Irrigare i Cactus in modo corretto è importante poiché spesso gli insuccessi sono causati da annaffiature sbagliate ed eccessive.
I Cactus, o meglio le Cactaceae, sono una famiglia di piante che comprende più di 3.000 specie e 120 generi differenti. Alcuni hanno le spine come l’Echinocactus, altri hanno foglie come l’Epiphyllum guatemalense monstruosa e altri ancora fioriscono, come la Polaskia chichipe. Non esiste quindi una regola valida per tutte le specie e dovremo prestare attenzione alle esigenze particolari delle nostre piante.
Tutti i Cactus sono però accomunati dalla capacità di trattenere e immagazzinare l’umidità e di utilizzarla quando serve. In natura crescono in zone desertiche e con scarse risorse idriche. Le spine rappresentano infatti un’evoluzione delle foglie, che si sono trasformate per ridurre la superficie esposta all’evaporazione solare.
Questo non significa che i Cactus non hanno bisogno di acqua. Tollerano la siccità perché hanno la capacità di trattenere riserve idriche, ma se li irrighiamo regolarmente cresceranno più sani e rigogliosi.
Un’altra caratteristica comune è la tendenza a marcire in presenza di troppa acqua e umidità. Terricci troppo zuppi o l’acqua persistente nel sottovaso sono fonte di marciumi radicali. Sono molto difficili da curare, specie nei Cactus adulti, e comunque rovinano l’estetica della pianta.
Anche se dovremmo parlare di acqua, è importante iniziare dalla terra. I substrati di coltivazione devono infatti avere delle caratteristiche chimiche ma devono anche garantire delle prestazioni di tipo fisico. Per esempio la densità e la capacità di trattenere o meno l’acqua.
Nei terricci per piante grasse e Cactus la torba viene miscelata con sabbia silicea, proprio per migliorare il drenaggio dell’acqua ed evitare ristagni di umidità eccessivi, particolarmente pericolosi per questo tipo di piante.
Non esiste una regola generale valida in tutti i casi. In generale potremmo dire che nelle stagioni calde si bagnano ogni settimana, mentre in autunno e inverno solo una volta al mese. In realtà la cadenza dipende anche dalla grandezza del vaso e dal tipo di Cactacaea. È ovvio che il terriccio contenuto in un vaso di grandi dimensioni è meno soggetto all’evaporazione rispetto a un piccolo vasetto. Anche il suo posizionamento influisce: se il vaso è esposto al sole, in estate dovremo bagnare ogni 2/3 giorni. Se invece è in casa possono essere sufficienti 8/10 giorni.
Il modo miglior è di toccare il terriccio infilando un dito. Quando risulta completamente asciutto è il momento giusto per bagnare. Ricordiamo che con queste piante è meglio una carenza d’acqua rispetto a un eccesso: nel dubbio, rinviamo!
Quando bagniamo la pianta, non diamo solo poche gocce ma facciamolo per bene! Se è possibile spostiamoci su un lavandino e bagniamo bene tutto il terriccio (non la pianta). Infine lasciamo scolare bene tutta l’acqua in eccesso, per almeno mezz’ora, prima di riporre la pianta nel portavaso.
Usiamo sempre acqua a temperatura ambiente e non gelata o troppo calda. Eviteremo inutili stress alla pianta.
Se possibile usiamo acqua non calcarea: l’acqua piovana sarebbe l’ideale. In alternativa possiamo lasciare decantare l’acqua in un annaffiatoio per una notte: il calcare rimarrà sul fondo e faremo in modo di non farlo andare nel vaso.
Buongiorno, è difficile affrontare una diagnosi senza vedere la pianta. Un Cactus ingiallito ci fa pensare a un marciume causato da troppa acqua e umidità. Se vuole ci può inviare delle foto come messaggio privato tramite la nostra pagina Facebook a questo link https://www.facebook.com/VithalGardenItalia/.
Buon verde!
Buon verde!