Usare i concimi biologici nel giardino e nell’orto sta diventando sempre più popolare tra gli appassionati di giardinaggio e orticoltura domestica. I fertilizzanti sono realizzati con materie prime naturali, ma non di origine animale e permettono di nutrire il terreno e le radici migliorando la qualità del suolo. Senza dimenticare che l’impiego di fertilizzanti di origine naturale è essenziale per ottenere prodotti ortofrutticoli più sani e gustosi, privi di residui chimici dannosi. Le soluzioni biologiche sono particolarmente indicate per chi pratica agricoltura biologica, ma sono altrettanto utili per i giardinieri domestici che desiderano un approccio più naturale alla cura delle piante.
Perché usare i concimi biologici
L’uso di concimi biologici offre numerosi benefici rispetto ai fertilizzanti chimici:
migliorano la qualità del suolo: i fertilizzanti naturali arricchiscono il terreno di sostanza organica, migliorandone la struttura e favorendo la ritenzione idrica;
aumentano la biodiversità del suolo: promuovono lo sviluppo di microrganismi utili, come batteri e funghi benefici, che aiutano le piante ad assorbire meglio i nutrienti;
rilascio graduale dei nutrienti: mentre i concimi chimici sono efficaci nell’immediato, i fertilizzanti biologici granulari rilasciano le sostanze nutritive in modo progressivo;
riduzione del rischio di inquinamento: non contengono sostanze chimiche che possono disperdersi nei terreni, nelle acque sotterranee o nei corsi d’acqua;
minore rischio di sovradosaggio: l’uso eccessivo di concimi chimici può bruciare le radici delle piante, mentre i fertilizzanti biologici sono generalmente più delicati e provocano danni limitati in caso di sovraddosaggio;
migliore sapore e qualità dei prodotti agricoli: frutta e ortaggi coltivati con concimi...
Un buon motivo per coltivare la Stipa tenuissima in giardino è la sua bassissima manutenzione che la rende la pianta perfetta per decorare gli spazi verdi delle seconde case. Molte piante graminacee, come la Stipa tenuissima, il Pennisetumo il Miscanthus sinensis, vengono usate dagli architetti del verde per decorare il verde pubblico, le bordure, le aiuole e i giardini rocciosi ma con bassi costi di irrigazione e manutenzione.
Inoltre la Stipa tenuissima è molto apprezzata anche per il valore estetico, grazie alle sue spighe sottili e argentee che ondeggiano al minimo soffio di vento, creando un'atmosfera magica nel giardino. Il secondo nome tenuissima deriva proprio dalla delicatezza delle sue fronde.
La Stipa tenuissima è una pianta perenne decidua e sviluppa ciuffi di foglie da aprile fino a ottobre e produce delle appariscenti infiorescenze in piena estate. Sono pannocchie piumose lunghe circa 30 cm, inizialmente bianche e in seguito color crema.
Oltre alla Stipa tenuissima nei vivai possiamo trovare facilmente anche altre varietà di questa pianta. Come la Stipa gigantea che può superare i 2,5 metri in altezza, la Stipa ichu che produce morbide pannocchie in estate e raggiunge un’altezza di 1 metro, oppure la Stipa arundinacea con foglie verdi striate di rosso.
Ci sono tanti buoni motivi per coltivare la Beaucarnea guatemalensis, a partire dalla sua alta resistenza alla siccità e la bassa manutenzione.
Le Beucarnee sono un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Asparagacee e comprende diverse specie originarie dell’America centrale. In natura possono diventare alberi alti fino a 10 metri, ma noi le conosciamo come piante d’appartamento. La più nota è la Beaucarnea recurvata, nota anche come Nolinao pianta mangia-fumo. La Beaucarnea guatemalensis è simile ma ha un aspetto più elegante grazie alle sue foglie molto lunghe e sottili che ricadono verso il basso. Inoltre ha una maggiore resistenza alle basse temperature rispetto ad altre Beucarnee.
Anche la Beaucarnea guatemalensis è caratterizzata da un tronco rigido con una forma simile a un fiasco. La parte carnosa del tronco rappresenta una sorta di riserva d’acqua: l’evoluzione ha permesso ha sviluppato nella Beaucarnea la capacità di trattenere e conservare liquidi e di utilizzarli in caso di siccità prolungata. Un’abilità che gli ha permesso di sopravvivere anche in clima “difficili”.
Il ruolo decorativo è lasciato alle lunghe foglie lanceolate di colore verde brillante. Possono raggiungere fino a 80 cm di lunghezza e ricadono elegantemente sulla pianta.
Possiamo coltivare le Rape anche se non abitiamo nei paesi nordici, di cui sono un tipico ortaggio prescelto proprio per la loro estrema resistenza al clima rigido. Possiamo perciò arricchire il nostro orto invernale con questo vegetale che si presta a essere consumato in molti modi nella nostra cucina.
Un vantaggio certo della coltivazione della Rapa (Brassica Rapa) è la richiesta di cure minimali; inoltre è completamente edibile, dalle foglie alla radice.
Dove coltivare le Rape
Scegliamo nel nostro orto una posizione ben soleggiata, oppure anche in mezz’ombra purchè riceva molta luce.
In alcune varietà, le piante adulte possono tollerare fino a 0/-5°C ma non amano le gelate più intense o prolungate per molti giorni.
La semina si effettua però quando le temperature minime sono saldamente superiori ai 15°C. A seconda della zona climatica, la semina può avvenire in diversi periodi dell’anno. Non amano neanche il caldo eccessivo: generalmente si effettua in primavera o in autunno. La semina autunnale si effettua in modo scalare dal termine del caldo estivo fino a ottobre per ottenere raccolti da ottobre a gennaio. Nelle zone con inverni rigidi, meglio puntare su varietà precoci, per essere certi della maturazione prima delle gelate.
