Coltivare il Nasturzio in vaso sul terrazzo è molto facile! Il Nasturzio o Tropeolo (Tropaeolum) è riconoscibile dal fiore con grandi petali dalla forma frastagliata, come della carta da regalo, e dalle diverse sfumature di colore, che possono variare dal rosso all’arancio al giallo fino al bianco.
Il Nasturzio, come i Gerani e la Azalee, è una delle piante più comuni che abbelliscono i nostri giardini e terrazzi per tutta l’estate fino a ottobre. La sua natura rampicante fa sì che si possa coltivare su un graticcio oppure con i rami cascanti.
Originario del sud America ma da tempo coltivata anche in Europa, il Nasturzio non viene coltivato solo per la sua bellezza: da secoli, le sue foglie e i suoi frutti, piccole bacche simili a capperi, vengono usati in cucina e possiamo trovare i fiori, anch’essi commestibili, sparsi sui nostri piatti per offrire il loro colore.
Le piante adatte alla salsedine sono l’ideale per abbellire un giardino o un terrazzo al mare. Nei giardini marini, anche più dell’eccesso di caldo, freddo, luce, ombra o acidità nel terreno, è infatti l’eccesso di sale a compromettere la crescita di molte piante. La salsedine può diffondersi e ristagnare nell’aria, come nel terreno, compromettendo l’osmosi cellulare, cioé la capacità delle cellule vegetali di assorbire l’acqua. Insieme all’eccesso di sodio, anche l’eccesso di cloro può provocare una carenza di alimentazione delle piante chiamata clorosi.
L’eccesso di salinità nel terreno e nell’aria è una delle prime cause di desertificazione nel mondo. Fortunatamente l’evoluzione delle piante cresciute in zone costiere o desertiche ci ha messo a disposizione una grande varietà di esemplari resistenti alla salsedine.
PIANTE ADATTE ALLA SALSEDINE: LE ALOFITE
Le piante alofite, cresciute in luoghi costieri e tipiche del nostro mediterraneo, hanno infatti la capacità di assimilare il sale all’interno delle cellule. Nel caso delle piante alofite, un terreno ricco di minerali e un clima caldo e secco, sono persino necessari per la crescita corretta della pianta. Alcune piante alofite, tipiche delle nostre regioni e facili da coltivare, sono la Salicornia detta anche Asparago di mare per la sua somiglianza all’ortaggio, l’Artemisia con le sue corone di foglie a forma di stella, la Barba di Frate (Salsola soda) oppure il Limonio o Statice (...
Eliminare la Dorifora tempestivamente è importante perché si riproduce molto velocemente e le sue larve sono molto voraci. La Patata è una delle piante più coltivate negli orti familiari. Purtroppo, assieme ad altre Solanacee, come per esempio il Pomodoro e il Peperone, costituisce la fonte di cibo ideale per un coleottero dall’aspetto simpatico ma voracissimo: la Dorifora (Leptinotarsa decemlineata).
L’adulto, lungo 10-12 mm, è di colore giallo con capo e corsaletto macchiati di nero e cinque linee regolari longitudinali nere sulle elitre. La larva è di colore rosso-arancione, con due fila di puntini neri sui lati. L’insetto, originario degli Stati Uniti, si è introdotto in Europa negli anni Venti provocando da subito, nelle zone invase, gravissimi danni alle coltivazioni e tali carestie da indurre i Governi (in Francia e Inghilterra) a emanare apposite leggi per la lotta obbligatoria e limitazioni al commercio delle derrate. A causa dell’inadeguatezza dei mezzi di lotta a disposizione a quel tempo e alle conseguenze della successiva guerra mondiale, in breve tempo, si è diffuso in tutta Europa.
ELIMINARE LA DORIFORA: I PRIMI SINTOMI SULLA PIANTA
La Dorifora sverna come adulto nel terreno da cui fuoriesce a tarda primavera all’innalzarsi della temperatura (verso maggio) per compiere lunghi voli in cerca delle piante ospiti. Arrivata a destinazione, depone sulle foglie da 700 a 2.000 uova che originano altrettante voraci larve. Nell’arco di 20-25 giorni si completa una nuova generazione di adulti in grado di deporre nuove uova e dare inizio a un nuovo ciclo. Tra giugno e settembre si hanno così 2-3 generazioni l’anno in grado di provocare danni ingenti anche alle varietà a raccolta tardiva.
La Dorifora è facile da individuare: gli adulti e le larve sono in genere presenti in colonie...
Allontanare le Vespe dai luoghi in cui abitiamo può essere necessario poiché rappresentano un pericolo per i bambini e per gli animali. In caso di ipersensibilità alle punture di Vespa, si può anche verificare uno shock anafilattico con rischi anche mortali, specialmente se si viene attaccati da più Vespe. Inoltre sono abbastanza combattive e, contrariamente alle Api, possono pungere più volte poiché non perdono il pungiglione: questo le rende più pericolose.
