Quando le temperature iniziano a salire difenderci dalle zanzare diventa un’esigenza, specialmente se abbiamo un giardino o un terrazzo in cui magari vorremmo cenare dopo il tramonto.
È bene però sapere che le zanzare non sono insetti “migranti” e di solito non compiono lunghi spostamenti dal luogo in cui sono nate. Se si trovano bene, cioè trovano cibo e le condizioni per riprodursi, tendono a “piantare le tende”. Se abbiamo delle zanzare in casa o in giardino è quindi possibile che noi o nostri vicini abbiamo creato le condizioni ideali per l’allevamento di questi fastidiosi insetti.
Difenderci dalle zanzare: iniziamo dalla prevenzione e dai larvicidi
Le zanzare si cibano di nettare che trovano sui fiori, mentre per l’ovideposizione hanno necessità di un piccolo specchio d’acqua stagnante e di qualche goccia di sangue. Perciò pungono soltanto le zanzare femmina.
Mentre per i fiori o il sangue non possiamo farci niente, la creazione di “specchi d’acqua” potrebbe essere evitata o controllata. In alcuni casi queste riserve d’acqua vengono infatti create involontariamente: in uno pneumatico lasciato all’aperto, in un telo di plastica nell’orto oppure nei sottovasi. Sarà sufficiente controllare il giardino o il terrazzo ed eliminare queste fonti di possibili focolai.
In altri casi invece gli “specchi d’acqua” sono necessari. Per esempio le ciotole con l’acqua per gli animali domestici, i contenitori per la raccolta dell’acqua piovana ma anche le fontane, gli abbeveratoi per gli uccelli selvatici, i laghetti ornamentali e i tombini che raccolgono l’acqua piovana.
Usare un estratto di Equiseto in giardino in modo regolare ci permette di proteggere preventivamente le piante dell’orto dallo sviluppo di malattie fungine. La “lotta integrata biologica” è composta dall’unione di tante soluzioni e tecniche agronomiche, che insieme concorrono a difendere le colture. L’estratto di Equiseto tra le sostanze di base è sicuramente una delle più interessanti.
Perché usare un estratto di Equiseto: un fertilizzante naturale con azione fungicida
L’estratto di Equiseto viene ricavato dalla lavorazione dell’Equisetum arvense, una pianta erbacea perenne tra le più antiche, visto abbiamo ritrovato fossili che risalgono a più di 300 milioni di anni fa. È stata la prima sostanza di base riconosciuta e rientra nel Regolamento della Comunità Europea nr 1107/2009. Per sostanze di base si intendono tutte le sostanze naturali utili alla salute della pianta ma che non svolgono un’azione direttamente fitosanitaria. Per la legge non possono essere quindi chiamati “fungicidi” o “insetticidi”, pur aiutando le piante a limitare l’aggressione degli insetti e delle spore. Sono sostanze naturale di origine vegetale, come l’estratto di Ortica(Urtica) che svolge un’azione urticante contro gli insetti pungitori-succhiatori (come Afidi, Acari, Cocciniglie, ecc.), la Lecitina di Soia e l’estratto di Equiseto...
Se stiamo cercando delle piante per il giardino che non richiedono grandi cure possiamo coltivare il Pennisetum o altre piante graminacee.
Il Penniseto (Pennisetum) è una graminacea ornamentale perenne caratterizzata dalle sue spighe sinuose e molto visibili. Forma un cespuglio che può raggiungere un metro d’altezza, composto da tante foglie strette di colore verde scuro. Fiorisce dalla fine dell’estate fino a ottobre dando vita a infiorescenze piumose di colore chiaro. I fiori ricadono con la punta verso il basso dando vita alla forma a “fontana”, tipica di questa pianta. Alcune varietà hanno un colore che vira sul viola o sul bianco.
Di solito di coltiva in gruppi per sfruttare l’effetto scenografico delle spighe piumate che danzano scosse dal vento. È adatto anche per giardini rocciosi e al mare e può essere coltivato anche in vaso.
Scegliere correttamente le piante per un terrazzo in montagna è importante poiché non tutte le varietà sono adatte ai climi rigidi alpini.
