I trattamenti con biostimolanti e corroboranti sulle piante sono utili per migliorare le difese naturali delle colture e limitare la comparsa di malattie fungine, insetti parassiti e fisiopatie causate da errori di coltivazione.
La scelta di abbracciare il "giardinaggio biologico" e di utilizzare i corroboranti si basa sulla volontà di ridurre l'uso di prodotti chimici e di tutelare l'ambiente. I corroboranti rappresentano un importante alleato in questo percorso. È opportuno precisare che in Italia la produzione e la vendita di questi prodotti sono regolamentate da decreti legislativi. Sia i corroboranti sia i biostimolanti sono a base di sostanze di origine naturale, estratte da vegetali (come l'ortica, il tannino e gli oli vegetali) o da minerali (per esempio la polvere di roccia).
Già sperimentati con successo in agricoltura biologica per la lotta integrata contro parassiti e spore fungine, oggi sono diventati un’arma fondamentale per gli hobbisti, specialmente quelli sprovvisti di patentino fitosanitario che dal 2023 non potranno più acquistare liberamente gli agrofarmaci per la cura delle piante.
Perché usare i corroboranti sulle piante
I corroboranti in Italia sono normati ed elencati dal DPR 55/2012 che li definisce come “sostanze di origine naturale, diverse dai fertilizzanti, che migliorano la resistenza delle piante nei confronti degli organismi nocivi e proteggono le piante da danni non provocati dai parassiti”. Quindi, pur non essendo “fitosanitari”, svolgono un’azione utile per contrastare i parassiti poiché aumentano le difese naturali delle piante.
Le piante usano principalmente due metodi per difendersi. Inibiscono l’alimentazione e la riproduzione dei parassiti o dei funghi, per esempio indurendo la cuticola della foglia, cioè lo strato più superficiale. Oppure possono emettere dei messaggi volatili...
Possiamo coltivare la Zephyranthes per decorare le bordure o le aiuole in giardino oppure in vaso sul terrazzo.
Le Zephyranthes sono un genere di piante della famiglia delle Amarillacee che comprende quasi 200 specie. In giardino sono molto usate la Zephyranthes candida che produce fiori bianchi da agosto a ottobre e la Zephyranthes grandiflora. La Zephyranthes rosea, detta Giglio della Palude, è una varietà paludosa e può essere coltivate nell’acqua ai bordi dei laghetti o degli stagni.
La Zephyranthes grandiflora è una pianta erbacea perenne e produce dei fiori rosacei che perdurano sulla pianta da giugno fino a settembre. I fiori durano pochi giorni ma la pianta ne produce in continuazione.
Ci sono piante con le foglie strane, ma talmente strane da risultare più belle di molti fiori! Oggi ci dedichiamo alle piante che danno il meglio di sé nel fogliame e possono arredare un ambiente e colpire l’attenzione dei nostri ospiti con i colori e le decorazioni delle foglie . Ecco la nostra top ten!
Actinidia kolomikta
Si tratta una varietà di Kiwi ornamentale e viene coltivata soprattutto per la particolarità delle sue foglie tricolori. Nascono verdi e col passare delle settimane tendono al rosa e al rosso: il risultato sono delle stranissime foglie con strisce orizzontali di tre colori. La Actinidia kolomikta è una pianta rampicante: verso ottobre perde il fogliame che tornerà nella prossima primavera.
Aglaonema
Tutte le Aglaonemasono caratterizzate da foglie variopinte, con screziature che creano un interessante contrasto bicolore. Sono molto diffuse quelle con foglie quasi bianche e margini e nervature verde scuro. Ma la nostra preferita è la Aglaonema Sunny Star con foglie di colore rosso vivo bordate di verde che sembrano venire da un altro pianeta.
Alocasia sanderiana
La Alocasia sanderiana ha foglie davvero spettacolari che ne fanno una pianta scultorea. I lunghi steli sorreggono grandi foglie a forma di freccia con un colore di fondo verde scuro su cui spiccano le nervature più chiare. Il risultato è un disegno geometrico che sembra dipinto da un pittore. Le foglie delle piante adulte possono raggiungere un metro di lunghezza.
