Coltivare la Calla in vaso è molto facile ed è consigliabile se abitate in una zona con clima rigido in inverno. Con il nome generico Calla si identificano una serie di piante del genere Zantedeschia, della famiglia delle Aracee, con fiori di colori differenti. La Zantedeschia si contraddistingue anche per il fiore: quello bianco in realtà non è l’infiorescenza ma una foglia modificata, chiamata spata, che avvolge il vero fiore, chiamato spadice.
La varietà più conosciuta in Italia è senza dubbio la Zantedeschia aethiopica, caratterizzata da una spata bianca con spadice giallo.
Originaria dell’Africa, la Calla è da tempo diffusa in Europa e il nome con cui è comunemente conosciuta la descrive con il simbolo dell’eleganza per eccellenza. Deriva infatti dal greco kalos, che significa “bello”.
Germoglia da rizomi, reti di radici come quelle dei bambù, che formano dei cespugli di steli alti fino a un metro di altezza. Le diverse specie di Calla possono essere con fioritura precoce o tardiva; la Calla comune fiorisce da febbraio a maggio.
COLTIVARE LA CALLA: ATTENZIONE A SOLE E GELO
La Calla può essere coltivata agevolmente sia in giardino sia in un vaso. Tenete però conto che sopporta temperature troppo basse in inverno: la coltivazione in vaso quindi ci permetterà di spostare la pianta in un luogo riparato quando la temperatura va sottozero.
Conoscere il ciclo vitale della Farfalla Cavolaia è importante, per poter intervenire tempestivamente e limitare i danni. Una delle minacce più conosciute per le nostre piante a foglie larghe e più temute nei campi in cui si coltivano piante come Cavoli, Verze, Bietole e Spinaci sono le Farfalle Cavolaie e in particolare i loro bruchi, che si nutrono delle foglie di queste piante.
IL CICLO VITALE DELLA FARFALLA CAVOLAIA
La Farfalla Cavolaia, meglio conosciuta con il nome scientifico di Pieris brassicae, si vede comunemente in forma di bruco, con il corpo giallo punteggiato da macchie nere, o nella forma adulta, una farfalla riconoscibile per le due grandi ali bianche che possono arrivare a 60 mm di estensione. Si possono riconoscere anche le uova che vengono deposte in primavera: piccoli pallini gialli che si possono trovare sul lato inferiore delle foglie delle piante.
Le uova si schiudono in due settimane e i bruchi cominciano a nutrirsi del fusto e delle foglie giovani provocando gravi danni alle piante che vengono attaccate. Agendo in gruppi numerosi, le larve della Farfalla Cavolaia possono comprometterne la crescita delle piante nelle prime fasi vitali e rovinare interi raccolti. Erodono le foglia, arrivando a distruggerne ampie porzioni.
Coltivare le Primule è un bel modo per anticipare l’arrivo della primavera, visto che sono tra le prime piante a regalarci fiori colorati. La Primula è una delle piante più tipiche del sottobosco. Il suo nome deriva dal termine latino primus, proprio a indicare che è uno dei primi fiori a sbocciare subito dopo la fine dell’inverno.
La varietà più comune è conosciuta per i suoi fiori dai grandi petali di un color giallo pallido, che da marzo crescono i gruppi formando delle nuvole tenui ai piedi degli alberi. Con il tempo, però, le ibridazioni scoperte dall’uomo ci hanno messo a disposizione tanti tipi di fiori e di colori diversi, molto vivaci, che spesso coltiviamo per abbellire i terrazzi dei nostri appartamenti oltre agli angoli dei nostri giardini.
La Primula viene anche usata spesso come pianta commestibile: i fiori vengono usati per abbellire e dare un sapore in più a delle pietanze raffinate e se seccati, possono essere usati per un infuso.
COME COLTIVARE LE PRIMULE
Considerata una pianta perenne per la sua resistenza al freddo, la...
Coltivare la Mandevilla in vaso è una soluzione per avere un bel rampicante fiorito sul terrazzo. La Mandevilla, conosciuta anche come Dipladenia o Sundevilla, è una delle piante più usate per decorare i nostri terrazzi, per i colori vivi dei suoi fiori e per la facilità con cui viene coltivata. Originaria del sud America ma ormai ampiamente conosciuta anche in Europa, abbellisce i terrazzi delle nostre case con fiori a forma di campanula che possono variare tra il bianco, il rosa, il rosso e il violetto e che, sbocciati a maggio, durano fino ad ottobre.
Conviene coltivarla in vaso, perché non ama l’esposizione al freddo intenso e in inverno va tenuta al riparo dal vento.
Non è difficile coltivare la Acacia Dealbata, cioè quella pianta che tutti noi chiamiamo più comunemente Mimosa. E visto che oggi è la Festa della Donna, perché accontentarci di un piccolo ramo quando possiamo coltivare questa bellissima pianta in giardino o in vaso sul terrazzo?
COLTIVARE LA ACACIA DEALBATA: ECCO PERCHE’ NON PUO’ MANCARE NEL VOSTRO GIARDINO
La Acacia dealbata è un grazioso alberello di origine australiana, portato in Europa intorno al 1800 per la bellezza della sua fioritura precoce. Successivamente si è diffusa e naturalizzata in tutti gli ambienti mediterranei della nostra penisola, dalla Sicilia fino alle falde delle Alpi Marittime.
