Il suo nome significa Fiore della Passione, dal latino passio=passione e flos=fiore, e in effetti il fiore della Passiflora con la sua geometrica e complicata perfezione, sembra uscito da un disegno di Escher: chi coltiva questo rampicante sempreverde lo fa soprattutto per le strepitose e ripetute fioriture, più che per la pianta in sè, abbastanza filiforme, o per le foglie palmate verde smeraldo. Esistono svariati tipi di Passiflora con una varietà di fiori differenti, uno più strano dell'altro!
La Passiflora è perfetta per ricoprire archi, spalliere e pergolati, ma viene utilizzata anche come siepe di confine. I rami, lianiformi, si allungano rapidamente su cancellate e grigliati, grazie a dei viticci "a molla" molto particolari. Ogni ramo produce svariati fiori durante la stagione.
PASSIFLORA: COME SI CURA
La Passiflora ama il clima mite, le posizioni soleggiate e riparate dai venti freddi. Sopporta bene il caldo e il freddo (fino a -5°C) e se la parte aerea viene danneggiata dal gelo, rinasce dalla base. Essendo una pianta rampicante ha ovviamente necessità di una ringhiera, di una spalliera o di un supporto sul quale ancorarsi.
Essendo esposta al sole, in primavera e soprattutto in estate richiede annaffiature abbondanti, molto utili per sviluppare una ricca vegetazione. Per migliorare la fioritura, specialmente per le piante coltivate in vaso, è un importante una concimazione da marzo a ottobre, con un concime liquido per piante fiorite da diluire nell'acqua per irrigazione ogni 15 giorni. All'inizio della privamera, si tagliano i tralci colpiti dal gelo e si accorciano di un terzo i rami principali, senza toccare i getti corti e sottili da cui nasceranno i nuovi fiori. Al termine della potatura, possiamo distribuire al piede del fusto una modesta quantità di stallatico o di concime organico in granuli a lenta cessione: servirà per aiutare la pianta nel "risveglio" primaverile.