Begonia maculata
Anche la Begonia maculata sembra creata dal pennello di un artista, in particolare...
Quali soluzioni ha un hobbista per combattere la Peronospora in un orto o in frutteto dopo i recenti divieti sull’uso degli agrofarmaci? Dobbiamo passare a una “lotta biologica” che prevede l’uso di diverse armi, che possono essere congiuntamente, specialmente in caso di invasione!
Perché combattere la Peronospora
Con il termine Peronospora indichiamo generalmente una serie di malattie fungine che attaccano le piante commestibili, quindi da orto e da frutto, provocando necrosi e marciumi. In realtà la famiglia delle Peronosporacee è composta da molti generi differenti che spesso identifichiamo con il nome delle colture maggiormente colpite. Come la Peronospora della Lattuga (Bremia lactucae), quella delle Crucifere che attacca i Cavoli (Peronospora brassicae) o quella della Vite (Plasmopara viticola).
In caso di infezione in un orto o in un frutteto i danni provocati dalla Peronospora sono ingenti, con perdita dei frutti e delle stesse piante nel caso di quelle erbacee. Sulle foglie appaiono delle macchie brune o grigie, la pianta smette di fiorire e tende a seccare, nei cespi di insalata colpisce le foglie esterne ma può estendersi all’interno e nelle Cucurbitacee arriva a distruggere la pianta. Inoltre le spore di propagano facilmente tramite il vento e in condizioni favorevoli, cioè in presenza di ambienti umidi o piovosi, possono facilmente contaminare le piante vicine.
Per queste ragioni è bene prevedere gli interventi preventivi, per evitare che il problema insorga, e dei trattamenti risolutivi in caso di infezione.
Possiamo utilizzare il Fosfato Ferrico in giardino e nell’orto per diminuire efficacemente la presenza di Lumache e Limacce, specialmente se tutti i sistemi di prevenzione non hanno sufficientemente limitato la diffusione di questi animali.
In presenza di un ambiente molto umido, ricco di acqua e di piantine giovani da mangiare, le Lumache e le Limacce tendono a riprodursi molto rapidamente mettendo a rischio le piante del nostro giardino. Finché si tratta di qualche bordura fiorita, possiamo tollerare. Ma quando si tratta dell’orto, che richiede molte ore di lavoro e impegno, è bene non abbassare la guardia in presenza di questi animali.
Perché usare il Fosfato Ferrico in giardino
Il problema delle Limacce sorge soprattutto nei mesi più piovosi e con un alto tasso di umidità.
Sono animali tendenzialmente notturni, il momento più fresco della giornata, e dopo il tramonto escono dalle tane nel sottosuolo e rosicchiano le piante per cibarsi. I raggi del sole tendono a essiccare il corpo molle delle Lumache e rendono difficile il loro spostamento, che avviene sui terreni umidi su cui scivolano grazie alla bava. Nelle giornate afose dell’estate si nascondono nel terreno alla ricerca di umidità, in attesa della pioggia o del nostro sistema di irrigazione automatico.
Il Fosfato Ferrico è una sostanza di origine naturale e consentita in agricoltura biologica. È una sostanza attiva presente naturalmente nel suolo e, dopo aver svolto la sua funzione contro le Lumache e le Limacce, verrà degradata dai microrganismi del terreno per diventare nutrimento per le piante.
Svolge però un’azione lumachicida: dopo averlo ingerito questi parassiti gasteropodi cessano di nutrirsi e muoiono.
Quella di usare l’Olio di Colza per difendere le piante è una pratica sfruttata con successo da molti anni in agricoltura biologica. Oggi l’evoluzione tecnologica porta anche agli hobbisti questo nuovo strumento di lotta biologica, poco conosciuto ma molto efficace.
In particolare è utile per limitare la presenza degli insetti parassiti con apparato boccale pungente-succhiante, come gli Afidi, gli Acari (detti ragnetti rossi), le Aleurodidi (dette moschebianche) e le Cocciniglie.
