Possiamo coltivare la Escolzia se desideriamo avere una fioritura prolunga da maggio fino a settembre con grandi infiorescenze variopinte.
Le Escolzie sono un genere di piante erbacee da fiore che comprende almeno 15 specie. Quella più diffusa nei giardini è la Eschscholzia californica, detta anche Papavero della California. È una bella pianta annuale, tollera le gelate tardive perché resiste fino a 0°C ma non il freddo prolungato.
Il fogliame è molto decorativo e spunta su fusti che possono raggiungere i 30/40 cm di altezza. Il fogliame è elegante e frastagliato mentre i grandi fiori sono composti da 4 petali bianchi, gialli, arancioni o rosso a seconda della varietà.
I semi, piccoli e numerosissimi, sono contenuti in un baccello lungo 4–5 cm.
Un altro buon motivo per coltivare la Escolzia sono le sue proprietà terapeutiche. È infatti una pianta medicinale e viene utilizzata con insonnia e stati d'ansia.
Le malattie delle Orchidee possono essere tante e di varia natura. Possiamo però ricondurle a 3 cause principali: i parassiti, le malattie fungine o le fisiopatie. Queste ultime sono alterazioni della pianta non causate da insetti o spore, ma dal clima, dalla luce, dalla temperatura e anche dai nostri errori di coltivazione.
Malattie delle Orchidee: i sintomi
L’afflosciamento delle foglie o la caduta dei boccioli possono essere provocati da un’irrigazione troppo abbondante oppure da una malattia fungina. In presenza di una alterazione della pianta, dobbiamo quindi per prima cosa escludere la presenza di insetti o funghi.
Anche con l’aiuto di una lente d’ingrandimento osserviamo attentamente tutte le parti della pianta, alla ricerca di tracce degli insetti. Puntini decolorati, microscopiche ragnatele e sostanze appiccicose (melata) sono tracce della presenza di Acari, Ragnetti rossi o gialli e Afidi. Macchie scure o necrotiche sulle foglie sono invece sintomi di una malattia fungina.
Eliminare il problema delle Lumache e delle Limacce in modo tempestivo è importante poiché tendono a riprodursi rapidamente e sono molto voraci, in particolare nell’orto.
Come eliminare il problema delle Lumache alla fonte: la prevenzione
Lumache, Limacce e Chiocciole hanno necessità di un habitat molto umido e ricco di acqua. Per spostarsi usano un velo di muco che gli permette di spostarsi velocemente solo su terreni umidi.
Sono infatti maggiormente presenti nei mesi piovosi e umidi ed escono tendenzialmente al tramonto per rosicchiare le giovani piantine del nostro orto. Nelle afose giornate estive si nascondono nel terreno in attesa del ritorno della pioggia.
Alcune soluzioni naturali che utilizziamo contro le malattie fungine, sono utili anche contro le Lumache. Per esempio la polvere di roccia, come il Caolino e la Zeolite: svolgendo un’azione disidratante, per distruggere le spore fungine, scoraggiano contestualmente anche la presenza di Lumache e Limacce che non amano gli ambienti poco umidi. Inoltre se irrorate sulle colture creano sul fogliame una barriera fisica sgradevole anche per le Lumache.
Potremmo anche ricorrere a un “natural born killer”, cioè un nemico naturale di Lumache e Limacce. I Ricci sono ghiotti di questi animali ma non è facile convincerli a costruire la tana nel nostro giardino. Anche se mettere a disposizione dei Ricci una ciotola di croccantini per gatti potrebbe essere un buon modo per attirarli. Anche alcuni uccelli selvatici, così come le Oche...
Possiamo coltivare il Fiordaliso in giardino se vogliamo ottenere delle belle fioriture sui toni dell’azzurro per tutta l’estate e fino all’autunno inoltrato.
Il Fiordaliso (Centaurea cyanus) è una pianta erbacea annuale che produce steli lunghi e rigidi che portano fiori molto decorativi e spesso utilizzati come fiori recisi. In giardino possiamo utilizzare il Fiordaliso per decorare le aiuole e le bordure. La coltivazione in gruppo, anche insieme ad altri fiori, offre un risultato più scenografico. Oltre alla specie selvatica, di colore azzurro, possiamo scegliere tra tante varietà con colori differenti: rosse, porpora e anche nere.
La Caryota mitis è un particolare tipo di Palma caratterizzata da stranissime foglie bipennate e dentellate. Proprio come la coda di un pesce, da cui prende il soprannome.
In natura, nelle foreste tropicali asiatiche, supera i 10 metri di altezza ed è un vero e proprio albero. Produce anche tanti fiori a grappolo che diventano frutti viola, velenosi per l’uomo.
Possiamo facilmente coltivarla in vaso come pianta d’appartamento. In questo caso non supererà i 150 cm di altezza e non produrrà frutti.
Caryota mitis: habitat ideale
È una pianta tropicale e quindi ama le temperature costanti, tra i 17°C e i 23°C, e ambienti con un’alta umidità. Al contrario temono il freddo e deperiscono sotto i 15°C.
Il nostro appartamento è quindi l’ambiente ideale per coltivare la Caryota mitis a patto di prestare attenzione ad alcuni particolari. Evitiamo posti vicino a una finestra che potrebbe produrre spifferi gelidi in inverno. Così come vanno evitate le vicinanze a fonti di calore o condizionatori.
Scegliamo un posto molto luminoso ma protetto dai raggi solari diretti. Per esempio dietro una finestra protetta da una tenda leggera.