È una specie arborea, talvolta anche arbustiva per la capacità di emettere polloni basali, che nelle zone di origine può arrivare oltre i 20 metri, ma che da noi raramente supera i 10-15 metri di altezza.
È una pianta sempreverde, con una chioma naturalmente globosa, costituita da foglie bipennate con colori che vanno dal verde scuro fino a tinte più chiare.
I fiori compaiono in questo periodo, da febbraio fino a inizio primavera, sono molto delicati e riuniti in panicoli lunghi 8-10 cm. Il singolo fiore ha la forma di una pallina del diametro di pochi millimetro, di colore giallo acceso ed è molto profumato. Le infiorescenze sono così numerose che la pianta, in piena fioritura, assume l’aspetto di un palloncino giallo.
La fioritura si protrae per due o tre settimane al massimo, ma è talmente spettacolare e soprattutto così annunciatrice di primavera che non potete non averla in giardino.
DA SOLA, IN GRUPPO O IN VASO SUL TERRAZZO
In Italia la Acacia dealbata è presente anche allo stato spontaneo in tutte le aree dove vive bene l’Olivo, quindi con...
In un piccolo orto come sul terrazzo di un appartamento, coltivare le Zucchine è alla portata di tutti: a forma di cilindro, tonde, a forma di clava, con colori dal verde bottiglia, al verde chiaro, lisce e uniformi oppure striate o chiazzate di macchioline chiare, ogni specie di Zucchina offre diversi spunti al gusto di chi vuole piantarla.
Hanno un ciclo vitale molto veloce: due mesi dopo la semina i fiori gialli cominciano a risplendere al centro delle grandi foglie verde chiaro, e già i maschi possono essere raccolti per venire fritti in pastella e diventare un piatto appetitoso. Verso la fine dell’estate, sotto i boccioli appassiti crescono invece i frutti, dolci e succosi, che le piante offrono generosi fino all’autunno.
COLTIVARE LE ZUCCHINE: TANTO SPAZIO, CONCIME E ACQUA
La Zucchina va seminata o trapiantata in aprile, in un ambiente molto assolato con un terreno fertile, ricco di nutrienti che per questo va abbondantemente concimato con un prodotto organico al momento...
Possiamo coltivare la Kniphofia anzitutto per il suo aspetto particolare, da pianta tropicale per eccellenza, ma può sorprendere per la sua adattabilità come pianta da giardino. Originaria dell’Africa centro-orientale e meridionale, è una pianta erbacea della famiglia delle Liliacee. È facilmente riconoscibile per le sue pannocchie di fiori tubolari, che compaiono tra giugno e settembre sui lunghi fusti della pianta. I colori dei fiori variano a seconda della specie; molto pittoreschi quelli della Kniphofia flamenco, che variano dal giallo all’arancio. In altre specie, i colori variano dal viola, al rosa salmone, al bianco.
Il fusto fiorito della Kniphofia può raggiungere un’altezza tra gli 80 e i 120 cm.
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Eliminare la Cocciniglia dalle Orchidee è importante poichè questo parassita può portare alla morte della pianta. Il termine Orchidee è generico e in realtà si riferisce a molte specie, di cui esistono migliaia di ibridi, come la Phalaenopsis(la più diffusa), il Cymbidium, il Dendrobrium, la Cattleyao l’Oncidium.
ELIMINARE LA COCCINIGLIA DALLE ORCHIDEE: 7 CONSIGLI PER LA PREVENZIONE
Nella maggior parte dei casi la presenza di malattie sulle Orchidee è legata a una cattiva cura. Possiamo sintetizzare 7 regole fondamentali:
non provocare ferite alla pianta
evitare che la parte aerea della pianta rimanga bagnata a lungo
non inumidire la pianta nelle ore più calde
utilizzare umidificatori ambientali se necessario
favorire una buona ventilazione
eliminare prontamente tutte le parti del substrato, frammenti di corteccia o altro, che risultino ammuffite o marcite
le malattie possono passare da una pianta all’altra anche attraverso gli attrezzi che usiamo. Sterilizzare sempre le forbici prima di usarle su una pianta.
Coltivare le piante aromatiche sul terrazzo è facile: grazie alle loro dimensioni ridotte sono perfette anche per il terrazzo. Le erbe aromatiche sono tra le piante commestibili più tipiche del nostro Mediterraneo e più coltivate per dare un tocco di verde sui terrazzi delle nostre città. Alcune, come la Menta e la Citronella, possono essere coltivate anche per respingere l’assalto degli insetti molesti d’estate.
Le erbe aromatiche variano da specie a specie per caratteristiche diverse. Alcune di esse, come il Basilicoo il Prezzemolo, hanno un ciclo vitale annuale e devono essere seminate nuovamente l’anno successivo; altre, come la salvia e il rosmarino, sono perenni. Piantando specie diverse sul proprio balcone, quindi, è possibile sfruttarne le virtù un po’ in tutti i periodi dell’anno.
PIANTE AROMATICHE PER IL TERRAZZO: QUALI SCEGLIERE
Molte erbe aromatiche, come il Timo, il Rosmarino, la Maggiorana e il Dragoncello, hanno bisogno di ambienti molto soleggiati per crescere bene; altre invece, come la Menta, il Cerfoglio, la Melissa e il Prezzemolo...