Ecco una selezione di 40 piante adatte ai climi rigidi della montagna, in base al tipo di utilizzo che desideriamo.
Piante per un terrazzo in montagna: le fioriture
Anche se molte piante da fiore richiedono temperature miti, sono tante le varietà da fiore che tollerano anche climi freddi.
La Buddleia tollera il freddo fino a -15°C e dall’estate fino all’autunno dona tanti fiorellini viola.
Il Calicantoè un arbusto che produce gemme in inverno per poi far sbocciare i fiori all’inizio della primavera. I fiori sono molto profumati e la pianta resiste fino a -10°C.
I Crochie altri bulbi da fiore sono una risorsa interessante per un giardino in montagna. Specialmente nelle aiuole assolate.
LaDeutzia scabra è una varietà di Deutzia resistente al freddo, fino a -25°C. Da maggio a giugno produce tante infiorescenze bianche raccolte in spighe lungo i rami.
La Dicentra spectabilisresiste fino a -10°C ed è caratterizzata dai suoi fiori rossi a forma di cuore.
La Digitale fiorisce tra giugno e agosto e tollera il freddo. Attenzione in presenza di animali domestici:...
Se siamo amanti delle erbe aromatiche non possiamo non coltivare il Dragoncello! Il Dragoncello (Artemisia dracunculus), detto anche Estragone, è una pianta aromatica con un gusto pungente, leggermente amarognolo e un retrogusto di Sedano e all’Anice. È un’aromatica usata per insaporire carne e pesce ed è molto usata nella cucina toscana e francese, oltre a essere un ingrediente base della salsa bernese.
È una pianta perenne, appartiene alla famiglia delle Asteracee ed è composta da foglie sottili di colore verde scuro e in estate produce delle pannocchie composte da tanti piccoli fiorellini gialli.
Dove coltivare il Dragoncello
Scegliamo una posizione soleggiata. È una pianta perenne e resiste alle temperature più basse.
Come coltivare il Dragoncello nell’orto
Possiamo scegliere se iniziare la coltivazione dai semi o dalle piantine già germogliate.
Nel primo caso dovremo preparare il letto di semina. Livelliamo il terreno con rastrello e zappa e rompiamo le zolle più coriacee, in modo da rendere la terra soffice e morbida. Togliamo sassi e erbe infestanti. In questa fase miglioriamo le proprietà del terreno con un fertilizzante naturale, come lo stallatico pellettato o un concime granulare per orto, integrandoli nel suolo con un rastrello.
Se invece partiamo da una piantina già germogliata dovremo preparare le buche d’impianto. I fertilizzanti possono essere inseriti in fondo alla buca o miscelati con il terriccio con cui riempiremo le buche dopo il trapianto.
La pianta crea un cespuglio che può raggiungere un’altezza di 70 cm. Manteniamo quindi almeno 35 cm tra ogni piantina all’atto del trapianto e della semina.
Se non avete mai provato a coltivare i Papaveri dovrete provarci! Rimarrete stupiti nel vedere come, da una piccola piantina, possano spuntare così tanti fiori, a ripetizione uno dopo l’altro. Se coltivato correttamente, il Papavero può produrre anche centinaia di fiori in un’estate. Ciò è dovuto al fatto che i fiori durano solo un giorno e raramente hanno il tempo per l’impollinazione, quindi la pianta produce molte più infiorescenze per assicurarsi lo sviluppo.
È anche una pianta particolarmente apprezzata dalle api e dagli insetti utili impollinatori. Lo sapevano i nostri avi che li coltivavano negli orti, per favorire l’impollinazione dei Pomodori o Fagioli. Coltivando il Papaveri aiutiamo quindi anche la biodiversità!
Il Papavero (Papaver) è una pianta coltivata da millenni, tanto che abbiamo ritrovato suoi semi nelle piramidi tra i tesori dei faraoni. Gli ibridatori già nel Settecento hanno iniziato a produrre nuove cultivar per sfruttare il Papavero come pianta ornamentale. Tanto che oggi possiamo scegliere tra centinaia di varietà.
