I trattamenti con biostimolanti e corroboranti sulle piante sono utili per migliorare le difese naturali delle colture e limitare la comparsa di malattie fungine, insetti parassiti e fisiopatie causate da errori di coltivazione.
La scelta di abbracciare il "giardinaggio biologico" e di utilizzare i corroboranti si basa sulla volontà di ridurre l'uso di prodotti chimici e di tutelare l'ambiente. I corroboranti rappresentano un importante alleato in questo percorso. È opportuno precisare che in Italia la produzione e la vendita di questi prodotti sono regolamentate da decreti legislativi. Sia i corroboranti sia i biostimolanti sono a base di sostanze di origine naturale, estratte da vegetali (come l'ortica, il tannino e gli oli vegetali) o da minerali (per esempio la polvere di roccia).
Già sperimentati con successo in agricoltura biologica per la lotta integrata contro parassiti e spore fungine, oggi sono diventati un’arma fondamentale per gli hobbisti, specialmente quelli sprovvisti di patentino fitosanitario che dal 2023 non potranno più acquistare liberamente gli agrofarmaci per la cura delle piante.
Perché usare i corroboranti sulle piante
I corroboranti in Italia sono normati ed elencati dal DPR 55/2012 che li definisce come “sostanze di origine naturale, diverse dai fertilizzanti, che migliorano la resistenza delle piante nei confronti degli organismi nocivi e proteggono le piante da danni non provocati dai parassiti”. Quindi, pur non essendo “fitosanitari”, svolgono un’azione utile per contrastare i parassiti poiché aumentano le difese naturali delle piante.
Le piante usano principalmente due metodi per difendersi. Inibiscono l’alimentazione e la riproduzione dei parassiti o dei funghi, per esempio indurendo la cuticola della foglia, cioè lo strato più superficiale. Oppure possono emettere dei messaggi volatili (metaboliti) per attirare i nemici naturali dell’insetto: come fanno per esempio con le Coccinelle che sono ghiotte delle uova degli Afidi.
Stimolando l’attivazione delle difese naturali le piante risultano più sane e più capaci di tollerare i problemi. Non solo quelli determinati da insetti e funghi, ma anche da errori di coltivazione: per esempio un eccesso di salinità nel terreno, un’esposizione eccessiva al sole o un periodo di siccità. Sono tante quindi le conseguenze positive dell'uso dei corroboranti sulle piante.
Perché usare i biostimolanti sulle piante
I biostimolanti sono invece normati dalla legge sui fertilizzanti (75/2010) tra i “prodotti ad azione specifica” e sono definiti come “prodotti che apportano a un altro fertilizzante o al suolo o alla pianta, sostanze che favoriscono o regolano l’assorbimento degli elementi nutritivi o correggono determinate anomalie di tipo fisiologico”.
La legge elenca anche quali sono le sostanze con effetto biostimolante.
I biostimolanti più utilizzati per la cura delle piante sono quelli a base di particolari alghe. Sono ricche di polifenoli che rivestono un ruolo centrale nel ciclo dell’azoto e presentano una forte azione antiossidante. Inoltre contengono vitamine molto importanti per aiutare la pianta a sopportare le fasi di stress di natura abiotica. L’acido ascorbico (vitamina C) agisce come antiossidante e regolatore della fotosintesi. L'acido pantotenico (vitamina B5) determina un’accelerazione del metabolismo, mentre la biotina (vitamina B7) stimola la fioritura. Il tocoferolo (vitamina E) favorisce l’allegagione e la moltiplicazione cellulare.
Applicato per via fogliare induce e migliora la fioritura, l’allegagione e l’accrescimento dei frutti. Usato in fertirrigazione (quindi nel terreno) stimola lo sviluppo del capillizio radicale sostenendo la pianta e ottimizzando l’assorbimento dei nutrienti.
Un altro uso dei biostimolanti prevede l’inoculo di funghi micorrizici, nei terricci, nelle sementi o nei concimi. Si tratta di batteri naturali sterili che vivono in simbiosi con le radici e ne migliorano l’assorbimento dell’Azoto.
Quali sono i corroboranti e come si usano
La famiglia dei corroboranti è invece più ampia e comprende molte soluzioni, con effetti differenti. Spesso si abbinano diverse soluzioni per sfruttare al meglio le potenzialità di questi prodotti e approntare una “difesa integrata”.
La maggior parte dei prodotti ha un’origine vegetale e sfrutta soprattutto l’applicazione di olii sul fogliame e nel terreno (fertirrigazione).
Il Sapone Molle si ottiene da oli vegetali (di solito di Oliva) e se spruzzato sulle foglie crea un ambiente inadatto per l’alimentazione e l’ovideposizione degli insetti con apparato masticatore pungente/succhiante. È particolarmente utile contro gli Afidi poiché “lava” la melata, la sostanza appiccicosa prodotta da questi parassiti che attira le Formiche e genera una malattia fungina chiamata Fumaggine.
La Lecitina viene estratta dai semi di Soia e ha un effetto elicitore. Rafforza e dà elasticità alla parete cellulare della pianta e dei frutti e fornisce ai frutti una migliore compattezza, luminosità e colore aumentandone la qualità organolettica. Potenziando le difese naturali, la pianta sarà meno suscettibile all’attacco di patogeni.
Gli estratti di Tannino si ottengono dal legno di castagno. Stimolano le difese naturali delle piante attivando meccanismi di resistenza nei confronti di numerosi patogeni, batteri e virus.
La Propoli è invece una sostanza di origine animale, prodotta dalle Api per costruire e disinfettare gli alveari: ha infatti dimostrate proprietà antisettiche. Gli Estratti di Propoli sono ricchi di flavoni, flavonoidi, vitamine e oligoelementi e sono utili in particolare contro le malattie fungine e batteriche. Inoltre svolge anche altre azioni positive: ha un’azione cicatrizzante sulle ferite dovute a parassiti, potature o grandinate, favorisce l’impollinazione attirando le Api, migliora la conservazione della frutta post raccolta e riduce l’insorgenza di marciumi.
Accanto ai corroboranti di origine vegetale o animale, troviamo anche alcune soluzioni di origine minerale. Come le polveri di roccia.
Il Caolino è un minerale di colore bianco e sulla pianta forma una sottile e omogenea barriera di colore lattiginoso, con un forte potere adesivo, che crea un ambiente non idoneo all’ovideposizione e dissuade gli insetti dall’insediarsi sulle foglie. La “pellicola” porta anche altri vantaggi: riflette i raggi solari, protegge la pianta dalle scottature, riduce sensibilmente l’umidità superficiale sfavorendo lo sviluppo delle crittogame e svolge un’azione cicatrizzante sulle ferite e tagli.
La Zeolite sfrutta la capacità naturale dei minerali di questa famiglia di "assorbire” rapidamente l’umidità presente nell’ambiente circostante. Questa caratteristica consente di prevenire o limitare fortemente lo sviluppo e diffusione delle crittogame. Sia sottraendo l’acqua necessaria alla germinazione delle spore, sia cicatrizzando velocemente le micro ferite, che sono una delle vie principali di penetrazione del fungo all’interno della pianta. Nebulizzato sulle foglie crea un sottile film protettivo, utile per dissuadere i parassiti e proteggere la pianta dalle scottature.
Infine tra i corroboranti troviamo anche soluzioni come l’Aceto (acido acetico) come diserbante. Non presenta selettività e porta all’essicazione qualsiasi pianta nell’arco di poche ore. Si usa per togliere le infestanti da marciapiedi, lastricati, zone a ghiaia o bordure.