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Febbraio 14, 2020
È una domanda che si pongono in molti: possono rifiorire le Orchidee che coltiviamo in casa? La risposta è sì, a patto di rispettare le buone regole di coltivazione di queste particolari piante.
È bene sempre precisare che dietro il termine “Orchidea” ci sono in realtà molte varietà: la più comune è la Phalaenopsis, ma nei centri giardinaggio possiamo facilmente trovare anche l’Oncidium, il Cymbidium, la Cambria, il Dendrobium, la Masdevallia, il Paphiopedilum, la Brassavola, la Cattleya, l’Epidendrum o la Miltonia. Non è un dato di poco conto poiché, oltre alle forme differenti dei fiori, le diverse varietà pretendono temperature di coltivazione non esattamente uguali. Per esempio la Phalaenopsis resiste a una temperatura massima di 32°C e minima di 15°C, mentre Cymbidium...
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Febbraio 07, 2020
Coltivare gli Iris in vaso è facile ed è un modo per riempire di colori il nostro terrazzo.
Gli Iris, conosciuti in Italia anche con il nome di Giaggioli, sono piante perenni molto resistenti e facili da coltivare, che donano fiori di tantissimi colori in base alle centinaia di varietà disponibili in commercio. Nella maggior parte dei casi sono viola e blu, ma ci sono anche varietà gialle, arancioni, rosa, rossi e anche neri. Spesso presentano più di un colore sullo stesso fiore. Non a caso il nome Iris deriva dalla dea mitologica Iridea trasformata da Giunone in un arcobaleno; da cui discendono anche le parole iride e iridescente.
Oltre ai fiori anche il fogliame, verde e a forma di spada, e molto decorativo.
Si utilizzano per creare bordure fiorite nel giardino ma possono essere coltivati anche in vaso.
COME COLTIVARE GLI IRIS IN VASO
Gli Iris sono piante bulbose e possono essere acquistate in buste che dovrebbero indicare i colori del fiore, il periodo in cui sboccia e la resistenza al gelo. Tra le tante varietà di Iris troviamo infatti sia piante tropicali, che non resistono al di sotto di 10°C, sia ibridi più resistenti che vivono anche a -10°C. Avete così la possibilità di scegliere la varietà più adatta al vostro clima. Anche se va detto che la coltivazione in vaso è più semplice rispetto a quella in giardino: se le temperature dovessero scendere troppo potrete infatti facilmente spostare il vaso in una serra protetta o in un luogo assolato della casa.
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Gennaio 17, 2020
Curare le piante di casa in inverno è molto importante poiché le particolari condizioni climatiche degli appartamenti stimolano la prosecuzione del ciclo vegetativo. Inoltre l’inverno è momento migliore per mettere in atto alcune strategie di difesa, che torneranno utili in primavera.
CURARE LE PIANTE DI CASA IN INVERNO: LA SCELTA DEL POSTO
Spesso le piante d’appartamento sono specie di origine tropicale e mal si adattano ai climi caldi e secchi delle abitazioni. In altri casi, per esempio per ragioni di spazio, non trovano le condizioni ottimali di vita nell’ambiente domestico. Succede, quindi, che con la prematura perdita delle foglie, scompaia anche la possibilità di vederle fiorite.
Risulta a posteriori spesso difficile stabilire quale sia la condizione specifica che ha determinato la “catastrofe”, ma osservando alcune elementari regole è possibile limitare il rischio della morte delle piante di casa in inverno.
Partiamo dalla scelta del posto in cui posizionare le piante.
Molte specie non tollerano temperature superiori ai 15/18°C. L’ambiente ideale è un luogo non troppo riscaldato e luminoso ma al riparo da correnti di aria gelida.
Per i posti più caldi, è opportuno preferire le Stelle di Natale, il Cactus di Natale e le Orchidee, purché la temperatura non superi i 22°C e siano collocate abbastanza lontane da fonti di calore.
LE ANNAFFIATURE
Costituisce in genere la principale causa di morte delle piante di casa in inverno: sia perché ci dimentichiamo di annaffiarle o, al contrario, perché le bagniamo troppo. Soprattutto nella stagione invernale è bene somministrare l’acqua con una certa parsimonia.
