Rinvasare le piante è un intervento fondamentale per la corretta crescita delle piante. Ma perché è così importante e qual è il modo più corretto di procedere?

RINVASARE LE PIANTE: PERCHE’

Mentre le piante coltivate in giardino possono estendere le loro radici in modo naturale e libero nel terreno alla ricerca delle sostanze nutritive e dell’umidità, quelle coltivate in vaso trovano l’ostacolo della parete del contenitore. Perciò, una volta raggiunta la parete del vaso, tendono a ruotare avvolgendo il pane di terra. In alcuni casi possono anche fuoriuscire dal terreno. Il primo motivo, quindi, è di offrire alle radici uno spazio maggiore che possa permettere il loro sviluppo armonico.

Inoltre le sostanze nutritive contenute all’interno del terriccio, essendo limitate, tendono ad esaurirsi nel corso del tempo e il substrato di coltivazione diventa sempre più sterile e inadatto alla corretta crescita della pianta. Ciò avviene anche se concimiamo regolarmente le piante: oltre alle capacità nutritive infatti i substrati di coltivazione hanno anche caratteristiche fisiche (come la porosità) utili alla corretta crescita della pianta, che possono venire meno con il passare del tempo.

COME SCEGLIERE IL NUOVO VASO

Il nuovo vaso dovrebbe avere un diametro di 4-5 cm maggiore rispetto al precedente. Possiamo quindi passare da un vaso di 16-18 cm di diametro a uno da 24-25 cm, per poi passare a 30-33 cm e a 40-45 cm.

Rinvasare una piantina in un contenitore molto grande, pensando magari di risparmiarsi il tempo dei rinvasi periodici, è un errore. Un eccesso di terriccio infatti può trattenere l’acqua non utilizzata dalla pianta, provocando asfissia radicale e marciumi.

QUANDO SI RINVASA

Normalmente si effettua il rinvaso ogni 2 anni o quando la pianta ne manifesta la necessità, cioè quando le radici escono dai buchini sotto il vaso. Ma è bene informarsi delle reali esigenze delle singole specie di piante: quelle che hanno un lento sviluppo radicale, come per esempio le piante grasse, possono essere rinvasate con intervalli più lunghi.

Il primo rinvaso va effettuato quando acquistiamo la piantina: normalmente i vasi di coltivazione utilizzati nei vivai o nei garden center sono ridotti ed è bene offrire alla pianta un vaso delle dimensioni adatte per stimolarne la crescita. Non fatelo però subito: il “trasloco” potrebbe causare uno stress alla pianta ed è sempre bene lasciar passare qualche giorno prima di rinvasarla, in modo che la piantina si adatti alla nuova collocazione che avrete scelto per lei.

Il periodo migliore per effettuare i rinvasi periodici è la fine dell’autunno o l’inizio della primavera. Le piante a foglia caduca possono essere rinvasate in autunno, quando hanno finito il loro ciclo di sviluppo e hanno perso le foglie: la pianta entra in riposo vegetativo (la cosiddetta dormienza) ed è meno soggetta a stress. Inoltre avrà il tempo di adattarsi al nuovo vaso e terriccio in vista dello sviluppo in primavera.

Ma in generale non ci sono grandi differenze tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera: è sicuramente sconsigliato rinvasare la pianta nel pieno della sua attività vegetativa, così come vanno evitati i periodi troppo caldi (estate) o troppo freddi (inverno).

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COME FARE

Maneggiate la pianta in modo delicato ed evitate di strappare le radici. Afferrate la pianta per il colletto, cioè la base del tronco, e inclinate il vaso: se il vaso è in plastica potrete facilmente premete lungo le pareti in modo da favorire il distacco della terra, se invece il vaso è in terracotta o ceramica date dei leggeri colpi al vaso. Tirate la pianta e cercate di estrarla delicatamente.

Preparate il nuovo vaso sistemando sul fondo uno strato di biglie di argilla espansa oppure dei pezzi di coccio rotti oppure sassi o ghiaia a grana grossa: servirà per favorire il drenaggio dell’acqua ed evitare ristagni che potrebbero favorire marciumi radicali e malattie fungine. Sopra lo strato drenante, distribuite un po’ di terra in modo che le radici non entrino in diretto contatto con i materiali inerti.

Prima di inserire la pianta, cercate di togliere il  vecchio terriccio senza però strapparlo dalle radici poiché potreste danneggiarle: è sufficiente agitare delicatamente la pianta per far cadere il terriccio in eccesso. Lo scopo è di sostituire la maggior parte del vecchio terriccio.

A questo punto potrete posizionare la pianta al centro del vaso, mantenendola verticale, e aggiungere il nuovo terriccio per riempire gli spazi vuoti lungo tutta la circonferenza del vaso. Mentre inserite il terriccio, premete leggermente in modo da favorire il contatto con le radici ed evitare sacche d’aria.

Riempite il contenitore con la terra fino a circa 3 cm dal bordo del vaso, per evitare che l’acqua fuoriesca dall’alto quando la annaffieremo.

Una colta completato il rinvaso, irrighiamo il pane di terra per favorire l’assestamento del nuovo terriccio. Se dopo una settimana notate che il terriccio si è compattato ed è sceso sotto i 3 cm dal bordo del vaso, potrete aggiungere altro terriccio.

QUALE TERRICCIO?

Potete utilizzare un terriccio specifico per il rinvaso oppure un substrato specifico per la pianta, come per esempio i terricci per piante fiorite, per piante verdi oppure bio per gli ortaggi e le erbe aromatiche. Attenzione alle piante acidofile, poiché richiedono un substrato con un pH acido, come per esempio la Camelia, l’Azalea, l’Ortensia, la Mimosa, la Magnolia o la Gardenia. Attenzione anche alle piante grasse, che richiedono un substrato molto drenante e ricco di sabbia: è sempre meglio quindi optare per un terriccio specifico per piante grasse.

I terricci contengono già le sostanze nutritive per stimolare l’attecchimento e nutrire la pianta nelle prime settimane: in seguito dovremo prevedere l’inizio del ciclo di concimazione con fertilizzanti liquidi o a lenta cessione.

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