È una pianta che cresce molto rigogliosamente e fiorisce copiosamente ed è importante concimarla per aiutare questa sua propensione naturale.
La primavera è anche il periodo migliore per il rinvaso, che va effettuato ogni anno con un contenitore leggermente più grande, ma soprattutto sostituendo il terriccio superficiale con un nuovo substrato che fornirà i nutrimenti per lo sviluppo primaverile.
L’IRRIGAZIONE
Per mantenere un terreno e un’atmosfera umida attorno alla pianta, il Plumbago va innaffiato frequentemente e abbondantemente: tra primavera ed estate, in periodi caldi e secchi, può essere necessario distribuire acqua ogni giorno, persino vaporizzare qualche goccia sulle foglie e sugli steli. In autunno e in inverno le innaffiature vanno diradate.
È comunque importante essere prudenti nell’uso dell’acqua. Il Plumbago teme infatti i ristagni idrici, che stimolano l’asfissia radicale e i conseguenti marciumi. Bagnate la pianta soltanto quando il terriccio non è umido. È bene svuotare i sottovasi in caso di eccessi.
Non bagnate i fiori, poiché tendono ad avvizzirsi. Capita anche dopo un acquazzone: la pianta sembrerà completamente rovinata, ma non preoccupatevi perché tornerà presto a riempirsi di fiori.
LA POTATURA
I nemici naturali del Plumbago sono le cocciniglie e gli afidi, che possono attaccarne i germogli e i giovani fiori. Vanno combattuti con prodotti specifici alla prima comparsa.
Verso settembre, una volta appassiti i bei fiori azzurri, possiamo potare il Plumbago accorciando i suoi rami di circa un terzo rispetto alla loro lunghezza. Non abbiate paura di potare, è una pianta molto vigorosa e produrrà velocemente nuovi getti e nuovi fiori. La potatura è utile per ordinare lo sviluppo, favorire la crescita e garantire una nuova, copiosa fioritura la primavera successiva.
Quando i fiori appassiscono eliminateli: stimolerete così le nuove fioriture.