La lotta alle Cocciniglie impegna molti appassionati di giardinaggio poiché sono insetti molto diffusi e dannosi. Si alimentano succhiando la linfa dalla pianta e, a prescindere dagli organi che attaccano (foglie, rami, tronco, frutti o radici), provocano vistosi deperimenti. I danni si spingono fino alla perdita totale del raccolto o della pianta stessa. Praticamente nessuna pianta ornamentale o da frutto ne è indenne.
I danni sono in genere visibili a partire dalla tarda primavera, ma in quella fase l’invasione è in atto e l’unica via controllo è quella di utilizzare degli insetticidi sistemici. In autunno invece possiamo colpire le Cocciniglie nel momento in cui sono più esposte, anche con prodotti naturali e consentiti in agricoltura biologica.
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
Se consideriamo il ciclo biologico di molte Cocciniglie, scopriamo infatti che le neanidi, cioè le forme giovanili dell’insetto che daranno origine ai nuovi adulti e alla infestazione primaverile, sono già presenti e particolarmente vulnerabili in autunno.
In questo periodo infatti il trattamento oltre a raggiungere meglio l’insetto, in quanto la vegetazione che lo protegge è assente o assai minore, risulta molto più efficace in quanto le strutture di difesa del parassita non si sono ancora sviluppate o quasi assenti.
QUANDO TRATTARE
Specialmente nelle piante a foglia caduca, il momento ideale è quello compreso tra l’inizio e la fine caduta foglie (in genere ottobre/novembre): periodo in cui i ricoveri naturali dell’insetto come gli anfratti della corteccia sono più esposti e quindi facilmente raggiungibili dal trattamento.
Tutti noi possiamo produrre compost in giardino, seguendo l’antica pratica del compostaggio domestico dei rifiuti vegetali. Sia nella stagione vegetativa, sia in inverno considerando la potatura, il giardino produce una grande quantità di materiali organici. Tramite il compostaggio possono essere reimmessi nel ciclo naturale in modo vantaggioso per il terreno oltre che per il portafoglio.
In sostanza con il compostaggio riproduciamo in forma controllata e accelerata i processi naturali che trasformano la sostanza organica in humus.
PRODURRE IL COMPOST IN GIARDINO: QUALI MATERIALI COMPOSTARE
Tutti i rifiuti contenenti materiali organici di origine vegetale possono essere usati per fare compost: sfalci d’erba (esclusi i 2-3 tagli successivi all’applicazione di un erbicida), bucce di verdura, cimature di ortaggi e fiori, foglie secche, potature di legno, lettiere di conigli, piccioni e volatili.
Nel compostatore non vanno introdotti i rifiuti o sostanze non completamente biodegradabili o se contaminati da sostanze pericolose, tossiche o nocive. Attenzione inoltre a non utilizzare piante o parti di piante malate o marce in quanto propagheremo ulteriormente nel giardino l’infezione di cui sono affette. È inoltre controindicato aggiungere i residui di carne o di grasso.
Il prodotto che si ottiene è il compost verde che è un fertilizzante naturale ad alto contenuto in humus che migliora la qualità e la fertilità del suolo, rendendolo più soffice e leggero, in grado di trattenere maggiormente l’umidità e gli elementi fertilizzanti, rendendoli disponibili alle radici in modo graduale.
Coltivare i Cavoli è una attività che possiamo affrontare davvero tutto l’anno. Mentre l’arrivo dell’autunno e dei mesi freddi solitamente coincide con l’inizio del periodo di riposo vegetativo di molti tipi di piante, per il Cavolo inizia il momento ideale per la raccolta e la semina.
Abbiamo a disposizione una grande varietà di Cavoli (precoci, tardive, medio-tardive, ecc.), che ci permettono di coltivare questa pianta praticamente per tutto l’anno. Quelli da raccogliere in primavera si seminano a settembre-ottobre, quelli estivi da gennaio a maggio e quelli invernali da maggio a luglio. Possiamo anche anticipare i tempi di semina se utilizziamo un semenzaio da conservare in un ambiente protetto: dopo circa 40 giorni potremo trapiantare le piccole piantine nell’orto.