ALLONTANARE LE VESPE MA IN MODO CONSAPEVOLE
È bene precisare che le Vespe non vanno uccise inutilmente poiché sono animali utili. Contrariamente alle Api, le Vespe (Vespula vulgaris) non sono insetti impollinatori e si cibano di altri insetti o di sostanze zuccherine, come la polpa di molti frutti ma anche i nostri alimenti. Si nutrono anche di corteccia che usano, mischiata alla saliva, per creare i loro alveari che sono simili a fogli di carta e non cerosi come quelli delle Api. Nonostante ciò, le Vespe sono animali utili poiché si cibano di insetti come ragni, zecche e afidi e ne limitano così lo sviluppo. Inoltre sono il cibo preferito di molti volatili, come rondini e falchi che sono ghiotti di imenotteri.
Va inoltre precisato che le Vespe, come tutti gli animali tranne l’uomo, non sono pericolose e non aggrediscono senza motivo: lo fanno solo per difesa quando si sentono attaccate o quando il loro nido è in pericolo. Ma vediamo come allontanare le Vespe.
I RIMEDI NATURALI
Alcune volte le Vespe sono presenti nei nostri giardini anche se il loro nido non si trova nei paraggi. Magari sono semplicemente attratte dai profumi dei nostri fiori o dai...
Possiamo coltivare la Camassia in giardino sia per la bellezza semplice dei suoi fiori a forma di stella, con lunghi petali sottili, ma anche per la sua rusticità e la semplicità di coltivazione.
La Camassia è una pianta bulbosa e la grandezza dei fiori dipende dalla varietà: dalle stelle grandi fino a 8 cm della Camassia leichtlinii alle nuvole di fiorellini della Camassia cuisickii. La specie di Camassia più caratteristica è la Camassia caerulea con i suoi fiori azzurri, ma sono apprezzate anche varianti come con petali color porpora o come la Camassia leichtliniiAlba, con petali bianchi.
La Camassia fiorisce ogni anno in primavera ed è ideale per caratterizzare aiuole e bordure. Spesso vengono coltivati alcuni esemplari molto vicini tra loro, per creare dei cespugli.
Coltivare la Camassia: una pianta che richiede poche cure
Originaria del sottobosco dell’America del nord, la Camassia può crescere bene sia in zone soleggiate sia in ambienti più riparati, in mezz’ombra. Sopporta bene ogni tipo di temperatura delle nostre regioni, da quelle più calde a quelle più fredde (fino a -5/-10°C).
I bulbi di Camassia si piantano in autunno, sotto 15 centimetri di terriccio fresco, distanti circa 20 centimetri l’uno dall’altro. Se vengono piantati in giardino facciamo in modo che il terreno sia soffice, umido e ben drenato: se necessario possiamo migliorare le prestazioni dell’aiuola fiorita aggiungendo un ammendante, così come possiamo migliorare il drenaggio dell’acqua miscelando...
Potete coltivare la Lobelia se state cercando una pianta per il terrazzo che è facile da coltivare, non ha pretese e dona bellissime fioriture. Dietro il nome "Lobelia", in realtà, non c’è una singola pianta ma un genere. Le Lobelie appartengono alla stessa famiglia delle Campanule ed esistono circa 400 specie spesso molto differenti fra loro: alcune sono annuali e altre perenni, alcune possono crescere fino a 3 metri mentre quelle ornamentali che troviamo nei centri giardinaggio si fermano a 50 cm e c’è anche una specie acquatica. Tutte sono riconoscibili dai fiori a forma a ventaglio che, a seconda della specie, possono differire per i colori e il periodo e la durata della fioritura.
Spesso indichiamo genericamente con il termine Lobelia la Lobelia erinus che è la specie ornamentale più diffusa in Italia con i suoi fiori viola, anche se esistono delle varietà azzurre, bianche e rosa. Tra le altre specie possiamo ricordare la Lobelia excelsa con fiori rosa-rossi e resistente alle basse temperature, la Lobelia speciosa che produce tanti fiori sulle tonalità dal rosa al viola, la Lobelia laxiflora con fiori rossi e gialli e la Lobelia cardinalis che è una pianta acquatica erbacea che produce bellissimi fiori rosso cardinale, da cui prende il nome.
Eliminare la Muffa Grigia tempestivamente è importante perché può danneggiare velocemente un intero raccolto. La Muffa Grigia o Botrite (Botrytis cynerea) è un fungo estremamente polifago in grado di aggredire numerose piante da frutto, ortive e ornamentali. In particolare: Vite, Fragola, Pomacee, Drupacee, Solanacee, Cucurbitacee, Rose, Ciclamini, Azalee, Begoniee Crisantemi.
