Irrigare senza sprecare acqua è possibile ed è ormai anche un dovere morale. Ogni italiano, in media, consuma ogni giorno 241 litri di acqua: grazie anche alle dispersioni idriche dei nostri acquedotti (arrivano fino al 37%) siamo al primo posto in Europa per il consumo pro-capite. Lo sfruttamento intensivo di una risorsa così preziosa come l’acqua associato ai sempre più frequenti periodi di siccità, è fonte di danni per l’agricoltura e per la qualità del nostro stile di vita. Basti pensare alla riduzione del Lago di Bracciano e alla crisi idrica che ha affrontato Roma nel 2017.
È perciò un dovere di tutti impegnarsi a ridurre gli sprechi d’acqua anche in casa: per esempio usando rubinetti frangigetto ed elettrodomestici a basso consumo idrico, ma anche operando le giuste scelte per l’irrigazione del giardino o delle piante sul terrazzo.
IRRIGARE SENZA SPRECARE ACQUA: INIZIAMO DALLA SCELTA DELLE PIANTE
Il primo modo per risparmiare acqua è di scegliere delle piante adatte al clima nel quale abitiamo.
Se abitiamo in un ambiente caldo e secco meglio puntare sulle tante piante tipiche della macchia mediterranea, che l’evoluzione ha modellato per ridurre al minimo la necessità di acqua. Tra gli arbusti resistenti alla siccità possiamo puntare sul Biancospino, il Callistemom, il Corbezzolo, l’Ibisco di Siria, il Ligustro, l’Oleandro, il Pittosforo o la Santolina.
Le piante perenni da fiore che usiamo per le aiuole o le bordure richiedono molta acqua: se viviamo in un clima arido è meglio puntare su piante mediterranee o aromatiche come la Lavanda, l’Origano o il Rosmarino.
Un buon motivo per coltivare la Fritillaria sono i suoi bellissimi fiori, caratterizzati da grandi corolle a forma di campanula. Pianta bulbosa parente del Giglio e dei Tulipani, è originaria del Sudafrica e fiorisce a metà primavera per accompagnarci per tutta l’estate. La grandezza del fiore a campana che la caratterizza, che spicca su un alto gambo che non supera i 40 cm di altezza, ha donato alle Fritillarie il nome di Bossolo dei Dadi, con cui sono popolarmente conosciute.
I colori dei fiori di questa pianta possono variare a seconda della specie e sono apprezzati per la loro varietà e la particolarità del loro aspetto. La più conosciuta è laFritillaria imperialis, arrivata in Europa dalla Persia e dalla Turchia nel XVI secolo, caratterizzata da fiori di un giallo acceso o di un arancio scuro tendente al rosso, a seconda della varietà. Due specie particolari di Fritillaria sono la Fritillaria meleagris e la Fritillaria tenella, i cui petali vedono disegnata una scacchiera di quadri bianchi e viola, dalla quale appunto deriva il nome latino della pianta, che significa appunto “scacchiera”.
Altre specie sono particolari, invece, per i loro fiori di colore molto scuro, con sfumature tra il marrone, il nero e il violaceo, rare da trovarsi nella maggior parte delle piante da fiore; sono la Fritillaria pyrenaica e la Fritillaria tubolaris.
Se vi piacciono le sfumature del blu, dovete coltivare la Scilla! Sulle coste del Mediterraneo possiamo facilmente trovare, anche tra gli scogli, dei ciuffi di lunghe foglie, verdi e lisce, con fiori di un azzurro-blu molto inteso. Si tratta della Scilla, che richiama nel suo nome il mostro mitologico che insieme a Cariddi si stagliano minacciosi sulla costa calabra in attesa delle triremi in transito nello Stretto di Messina.
Ci sono più di 80 specie di Scilla e viene usato questo nome anche per indicare altri tipi di piante, benché simili: come la Urginea maritima, detta Scilla marittima o Cipolla marina per la sua natura bulbosa e per la somiglianza dei suoi fiori con quelli dell’ortaggio.
La più diffusa in Italia è la Scilla bifolia, che fiorisce in inverno fino all’inizio della primavera e può essere coltivata in vaso, poiché non supera i 10 cm di altezza. Molte belli i fiori lilla della Scilla litardierei riuniti a grappolo e più adatta per la coltivazione in giardino poiché raggiunge i 30 cm di altezza. Bella anche la Scilla peruviana: resiste alle basse temperature e fiorisce in primavera con piccole infiorescenze blu o viola che formano una cupola.
Eliminare i Ragni rossi dalle piante ornamentali è importante poiché si sviluppano molto velocemente e possono pregiudicare la sopravvivenza della pianta.
I Ragni rossi non sono altro che Acari: degli artropodi che si differenziano dagli insetti per essere forniti di quattro paia di zampe allo stato adulto. Molte specie vivono come parassiti delle piante, di cui pungono i tessuti allo scopo di succhiarne i succhi cellulari. La famiglia degli Acari Tetranichidi è una tra le più dannose e diffuse e comprende diverse specie tra cui il Ragno rosso, il Ragnetto rosso bimaculato e il Ragno Giallo, che sono in grado di attaccare quasi tutte le principali colture arboree, erbacee e ornamentali.
Essendo di dimensioni inferiori agli 0,5 mm sfuggono facilmente al controllo visivo, ragione per cui spesso ci accorgiamo della loro presenza solo quando la pianta presenta i sintomi di sofferenza.
Con le condizioni ambientali favorevoli questi fitofagi si riproducono molto rapidamente e danno origine a infestazioni caratterizzate da notevole virulenza.