Per controllare l’umidità del substrato di coltivazione c’è un trucco...
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Dicembre 13, 2019
Coltivare la Sassifraga in vaso è possibile. I suoi fiorellini, che sbocciano in primavera in vari colori tra il bianco e varie tonalità di rosa, offrono un tocco di colore in ambienti spesso molto aspri e freddi come quelli alpini, da cui il nome Sassifraga, cioè “pianta che spacca le rocce”. Molto spesso, la Sassifraga, in virtù del suo nome, viene fatta crescere in terreni rocciosi, e a volte viene usata per riempire gli spazi vuoti di qualche muretto in pietra.
Diffusa un po’ in tutto l’emisfero settentrionale, dal nord del Mediterraneo al Giappone, fino ad arrivare al litorale artico, la Sassifraga è particolarmente apprezzata per la sua adattabilità, anche se prediligono un ambiente luminoso con un clima temperato, dai 7°C ai 18°C.
Cresce in forma di piantine alte circa 10 cm, che si distendono sul suolo come tappezzanti. L’effetto sulle aiuole è particolarmente suggestivo: al momento della fioritura, si possono trasformare in nuvole colorate.
Esiste però una specie di Sassifraga particolarmente indicata per la coltivazione in vaso: la Saxifraga stolonifera, che resiste anche fino a 0°C.
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Dicembre 06, 2019
Usare le piante per dormire è la soluzione più naturale per chi soffre di bassa qualità del sonno: un tema di grande attualità. Uno degli elementi importanti per la nostra salute, che nella vita moderna tendiamo a sottovalutare e trascurare, è proprio il sonno.
Impegnati dal lavoro, dalla famiglia, affaticati dallo stress delle faccende personali spesso ci capita di dormire male o troppo poco. Soprattutto nel tran tran della vita cittadina, in mezzo a cemento, condomini, uffici e traffico, diventa sempre più difficile quel contatto con il silenzio e la serenità della natura. Siamo ben lontani da una situazione propizia per garantirci un sonno costante e regolare, che la medicina ci ricorda come indispensabile per prevenire le malattie e rallentare l’invecchiamento.
Fortunatamente, nelle condizioni più difficili, le virtù di alcune piante ci aiutano a garantirci il giusto relax per un sonno ristoratore.
Le piante per dormire: quali sono le migliori e come usarle
I fiori del Biancospino, disseccati, vengono usati in infusione per tisane con proprietà rilassanti e per favorire la digestione. Un estratto di Biancospino è anche disponibile in gocce, usato anche come antidepressivo naturale.
La Melissa, invece, ci aiuta a favorire il sonno placando i nostri stati ansiosi e lo stress, il panico e l’agitazione, agendo sulla sfera emotiva.
La Lavanda ci è nota prima di tutto per il profumo fresco dei piccoli fiori lillà nelle nostre aiuole. Questi stessi fiori, infusi in una tisana con miele e fiori di tiglio, sono l’ideale per calmare la mente razionale e prepararci...
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Novembre 15, 2019
Coltivare la Calluna sul terrazzo ci offre la possibilità di donare agli angoli esterni del nostro appartamento un tocco di bellezza delicata, mettendoci però alla prova con una pianta che, nella sua rusticità, richiede comunque l’adozione di attenzioni particolari.
La Calluna (Calluna vulgaris) è conosciuta anche come Brugo o Erica selvatica, per la grande somiglianza con la piccola pianta dai fiori fucsia. Avendo un periodo di fioritura che cade tra i mesi di agosto e novembre, con la sua bellezza ci accompagna verso l’inizio dell’inverno.
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Ottobre 25, 2019
Coltivare il Camedrio (Teucrium) è un’attività che l’uomo fa da molto tempo: basti ricordare che il suo nome deriva da Teucro, il re di Troia che secondo Plinio scoprì le proprietà curative di questa pianta.
Il Camedrio è una pianta arbustiva originaria delle coste del Mediterraneo Occidentale e apprezzata per la sua resistenza ai climi caldi e secchi e ai forti venti che impattano sulle scogliere, su cui possiamo trovarlo come specie spontanea.
Generalmente viene coltivato a scopo estetico, ma i nostri bisnonni lo usavano anche come ingrediente per liquori o come rimedio rudimentale per infiammazioni dentali o problemi digestivi. Oggi però sappiamo che è vietato usarne foglie, fiori o bacche perché tossiche per il fegato.