Tutti gli organi aerei della pianta possono venire colpiti ma, a seconda della pianta ospite, possiamo trovarla di volta in volta sui boccioli fiorali, i grappoli, i frutti o anche le foglie. Possono inoltre venire colpiti gli organi sotterranei (bulbi, tuberi e rizomi) durante il periodo di conservazione.
ELIMINARE LA MUFFA GRIGRIA: COME RICONOSCERE I PRIMI SINTOMI
L’attacco è in genere preceduto da un periodo caldo, fortemente umido o piovoso ed è favorito da una fitta vegetazione e impianti troppo densi. A seconda dell’organo colpito i sintomi possono variare:
i fiori e i boccioli: non si aprono regolarmente, si ricoprono di una caratteristica efflorescenza grigiastra e disseccano rapidamente;
Il prato in estate è soggetto a maggiore stress e usura. Attraverso l’utilizzo di prodotti tecnologicamente avanzati e mettendo in pratica alcuni semplici accorgimenti potremo continuare a goderci i vantaggi del tappeto erboso, favorendone al contempo l’irrobustimento e il miglior aspetto.
Per semplificare il concetto possiamo dire che tutte le azioni devono essere rivolte a proteggere l’apparato radicale dalla forte insolazione e minimizzare lo stress a carico dell’apparato fogliare.
IL PRATO IN ESTATE: L’ALTEZZA DI TAGLIO
A prescindere dalla tipologia d’uso (sportivo, decorativo, ecc.) in estate è bene aumentare l’altezza di taglio. Portando l’altezza a 45-50 mm per i prati a uso ricreativo e a 30-35 mm per quelli ornamentali aumenteremo l’ombreggiamento della corona e delle radici proteggendole dalle scottature e dalla eccessiva evapotraspirazione.
L’intervallo tra i tagli può essere allungato a 7-8 giorni e, onde evitare l’effetto stuoia, è bene non asportare mai più di 1/3 della lunghezza della foglia per singolo taglio.
IL RUOLO DELL’IRRIGAZIONE
L’eccesso di acqua è dannoso più della sua carenza. In estate si tende ad aumentare l’apporto di acqua al tappeto erboso, dimenticando che così promuoviamo lo sviluppo di molte malattie fungine distruttive di difficile controllo e il maggior costipamento del terreno.
La capacità del terreno di ricevere e immagazzinare correttamente l’acqua è determinata dalle sue caratteristiche strutturali. Per questo motivo l’apporto di acqua deve essere principalmente legato a questo fattore, pur considerandone anche altri come la temperatura esterna, la composizione del miscuglio di semi, l’esposizione al sole, ecc.
Per evitare dannosi eccessi idrici può esserci d’aiuto seguire le indicazioni...
Irrigare senza sprecare acqua è possibile ed è ormai anche un dovere morale. Ogni italiano, in media, consuma ogni giorno 241 litri di acqua: grazie anche alle dispersioni idriche dei nostri acquedotti (arrivano fino al 37%) siamo al primo posto in Europa per il consumo pro-capite. Lo sfruttamento intensivo di una risorsa così preziosa come l’acqua associato ai sempre più frequenti periodi di siccità, è fonte di danni per l’agricoltura e per la qualità del nostro stile di vita. Basti pensare alla riduzione del Lago di Bracciano e alla crisi idrica che ha affrontato Roma nel 2017.
È perciò un dovere di tutti impegnarsi a ridurre gli sprechi d’acqua anche in casa: per esempio usando rubinetti frangigetto ed elettrodomestici a basso consumo idrico, ma anche operando le giuste scelte per l’irrigazione del giardino o delle piante sul terrazzo.
IRRIGARE SENZA SPRECARE ACQUA: INIZIAMO DALLA SCELTA DELLE PIANTE
Il primo modo per risparmiare acqua è di scegliere delle piante adatte al clima nel quale abitiamo.
Se abitiamo in un ambiente caldo e secco meglio puntare sulle tante piante tipiche della macchia mediterranea, che l’evoluzione ha modellato per ridurre al minimo la necessità di acqua. Tra gli arbusti resistenti alla siccità possiamo puntare sul Biancospino, il Callistemom, il Corbezzolo, l’Ibisco di Siria, il Ligustro, l’Oleandro, il Pittosforo o la Santolina.
Le piante perenni da fiore che usiamo per le aiuole o le bordure richiedono molta acqua: se viviamo in un clima arido è meglio puntare su piante mediterranee o aromatiche come la Lavanda, l’Origano o il Rosmarino.