In presenza di gelate o temperature vicino alla zero, meglio proteggere le Rape con telo traspirante di tessuto-non-tessuto o una serra ad arco.
Attenzione però alle varietà. Alcune hanno esigenze differenti: per esempio la Rapa bianca Lodigiana, si semina in marzo-aprile per raccolti verso maggio.
Possiamo coltivare il Clerodendrum thomsoniae per gratificare i nostri sensi con la bellezza e il profumo dei suoi fiori bianchi e rossi che durano sulla pianta da aprile fino a ottobre.
Anche noto come Clerodendro, è un arbusto sempreverde rampicante appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. È un parente del Clerodendrum trichotomum, apprezzato per le bacche di colore blu metallizzato.
Dove coltivare il Clerodendrum thomsoniae
Non tollera il freddo sotto i 10°C e la temperatura ideale di coltivazione è compresa tra 15°C e 30°C. Possiamo quindi coltivarlo in giardino soltanto nelle zone con clima invernale mite; altrimenti meglio la coltivazione in vaso, per spostare la pianta in un luogo protetto in inverno. Possiamo anche coltivarla in casa, a patto di scegliere un luogo illuminato, ma senza raggi solari diretti in estate.
Se abitiamo in aree climatiche con estati particolarmente calde, in cui si superano i 30°C, preferiamo una posizione semi-ombreggiata. Nel resto d’Italia meglio optare per una posizione esposta al sole per almeno 6 ore al giorno.
Se coltiviamo il Clerodendro in giardino, in inverno proteggiamo le radici con uno strato di pacciamatura e il fogliame con un velo traspirante di tessuto-non-tessuto (tnt).
Possiamo coltivare la Pteris argyraea per donare un tocco di colore anche gli angoli della casa poco illuminati. Si tratta infatti di una Felce sempreverde, facile da coltivare e capace di arredare con eleganza.
Appartiene al genere di piante della famiglia delle Pteridaceae e comprende più di 300 specie di esemplari differenti. Sono Felci, ma alcune varietà, come la Pteris argyraea o la Pteris cretica, hanno foglie variegate che si prestano molto bene come piante d’appartamento, dove sono facilmente collocabili anche in mezz’ombra.
Molto apprezzata per le lunghe foglie di colore verde chiaro e con i bordi più scuri, la Pteris produce fronde ricche di foglie di diversa altezza e gli esemplari adulti hanno una bellezza statuaria.
Un aspetto forse poco noto è che alcune specie di Pteris sono scelte per bonificare i terreni inquinati da metalli pesanti. Sono definite iperaccumulatori, cioè piante che hanno la capacità di germogliare su suoli inquinati e di accumulare quantità di un determinato metallo molto maggiori rispetto alla norma. Si contano più di 400 specie conosciute come iperaccumulatori: alberi, arbusti o piante erbacee, catalogate in base al tipo di sostanza che riescono ad assorbire cioè monossido di carbonio (Co), Rame (Cu), Nichel (Ni), ecc.
Dove coltivare la Pteris argyraea
Cerchiamo di mantenere una temperatura che sia compresa tra i 18°C e i 25°C, tipica delle nostre case, e collochiamo la Pteris possibilmente in una stanza luminosa ma senza esporla ai raggi solari diretti. Così come non tollera il freddo sotto i 10°C, altrettanto non sopporta il sole diretto. Proteggiamola inoltre da eventuali fonti di calore dirette e dagli spifferi invernali...
Un buon motivo per coltivare la Ardisia crenata in casa sono le sue bacche molto particolari, simili a tante piccole palline di corallo, che riempiono la pianta in inverno.
Viene dalle zone tropicali dell’Asia e del centro America e teme il freddo sotto i 10°C: è una perfetta pianta d’appartamento che ci donerà delle belle fioriture bianche a forma di stella verso giugno. In seguito si trasformeranno in bacche lucide di colore rosso vivo, che rimarranno sulla pianta per tutto l’inverno. Ci sono anche varietà con bacche bianche.
Le foglie sono di colore verde scuro e appaiono lucide e coriacee.
Possiamo coltivare la Ajuga reptans non solo per il colore blu che la contraddistingue e dona un senso di pace e tranquillità, ma anche per il suo portamento tappezzante con rapida espansione.
Molti garden designer sfruttano queste caratteristiche della Ajuga reptans: cresce rapidamente e ha la capacità di formare stoloni che radicano facilmente. Il suo fogliame decorativo forma un “tappeto” denso e a bassa manutenzione: oltre all’aspetto decorativo, è utile prevenire l'erosione del suolo e limitare la crescita di erbacce.
Nei grandi giardini può sostituire il tradizionale tappeto erboso, in aree in cui si desidera una minore manutenzione e non è previsto un calpestio intenso. Per esempio nei terreni scoscesi. Inoltre cresce bene anche in zone ombreggiate, dove l’erba spesso stenta.
Avere un terrazzo fiorito in inverno non è così difficile perché la natura ci offre molti spunti, anche se si tratta di una stagione di riposo per molte piante. Anche in inverno possiamo circondarci di profumi e colori nonostante la minore biodiversità stagionale, puntando su una selezione di specie che sfidano il gelo con le loro fioriture, nonostante le basse temperature, la scarsità di insetti impollinatori e la ridotta quantità di luce solare a causa delle giornate più corte e la minore intensità dei raggi.
Terrazzo fiorito in inverno con le piante da bulbo