Esistono molte varietà di Camedrio, come il Teucrium chamaedrys e il Teucrium fruticans molto presente in Italia, in particolare nelle zone costiere e nelle Regioni del sud.
Apprezzato per le piccole foglie di un colore tenue e per i fiorellini azzurri che sbocciano in primavera, spesso il Camedrio viene coltivato in giardino. Crescendo, questa pianta può raggiungere i 2 metri di altezza e, affiancando più esemplari, è possibile creare delle siepi alte e fitte. È però possibile piantare anche un piccolo esemplare in vaso per abbellire un nostro terrazzo.
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Ottobre 15, 2019
Coltivare i Gladioli ci permetterà di avere tante fioriture da giugno fino alla fine dell'estate. Le loro spighe di fiori dai larghi petali frastagliati hanno colori tenui che, a seconda della varietà, possono essere bianchi, giallo oro, lilla, azzurri o blu.
I Gladioli sono una pianta originaria del nostro Mediterraneo e dell’Africa, una delle più rinomate per la bellezza dei fiori che offrono al nostro giardino alla fine dell’estate, tanto da venire spesso coltivata intensivamente per rivenderli.
Coltivare i Gladioli: amano il caldo
Abituato a regioni calde con ambienti miti, tanto da crescere spontanea sulle coste del nostro Mezzogiorno, il Gladiolo ama ambienti molto soleggiati: più esposta sarà la pianta al sole, più possibilità ci saranno di vedere spighe piene di fiori.
Solitamente i bulbi del Gladiolo vengono messi a dimora alla fine dei mesi freddi, tra marzo e aprile, per evitare alla pianta di soffrire di gelate e bruschi cambi di temperatura. Soprattutto per proteggerla da venti intensi che possono turbare le lunghe foglie. Solo nelle nostre regioni nelle quali l’inverno è particolarmente mite è possibile lasciare i bulbi interrati anche d’inverno.
È consigliabile piantare i bulbi a distanza di intervalli di 2 settimane: in questo modo avremo una fioritura più lunga nel corso delle stagioni. Smettiamo di piantarli a giugno, per dare il tempo alle piante di crescere e fiorire.
Al momento della messa a dimora dei Gladioli, è bene ricordare di lasciare almeno 15-20 cm di distanza tra una piantina e l’altra, per evitare che crescano troppo...
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Settembre 20, 2019
Eliminare le Cimici dal giardino è importante poiché sono insetti fitofagi, ossia che si nutrono delle nostre piante e della loro linfa in particolare, rovinando sia le ornamentali sia quelle da orto. Si nutre attraverso l’apparato boccale, succhiando la linfa e i liquidi interni della pianta o del frutto oppure attraverso l’asportazione di porzioni della pianta stessa. Inoltre è un insetto polifago, cioè si nutre ai danni di un numero indefinito di specie vegetali, e non di una sola tipologia di piante.
Infine le Cimici sono molto prolifiche e, deponendo fino a 400 uova per adulto, possono nel breve creare una vera e propria infestazione.
I danni alle colture sono provocati sia dalle neanidi che dagli adulti. Sul Pomodoro, in particolare, le punture di nutrizione causano delle tipiche punteggiature clorotiche, di estensione variabile. Altro danno diretto provocato dalle Cimici sui Pomodori, e in generale sui frutti, è il conferimento di un sapore sgradevole. Un gusto amaro e acido allo stesso tempo, che rende la bacca di Pomodoro non più commestibile. Ciò avviene in seguito alla puntura, attraverso la secrezione di un liquido ripugnante.
ELIMINARE LE CIMICI: IMPARIAMO A CONOSCERLE
In effetti in Italia tendiamo ad attribuire il nome “Cimice” a molti animali differenti: le Cimici dei letti, le Cimici dell’Olmo, le Cimici verdi e le Cimici asiatiche sono in realtà insetti molto diversi.
Le Cimici fitofaghe e polifaghe maggiormente diffuse sono la Cimice verde (la Palomena prasina e la Nezara viridula) e la Cimice asiatica (Halyomorpha halys).
La Cimice asiatica...