Usare le piante per dormire è la soluzione più naturale per chi soffre di bassa qualità del sonno: un tema di grande attualità. Uno degli elementi importanti per la nostra salute, che nella vita moderna tendiamo a sottovalutare e trascurare, è proprio il sonno.
Impegnati dal lavoro, dalla famiglia, affaticati dallo stress delle faccende personali spesso ci capita di dormire male o troppo poco. Soprattutto nel tran tran della vita cittadina, in mezzo a cemento, condomini, uffici e traffico, diventa sempre più difficile quel contatto con il silenzio e la serenità della natura. Siamo ben lontani da una situazione propizia per garantirci un sonno costante e regolare, che la medicina ci ricorda come indispensabile per prevenire le malattie e rallentare l’invecchiamento.
Fortunatamente, nelle condizioni più difficili, le virtù di alcune piante ci aiutano a garantirci il giusto relax per un sonno ristoratore.
Le piante per dormire: quali sono le migliori e come usarle
I fiori del Biancospino, disseccati, vengono usati in infusione per tisane con proprietà rilassanti e per favorire la digestione. Un estratto di Biancospino è anche disponibile in gocce, usato anche come antidepressivo naturale.
La Melissa, invece, ci aiuta a favorire il sonno placando i nostri stati ansiosi e lo stress, il panico e l’agitazione, agendo sulla sfera emotiva.
La Lavandaci è nota prima di tutto per il profumo fresco dei piccoli fiori lillà nelle nostre aiuole. Questi stessi fiori, infusi in una tisana con miele e fiori di tiglio, sono l’ideale per calmare la mente razionale e prepararci...
Coltivare la Calluna sul terrazzo ci offre la possibilità di donare agli angoli esterni del nostro appartamento un tocco di bellezza delicata, mettendoci però alla prova con una pianta che, nella sua rusticità, richiede comunque l’adozione di attenzioni particolari.
La Calluna (Calluna vulgaris) è conosciuta anche come Brugo o Erica selvatica, per la grande somiglianza con la piccola pianta dai fiori fucsia. Avendo un periodo di fioritura che cade tra i mesi di agosto e novembre, con la sua bellezza ci accompagna verso l’inizio dell’inverno.
Coltivare il Camedrio (Teucrium) è un’attività che l’uomo fa da molto tempo: basti ricordare che il suo nome deriva da Teucro, il re di Troia che secondo Plinio scoprì le proprietà curative di questa pianta.
Il Camedrio è una pianta arbustiva originaria delle coste del Mediterraneo Occidentale e apprezzata per la sua resistenza ai climi caldi e secchi e ai forti venti che impattano sulle scogliere, su cui possiamo trovarlo come specie spontanea.
Generalmente viene coltivato a scopo estetico, ma i nostri bisnonni lo usavano anche come ingrediente per liquori o come rimedio rudimentale per infiammazioni dentali o problemi digestivi. Oggi però sappiamo che è vietato usarne foglie, fiori o bacche perché tossiche per il fegato.
Esistono molte varietà di Camedrio, come il Teucriumchamaedrys e il Teucrium fruticans molto presente in Italia, in particolare nelle zone costiere e nelle Regioni del sud.
Apprezzato per le piccole foglie di un colore tenue e per i fiorellini azzurri che sbocciano in primavera, spesso il Camedrio viene coltivato in giardino. Crescendo, questa pianta può raggiungere i 2 metri di altezza e, affiancando più esemplari, è possibile creare delle siepi alte e fitte. È però possibile piantare anche un piccolo esemplare in vaso per abbellire un nostro terrazzo.
Coltivare i Gladioli ci permetterà di avere tante fioriture da giugno fino alla fine dell'estate. Le loro spighe di fiori dai larghi petali frastagliati hanno colori tenui che, a seconda della varietà, possono essere bianchi, giallo oro, lilla, azzurri o blu.
I Gladioli sono una pianta originaria del nostro Mediterraneo e dell’Africa, una delle più rinomate per la bellezza dei fiori che offrono al nostro giardino alla fine dell’estate, tanto da venire spesso coltivata intensivamente per rivenderli.
Coltivare i Gladioli: amano il caldo
Abituato a regioni calde con ambienti miti, tanto da crescere spontanea sulle coste del nostro Mezzogiorno, il Gladiolo ama ambienti molto soleggiati: più esposta sarà la pianta al sole, più possibilità ci saranno di vedere spighe piene di fiori.
Solitamente i bulbi del Gladiolo vengono messi a dimora alla fine dei mesi freddi, tra marzo e aprile, per evitare alla pianta di soffrire di gelate e bruschi cambi di temperatura. Soprattutto per proteggerla da venti intensi che possono turbare le lunghe foglie. Solo nelle nostre regioni nelle quali l’inverno è particolarmente mite è possibile lasciare i bulbi interrati anche d’inverno.
È consigliabile piantare i bulbi a distanza di intervalli di 2 settimane: in questo modo avremo una fioritura più lunga nel corso delle stagioni. Smettiamo di piantarli a giugno, per dare il tempo alle piante di crescere e fiorire.
Al momento della messa a dimora dei Gladioli, è bene ricordare di lasciare almeno 15-20 cm di distanza tra una piantina e l’altra, per evitare che crescano troppo...
Eliminare le Cimici dal giardino è importante poiché sono insetti fitofagi, ossia che si nutrono delle nostre piante e della loro linfa in particolare, rovinando sia le ornamentali sia quelle da orto. Si nutre attraverso l’apparato boccale, succhiando la linfa e i liquidi interni della pianta o del frutto oppure attraverso l’asportazione di porzioni della pianta stessa. Inoltre è un insetto polifago, cioè si nutre ai danni di un numero indefinito di specie vegetali, e non di una sola tipologia di piante.
