Se stiamo cercando dei fiori spettacolari per decorare le aiuole in giardino, vi suggeriamo di coltivare le Alstroemerie.
Si tratta di una pianta bulbosa caratterizzata da belle fioriture estive con steli alti anche fino 1 metro. Sono quindi piante perfette per “spiccare” nelle aiuole o nelle bordure. La fioritura può iniziare già dalla fine della primavera e se l’autunno è mite prosegue fino a ottobre.
Quella di travasare i Cactus è un’operazione che dobbiamo prevedere periodicamente, anche se molte delle piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae sono contraddistinte da una crescita molto lenta.
Quando travasare i Cactus
In linea di massima è consigliabile rinvasare i Cactus ogni 3 anni con l’obiettivo di sostituire il vecchio terriccio esausto con un nuovo substrato. Naturalmente dipende anche dal tipo di pianta e dalla grandezza del vaso: in quest’ultimo caso sarà sufficiente sostituire il terriccio superficiale.
Ma ci sono altri casi che ci dovrebbero indurre a travasare un Cactus.
Se le radici della pianta fuoriescono dal fondo del vaso o attraverso i fori di drenaggio, è probabile che il vaso sia diventato troppo piccolo. Può capitare con le piante appena acquistate in vasi di piccolissime dimensioni, che vanno sostituiti con un contenitore più grande.
Se il terriccio è troppo compatto, umido o manifesta la presenza di spore fungine, forse abbiamo esagerato con l’acqua. Prima dell’insorgere di una malattia fungine sulla pianta, è bene rinvasare la pianta avendo cura di buttare il vecchio terriccio e cambiamolo con nuovo substrato specifico per piante grasse.
In ogni caso, è importante scegliere un nuovo vaso che sia solo leggermente più grande del vecchio e utilizzare un terreno specifico per piante grasse con un buon drenaggio per evitare che le radici marciscano.
Il periodo migliore per il travaso è la primavera inoltrata. Vanno evitati i periodi in cui le piante sono già stressate da fattori climatici, come l’afa estiva o il gelo invernale. In casi urgenti, come un terriccio contaminato da funghi o uova di insetti parassiti, possiamo rinvasarlo in qualsiasi periodo dell’anno, ma evitiamo di danneggiare le radici...
Ci sono molti buoni motivi per coltivare il Luppolo! Anzitutto per la produzione dei germogli e delle infiorescenze da usare in cucina e per la produzione della birra, ma non va sottovalutata la sua valenza ornamentale. È un rampicante vigoroso e con un bel fogliame decorativo e può essere usato come alternativa all’Edera per creare una parete verde sul terrazzo o ricoprire una pergola in giardino.
Perché coltivare il Luppolo
Il Luppolo (Humulus lupulus) è una pianta erbacea perenne: se coltivata correttamente supera i 20 anni.
È un rampicante e produce steli esili ma molto lunghi: possono raggiungere i 10 metri di lunghezza. Le foglie sono a forma di cuore e sono molto ornamentali. Si sviluppa in verticale in trecce eleganti e crea una grande massa di foglie e grappoli di fiori. Se coltiviamo il Luppolo per i suoi fiori dovremo ridurre il fogliame per stimolare la produzione di infiorescenze. Se invece lo usiamo a scopi paesaggistici, per esempio per ricoprire rapidamente una pergola, lo lasceremo crescere liberamente. Da un punto di vista decorativo è una valida alternativa alla Vite o all’Edera, in particolare per le pareti o le strutture all’ombra.
Il Luppolo è una pianta caducifoglia. In inverno perde le foglie e la parte aerea, per poi rispuntare all’inizio della primavera. È una pianta dioica, quindi produce fiori maschili e femminili. I primi hanno una forma a pannocchia, mentre quelli femminili, più interessanti da un punto di vista alimentare, hanno una caratteristica forma conica. I fiori femminili contengono ghiandole resinose con una sostanza gialla detta lupulina, composta da acidi, polifenoli e oli essenziali che danno il tipico sapore amaro alla birra.
