Potare le Rose in autunno è uno dei segreti per ottenere una pianta sana e rigogliosa. Attenzione però al periodo: una potatura sbagliata infatti, non solo comprometterà la salute della pianta ma potrebbe rovinare la fioritura e il numero di boccioli.
Il periodo ideale per la potatura della Rosa è in autunno, oppure alla fine dell’inverno, quando la pianta è ancora in riposo vegetativo.
La regola fondamentale per un’ottima potatura è quella di dotarsi di forbici cesoie adatte, sterilizzate e ben affilate. Oltre alle cesoie, saranno fondamentali anche i giusti guanti, resistenti alle spine delle rose.
POTARE LE ROSE IN AUTUNNO: COME INTERVENIRE
La potatura viene effettuata per dar forma alle piante cespugliose, rinvigorirle e lasciare maggior spazio ai rami che porteranno i fiori. La fase iniziale sarà dunque quella in cui si asportano i rami morti, secchi, danneggiati e tutte le parti malate della pianta. Il taglio, deve essere effettuato netto, appena sopra un germoglio, con un’inclinatura di 45°. Molto importante, è l’operazione di sfoltimento della parte centrale della pianta, per portare aria e luce anche alle foglie interne ed eliminare i rami in eccesso che rovinano la forma della Rosa.
Solitamente le Rose fioriscono sui rami nuovi, quindi è importante non recidere le gemme che daranno vita ai nuovi getti.
Un’altra operazione da effettuare è quella di eliminare alla radice i polloni che crescono dal portainnesto.
Coltivare la Rudbeckia è facile e offre bellissime fioriture. La Rudbeckia è una pianta perenne originaria dell’America del nord. Essendo caratterizzata da dimensioni importanti, viene coltivata prevalentemente in giardino nelle più comuni varietà Hirta e Bilobata.
Esistono diverse varietà di Rudbeckia, diverse per dimensioni e colori. I fiori possono essere rossi o arancioni, screziati o bicolori, mentre esistono piccole varietà che misurano intorno ai 20 cm, adatte alla coltivazione in vaso.
Questo cespuglio, composto da foglie verdi disposte a spirale, in estate e in autunno si riempie di fiori simili a margherite gialle. Estremamente decorative, queste piante creano macchie di colore e fiori che durano per lungo tempo sulla pianta e per questo motivo sono sempre più diffuse anche in Europa.
COLTIVARE LA RUDBECKIA: UNA PIANTA CON POCHE ESIGENZE
Sono piante selvatiche, rustiche che non richiedono particolari cure se coltivate all’aperto. Amano la luce ma preferiscono posizioni in mezz’ombra al riparo dai venti...
Per coltivare il Coleus dobbiamo considerare che si tratta di una pianta originaria dell’Asia e dell’Africa, coltivata solitamente come annuale, poiché non sopravvive al disotto dei 10°C.
Nelle zone più fredde viene utilizzata soprattutto come pianta da interni, ma in presenza di inverni miti la si può impiegare anche in aiuole o bordure.
Il Coleus presenta un portamento cespuglioso e arriva a misurare fino a 50 cm. Le sue foglie, variano da specie a specie per forma, grandezza e colore; possiamo trovarne di cuoriformi, ovali, dai margini dentellati, oppure bicolori, nei toni del rosso, giallo, verde e bianco.
Il Coleus, caratterizzato da foglie ornamentali colorate, vanta più di 150 specie diverse. Tra queste ricordiamo la Coleus blumei, la più diffusa, con foglie verdi, ovali, dai margini dentellati e screziate di rosso. Degna di nota è anche la Coleus thyrsoides, dalle foglie cuoriformi e una fioritura invernale di color azzurro. Differisce per dimensioni la Coleus verschaffeltii, che supera il metro e porta foglie coperte di peluria, dai margini dentellati e di colore rosso.
Coltivare il Girasole è facile poiché è una pianta versatile, annuale, utilizzata sia per scopi alimentari sia ornamentali. Raggiunge l’altezza media di tre metri se coltivata in piena terra, ma può essere seminata anche in vaso nelle varietà nane. Originario del Sud America è famoso per la sua bellissima inflorescenza, caratterizzata da una corolla marrone e da una trentina di grossi petali gialli o arancioni.
Il Girasole è anche famoso perché è una pianta eliotropica, cioè orienta sempre il suo fiore nella direzione del sole. Altra particolarità del Girasole è quella di attrarre insetti e uccellini, che vanno ghiotti dei suoi semi.
Coltivare la Cosmea (Cosmos bipinnatus) è una bella soluzione per creare cespugli fioriti. Si tratta di una pianta ornamentale originaria delle Americhe, ma viene coltivata ormai in tutto il mondo. Vanta oltre 30 specie, spesso coltivate come annuali, dal portamento cespuglioso formato da piccole foglie verdi e grandi fiori dal centro giallo e petali di diversi colori.
I fiori a forma di margherita, vanno dal bianco al giallo, passando per il rosa e il rosso acceso, a seconda della varietà.