Infine le Cimici sono molto prolifiche e, deponendo fino a 400 uova per adulto, possono nel breve creare una vera e propria infestazione.
I danni alle colture sono provocati sia dalle neanidi che dagli adulti. Sul Pomodoro, in particolare, le punture di nutrizione causano delle tipiche punteggiature clorotiche, di estensione variabile. Altro danno diretto provocato dalle Cimici sui Pomodori, e in generale sui frutti, è il conferimento di un sapore sgradevole. Un gusto amaro e acido allo stesso tempo, che rende la bacca di Pomodoro non più commestibile. Ciò avviene in seguito alla puntura, attraverso la secrezione di un liquido ripugnante.
ELIMINARE LE CIMICI: IMPARIAMO A CONOSCERLE
In effetti in Italia tendiamo ad attribuire il nome “Cimice” a molti animali differenti: le Cimici dei letti, le Cimici dell’Olmo, le Cimici verdi e le Cimici asiatiche sono in realtà insetti molto diversi.
Le Cimici fitofaghe e polifaghe maggiormente diffuse sono la Cimice verde (la Palomena prasina e la Nezaraviridula) e la Cimice asiatica (Halyomorphahalys).
Scegliere correttamente le piante rampicanti per il terrazzo è importante per avere la garanzia di una perfetta copertura dei supporti. In un ambiente aperto bisogna tener conto delle sfide che le piante esposte all’esterno dovranno affrontare: come per esempio l’esposizione solare o l’impatto con le temperature rigide e i venti gelidi e intensi. Conoscere quali piante rampicanti si possono coltivare nel nostro clima è importante per garantire per tutto l’anno colore e bellezza ai nostri terrazzi.
RAMPICANTI PER IL TERRAZZO: LA VITE CANADESE
Il Parthenocissus Tricuspidata, detta Vite Canadese, è una di quelle rampicanti resistenti al freddo che offre la sua bellezza in modi diversi per varie parti dell’anno: in primavera, sbocciano i suoi fiorellini gialli; in estate, le bacche blu scuro spuntano tra il verde smeraldo delle foglie, in autunno, le foglie caduche cambiano colore, diventando di un rosso acceso. Pur avendo fronde decidue, la vite canadese può resistere anche a temperature fino a -20°C e a periodi di siccità intensa, non avendo bisogno di molta acqua per crescere.
Benché vengano molto utilizzati in giardino, possiamo coltivare i Crocus anche in vaso. Il Crocus è una pianta erbacea perenne caratterizzata per i fiori con i petali a forma di coppa di colori appariscenti.
Esistono diverse specie di Crocus, anche molto differenti fra loro, specialmente nei colori. Le sfumature delle diverse specie sono infatti molto particolari e possono variare dal giallo intenso e uniforme del Crocus chrysanthus, il viola tenue che schiarisce fino a diventare bianco al lembo del Crocus Vernus, il bianco candido del Crocus Albiclorus, l’azzurro delicato del Crocus Sieberi, oppure il lilla con striature scure del Crocus Sativus, dai cui pistilli è possibile ottenere il rarissimo e preziosissimo Zafferano.
Ci sono piante velenose per i cani e i gatti e anche tossiche. Infatti tra le molte specie che amiamo coltivare per abbellire i nostri giardini e i nostri terrazzi, la maggioranza sono “amiche” dell’uomo e dei nostri animali, ma alcune nascondono sotto la loro bellezza delle sostanze velenose per noi e per i nostri piccoli amici.
Conoscere le piante da giardino pericolose è quindi una delle prime cautele da adottare per sviluppare il proprio pollice verde mettendo in sicurezza gli animali domestici.
PIANTE VELENOSE E TOSSICHE PER I CANI E I GATTI: ECCO QUALI EVITARE
Siamo soliti usare delle piante velenose nei nostri giardini per molti scopi diversi: per le siepi, possiamo usare piante come il Laurocerasoo il Tasso, pericolose per i nostri animali domestici per le loro foglie e per le loro bacche, o l’Oleandro, una delle piante con un veleno che può essere letale anche per l’uomo, agendo sul fegato e sul sistema respiratorio, paralizzandoli.
Anche una comune Edera, dai rivoli di foglie stellate che troviamo spesso sui muretti dei nostri giardini, può provocare ai nostri piccoli amici, a seconda della quantità di fogliame ingerito, dei disturbi gastrici o delle complicazioni respiratorie.
Tra le aiuole del nostro giardino, possiamo trovare piante notevoli per i loro fiori appariscenti e profumati, come le ...
Coltivare il Nasturzio in vaso sul terrazzo è molto facile! Il Nasturzio o Tropeolo (Tropaeolum) è riconoscibile dal fiore con grandi petali dalla forma frastagliata, come della carta da regalo, e dalle diverse sfumature di colore, che possono variare dal rosso all’arancio al giallo fino al bianco.
Il Nasturzio, come i Gerani e la Azalee, è una delle piante più comuni che abbelliscono i nostri giardini e terrazzi per tutta l’estate fino a ottobre. La sua natura rampicante fa sì che si possa coltivare su un graticcio oppure con i rami cascanti.
Originario del sud America ma da tempo coltivata anche in Europa, il Nasturzio non viene coltivato solo per la sua bellezza: da secoli, le sue foglie e i suoi frutti, piccole bacche simili a capperi, vengono usati in cucina e possiamo trovare i fiori, anch’essi commestibili, sparsi sui nostri piatti per offrire il loro colore.