Usare Sapone Molle e Olio di Neem contro gli afidi e altri parassiti delle piante è un’ottima soluzione biologica, efficace e testata.
Olio di Neem contro gli afidi delle piante: perché usarlo
L’Olio di Neem è un prodotto totalmente naturale ottenuto dalla lavorazione dei semi di una pianta originaria dell’India, il Neem o Nim (Azadirachta indica). I semi contenuti nel frutto del Neem sono ricchi di limonoidi e di oltre 100 principi attivi, tra cui l’azadiractina usata come insetticida e acaricida in agricoltura biologica. Un po’ tutte le parti della pianta contengono azadiractina, infatti nei paesi di origine c’è la tradizione di inserire foglie di Neem negli armadi e nei libri per tenere lontani i parassiti, ma sono particolarmente concentrati nei semi. Un’abitudine storica figlia dell’osservazione: l’albero di Neem non veniva attaccato dai parassiti.
Oggi sappiamo perché: l’azadiractina svolge un’azione fagorepellente e rende le foglie disgustose per gli insetti parassiti. Non solo: svolge anche un’azione translaminare, cioè penetra nei tessuti e quindi raggiunge tutte le parti della pianta. Se viene applicato per via radicale ha discrete proprietà sistemiche ed esplica la sua azione nel tempo.
È bene precisare che il Neem non influenza l’azione degli impollinatori e delle api. È biodegradabile al 100% e rappresenta anche ottimo concime organico azotato, particolarmente utile per aiutare la pianta a superare l’arresto vegetativo dovuto a stress abiotici (carenze idriche, salinità del terreno, ecc.) e biotici (attacchi fungini, batterici, virali e di insetti fogliari...
L’ultima novità dei centri giardinaggio è l’invito a coltivare la Coffea Arabica, cioè la pianta del Caffè, che spesso viene proposta all’interno di grandi tazze al posto del vaso, proprio per richiamare la nota bevanda. Una simpatica idea regalo!
Avete ricevuto una pianta del Caffè e non sapete come coltivarla? Ve lo diciamo noi!
Possiamo coltivare il Bergamotto in giardino soltanto nelle zone del sud Italia, poiché va in sofferenza sotto i 5°C. Nelle regioni del nord è meglio coltivarlo in vaso, per poi spostarlo in autunno in una serra fredda o un locale luminoso ma non riscaldato.
Il Bergamotto (Citrus bergamia) è un albero da frutto appartenente agli Agrumi e frutto dell’unione tra Limonee Arancio amaro. La buccia è liscia e di colore giallo intenso. Sia nei colori sia nel gusto amarognolo ricorda il Pompelmo ma il frutto è molto più piccolo.
Non è il massimo da consumare come frutto, ma viene molto utilizzato per realizzare marmellate, dolciumi, liquori, spremute o granite.
Il Bergamotto è una pianta sempreverde e fiorisce in primavera con infiorescenze bianche molto profumate che diventeranno frutti in autunno a partire da ottobre. Verso il mese di novembre inizia una seconda fioritura che porterà i frutti in primavera. Quindi la raccolta inizia a ottobre e finisce verso marzo.
Dove coltivare il Bergamotto
Come abbiamo visto il Bergamotto richiede un clima temperato e umido, con estati molto calde e primavere e autunni piovosi. Il sud Italia e in particolare la Calabria è una delle zone di maggiore produzione mondiale di questo frutto.
Nelle zone più fredde possiamo coltivarlo in vaso, ma la produzione dei frutti sarà meno abbondante.
Posizioniamo la pianta in una posizione soleggiata ed esposta ai raggi solari per ottenere più fiori e frutti.
Per coltivare il Solanum pseudocapsicum in tutta Italia è meglio ricorrere a un vaso, in modo da poterlo spostare in casa in inverno poiché teme il freddo sotto gli 8°C. Solo se viviamo nel sud Italia, in zone con inverni miti e poco ventose, possiamo coltivarlo in piena terra in giardino.