Usare il Bacillus thuringiensis contro i Lepidotteri è una delle poche soluzioni rimaste agli hobbisti per combattere questi pericolosi parassiti dalle piante dell’orto e da frutto dopo i recenti divieti. Si tratta infatti di un prodotto naturale, consentito in agricoltura biologica e acquistabile senza patentino.
Mentre i parassiti di più piccole dimensioni, come Acari e Afidi, possono essere facilmente neutralizzati con prodotti di origine naturale, come l’Estratto di Ortica, le larve di Lepidotteri essendo più grandi presentano una certa resistenza. Si tratta di larve di farfalla che allo stadio adulto non rappresentano un problema, ma appena escono dalle uova sono particolarmente voraci e possono defogliare una pianta in pochi giorni. Alludiamo a parassiti molto conosciuti come la Tuta absoluta (nota come Tignola del Pomodoro), le Nottue e le Cavolaie (Pieris brassicae).
Bacillus thuringiensis per difendere le piante: come agisce
Il Bacillus thuringiensis è un batterio di origine naturale che si trova facilmente anche nel terreno. Assolutamente innocuo per l’uomo e gli altri animali è un vero “nemico naturale” delle larve di farfalla.
Una volta ingerito dalla larva, il Bacillus produce spore e cristalli nell’intestino alcalino dei lepidotteri, che provocano la morte dell’insetto.
Non è efficace nei confronti delle uova o degli insetti adulti: è mirato sulle larve, meglio se colpite nei primi giorni di vita.
Come usare il Bacillus thuringiensis
Possiamo usarlo su un po’ tutte le piante edibili, cioè...
Ci sono molti motivi per coltivare la Erigeron in giardino. Anzitutto perché sono piante a bassa manutenzione, ma soprattutto per la loro lunga e generosa fioritura che inizia a maggio e dura fino a ottobre.
L’Erigeron karvinskianus, chiamata anche Cespica o falsa Camomilla, è una pianta erbacea sempreverde caratterizzata dalla abbondante fioritura formata da tanti piccoli capolini simili a piccole Margherite con petali bianchi, rosa e lilla. Fa parte della famiglia delle Asteracee e la fioritura inizia a metà primavera e dura fino ai primi freddi.
La pianta è composta da una parte sotterranea, una robusta radice rizomatosa, e una parte aerea composta dai fusti eretti che sostengono le foglie e i fiori, che raggiunge i 25 cm d’altezza.
In giardino l’Erigeron karvinskianus ha un portamento tappezzante e viene utilizzata per “colorare” i giardini rocciosi e le bordure fiorite. Spesso viene affiancata ad altre piante da fiore, come la Rudbeckiao la Achillea.
Ci sono tanti buoni motivi per coltivare la Tecoma stans in vaso sul terrazzo, a partire dalla sua florida e lunga fioritura! Quella che molti conoscono come Bignonia gialla è in realtà una varietà di Tecoma: si tratta in particolare della Tecoma stans.
Le Tecoma sono un genere appartenente alla famiglia delle Bignoniacee ed è quindi comprensibile confondersi vista la “parentela” e la similitudine dei fiori tubolari.
Produce un arbusto perenne sempreverde, con portamento cespuglioso molto decorativo specialmente dall’inizio dell’estate fino all’autunno quando la pianta si riempie di tanti fiori di colore giallo brillante. Da giugno a ottobre produce dei fiori profumati con forma tubolare e riuniti in infiorescenze a grappolo, che li rendono ancora più vistosi.
Dove coltivare la Tecoma stans
La Tecoma stans non ama le basse temperature: verso i 7°C inizia a perdere le foglie e va in crisi sotto i 4°C. È quindi la varietà più adatta per la coltivazione in vaso in tutta Italia: nelle zone più fredde possiamo spostarla in una serra fredda o un ambiente protetto dal gelo.
Per la coltivazione in giardino e climi più rigidi possiamo optare per la Tecomacapensis (o Bignonia capensis) che sopporta fino a 1°C o la Tecoma radicans (o Bignonia radicans) che arriva a -5°C, ma hanno un portamento rampicante.
In ogni caso scegliamo una posizione soleggiata se vogliamo ottenere fioriture più abbondanti.
Coltivandola in vaso abbiamo la possibilità di lasciarla al sole...