Eliminare la Ticchiolatura dalle piante in modo tempestivo è importante per limitare l’infestazione. La Ticchiolatura è una malattia fungina abbastanza comune e, nelle sue differenti forme, può colpire molte piante. In particolare quelle da frutto, come la Ticchiolatura del Melo (Venturia inaequalis), ma anche quella ornamentali, come la Ticchiolatura della Rosa (Diplocarpon rosae).
L’infezione è riconoscibile da una serie di macchie scure che ricoprono la pagina superiore delle foglie, ma può colpire anche i rami, i boccioli e i frutti. La pianta entra in sofferenza, tende a perdere le foglie e interrompe la fioritura. Se non interveniamo, la malattia porta al deperimento e all’essiccazione della pianta.
Eliminare la Ticchiolatura: la prevenzione
Per potersi sviluppare i funghi della Ticchiolatura hanno bisogno di due condizioni: un elevato tasso di umidità e temperature superiori ai 25°C. Quando sopraggiunge il freddo, le spore svernano sui rami infetti o nei residui caduti a terra, come foglie o frutti, pronte per tornare attive quando temperatura e umidità saranno favorevoli.
Per questa ragione, in presenza di una infezione, dobbiamo raccogliere tutto il materiale infetto, anche quello caduto a terra. Non lo potremo inserire nel cumulo, per evitare di contaminare tutto il compost, ma dovremo bruciarlo.
L’eccessiva umidità ambientale è spesso causata da irrigazioni abbondanti o un eccessivo affollamento di foglie che impedisce la necessaria aereazione tra le fronde. Evitiamo quindi di piantumare le piante troppo vicine e operiamo delle potature autunnali per alleggerire la chioma, specie quella interna. Per la coltivazione delle Rose scegliamo una zona ventilata.
Per prevenire la comparsa della Ticchiolatura e altre malattie fungine, possiamo effettuare dei trattamenti fogliari...
Se cercate una pianta d’appartamento capace di catturare l’attenzione dei vostri ospiti vi suggeriamo di coltivare la Maranta leuconeura. Le sue foglie hanno colorazioni, venature e rilievi dall’effetto wow ed è una delle specie più eleganti e più di moda degli ultimi anni. Oltre ai colori particolari la Maranta leuconeura ha un’altra particolarità: le foglie di sera tendono a innalzarsi e avvicinarsi come due mani raccolte in preghiera.
Dove coltivare la Maranta
La Marantaleuconeura proviene dalle foreste brasiliane e non tollera il freddo sotto i 15°C. Quindi in Italia possiamo coltivarla solo come pianta d’appartamento.
Ha bisogno di luce ma vanno evitati i raggi solari diretti che potrebbero danneggiare le foglie. Cresce bene anche in stanze non particolarmente luminose.
In estate possiamo spostarla all’esterno sul terrazzo ma in una posizione ombreggiata.
Come coltivare la Maranta in vaso
Le piante che acquistiamo nei negozi specializzati di solito hanno vasi di coltivazione molto piccoli. Quando le portiamo a casa...
Volete un terrazzo fiorito in estate e state cercando delle piante che fioriscono in questa stagione e possono essere coltivate in vaso? Sei nel posto giusto! Di seguito ti presenteremo 40 specie per ottenere un balcone super fiorito nei mesi più caldi!
40 piante per un terrazzo fiorito in estate
Nella tabella riassuntiva qui sotto abbiamo elencato le principali specie vegetali che possiamo sfruttare per avere un terrazzo fiorito in estate. Una guida che ci permette di orientarci tra i colori dei fiori, il periodo di fioritura e la tecnica di coltivazione della pianta.
Sono tante infatti le risorse su cui possiamo contare! Le piante arboree e arbustive, come l’Ibisco di Siria, il Mirtifoglio o l’Oleandro possono essere coltivati in vasi grandi e profondi e allevati come piante perenni.
Le piante erbacee, annuali o perenni, come le Gazanie, gli Impatiens o le Petunie nane, possono essere invece coltivate sulle balconette rettangolari da appendere alle ringhiere.
Non dimentichiamoci poi le piante aromatiche: sono molte quelle che fioriscono in estate e associano alla bellezza delle infiorescenze, il profumo e il sapore delle foglie. Aromatiche come la Borragine, la Lavanda o il Rosmarino non possono mancare sul nostro terrazzo!
Non dimentichiamo infine l’esigenza di privacy e di creare delle “barriere verdi” sul terrazzo. In questo ci vengono in aiuto dei rampicanti, come l’Ipomea, l’Allamanda o la Thunbergia, che donano fioriture colorate...