Se preferiamo una pianta da esterno, meglio puntare su altre varietà di Solanum. Come il Solanum jasminoides, le cui radici tollerano il freddo fino a -8°C anche se la parte aerea muore, oppure il Solanum Rantonnetii che tollera fino a -5°C.
Il Solanum capsicastrum è una pianta perenne sempreverde e produce tanti fiori bianchi da giugno fino a ottobre. Durante l’inverno si trasformano in bacche che passano dal verde, all’arancione al rosso intenso man mano che maturano. In commercio possiamo trovare anche ibridi con bacche bianche o più grandi.
In presenza di animali domestici e bambini piccoli attenzione alle bacche: sono velenose per gli animali e tossiche per gli umani.
Dove coltivare il Solanum pseudocapsicum
In primavera posizioniamo il vaso in casa vicino a una finestra. Per fiorire ha bisogno di molto sole diretto. Attenzione però gli spifferi freddi: evitiamo quindi le finestre che vengono aperte spesso in inverno.
In estate, quando le temperature minime notturne saranno stabilmente sopra i 15°C, possiamo spostare il vaso sul terrazzo in una posizione soleggiata.
Al termine della fioritura e quando le temperature minime tendono ad avvicinarsi ai 10°C spostiamo la pianta in casa.
Curare la Calluna vulgaris tutto l’anno non è difficile. È una pianta perenne e dopo la fioritura possiamo continuare a coltivarla per avere nuove infiorescenze nel prossimo autunno.
La Calluna vulgaris, conosciuta anche come Brugo o come Erica selvatica, è una pianta erbacea sempreverde perenne caratterizzata da rami con foglie aghiformi e tanti piccoli fiori. Le piante adulte, dopo circa 5 anni, creano un cespuglio di circa 50 cm di altezza e larghezza. È una pianta da esterno: tollera il freddo ma il non ama il caldo intenso.
In autunno e inverno, indicativamente da agosto a novembre, produce tante piccole infiorescenze tubolari o campanulate raccolte in racemi, di bianche, rosa o viola. Come dobbiamo comportarci dopo la fioritura?
Come curare la Calluna vulgaris dopo la fioritura invernale
Diciamo subito che la Calluna ha una forte resistenza al gelo ma non ama il caldo troppo intenso e secco delle nostre estati. La temperatura ideale di coltivazione è intorno ai 20°C, quindi in estate scegliamo una posizione ombreggiata e ben ventilata.
Al termine della fioritura possiamo potare i rami di un terzo, per eliminare le parti danneggiate e i fiori appassiti.
Sei alla ricerca di piante da appartamento originali per arricchire il tuo spazio verde domestico? Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti!
Piante da appartamento per il 2023
La Monstera deliciosa: la regina delle piante da appartamento
La Monstera (Monstera deliciosa) sta lentamente conquistando anche gli appassionati italiani, affascinati dalle sue grandi foglie bucherellate, molto originali e decorative. Il nome Monstera deriva proprio dalla forma “mostruosa” delle foglie. È una pianta tropicale della famiglia della Araceae, molto adatta per essere coltivata come pianta da appartamento.
Il Philodendron Monstera obliqua per chi non ha spazio
Se vogliamo delle foglie ancora più bucherellate ma non abbiamo molto spazio in casa, al posto della Monstera deliciosa possiamo scegliere un Philodendron Monstera obliqua detto anche Monstera adansonii. È una copia della deliciosa ma in piccolo.
La Pilea peperomioides, la “pianta dei soldi”
Fino a pochi anni fa era quasi sconosciuta, ma dal 2020 la Pilea peperomioides ha trovato sempre maggiore spazio nelle case italiane grazie al suo portamento elegante. È caratterizzata da foglie carnose, lisce e rotonde simili a monete: infatti il suo nome, Pilea, significa soldi ed è nota anche con il soprannome di pianta dei soldi.
Begonia maculata, una pianta a pois!
La Begonia maculata è una particolare varietà caratterizzata da foglie di colore verde lucido con pois bianchi. Sulla pagina inferiore...