Pisello nano cresce fino a 40 cm mentre quello tradizionale fino a 2 metri.
COLTIVARE I PISELLI: ATTENZIONE AI RISTAGNI
Il periodo ideale per coltivare i Piselli può variare a seconda della parte d’Italia in cui ci troviamo: nel Mezzogiorno è possibile seminare i Piselli...
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Ottobre 18, 2019
Se vogliamo creare una siepe compatta e facile da curare possiamo coltivare il Tasso. Originario di diverse zone d’Europa, dalle isole britanniche alle coste del Mediterraneo, il Tasso (Taxus) è conosciuto da secoli per alcune caratteristiche dolci e amare.
Il Tasso è apprezzato per le sue virtù estetiche: le sue fronde verdi e fitte, la caratteristica più evidente del Tasso, fanno di questa pianta un perfetto arbusto per comporre delle siepi, semplici da coltivare e capace di offrire uno schermo compatto e facile da potare. Ma le fronde e i rami dell’albero nascondono una tossina molto pericolosa, che può essere fatale per vari tipi di animali se ingerita. Il Tasso è la pianta più tossica presente in Italia. Venne adottata dagli antichi Greci come veleno per le loro frecce. Deriva da questa caratteristica il suo nome, Tasso, che in greco significa “freccia”, e il suo soprannome “albero della morte”.
Alla fine dell’Estate, tra i rami del Tasso si possono scorgere le bacche rosse, chiamate arilli: sono l’unica parte della pianta che non è tossica e ne vanno ghiotti diversi tipi di uccello, tra cui il Tordo.
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