A causa delle grandi dimensioni del cespuglio è spesso utilizzata per arredare giardini con la sua fioritura da giugno a ottobre. Possiamo coltivare la Cosmea anche in vasi ampi e profondi, in terriccio ben drenato, misto a sabbia.
Eliminare le Cocciniglie dalle piante grasse è importante, poiché questo parassita che colpisce molte piante non disdegna neanche le cactacee. Possiamo facilmente individuare le infestazioni grazie alla presenza di fiocchi cerosi o scudetti, sotto i quali la Cocciniglia trova protezione. Di solito sono bianche ma esistono specie più scure e anche con scudi semirigidi.
Le Cocciniglie pungono la pianta per succhiarne la linfa e il cactus tenede a sviluppare ipertrofie fino al completo deperimento.
La lotta alla Cimice asiatica (Halyomorpha halys) è importante poiché si tratta di un insetto originario dell’Estremo Oriente di recente introduzione in Italia. Il primo esemplare è stato notato in provincia di Modena nel 2012. Purtroppo ha un’elevata capacità riproduttiva (ogni adulto depone dalle 250 alle 450 uova) e una spiccata resistenza ai rigori invernali. In Italia è in grado di compiere due generazioni che tendono a sovrapporsi: tant’è vero che già da un paio d’anni assistiamo in molte zone d’Italia e una vera e propria invasione.
LOTTA ALLA CIMICE ASIATICA: I DANNI PROVOCATI
La presenza si nota da maggio all’interno delle aree verdi, siepi in particolare, e in seguito nei frutteti di pesco e albicocco e poi nei pereti e meleti. In pratica segue la maturazione dei frutti, di cui è altamente attratto. Ci sono state recenti segnalazioni anche su colture erbacee di mais e soia.
A causa della sua elevata polifagia, attacca anche le piante ornamentali e forestali, che diventano un serbatoio per le successive infestazioni delle colture agricole.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA
In caso di infestazioni possiamo utilizzare un insetticida sistemico, cioè un prodotto che penetra velocemente nella pianta e si diffonde nella vegetazione proteggendo anche quella che si svilupperà dopo il trattamento. Rimane quindi attivo anche in caso di pioggia.
Si tratta di un insetticida selettivo e non interferisce negativamente sulle popolazioni di insetti utili e impollinatori, tanto che può essere applicato anche in prefioritura. L’uso è anche ammesso per molte colture orticole e piante da frutto.
Coltivare l’Anemone è facile e alla portata di tutti. Si tratta di una pianta erbacea appartenente al genere delle Ranuncolacee, solitamente perenne, presente anche spontaneamente nei nostri boschi. L’Anemone viene coltivato in giardini e terrazzi come pianta ornamentale, grazie alla bellezza e della durata della sua fioritura.
I fiori, formati da sepali (foglie modificate che fanno parte del calice) e da numerosi pistilli, si possono trovare ormai di tutti i colori e dimensioni, a seconda della varietà che si sceglie di coltivare. L’Anemone nemorosa per esempio produce fiori piccoli, solitamente bianchi o rosa, mentre l’Anemone ranunculoides, è caratterizzato da numerosi fiorellini gialli.
Anche i periodi di fioritura possono variare: per esempio l'Anemone hupehensis, dalla fioritura abbondante con corolle di grosse dimensioni, fiorisce in autunno-inverno. Fiorisce invece in primavera l’Anemone coronaria, una delle specie più coltivate grazie ai suoi bellissimi fiori variopinti, utilizzati spesso come fiori recisi in mazzi e composizioni.
Eliminare il Mal bianco della Vite o Oidio è importante, poichè si tratta di una malattia fungina che colpisce sia le foglie sia i frutti, ricoprendoli di una muffa bianco-grigiastra. Gli acini d’uva, a seguito dell’infestazione si spaccano e i tessuti soffocati dalle muffe si necrotizzano, portando all’arresto della crescita e alla defogliazione della pianta.
Diffuso in tutta Italia, l’Oidio può danneggiare il raccolto in quantità e gusto, causando danni su frutti, foglie e fiori. I danni causati dal Mal bianco rendono la pianta debole e quindi più soggetta ad ammalarsi o a soffrire di attacchi parassitari.
Questo fungo si propaga velocemente in qualsiasi clima sopravvivendo a temperature rigide, anche se tende a ricomparire in periodi abbastanza umidi come primavera e estate.
ELIMINARE IL MAL BIANCO DELLA VITE: MEGLIO INTERVENIRE ALLA PRIMA COMPARSA
A causa della veloce espansione del Mal bianco, si consiglia di intervenire preventivamente o alla primissima comparsa dei sintomi con un fungicida antioidico. Si tratta di un agrofarmaco ed è quindi importante leggere e attenersi alle indicazioni d'uso riportate sulla confezione. Così vanno rispettati i tempi di carenza.
I trattamenti andranno ripetuti 2-3 volte a distanza di 7 giorni, mentre a scopo preventivo si consiglia di controllare periodicamente il vigneto, effettuando le dovute potature: arieggiando maggiormente la pianta si riduce l’umidità atmosferica e il rischio di malattie fungine.