ELIMINARE I RAGNI ROSSI: PARTIAMO DALLA PREVENZIONE
Ma quali sono le condizioni ottimali per lo sviluppo degli Acari? Lo sviluppo delle colonie è fortemente favorito da temperature superiori a 25 °C e bassa umidità relativa intorno al 60% . Allo scopo di trovare il microclima giusto per la riproduzione, i Ragni rossi sono molto mobili sulla pianta. Infatti, in caso di condizioni climatiche avverse, si assiste spesso a vere e proprie migrazioni verso le parti più protette (gemme, anfratti della corteccia, ecc.) oppure, in alcune specie, alla creazione di malformazioni escrescenti su varie parti della pianta (dette “galle”), che hanno la funzione di proteggerli fino a quando...
Un buon motivo per coltivare le Zinnie sono i tanti batuffoli di petali, rotondi o appuntiti, che spuntano dalle foglie grandi e dalla forma acuta. La famiglia delle Zinnie comprende molte specie di fiori diversi, che possono variare i loro colori dal viola, al fucsia, al bianco (Zinnia acerosa), al rosa, al rosso (Zinia tenuiflora), al giallo (Zinnia grandiflora) e all’arancio (Zinnia bicolor). Ma possono variare anche nella forma: con steli singoli o a portamento cespuglioso (Zinnia linearis), le varietà giganti e quelle nane, inoltre ci sono piante coltivare come annuali e altre come perenni.
Insomma troverete sicuramente la Zinnia che fa per voi!
Le piante amanti del caldo prediligono una esposizione soleggiata e tollerano bene la siccità. Ecco i nostri consigli per una lunga estate calda! Piante adatte alla coltivazione sia in giardino sia in vaso.
PIANTE AMANTI DEL CALDO: LA NOSTRA TOP TEN
Banano. È una pianta molto resistente al caldo. Con una irrigazione corretta e una concimazione regolare con un fertilizzante liquido per piante verdi produrrà di continuo grandi foglie molto decorative.
Bella di notte (Mirabilis jalapa). Da giugno a ottobre produce molti fiorellini profumati. Gradisce una esposizione in pieno sole e va irrigate frequentemente specie in estate.
Coltivare un Issopo (Hyssopus officinalis) è semplice ed è un’ottima pianta per abbellire i nostri terrazzi, anche per i giardinieri meno esperti e più pasticcioni. Riconoscibile per le spighe di fiorellini blu o viola che compaiono durante l’estate, l’Issopo è una pianta spontanea che cresce in Europa e in Asia Orientale, usata come ingrediente per diversi tipi di medicinali grazie alle sue virtù anticongestionanti e per cucinare qualche piatto della cucina povera, per il sapore balsamico e pungente dei suoi fiori delle sue foglie. È una pianta che fa parte della storia dell’uomo ed è citata anche tra le pagine della Bibbia, nel Vecchio Testamento, come rimedio per la lebbra e per vari rituali di buon auspicio e di difesa dalle sventure.
Fa parte della famiglia delle Lamiaceae ed è un “parente” della Lavanda, della Menta, del Timo, dell’Origanoe di altre piante aromatiche.
L’Issopo è una pianta perenne con forma cespugliosa. I fiori sono raccolti in spighe molto dense e compaiono in estate: normalmente sono blu-viola ma ci sono anche varietà bianche e rosa. Le foglie partono direttamente dal tronco e sono molto profumate come tutta la pianta.
Se vi piacciono le Orchidee ma non avete il "pollice verde" vi consigliamo di coltivare il Cymbidium. Eleganti e raffinati, ci colpiscono con i loro fiori dai petali lisci, spessi, tinti di tenui sfumature di colore dal crema al bordeaux, a seconda della specie. Le Orchidee della famiglia dei Cymbidium, originarie del sud-est asiatico e dell’Oceania, sono conosciute, oltre che per la loro bellezza, per la loro relativa facilità nell’essere coltivate in vaso o in appartamento. È un dettaglio inconsueto in una specie di piante note per la loro fragilità e per essere una dura sfida per ogni amante del verde.
Dobbiamo prestare attenzione quando vogliamo concimare le piante acidofile, poiché richiedono una “dieta” un po’ personalizzata. Sono dette piante acidofile quelle che preferiscono un substrato di coltivazione acido, cioè con un pH inferiore a 7.
L’analisi del pH del terreno di un giardino può essere affidata a un laboratorio specializzato, per ottenere la massima precisione, oppure possiamo farla da noi con un kit che troviamo facilmente nei centri giardinaggio. Il pH viene calcolato su una scala da 1 a 14: se il dato è inferiore a 7 il terreno è acido, intorno a 7 il substrato è neutro, al di sopra di questo valore viene detto alcalino o basico.
Il pH influenza la disponibilità di elementi nutritivi: per esempio il ferro e il manganese sono spesso carenti in suoli alcalini e anche quando sono presenti in quantità sufficiente, le radici di alcune piante, dette acidofile come i Rododendri e le Azalee, non riescono ad assorbirli. Se il pH è molto acido o molto alcalino, molti microorganismi utili per le piante non riescono a vivere e a riprodursi.
Se il suolo è troppo calcareo, le piante acidofile possono soffrire più facilmente di clorosi, una fisiopatia che fa sbiadire il fogliame. Gardenie e Ortensie, oltre al substrato con pH inferiore a 7 richiedono anche irrigazioni con acqua a pH neutro.
Le piante acidofile che possiamo coltivare in vaso sono molte, come Azaleea, Gardenia, Ortensia, Erica, Rododendro, Felce, Pieris, Camelia e Acero...