Si tratta di una domanda che molti hobbisti si sono posti: perché i miei Pomodori hanno il fondo nero? Oggi affrontiamo quella che tecnicamente viene definito “marciume apicale del Pomodoro”. Un problema ampiamente studiato nell’agricoltura professionale perché, oltre a rovinare l’estetica dei frutti, ne pregiudica anche le qualità organolettiche.
L’apice dei Pomodori inizia a diventare opaco, poi diventa bruno e quindi nero. La parte malata tende a marcire e anche l’interno diventa immangiabile.
Si tratta di una fisiopatia, cioè un malessere della pianta causato da un errore di coltivazione e non da un insetto o una spora fungina.
Perché i Pomodori hanno il fondo nero?
Nella maggior parte dei casi è la mancanza di Calcio (Ca) che fa diventare neri gli apici dei Pomodori. Può essere causata da due fattori: l’effettiva mancanza di questo nutriente nel terreno oppure un’irrigazione sbagliata e insufficiente. Se sottoposta a stress idrico e siccità, la pianta di Pomodoro tende a “rubare” l’acqua dai frutti, interrompendo il traporto di Calcio fino agli apici.
Oltre agli stress idrici e alla carenza di Calcio, altre cause possono provocare delle macchie nere sui frutti di Pomodoro. Per esempio la presenza di insetti nel terreno, le ferite causate dalla grandine o un eccesso di concimazione ricca di Azoto che stimola la produzione di foglie. In caso di grandine possiamo disinfettare le ferite con la Propoli.
Ma nella maggior parte dei casi è un problema legato al ciclo del Calcio.
Come prevenire i marciumi apicali
I periodi in cui dovremo prestare maggiore attenzione sono quelli più caldi e secchi e in cui i Pomodori sono in fase...
Possiamo coltivare il Cotoneaster in giardino sia per la sua naturale bellezza ma soprattutto per la sua capacità di adattarsi a diverse condizioni ambientali e quindi la facilità di coltivazione. Tollera zone in pieno sole o in mezz’ombra, non ha problemi con il gelo (fino a -20°C) e a seconda della specie può essere usato come pianta tappezzante o per creare siepi decorative o divisorie tra diverse parti del giardino. Alcune varietà producono fiori che diventano frutti rossi che attirano gli uccellini selvatici, rendendo il nostro spazio verde un paradiso per la fauna selvatica.
Il Cotoneaster o Cotonastro è un genere di piante della famiglia delle Rosacee originaria della Cina e comprende più di 200 specie. Tra queste troviamo sia alberi che arrivano a 6 metri d’altezza sia arbusti tappezzanti che non superano i 30 cm!
A seconda del tipo di utilizzo possiamo scegliere la specie più adatta, come albero, tappezzante o pianta da siepe.
Coltivare il Cotoneaster: come scegliere la varietà
Ci sono specie sempreverdi e altre con foglie caduca, ma tutti i Cotoneaster hanno un bel fogliame resistente, una fioritura bianca o rossa a forma di stella che poi si trasforma in bacche o frutti, di solito di colore rosso, ma anche arancione o rosso chiaro.
Il Cotoneaster horizontalis sviluppa un arbusto con portamento orizzontale. Le sue foglie sono piccole e di colore verde scuro, mentre i fiori bianchi o rosa sbocciano verso giugno primavera e sono seguiti da frutti rossi brillanti in autunno. È apprezzato per il suo aspetto decorativo e viene spesso utilizzato come tappezzante o per creare siepi basse.
Il Cotoneaster franchetii è un arbusto con portamento eretto e può raggiungere un’altezza di 2/3 metri. Le foglie sono di...
Eliminare le Cocciniglie tempestivamente dalle piante ornamentali è importante poiché possono produrre fino a 3 generazioni in anno se le condizioni meteorologiche lo consentono. In appartamento, con temperature stabili e mai sotto zero, possono riprodursi anche inverno.
Le Cocciniglie sono una famiglia di insetti fitofagi, ognuno specializzato per ogni coltura e spesso molto differenti fra loro. Sono tutte contraddistinte da uno “scudetto” protettivo, ma in alcuni casi è di colore biancastro, in altri casi è nero oppure a forma di ciuffo di cotone. Come la Cocciniglia del Fico (Ceroplastes rusci), quella della Vite (Planococcus ficus), del Corniolo (Parthenolecanium corni) o la Cocciniglia di San José (Quadraspidiotus perniciosus) considerata come una delle più pericolose al mondo.
Hanno un apparato boccale pungente/succhiante col quale forano le foglie, i fusti e i fiori e succhiano la linfa. I danni alle piante sono evidenti: le parti danneggiate appaiono decolorate mentre la pianta smette di fiorire e di crescere. Alcune Cocciniglie rilasciano una melata appiccicosa sulla pianta, che può provocare fumaggini e malattie fungine.