Quando le temperature minime superano ampiamente i 15°C possiamo spostarla all’esterno. Avendo cura di scegliere un luogo ombreggiato. A settembre dovremo riportarla in un luogo protetto.
Abbiamo tanti motivi per coltivare i Ceci. Anzitutto per i suoi frutti che hanno un alto valore energetico ma anche perché è una coltura che arricchisce il terreno. Come tutte le leguminose si accontenta infatti di terreni poveri e nel corso della coltivazione li arricchiscono di Azoto. Per questa ragione è una pianta perfetta per la rotazione delle colture: sul terreno su cui abbiamo coltivato Pomodori o Zucchine negli anni precedenti possiamo coltivare i Ceci per migliorare le caratteristiche del suolo.
Un altro buon motivo per coltivare i Ceci è la pressoché assenza di cure. Le radici di queste piante infatti penetrano il terreno in profondità, anche fino a 120 cm, e praticamente non richiede né cure né irrigazioni.
Il Cece (Cicer arietinum) è una pianta leguminosa annuale e fiorisce in primavera. I fiori possono essere bianchi, azzurri o rossi e da loro nasceranno i baccelli che contengono i Ceci, che andranno a maturazione da giugno ad agosto. Possiamo scegliere tra diverse varietà, con Ceci di colore nero, rosso o bianco.
Dove coltivare i Ceci
Come abbiamo visto è una pianta rustica e molto resistenti. Va coltivata in pieno sole per ottenere fioriture più abbondanti.
Molti sostengono che coltivare la Daphne sia impegnativo, ma con le giuste accortezze tutti possiamo affrontare questo compito difficile!
Esistono una settantina di specie di Daphne, alcune sono sempreverdi mentre altre sono decidue. Tra queste almeno una decina crescono spontanee sulle nostre montagne, in particolare sull’Appennino e sulle Alpi. Nei vivai però non troviamo una grande varietà, forse anche per la difficoltà di coltivazione.
Ci sono specie arbustive che raggiungono anche i 150 cm di altezza, fino alle varietà nane alpine con portamento strisciante che non superano i 15 cm. Possiamo coltivare la Daphne per arricchire i giardini rocciosi preferendo le varietà con portamento strisciante. Oppure possiamo usarle per decorare delle aiuole con la varietà nane o infine per realizzare siepi con gli arbusti più grandi e sempreverdi.
Perchè coltivare la Daphne odora
La Daphne viene scelta ed è apprezzata soprattutto per i suoi fiori profumatissimi. Spuntano sulla pianta all’inizio di marzo e continuano a sbocciare fino alla fine dell’estate.
La Daphne odora è la specie più facile da trovare in commercio, in particolare la varietà Aureomarginata, così chiamata perché ha foglie verdi con bordi gialli. Un’altra specie diffusa è la Daphne cneorum che ha un portamento strisciante ed è indicata per i giardini rocciosi poiché tollera meglio il caldo.
Dove coltivare la Daphne odora
Veniamo alle dolenti note e alla nomea di pianta “difficile” della Daphne. In effetti è una pianta abbastanza esigente e richiede un habitat umido e protetto, facile da ricostruire in collina o sugli appennini, un po’...
Usare il Tannino sulle piante ci permette di ottenere numerosi benefici. Precisiamo subito che il Tannino è una sostanza del tutto naturale e viene estratto dagli alberi. Fa parte dei polifenoli, antiossidanti presenti nel mondo vegetale, e serve alle piante per crescere in presenza di troppa umidità e limitare l’attacco di funghi, batteri e parassiti. Come fanno le Mangrovie a crescere nell’acqua o i Castagni nei boschi umidi e piovosi senza prendere malattie fungine? Grazie al Tannino!
In agricoltura biologica questa capacità è stata analizzata e sperimentata da molti anni. Sia con diversi tipi di applicazioni (in particolare fogliare e radicale), sia nelle diverse parti del giardino (orto, ornamentali, piante da frutto, ecc.).
Come e perché usare il Tannino sulle piante
I Tannini possono avere una diversa origine botanica, ma per la cura delle piante si utilizza quello estratto con metodi...
Se non abbiamo la fortuna di possedere un giardino possiamo coltivare il Pesco anche in vaso. Naturalmente sceglieremo una varietà nana che non crescerà più di 150 cm, contrariamente ai Peschi coltivati in giardino che possono toccare gli 8 metri.
Il Pesco (Prunus persica) è molto amato anche come pianta ornamentale, per le sue generose fioriture rosa che sbocciano sulla pianta ancora spoglia all’inizio della primavera.
I frutti maturano dai primi di giugno a fine settembre, a seconda delle varietà. Nei centri giardinaggio possiamo trovare un’ampia gamma di Peschi, spesso con le relative versioni nane. Possiamo dividere le Pesche in quattro grandi gruppi: a pasta gialla, a pasta bianca, nettarine (o Pesche noci) e Percocche. Queste ultime sono particolarmente utilizzate per la produzione di succhi e marmellate per il colore limpido e stabile nel tempo.
Dove coltivare il Pesco
Scegliamo una posizione soleggiata per stimolare la fioritura e la fruttificazione. Evitiamo i luoghi troppo esposti al vento.
Proprio perché fiorisce molto presto è una pianta esposta alle gelate tardive. Se dovesse succedere ne risentirà la produzione dei frutti.
Come coltivare un Pesco in vaso
Scegliamo un vaso molto ampio e profondo, di almeno 50x50x50 cm. Lo sviluppo della parte aerea sarà simile a quello delle radici: più il vaso è grande e più crescerà la pianta.