Quelli che vediamo crescere spontaneamente nei prati italiani sono Papaver rhoeas, detti anche Rosolacci, Rosoline o Papaveri comuni. Per usi ornamentali è consigliato il Papavero orientale (Papaver orientale) caratterizzato da steli molto lunghi e fiori più grandi, che possono raggiungere fino a 15 cm di diametro. Il Papavero alpino (Papaver rhaeticum) è forse il più particolare con i suoi fiori gialli che spuntano tra le rocce, ma è uno spettacolo per pochi visto che sboccia...
Eliminare le Cocciniglie dalle Orchidee in modo tempestivo è importante, poiché questo insetto si riproduce velocemente ed è difficile da debellare. Per non perdere le piante, è molto meglio agire preventivamente e controllare frequentemente le nostre “amiche verdi” alla caccia in intrusi. Fermare un attacco all’inizio sarà più facile, anche con prodotti di origine naturale.
Eliminare le Cocciniglie dalle Orchidee: impariamo a riconoscerle
La Cocciniglia è un insetto fitofago, cioè si ciba degli zuccheri contenuti nella linfa delle piante. È una famiglia molto ampia e possono avere vari colori e forme. Solitamente sono contraddistinte da uno scudo ceroso, di colore bianco o grigiastro, ma la Cocciniglia cotonosa ha uno strano ciuffo simile a un fiocco di cotone.
Le possiamo trovare sia sui rami sia sulle foglie vicino alle nervature. Ha un apparato boccale pungente e succhiante ed è abbastanza statico. Perciò possiamo toglierli facilmente, aiutandoci con un cotton fioc imbevuto di alcool.
Lotta biologica: come prevenire lo sviluppo delle Cocciniglie
La lotta biologica non si basa sull’eliminazione degli insetti, quando ormai è troppo tardi, ma sulla creazione delle condizioni affinché i parassiti non si avvicinino alla pianta.
Coltivare i Cavoli di Bruxelles è facile e ci permette di ottenere raccolti fino a dicembre!
I Cavoli di Bruxelles (Brassica oleracea var. gemmifera) sono una varietà di Cavoli, molto apprezzata per i suoi germogli che conosciamo con il nome di Cavolini o Cavoletti di Bruxelles. Della pianta si mangiano infatti soltanto i germogli costituiti da foglioline intrecciate: hanno una forma rotonda e crescono alla base delle foglie principali.
Quella di eliminare le erbacce in giardino, specialmente dal tappeto erboso, è un compito che prima o poi deve affrontare qualsiasi proprietario di uno spazio verde all’aperto. Anche se amiamo tutte le piante incondizionatamente, quelle infestanti rappresentano un pericolo serio. Anzitutto perché tolgono risorse (acqua, luce, elementi nutritivi, ecc.) alle piante che desideriamo invece coltivare. Per esempio i fili d’erba del prato. Inoltre le piante infestanti sono molto più rustiche rispetto a quelle coltivate: in caso di difficoltà, per esempio una siccità, la selezione naturale premierà le erbacce.
Nell’orto, nelle aiuole fiorite e anche nelle siepi possiamo contenere lo sviluppo delle infestanti ricorrendo alla pacciamatura. Una tecnica che prevede la distribuzione di materiale organico o un telo plastico sul terreno in modo da impedire il passaggio della luce e dell’acqua al di fuori degli ortaggi che coltiviamo. Leggi questa notizia per saperne di più sulla pacciamatura.
Ma per eliminare le infestanti dai tappeti erbosi dobbiamo ricorrere ad altri strumenti.
Eliminare le erbacce in giardino: come scegliere un erbicida
Per acquistare l’erbicida più indicato per il tuo problema è bene sapere che esistono 4 categorie di prodotti principali.
Gli erbicidi di contatto. Eliminano quello che toccano e quindi seccano solo la parte di vegetazione esterna, lasciando inalterato l’apparato radicale. È utile per il diserbo delle infestanti annuali. Si distribuiscono sulle foglie e penetrano nella pianta attraverso gli stomi.
Gli erbicidi sistemici. Il principio attivo entra in circolo nella pianta infestante ed elimina anche le...