Va anche detto che spesso usiamo il termine Cavolo per indicare piante differenti, come il Cavolo Verza, il Cavolfiore(bianco e rosso), il Cavolfiore Romanesco con le sue forme geometriche incredibili, il Cavolo Cappuccio, il Cavolo Broccolo fino ai Cavoli nani di Bruxelles.
COME COLTIVARE I CAVOLI: ATTENZIONE ALLA CONCIMAZIONE
I Cavoli prediligono ambienti con temperature miti, né troppo caldi né troppo freddi. Possono crescere in ambienti riparati, sebbene prediligano l’esposizione al sole diretto. Amano ambienti umidi e sopportano molto poco la siccità.
L'attività di coltivare i Piselli è seguita da tempi remotissimi per i suoi piccoli legumi dal sapore dolciastro. Si tratta di una pianta che si contraddistingue per la facilità di coltivazione e la crescita rapida: non a caso è la pianta spesso scelta nelle scuole elementari per spiegare ai più piccoli come crescono le piante. È noto che lo stesso Mendel, padre della genetica, condusse i primi esperimenti per scoprire l’alternanza dei caratteri genetici nelle generazioni proprio osservando le variazioni nei fiori delle piante di Pisello.
Facile dire “Piselli”: in realtà possiamo scegliere tra centinaia di varietà diverse tra le loro per le dimensioni, tra rampicanti, nane e semi-nane, o per la forma dei semi, lisci o rugosi. Il Pisello nano cresce fino a 40 cm mentre quello tradizionale fino a 2 metri.
COLTIVARE I PISELLI: ATTENZIONE AI RISTAGNI
Il periodo ideale per coltivare i Piselli può variare a seconda della parte d’Italia in cui ci troviamo: nel Mezzogiorno è possibile seminare i Piselli...
L’autunno è il momento giusto per coltivare le Cipolle, che saranno pronte da portare in tavola verso marzo-aprile.
La Cipolla è uno degli ortaggi poveri alla base della cucina mediterranea ed europea fin dai tempi più antichi ed è a tutt’oggi amata. Sia sulle nostre tavole, sia dai contadini perché è una pianta rustica, adattabile e semplice da coltivare. Inoltre, tra le diverse varietà di Cipolla esistenti, alcune cultivar si possono piantare all’inizio della primavera per raccoglierle in estate, altre invece vanno piantate in autunno per garantire raccolti dall’inizio della primavera, così da poterci permettere di godere dei bulbi delle cipolle per buona parte dell’anno.
Tra le varietà di Cipolla che è possibile coltivare in autunno possiamo trovare la cipolla rosata Savonese, le cipolle rossa e bianca di Lucca e le famose cipolle di Tropea.
COLTIVARE LE CIPOLLE: PARTIAMO DA SEME, BULBO O PIANTINA?
Potendo crescere nei mesi invernali, le Cipolle hanno un’ottima tolleranza al freddo, ma prediligono gli ambienti soleggiati e i climi temperati, né troppo caldi né troppo freddi, e odiano venti gelidi e bruschi cambi di clima.
La Cipolla si coltiva nell’orto e non in vaso poiché ha bisogno di molto spazio.
Abbiamo tre possibilità di scelta per la coltivazione: partendo dal seme, interrando il bulbo (detto bulbillo) oppure trapiantando delle piantine già cresciute acquistate in un centro giardinaggio.
Coltivare un orto nei mesi freddi è possibile. Naturalmente con qualche piccolo accorgimento nella scelta degli ortaggi e nelle protezioni da attuare.
Anche in autunno e in inverno ci sono piante che continuano a donare i loro tesori e fortunatamente, è possibile coltivare anche piante che fruttificano nei mesi freddi, in modo tale da avere soddisfazione dal nostro orto tutto l’anno. Altre piante si piantano in autunno affinché possano affrontare il loro sviluppo vegetativo all’inizio della prossima primavera.