Le Cocciniglie possono colpire le piante da frutto, ma sono frequenti anche sulle piante ornamentali.
Le neanidi delle Cocciniglie, cioè le forme giovanili dell’insetto che daranno origine ai nuovi adulti e alla infestazione primaverile, sono già presenti in autunno. Si nascondono nel terreno, nella corteccia o nel fogliame in inverno e iniziano la loro attività con l’arrivo del caldo in primavera.
Eliminare le Cocciniglie dalle piante ornamentali: i prodotti biologici di libera vendita
La lotta biologica prevede l’uso integrato di differenti sistemi di difesa. Inoltre la prevenzione è molto importante, poiché l’obiettivo non è uccidere insetti ma creare un ambiente inadatto per il loro sviluppo.
Chi coltiva gli ortaggi spesso si trova a dover combattere gli Afidi, specialmente a partire dalla primavera. Questi insetti infatti iniziano la loro attività quando le temperature iniziano a salire dopo l’inverno. In estate, a causa del clima troppo caldo e secco, posso ridurre l’attività ma sono attive fino all’autunno.
Il vero problema è la loro grande prolificità. Sono piccoli e quasi invisibili, infatti vengono chiamati anche pulci delle piante, e se non controlliamo con frequenza le nostre piante per cogliere i primi segnali d’allarme rischiamo di accorgerci quando ormai si sono già moltiplicate.
Fortunatamente abbiamo molte frecce al nostro arco per difendere il nostro orto dagli Afidi, anche con soluzioni totalmente naturali e consentite in agricoltura biologica.
Combattere gli Afidi: iniziamo dalla prevenzione
Il modo migliore per combattere gli Afidi è evitare che depongano le uova sulle nostre piante e inizino una infestazione.
Come abbiamo scritto si tratta di insetti piccolissimi ed è arduo inviduarli e toglierli manualmente. Possiamo invece ricorrere a soluzioni che rendono le piante immangiabili o inospitali gli Afidi.
I prodotti a base di Neem (pellet, polvere, ecc.) sono ricchi di limonoidi e principi attivi, tra cui l’azadiractina usata come insetticida e acaricida in agricoltura biologica. L’azadiractina svolge un’azione fagorepellente e rende le foglie disgustose per i parassiti. Non uccide quindi gli Afidi, ma evita che prendano la “residenza” sulle nostre piante. Se vuoi maggiori informazioni...
Possiamo coltivare la Astrantia major per arricchire le bordure fiorite con una bella fioritura profumata in estate. La Astrantia major appartiene alla famiglia delle Apiacee ed è una delle specie più utilizzate di questo genere di piante. Possiamo trovare diversi ibridi con colorazioni differenti, dal bianco al rosa, dal rosso al viola.
È una pianta erbacea perenne che genera un cespo di foglie basali lunghe circa 10 cm, da cui da giugno ad agosto spuntano tanti piccoli fiorellini ombrelliformi molto profumati. I fiori sono circondati da brattee violacee.
Oltre alla sua bellezza, l'Astrantia Major è anche una pianta che favorisce l'ecosistema poiché i suoi fiori attirano api, farfalle e altri insetti impollinatori, contribuendo alla biodiversità e alla salute dell'ambiente.
La sua resistenza e la durata della fioritura e delle foglie la rendono una scelta ideale per un giardino a bassa manutenzione.
Dove coltivare la Astrantia major
Cresce bene anche in mezz’ombra ma al sole fiorisce di più.
Tollera il gelo fino a -5°C e possiamo coltivarla facilmente in tutta Italia. Verso dicembre tende a perdere la parta aerea, soprattutto se fa troppo freddo: niente paura, a marzo torneranno a spuntare le piantine.
Coltivare il Paphiopedilum è facile e un buon motivo per farlo è la sua originale infiorescenza, da cui prende il nome. Paphiopedilum deriva infatti da Paphos, città di Cipro legata alla nascita di Venere, e Pedilon che significa pantofola. Il nome “Pantofola di Venere” gli è stato attribuito alla particolare forma del fiore del Paphiopedilum che, in effetti, sembra proprio una ciabatta!
Il Paphiopedilum è un genere di piante appartenenti alla grande famiglia delle Orchidee (Orchidacee) originaria dell’Asia e dell’Oceano Pacifico.
Anche le foglie sono molto decorative, sono lunghe e slanciate e partono direttamente dal rizoma. Su uno stelo fiorisce solo un fiore ma è di grandi dimensioni: fino a 30 cm! Inoltre rimane sulla pianta per almeno due mesi.