Coltivare il Ribes significa avere a che fare con un piccolo arbusto rustico che, come spesso accade con i frutti di bosco, cresce spontaneamente in aree montane e prospera in ambienti simili. Le bacche lucide del Ribes sono uno dei tesori che il bosco può riservarci, che conosciamo insieme al Lampone, alle More, ai Mirtillie al Sambuco. Da secoli usiamo le sue bacche per sciroppi e marmellate.
I frutti più noti del Ribes sono le perle rosse, vivaci e lucide del Ribes Alpinum; in realtà, altre specie di Ribes generano bacche di colori diversi: il nero intenso delle bacche del Ribes Nigrum, il crema del Ribes Bianco (Ribes rubrum White Grape). Esiste anche una varietà, detta anche Uva Spina (Ribes uva-crispa), le cui bacche diafane assomigliano a piccoli acini di uva bianca.
Tutte le varietà di Ribes generano grappoli di fiorellini di colori tenui in primavera, che offrono i loro frutti da giugno a settembre.
Coltivare le Patate in Italia è una tradizione ormai da 300 anni. Originaria delle Americhe e scoperta dagli europei a metà Cinquecento, ma usata come ingrediente e come alimento solo nell’Ottocento, la Patata è diventata in tutto l’Occidente il cibo dei poveri e uno degli ingredienti più diffusi specialmente nella cucina mitteleuropea. Sia per il suo alto valore nutritivo, sia per la facilità di adattamento che rende possibile coltivarla quasi ovunque. Coltivare le Patate, però, non è un’operazione semplice e ci sono diversi piccoli accorgimenti di cui è bene tener presente per riuscire ad ottenere un buon raccolto.
COLTIVARE LE PATATE: QUANDO SI SEMINANO
Nonostante le buone qualità di adattamento, la patata cresce bene in luoghi non troppo soleggiati, esposti ad una temperatura tra i 12°C e i 18°C. Gli ambienti migliori per coltivare le patate sono per questo motivo quelli montani, dove non fa mai troppo caldo e c’è una buona frequenza di piogge per tenere il terreno umido.
Anche la messa a dimora delle patate è favorita dalla temperatura tiepida, oltre i 10°C, dei primi giorni di primavera. Nelle regioni italiane più calde, è possibile anche seminare i tuberi tra settembre e ottobre, per una germinazione invernale e per avere le Patate novelle per Natale. I tuberi che vengono interrati devono avere almeno una gemma cresciuta sulla loro buccia e vanno interrate in buche di 10 cm di profondità, in file distanti 60 cm l’una dall’altra, e ogni tubero deve distare dall’altro circa 30 cm.
Apprezzato per il sapore amaro e deciso delle sue foglie, protagoniste di tante ricette italiane, coltivare il Radicchio significa scoprire un vero e proprio tesoro dei campi del Mediterraneo. La regione d’Italia più nota per il suo Radicchio è il Veneto, dove ogni città di questa regione ci dona una varietà diversa: dalle più famose, il Radicchio di Treviso e il Radicchio di Chioggia, al Radicchio di Verona, quello di Castelfranco e quello di Lusia, vicino a Rovigo. Valide eccezioni sono il Radicchio di Gorizia, con la tipica forma di rosa, e il Radicchio canarino di colore verde tendente al giallo e proveniente dalla stessa zona.
Se la livrea più comune del Radicchio è quella delle foglie di un rosso scuro lucido con le coste bianche, alcune varietà hanno grandi foglie verde screziate di macchie bordeaux. Anche la forma può cambiare: le foglie riunite nel cespo possono infatti sia allungate sia tondeggianti.
Infine è bene sapere che il Radicchio è una particolare varietà di Cicoria: sulle bustine di sementi è con questo nome che viene indicata.